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Autore: Strega_Mogana    30/03/2006    10 recensioni
Due anime che si incontrano dopo la fine della guerra. Due anime sole e ferite che cercheranno di alleviare il proprio dolore.. magari iniziando anche ad innamorarsi.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non sopporto più questa casa.
Non sopporto più questa gente.
Non sopporto più neppure me stessa.
Molly piange da almeno un’ora, Arthur cerca di tranquillizzarla, ma neppure lui é calmo e tiene a stento le lacrime.
Ginny é in un angolo, rannicchiata su quella poltrona grigia e ammuffita, fissa un punto del muro scrostato, i capelli sono sporchi e alcune ciocche rosse le ricadono mollemente sul viso, il vestito é impolverato, vecchio, sicuramente il peggiore che aveva nel suo misero armadio, é pallida e ha due profonde occhiaie, le guance rigate dalle lacrime versate fino a qualche istante fa.
E’ passata dall’incredulità alla disperazione e ora é nella fase di rassegnazione, quella che ti sbatte in faccia la realtà fregandosene dei tuoi sentimenti.
So come ci si sente.
So bene cosa vuol dire vedere l’uomo che ami morire davanti ai tuoi occhi.
Sentivo anch’io il dolore che mi lacerava l’anima... il cuore che si spezzava... ma poco dopo ci fai l’abitudine, vivi assieme al dolore, impari a gestirlo e, alla fine non lo senti più.
Sirius, Silente, Moody, Tonks, Hagrid, Ron e Harry sono morti durante questa guerra che va avanti da quasi dieci anni.
Ora la guerra é finita... siamo liberi ma il prezzo che abbiamo pagato é troppo alto.
Sono grande ormai, ho quasi vent’anni.. credevamo di riuscire a recuperare i frammenti dell’anima di Voldemort in poco tempo ma la verità é che gli studi furono più lunghi del previsto, gli altri oggetti magici erano ben nascosti nei loro rifugi e molte trappole ci hanno sbarrato la strada, ma eravamo riusciti a trovare tutto... avevamo distrutto gli oggetti magici legati a Lui e abbiamo trovato il suo rifugio.
Lunga é stata la battaglia, Ron, prima di uccidere Nagini, é stato morso e il suo veleno gli é stato fatale. Harry ha lottato fino alla morte per distruggere Lord Voldemort e ci é riuscito.
Anch’io ho ucciso... non so quante persone... so solo che erano Mangiamorte e che ho usato una delle maledizioni senza perdono, la stessa che mi rifiutai di pronunciare quando il falso Moody mi interrogò in classe.
Non so chi abbia ucciso... avevano il viso celato dal cappuccio nero, sinceramente non mi interessa.
Ho raccontato la nostra storia già cinque volte, loro hanno bisogno di capire, devono trovare qualcosa con cui sfogare la loro rabbia.
Io non ho più rabbia, non ho più dolore, ho solo un gran vuoto dentro di me.
Minerva entra di corsa in casa, il nuovo capo dell’Ordine della Fenice dopo che Silente é morto, il quadro della signora Balck urla scandalizzata, nessuno la fa stare zita, tutti sono troppo immersi nel dolore per fare anche solo un passo.
Mi appoggio al muro, non voglio sedermi.. sedermi potrebbe suggerire agli altri che voglio restare in questa casa, e io non voglio stare qui!
La vecchia strega mi lancia un’occhiata sfuggevole e poi abbraccia Molly cercando di darle un po’ di conforto.
Un conforto che non arriverà mai.
Guarda gli altri e poi i suoi occhi si posano di nuovo si di me.
Inizialmente era uno sguardo penetrante e molto minaccioso, poi ha visto i miei vestiti stracciati e sporchi, il sangue rappreso sulle mie scarpe, il mio aspetto sicuramente orribile. Ha addolcito lo sguardo e si é seduta su una seggiola traballante di legno.
- Come ti senti?
- Bene. – rispondo senza esitare sorprendendo anche me stessa per la facilità con cui ho mentito, la sicurezza nella mia voce, il mio sguardo sicuramente glaciale.
