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Autore: Laica    24/08/2011    3 recensioni
Tredici shot ispirate ad altrettante composizioni del Kinderszenen di Shumann.
Tredici pezzi di vita guidati da altrettante melodie.
1.{Von fremden Ländern und Menschen.}
2.{Kuriose Geschichte}
3.{Haschemann}
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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3

3. Haschemann

- considerati fortunata, Eve Evans, non tutti hanno l’onore di avere l’attenzione dell’uomo che ha superato Dio!-

La neonata gongolò felice, anche se non si capì bene se fosse per la consapevolezza di qual privilegio l’era stato concesso o, più semplicemente, perché il meister la stava lanciando in aria per l’ennesima volta.

Lui, Soul Evans, legittimo genitore della piccola, invece, se ne stava in disparte, seduto sul sofà a calcolare la traiettoria del lancio, pronto a scattare nel caso il capo della sua erede si fosse avvicinato troppo al soffitto.

Di più non poteva fare.

Perché da quando era arrivato BlackêStar, almeno, Eve aveva smesso di piangere.

Era successo tutto troppo in fretta quella mattina, quando Maka si era alzata particolarmente nervosa e aveva annunciato, senza troppi giri di parole, che lei era stanca di stare tutto il giorno in casa, dietro alla bambina, che voleva riappropriarsi dei suoi spazi e che quindi sarebbe stata tutto il giorno fuori, per svagarsi.

Come se lui passasse tutto il giorno a divertirsi.

Peccato che questa risposta aveva fatto capolino nella sua testa solo dopo che Maka aveva varcato l’uscio di casa, insensibile a qualsiasi altra sua lamentela.

E così si era ritrovato solo.

Solo con sua figlia che dormiva nella sua stanza e che, forse, avvertendo la mancanza della madre grazie a chissà quale radar malefico, non aveva tardato a svegliarsi, urlando a pieni polmoni.

Non che non volesse stare con la piccola, tutt’altro, era solo che dal primo momento che l’aveva vista aveva compreso una cosa: Eve l’odiava.

Si era immaginato spesso il momento della sua nascita - quel istante così cool dove padre e figlio s’incontrano per la prima volta e si contemplano intensamente l’un l’altro - invece, quando era stato il suo turno e gli avevano messo in braccio la bambina, tutta rossa, grinzosa e sporca, lei lo aveva fissato per un attimo, sospettosa, poi aveva lanciato un urlo disumano, che si era protratto finché, in preda al panico, non l’aveva mollata all’infermiera.

E da allora non era andata meglio.

La piccola si era fatta più carina e pulita - tranne in quei momenti in cui le cambiavano quell’arma impropria chiamata pannolino - ma quella avversione verso di lui non era diminuita, anzi, alle volte sembrava addirittura aumentata.

Se quel giorno, per pura sfortuna, BlackêStar non si fosse presentato, con l’intento di far assaporare un po’ della sua luce divina anche all’amico, Eve con molta probabilità avrebbe pianto fino a scoppiare.

- Non capisco che cosa abbia di sbagliato, Soul. - disse BlackêStar, lanciando la piccola più energicamente del solito e facendole sfiorare pericolosamente il soffitto – questa marmocchia è troppo avanti, quasi quanto me. -

È per questo che tenti di eliminarla? Pensò la Buki tra sé e sé, continuando a tenerli d’occhio.

- Non c’è nulla che non vada bene in lei, vorrei solo che non urlasse ogni volta che mi vede. - rispose poi, sbuffando.

- Secondo me è solo spaventata dalla tua brutta faccia. - continuò questo, lanciandogli contro la pargola – ma dopotutto non tutti hanno la fortuna di nascere belli come il sottoscritto. –

Magari quella era la volta buona in cui Soul sarebbe riuscito a mandare a quel paese l’amico, se non fosse stato troppo impegnato a salvare la figlia – Potresti evitare di lanciarmi Eve? – domandò, agguantando la pargola per la tutina a pochi centimetri da terra – sai, che sia di gomma non è stato ancora provato.-

BlackêStar sbuffò – che noia, io me ne vado.- dichiarò, ignorandolo beatamente – trema Death City, il tuo Dio sta tornando.-

- Cosa!? - esclamò Soul, allarmato – non puoi lasciarmi solo con lei!-

Ma l’amico continuò a ignorarlo e, senza aggiungere altro, saltò fuori dalla finestra, pronto a inondare il mondo con la sua luce divina.

