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Autore: MeroSP    30/08/2011    3 recensioni
«..chi sei tu?» chiese il ragazzo, con tutta la calma che aveva in corpo.
«Ryuk, signore, Ryuk, lo shinigami domestico!» esclamò l'altro, allargando quel sorriso già abbastanza inquietante di suo.
L infilò subito il braccio nel cestino, raccogliendo la lettera che aveva gettato lì dentro pochi istanti prima.
«Centri qualcosa con questa?»

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[Crossover; Death Note/Harry Potter]
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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L Potter dormiva beatamente, sognando quello strano essere che aveva conosciuto prima in mezzo ad un enorme piscina piena di mele rosse. Nulla lo avrebbe svegliato, se non fosse stato per quel dannatissimo rumore di motore e quel clacson che continuava a strombettare proprio accanto alla sua finestra. Riaprì gli occhi, li stropicciò e notò che la luce dei fanali illuminava proprio la sua stanza. L fu costretto ad alzarsi, calpestando la coda del povero topolino che nel frattempo era sceso dal letto. Chi diavolo poteva volere qualcosa da lui a quell’ora della notte? Aprì la finestra e rimase meravigliato come mai prima d’ora. Una macchina gialla vecchio modello fluttuava a pochi centimetri dal cornicione, a guidarla c’era un ragazzo con i capelli rossicci tenuti schiacciati alla testa da un berretto nero simile a quello dei poliziotti, e gli occhi coperti da due grandi occhialoni da aviatore. Lo guardò, stupito e assonnato allo stesso tempo. Il rosso abbassò gli occhiali, lasciandoli cadere a penzoloni sul collo e sorrise.
«Taaaaxiii!» esclamò alzando un braccio al cielo come un qualche eroe dei videogiochi uscito vittorioso da una battaglia. Solo in quel momento L notò la scritta nera sul tetto della macchina “Taxi volante – Quando la vostra scopa non ne vuole sapere di partire!” e si chiese cosa ci facesse davanti alla sua finestra, dato che lui non aveva una scopa.
«Allora?! Che aspetti a salire?!» domandò il rosso con tono impaziente. «Sbrigati!»
L sussultò, titubante dal salire su quell’auto. «..chi sei?» in quel momento notò che sui sedili posteriori vi era un altro ragazzino, un albino minuto, tutto vestito di bianco, che se ne stava accucciato ad arricciarsi i capelli sull’indice. «..siete.», si corresse poi.
«Matt, Matt Weasley!» esclamò il rosso tutto esaltato «e lui è Nate, ma non parla quasi mai.». L’albino alzò lo sguardo verso L, scrutando nei suoi profondi occhi neri, per poi abbassarlo subito una volta che il ragazzo se ne accorse, e ritornare a torturarsi i riccioli biancastri.
«Daiii sbrigati, salta su! Ti portiamo a Londra, bello!» esclamò il rosso, ancora più precipitoso.
«Mi portate al binario 9 e ¾?» chiese L con uno strano sorrisetto dipinto sul viso.
«Stazione di King’s Cross, è lì che andiamo, bello!» dichiarò il rosso.
Subito tornò in stanza e cacciò le sue poche cose all’interno di una borsa, prese con sé Edvige e si affacciò alla finestra. La portiera sul retro della macchina si aprì di scatto ed L vi ci lanciò la borsa all’interno, per poi salire a sua volta, a fianco dell’albino che lo guardava sempre più incuriosito.
«Prontiii?» domandò l’autista ghignando. «Prossima fermata, Diagon Alley!», non fece in tempo a finire la seconda parola, che il taxi giallo era partito a razzo nei cieli di Winchester. L era rimasto terrorizzato e allo stesso tempo meravigliato della velocità con cui quella macchina fosse partita e ora stesse sfrecciando dritta verso la grande città. Il viaggio non sarebbe dovuto essere particolarmente lungo, ma comunque, cercò un modo per fare conversazione con quei due tipi strambi.
«Quindi voi due siete.. dei maghi?» appena ebbe concluso la frase, l’albino annuì per rispondergli, mentre l’altro era tutto preso dalla guida. «State andando ad Hogwarts?»
Questa volta fu Matt a rispondergli, «Sì, è il nostro primo anno!», era eccitato più che mai.