Vorrei dire che non sto affatto bene, che tutto il mondo mi fa schifo... che voglio solo raggiungere i miei migliori amici nella tomba ma non lo dico, resto zitta appoggiata contro il muro mentre Minerva continua a fissarmi, vuole farmi quella domanda... lo so.. lo sento...
- Cos’é successo?
Ecco lo sapevo, ancora una volta... quante volte dovrò ripetere le stesse cose?
Celando il mio fastidio riesco a raccontare quello che é accaduto.
Dopo il funerale di Silente io, Ron e Harry abbiamo passato tre settimane a Privet Drive rinchiusi nella stanza del mio amico occhialuto, l’avevamo incantata e resa molto più grande e ospitale, riuscivo perfino a cucinare senza dover scendere e incontrare Petunia, quella donnetta acida e meschina che non sono mai riuscita a digerire.
Abbiamo passato tre settimane a studiare la vita di Voldemort, abbiamo selezionato i luoghi più vicini all'Oscuro Signore, i posti più probabili dove trovare i pezzi della sua anima nera e contorta. Il nostro lungo viaggio ebbe inizio il giorno dopo il compleanno di Harry: tre maghi diciassettenni conto un demone.
Avevamo trovato quello che mancava, era stata dura ma avevamo distrutto gli Hocruax che Silente non era riuscito a trovare.
Alla fine ci siamo diretti verso Voldemort, nessuno di noi sapeva a cosa andavamo incontro, sapevamo solo che dovevamo uccidere Nagini prima che Harry affrontasse l’Oscuro.
Poi tutto é accaduto troppo velocemente perché ricordassi tutti i particolari.
I Mangiamorte... le lotte.. Ron che trova Nagini, la sua morte... io che lancio maledizioni quasi senza controllo e poi la fine di tutto.
Dopo la morte di Voldemort il silenzio aveva avvolto il castello come una cupa coltre, ricordo di aver odiato quel silenzio, preferivo il trambusto della battaglia. Poi i gemiti strozzati di Harry, agonizzante a terra ferito e colpito da vari incantesimi. I Mangiamorte si erano smaterializzati e io mi ero inginocchiata davanti al mio amico cercando di confortarlo, dicendogli che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. É morto tra le mie braccia... mentre io cercavo in vano di curarlo.
Finisco il racconto ancora una volta, tutti hanno le lacrime agli occhi, Molly si copre il viso con un fazzoletto zuppo e singhiozza più forte, anche Ginny ha ripreso a piangere. Remus guarda fuori dalla finestra mentre Minerva si asciuga gli occhi con un fazzolettino ricamato di verde.
Io non sento nulla... mi sono così abituata al dolore che non sento più nulla, le loro lacrime non mi toccano, la loro angoscia per me é patetica.
- Bisogna parlare con il Ministero. – inizia la mia ex Capocasa.
- Io non ci parlo con il Ministro. – ribatto decisa, talmente decisa che tutti si voltano per fissarmi.
- Ma…
- Io non ci parlo con il Ministero!- ripeto con più enfasi – Ci hanno voltato le spalle dopo la morte di Silente, hanno solo combinato casini… io non ci parlo con loro!
Minerva annuisce piano.
- Riposati. – mi dice con dolcezza.
Questa dolcezza non la sopporto, non ho bisogno della loro commiserazione, non ho bisogno di nessuno… voglio solo tornarmene a casa e stare sola.
- Vado via. – annuncio avvicinandomi alla porta.
Improvvisamente c’è qualcosa che attira la mia attenzione: il silenzio.
Il quadro della madre di Sirius si è azzittito… qualcuno ha chiuso le spesse tende viola che lo celavano agli occhi degli estranei.
Prima che la mia mano sfiori la maniglia di ottone completamente nero a forma di serpente, la porta di apre.
I miei occhi si incrociano con uno sguardo freddo e penetrante, molto più penetrante di quello di Minerva.
Tremo… solo un uomo ha quello sguardo.
- Professor Piton…- balbetto sgranando gli occhi.
- Hermione! – è diverso… sembra stanco… pallido e molto provato, ha il mantello strappato e sporco, sui pantaloni neri vedo una grossa macchia di sangue.
Mi fissa sorpreso, un sopracciglio alzato, anche se è provato vedo chiaramente le mille domande che gli frullano in testa.