La Buki osservò sua figlia, ancora frastornata dal lancio, che si guardava in giro alla ricerca del suo amato zio, e sospirò: pochi secondi e si sarebbe scatenato l’inferno.

 

° ° °

 

- Maka, scusa se te lo chiedo, ma sei sicura di stare bene?-

Tsubaki osservò l’amica, preoccupata: non era tanto quel battere ossessivo a terra, a preoccuparla, e nemmeno la tazza che stringeva ossessivamente in mano, in cui notava – quelle sì, - preoccupanti crepe, quanto la propensione del corpo di Maka verso l’uscita del Café.

- Maka?-

- Va tutto bene!- esclamò improvvisamente la bionda, con voce troppo alta. – dopotutto è suo padre, è ora che impari a interagire con lei e…-

- Sì, Maka…-

- Inoltre è ora che abbiano un rapporto. Non posso continuare a fare loro da tramite e..-

- Ho capito, ma…-

- Oddio! E se fosse troppo presto? Magari Soul non è ancora pronto e…-

- Maka!- l’interruppe Tsubaki, strattonandola dolcemente – sono sicura che Soul se la caverà alla grande, è un bravo padre. Non è lui che mi preoccupa…-

- Ah no? Allora dici che è troppo presto per Eve?-

- Veramente chi mi preoccupa sei tu. Soul so che può farcela alla grande.-

La Meister annuì – Sì, può farcela. E io devo stare calma.-

- Brava.- asserì Tsubaki, sorridendogli dolcemente.

- Tsubaki?-

- Sì, Maka?-

- Se mi vedi correre via mi fermi, vero?- domandò la Meister.

- Certo.- sorrise la mora, annuendo con la testa – te l’ho promesso.-

 

° ° °

 

- Eve, guarda che bello l’orsacchiotto!- esclamò Soul, sventolando l’orsacchiotto davanti al viso della bimba, ormai congestionato dal pianto, che spiccava ancor di più contornato da tutti quei sottili capelli candidi.

- Piccola, non vorrei dirtelo ma quando piangi sei molto poco cool, hai un non so che di satanico.- continuò lui, ottenendo come risultato solo quello di farla piangere più forte.

Ok, appuntarsi di non fare mai commenti sull’aspetto a una donna, anche se questa ha quattro mesi.

Disperato e, con le orecchie che sanguinavano, lasciò vagare lo sguardo sulla distesa di giocattoli che la bambina possedeva, finché la sua attenzione non fu catturata da uno in particolare.

- Eve, guarda che bello questo.- disse, afferrando la pianola che le aveva regalato Wes (*) durante la sua ultima visita – lo sai che papà sa suonare il piano, Eve?-

Neanche un “e a me che me ne frega?” sarebbe stato più incisivo della nonchalance con cui la piccola continuò a piangere, incurante delle doti musicali del padre.

Sbuffando, Soul si lasciò scivolare di fianco della neonata, esausto.

C’era qualcosa che aveva sempre temuto in un suo futuro rapporto padre-figlio ed era esattamente quello che poi, alla fine, si era avverato: sua figlia lo aveva rifiutato e continuava a farlo da quella volta in cui gliel’avevano messa tra le braccia e, lui, aveva sperato di essere all’altezza di quel ruolo.

Maka continuava a ripetergli che probabilmente era solo una fase e che bastava aspettare, ma lui stesso si accorgeva che ogni giorno che passava, n’era sempre meno convinta anche lei.

Cavolo, lui, Soul Evans, non riusciva a fare una cosa che era riuscita naturale anche a quel pervertito di Spirit e, a quanto pare, il suo destino sarebbe stato inseguire quella figlia che continuava a sfuggirgli ostinatamente.