«Anche il mio.», L sorrise, si sentiva sollevato perché aveva capito di non essere solo. Ma a differenza sua, gli altri due sembravano non sorprendersi nel vedere macchine volanti e cose del genere. «..da quanto sapete di essere.. dei maghi?»
«Io da sempre!» attaccò il rosso, «i miei genitori erano dei maghi, e i miei fratelli, anche loro.»
L’albino invece sembrò fare uno sforzo immenso per parlare. «Io.. io.. da poco.. quando mi è arrivata la lettera non sapevo di essere un mago..» un leggero rossore gli comparve sul volto «..i miei genitori erano dei Babbani.. ma ora ho imparato a memoria tutti gli incantesimi del libro di magia e ne so fare qualcuno..» farfugliò, continuando ad arricciarsi i capelli.
«Babbani? Cosa sono?» domandò L che non riusciva a capire completamente la frase di Nate.
«Quelli che non hanno i poteri magici.» spiegò Matt.
«..ah! ..Io non ho i libri. E non ho soldi.» si ricordò L improvvisamente, sentendo parlare l’albino.
«Non ti preoccupare. Questi taxi sono forniti dal ministero della magia per i maghi orfani. Io e Nate viviamo nell’ orfanotrofio di Corsham, insieme ai miei fratelli che ora sono tutti su un altro taxi. Funziona così: più gente sale sul taxi, più il tassametro sale in fretta.. e alla fine da un cassettino escono i Galeoni che corrispondono alla cifra del tassametro, e li divideremo. Nate e io però abbiamo sia i libri che la divisa, perché due dei miei fratelli hanno già finito la scuola e ce li hanno regalati! Quindi, ci mancano solo le bacchette e potremo usare parte della nostra cifra per comprare.. mh.. dolci!»
All’ultima parola di Matt, gli occhi di L si illuminarono d’oro puro. Dolci.. in effetti aveva proprio una certa fame.
«..o depositarli in banca..» commentò l’albino, più responsabile degli altri due. Quella forse era l’idea migliore.
«Nessuno di noi ha un conto alla Gringott, saputello.» lo canzonò il taxista.
«Ne potremmo aprire uno tutti insieme.. un conto dolci per orfani!» esultò L, preso più che mai dall’idea di avere dei dolci e anche da quella di non perdersi nulla di quel mondo magico.
«Hey hey hey ci avete mai giocato a Crazy Taxi?!» domandò d’un tratto il rosso, cambiando totalmente argomento. Gli altri due lo guardarono allibiti. Nessuno dei due aveva la minima idea di cosa stesse parlando. «Ma sì, quel giochino flash sul computer dei Babbani! Quello che devi guidare il taxi saltando le macchine, dai!», continuò sempre più convinto. L e Nate, in quel momento, erano terrorizzati. «Ho scoperto una cosa fighissima, guardate!» premette un pulsante sul cruscotto e delle molle fecero capolino da sotto la macchina, dando una forte spinta verso l’alto. Matt planò con l’auto sulla strada, deciso a provare sul terreno quella nuova scoperta. Sfrecciava a tutta velocità sulla via, saltando le file di macchine che gli si paravano davanti, senza badare agli strilli sconvolti degli altri due. Tra l’altro, ogni volta che premeva quel pulsante, la cifra sul tassametro si alzava di un po’, come se fosse il punteggio di un videogioco, e questo dunque significava una sola cosa: più dolci per tutti.
«Siamo arrivati, belli.» Matt sorrise, parcheggiando la macchina vicino ad un’altra uguale, in una stradina alla periferia di Londra. A Nate ed L ci vollero una manciata di minuti per riprendersi dallo choc subìto, ma dopo qualche respiro affannato e passata la nausea, entrambi furono pronti a scendere dalla macchina.
«Non farlo mai più.» sbottò l’albino, che in quel momento sembrava aver perso tutta la timidezza che rivelava prima. Matt non lo calcolò nemmeno, e si mise a spiegare cosa dovevano fare.
