LA
DAMA DI LUCE E LA DAMA D'OMBRA
Prologo
In
tutta la mia vita ho sperimentato
ogni sorta di emozione.
Amore
verso la mia madre adottiva.
Affetto
per mia sorella Jeanne.
Sentimenti
caldi che mi cullavano,
facendomi crescere avendo come esempio la donna che si era presa cura
di me con affetto. Una
persona onesta e dedita al duro lavoro.
Una
figura forte che ha sostenuto
Jeanne e me nei momenti più difficili (molti, se devo essere
sincera).
Non
era facile, vivere in una
famiglia composta da sole donne e solo il Cielo sa della forza
d’animo che
Nicole ha avuto per crescere due bambine piccole.
Sola,
in un’umida stanzetta sotto la
strada.
Senza
un marito che la sostenesse
con il proprio lavoro. Eravamo povere e vivevamo di stenti, ma non
ricordo un
solo giorno nel quale mia madre non abbia sorriso, anche solo una volta.
Mi
andava bene anche così, sebbene
lo spettro della fame seguisse la mia esistenza come un’ombra.
Eppure,
quando ho perso le due
persone che costituivano ciò che per me rappresentava la
famiglia, ho compreso
fino in fondo la loro importanza. Solo allora, quando era per me
impossibile
riabbracciarle, ho percepito quanto forte fosse il legame che avevo
istaurato
con loro. Qualcosa che andava al di là della forma e della
parentela.
Perché
i sentimenti non sono
determinati dal sangue e non sono scomparsi nemmeno quando venni a
sapere che
Nicole non era colei che mi aveva partorito.
Sono
qualcosa di superiore, che va
oltre simili differenze.
Ho
imparato molto da Nicole.
E’lei
mia madre, nessun’altra e non
smetterò mai di dirlo.
La
sua scomparsa mi gettò nell’angoscia
più profonda.
Non
avevo più nulla.
Gli
aristocratici avevano prima sedotto mia sorella Jeanne con la loro
promessa di
benessere, poi mia madre, travolta da una carrozza.
Questo
fu il mio primo vero incontro con coloro che avevano provocato la
miseria in
cui vivevo, malgrado i miei sforzi. Avevano portato via quel poco che
avevo con
un semplice battito di ciglia.
I
nobili mi avevano fatto conoscere la loro indifferenza verso chi
lottava ogni
giorno per un tozzo di pane, considerando la loro vita come un qualcosa
di
accidentale e privo di ogni importanza. E fu proprio in quel momento
che
conobbi la luce e le tenebre di quel mondo fatto di agi e benessere.
Colei
che mi aveva dato una nuova vita, che aveva recuperato la mia anima dal
fango
per infonderle una ricchezza diversa e fatta di sapere.
Colei
che mi ha reso la donna che sono ora.
Oscar.
Non
è stata però solo lei a contribuire alla mia
crescita.
Anche
le Tenebre mi hanno allevato, mostrandomi quanto possano essere gretti
e
meschini gli uomini, fino a che punto i soldi possano influenzare il
comportamento delle persone, esaltandone i difetti.
Anche
questo mi è stato insegnato dalla nobiltà.
Maestra di questa sgradevole lezione
fu paradossalmente la persona che mi aveva spinto a lasciare la mia
misera
casa, insegnandomi il peso dell’odio.
Lei,
le Tenebre.
Mia
madre.
Questa
è la mia nuova fic, incentrata
sulla figura di Rosalie e sulla contessa di Polignac.
Ho notato che non ve ne sono molte,
per cui ho deciso d’iniziarla, pur avendone in corso diverse.
Spero che vi sia
piaciuta e vi dico fin da subito che non parlerò di altro
che di quello che
viene accennato nell’anime. Vi ringrazio per avermi seguito e
alla prossima
cicina