Sospirò nuovamente e lasciò scorrere sovrappensiero le dita sulla pianola brutalmente snobbata dalla piccola, accennando a uno dei primi motivetti che aveva imparato da bambino – Ma tanto non mollo – mormorò flebilmente, voltandosi verso la bambina e abbozzando un sorriso tenue – dovesse volerci tutta la vita, continuerò a inseguirti.-

Fu solo dopo molto che si accorse che c’era qualcosa di diverso nell’aria o, meglio, che mancava qualcosa.

Stupefatto si voltò verso Eve, costatando che sì, effettivamente aveva proprio smesso di piangere e che, oltretutto, lo stava fissando mentre mordicchiava un pupazzo random, con uno sguardo ancora più interdetto del suo.

Era assurdo, si ripeté mentalmente, era troppo piccola per aver anche solo minimamente compreso quello che gli aveva detto.

Eppure aveva smesso.

Si acquattò all’altezza della figlia e fece per avvicinarsi, ricevendo come risposta solo il solito sguardo stranito e il rumore della plastica che schioccava sotto le gengive nude.

Niente urla, niente pianti isterici.

Azzardò a ridurre ancora la distanza, fino a scorgere le iridi grigiognole della piccola che iniziavano a sfumare nel verde – a quanto pare sarebbero diventate come quelle della mamma – e fu solo allora che Eve reagì: brandendo il suo pupazzo di gomma a di arma, lo diede in testa al padre più e più volte, visibilmente compiaciuta da quel nuovo gioco.

Soul ghignò divertito, allontanandosi un poco da quell’assalto e massaggiandosi la testa dolorante – lo sai, Eve…- cominciò – cominci ad avere preoccupanti somiglianze con tua madre.- disse, sorridendo a sua figlia e ricevendo in risposta un gorgoglio divertito.

 

° ° °

 

Quando Maka rientrò, quella sera, era pronta all’inferno che gli si prospettava – Eve aveva dei polmoni portentosi – tuttavia, una volta varcata la porta di casa, quello che sentì fu solo il ronzio della tv, tenuta bassa, provenire dal salotto.

Niente urla, niente di niente.

Improvvisamente le immagini più raccapriccianti si accumularono nella sua mente: e se Eve fosse precipitata dal seggiolone e ora fosse in qualche reparto di rianimazione? E se il continuo piangere della figlia avesse fatto esplodere la testa a Soul? E se Kid l’avesse rapita perché quella mattina non le aveva fatto le codine perfettamente simmetriche?

Presa dal terrore avanzò a grandi passi, guardandosi intorno – Soul?- chiamò a gran voce – Eve?-

Uno Ssshhh perentorio, proveniente dall’altra stanza, fu la risposta che ricevette. Per lo meno era una risposta.

Rassicurata – ma non del tutto – dai suoi timori, si diresse verso il soggiorno dove effettivamente Soul stava seduto, dandogli le spalle, su una delle poltrone e guardava… erano i Biinzu Rangers(**) quelli che stava guardando?

- alla buon’ora.- sussurrò lui, stranamente rilassato – ti stavo dando per dispersa.-

Maka lo fissò stupita – Dov’è Eve?- domandò.

- Oh, è qui! Si è appena addormentata.- rispose Soul.

La ragazza non voleva crederci, si affacciò oltre lo schienale della poltrona e constatò che sì, Eve stava davvero dormendo contro il petto del padre, il dito in bocca e l’aria della persona più rilassata di questo mondo.

C’era qualcosa che non quadrava in quell’immagine: osservò suo marito, che la fissava, con un espressione di chi non vede l’ora che gli venga chiesto “come hai fatto?”, e poi Eve, che continuava a ronfare alla grossa.

- devo aver bevuto troppo.- mormorò intontita prima di girare i tacchi e lasciarsi alle spalle quella scena ai confini della realtà.

 

° ° °

 

- Non guardarmi con quella faccia. L’ho fatto nemmeno un ora fa e inoltre devo guardare il polpettone in forno.-

Soul sospirò, a quanto pare quella volta avrebbe dovuto cambiarlo lui il pannolino. – avanti piccola: prima iniziamo, prima finiamo.- aggiunse, chinandosi su sua figlia che allungò le braccina paffute, pronta per essere presa in braccio.