«I miei fratelli mi hanno detto spiegato che per arrivare a Diagon Alley bisogna entrare in un pub che si chiama “Il Paiolo Magico”, o una roba del genere. Poi.. boh, chiederemo informazioni lì.». Si sistemò gli occhialoni da aviatore sulla fronte, pronto a ripartire dopo aver raccolto le monete d’oro che erano uscite dal cassettino del taxi e aver commentato con uno “Wow” incantato, perché non aveva mai visto tutti quei soldi insieme. Tra tutti e tre lui sembrava il più convinto, quindi L e Nate lo seguivano praticamente alla cieca, visto che non avevano fratelli più grandi su cui fare affidamento e a Londra non erano mai stati. Iniziarono a vagabondare per quella stradina con i loro bagagli, raggiungendone poi una più grande e sentendo Matt borbottare qualcosa come “Dovremmo esserci, è da queste parti..” a ogni curva che facevano. Stavano proseguendo dritti quando ad un tratto Nate si bloccò e si mise a fissare l’insegna di un pub, di legno vecchio e logoro, con la scritta ormai quasi illeggibile “Il Paiolo Magico”.
«Mh.. forse.. forse è questo..?» disse timidamente, mentre gli altri due erano già passati oltre. Matt ritornò di corsa e controllò a sua volta l’insegna.
«Ci siamo!» esclamò con un largo sorriso. Gonfiò il petto ed entrò tutto fiero al Paiolo Magico, spingendo un immenso portone anch’esso di legno visibilmente trascurato, con L e Nate al seguito. Si avvicinò al bancone e si sedette su uno sgabello rotondo. Lì dentro tutto era di legno scuro, consumato dal tempo, ma a nessuno sembrava importare. Si aggiravano per il pub strani individui con cappelli a punta e mantelli di tutti i colori, gli occhi di tutti loro puntarono sui tre ragazzi non appena entrarono. «M.. mi scusi..» , fece Matt timidamente dopo un colpo di tosse per schiarirsi la voce. Da dietro il bancone spuntò un tizio losco, calvo e con la schiena gobba. «Desidera?» domandò con voce stridula.
«..per Diagon Alley?» chiese il ragazzo senza troppi preamboli. Il gobbo sbuffò, prese Matt per il colletto della maglia a righe e lo trascinò con sé in una stanza dietro al bancone. Il ragazzo riuscì a voltarsi verso gli amici, lanciando loro uno sguardo impaurito, e i due lo seguirono a ruota dietro al bancone.
«Ah, ci siete anche voi due.» si accorse il barista, che li aveva portati in una stanza vuota, con solo un muro in pietra. Estrasse la bacchetta magica e colpì la barriera tre volte su una mattonella. Dopo una manciata di secondi, questa si aprì in due, formando un varco che portava direttamente su una strada molto affollata. «Su, su, sbrigatevi.», fece burbero il gobbo, spintonando Matt verso l’apertura nella parete e facendo segno agli altri di seguirlo. Subito L e Nate oltrepassarono il varco, che si chiuse alle loro spalle in pochi secondi, e si ritrovarono in quella strada brulicante di gente vestita in modo bizzarro, come i clienti del pub. Matt era finito steso a terra, per colpa di quella spinta aveva inciampato sul suo baule. Si rialzò, massaggiandosi la spalla su cui era caduto e sistemandosi i pantaloni. «Benvenuti a Diagon Alley!» esordì sorridente, osservando in ogni minimo dettaglio quella via così inusuale.



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Can you find me space?
Ecco, finalmente, il secondo capitolo.
Come promesso, parlerò qui della storia vera e propria. Come avrete intuito da questo capitolo, ci sarà una specie di "corrispondenza" tra personaggi: L sarà Harry, Matt sarà Ron, e Near, Hermione. Non rispetteranno ovviamente tutte le caratteristiche del terzetto di Harry Potter, ho intenzione di lasciare i Wammy's Boys il più IC possibile. I personaggi a cui non ho dato una corrispondente Deathnotiano, invece, molto probabilmente faranno comparsa come personaggi di Harry Potter -nel prossimo capitolo, credo verrete a conoscenza di due teste rosse :3-. Ma ovviamente ci sono altri personaggi di Death Note che devono ancora comparire ù_ù
Vi ringrazio tutti per recensire e seguire la storia, spero che mi darete un parere anche su questo capitolo.
Il terzo probabilmente arriverà con un po' di ritardo, chiedo scusa già ora, ma sto scrivendo un sacco di cose contemporanemente e.. @__@
Arrivederci al capitolo numero 3, allora :3
Baci,
MeroSP.
   
 
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