Sono brava nella Legimanzia, sono brava in molte cose… tranne che a salvare i miei amici.
Sento che chiude immediatamente la mente, sente le mie capacità, sa che posso perforare le sue difese, ma non lo farò… non mi interessa.
- Ti credevo al San Murgo. – soffia lui freddamente, lo stupore è sparito nel suo sguardo glaciale.
- C’erano feriti ben più gravi di me da soccorrere. – spiego fingendomi disinteressata.
La verità è che le mie ferite sono troppo profonde per guarire con una notte in ospedale – Ma anche lei è ferito. – constato osservando la sua gamba sanguinante – Dovrebbe esserci lei in ospedale.
- Nulla che una delle mie pozioni non possano curare. – semplifica lui con un sorriso obliquo.
Sento Minerva che si alza alle mie spalle, lo sguardo di Piton va altre la mia figura.
Severus Piton è stato scagionato dall’accusa di omicidio, Silente aveva sistemato ogni cosa, dopo la sua morte aveva lasciato una fiala a Minerva pregandola di guardare i suoi ricordi assieme ai membri dell’Ordine.
Albus spiegava la situazione, la missione di Harry e il ruolo di Severus, il suo compito accettato non senza litigi… il suo totale rifiuto verso quell’eventualità.
Anche se completamente discolpato Piton non é quasi mai venuto alle riunioni dell’Ordine, credo che non si perdoni ancora per quello che è stato costretto a fare.
- Severus, - fa Minerva con tono grave – dobbiamo parlare con il Ministro. Harry e Ron sono morti.
- Lo so. – risponde semplicemente il mago – Ho visto.
- Era la…- mormoro incredula e arrabbiata – lei era la e non ha fatto nulla!
Ora che sono grande abbastanza chiamo tutti per nome, Minerva, Molly, Remus… tutti… tutti tranne lui. La sua immagine continua a mettermi soggezione, non riesco ad immaginare Severus Piton diverso al professore che ho avuto per sei anni.
- Non potevo fare nulla!- mi risponde deciso – Come non hai potuto fare nulla tu Hermione.
Sento una rabbia incontrollabile salirmi dalle viscere del mio corpo, sento un bicchiere rompersi sulla credenza, il tavolo balla come se ci fosse un terremoto… invece sono io… sono i miei poteri aumentai a dismisura con questa battaglia, Harry mi diceva che, a volte, gli facevo paura.
- Hermione calmati!
La voce di Remus riesce a farmi calmare un attimo, oltrepasso Piton spingendolo di lato in malo modo, ha fatto una smorfia per il dolore alla ferita ma non mi importa… merita tutto il dolore di questo mondo. Esco da Grimmaund Place, il vento freddo di Novembre mi taglia la pelle screpolata del viso, fisso i deboli coni di luce dei lampioni e sospiro… non so dove andare.
Non voglio tornare a casa, il mondo babbano non può offrirmi più nulla, sono una strega, sono un’ottima strega... il mondo é questo ormai.
Senza staccare gli occhi dal vicolo buio prendo il pacchetto di sigarette che ho nella tasta interna del mantello, ne prendo una e mi la infilo tra le labbra umide.
- Dove diavolo sono i fiammiferi?- biascico con la sigaretta stretta tra le labbra mentre cerco i fiammiferi nelle varie tasche che ho sia sul vestito che all’interno del mantello.
Sussulto appena quando vedo due mani dalle lunghe dita posarmi davanti alla bocca la debole fiamma di un fiammifero acceso. Mi allungo lievemente in avanti in modo da accedere la sigaretta, butto fuori il fumo dalle narici e fisso il volto pallido di Severus Piton illuminato dalla fioca luce del fuoco.
- Mi dispiace. – dice in un soffio mentre spegne il fiammifero e lo lancia per terra.
- Lo so. – mormoro io tornando a guardare lo squallido vicolo buio dove mi ritrovo – Professore... ho bisogno di staccare la spina per un po’. Devo stare da sola, lontano da tutti... devo riflettere... lei conosce un posto dove posso stare tranquilla?
Annuisce mentre anche i suoi occhi neri si perdono nel buio di Grimmauld Place.

   
 
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