- Noto che quei due si sono chiariti.- commentò Tsubaki, osservando l’albino allontanarsi con la pargola verso la sua cameretta.

Maka si alzò da tavola, raccogliendo i piatti –sì, è stato una specie di miracolo. Neanche lui sa spiegarselo. Però…- aggiunse, gettando un’occhiata oltre la porta della cucina – ho notato che ultimamente è molto più rilassato con Eve e le sorride spesso.-

- Probabilmente la piccola deve averlo sentito più rilassato e si è tranquillizzata anche lei.- constatò la mora, annuendo a conferma della sua ipotesi.

Fu solo allora che BlackêStar, fino ad allora stranamente silenzioso nonostante la scarsa attenzione dei presenti, grugnì, potandosi le mani dietro la testa.

- Che c’è, BlackêStar?-

- Bah! L’avevo detto che era la sua brutta faccia.- concluse lui, con un alzata di spalle.

 

(*) Al momento non mi risulta che il caro Wes sia passato al creatore e prego ogni giorno Ohkubo che non lo faccia morire sotto qualche trave da palcoscenico come l’amica di Candy Candy.

 

(**) Per la sicurezza nazionale: posso assicurare che tali paladini della giustizia non esistono XD

__________________________________

Allors,

non so da dove cominciare ne tantomeno da dove finire, anche se inizierei con il mantra che oramai si protrae dall’inizio di quella raccolta, ovvero: scusate per il ritardo, non ho limiti al superamento dei miei limiti e questa volta son stata davvero da Guinnes ( 1 anno, 1 mese e 16 giorni) quindi ancora scusatemi; seconda cosa, la maggior parte della colpa di questo ritardo va data a una sola persona, ovvero Black Star. Scrivere di lui è stata la cosa più faticosa che ho fatto dopo Statica all’uni, fate voi; terza ma non ultima, vorrei ringraziare di cuore:

 

Killina: Intanto: Scusa il ritardo! Non smetterò mai di chiedere scusa per la mia bradiposità ma purtroppo è una parte di me che non si stacca :( In quanto a Soul ( e Eve) io lui l’ho sempre visto come una persona che poteva dare tanto a livello genitoriale, anche se a modo suo ( uno modo molto cool) e spero di essere riuscito a trasmetterlo.

 

MartyStyle: e io non so davvero cosa risponderti, i complimenti mi mandano in stato confusionale XD Comunque grazie davvero * me commossa* e scusa per l’abnorme ritardo, meriterei di essere presa a Shinigami Chop finchè campo, lo so.

 

E r a t o: eeeh, credo che in quest’anno tu sia partita più di una volta E r a t o cara e qui come vedi ho sempre battuto fiacca ( e che siam partite insieme è un dettaglio, non facciamo i pignoli), qua bisogna analizzare gli eventi mi sa. Comunque come hai detto tu Eve non è un diavoletto, lei è semplicemente diabolica. ( la domanda è, a chi ha ripreso?)

 

Midnight_Rose: Allieva? Oddio, per fare il maestro dovrei avere qualcosa da insegnare e, credimi, al momento l’unica cosa che potrei insegnare è fare il pollo al curry, fa te xD. comunque come vedi sono stata più che zelante e Natale l’ho passato da un pezzo ( lo so, di certe cose non bisognerebbe vantarsi ma solo vergognarsi finchè si campa)

 

Borntorun: e.tu.sei.di.parte. Diciamocelo. XD Comunque al momento verrebbe da chiedersi se la vicina è ancora viva dopo un anno e un mese XD

 

E un grazie di cuore anche a tutti quelli che l’hanno messa tra i preferiti, tra le seguite, tra le “da ricordare” e anche solo chi a letto.

Ora vado, forse non l’ho detto ma *coff coff* oggi è il mio compleanno * coff coff* e voglio andare a festeggiare il postaggio ( e se ce la si fa anche il compleanno) prima che mi parta la sciatica del tutto.

Viva la vecchiaia, sempre e comunque.

Baci Laica

   
 
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