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Autore: Bea_chan    16/05/2006    18 recensioni
Cosa succederebbe se il vostro ragazzo continuasse a dimenticarsi dei vostri appuntamenti? Se rincontraste per puro caso il vostro peggior nemico e se lo invitaste ad una festa di Halloween alla quale neanche voi avreste voluto partecipare? E se questa festa si rivelasse il disastro annunciato…? Scoprirete che i gusti possono cambiare e potreste anche accorgervi di preferire il Caffè. [partecipante al 21° contest di EFP]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Quello che verrà


Ha ascoltato in silenzio la fine del mio racconto.

I lampioni in strada si sono accesi, mentre il cielo si è scurito parola dopo parola, diventando di un bel colore blu scuro uniforme e compatto, come una coperta di damasco.

Mi ha guardato negli occhi tutto il tempo, serio e sinceramente interessato.

Ed io vedevo come, ad ogni mia frase, qualcosa in quelle iridi azzurre perdeva lentamente il suo delicato pigmento celeste.

La mia voce si è fatta bassa e titubante, come se ciò che narravo fosse qualcosa di estremamente personale, qualcosa da custodire gelosamente.

E, in un certo senso, è proprio così.

Ci sono molte cose che non me la sono sentita di dire.

Parole sussurrate che nemmeno io saprei ripetere, sconnesse e frustrate, colme di una cieca rabbia che non ho saputo placare o attutire ma che ha travolto anche me.

Maledizioni tra i mille baci frenetici, confessioni irrazionali e sicuramente non volute.

Ed io che mi sono limitata ad ascoltare e ricambiare i baci affamati, in silenzio, in quella camera divenuta come una dolce prigione, limbo di pace in una notte di guerra e temporale.

Ogni bacio, ogni carezza, mormorava sulle mie labbra di come non sapesse assolutamente cosa stesse facendo, che era sbagliato, che sicuramente l’avevo stregato in qualche modo.

Io non sapevo cosa rispondere, lo ribaciavo a mia volta, cercando di soffocare i suoi gemiti increduli.

Pian piano, la tensione e la rabbiosa ossessione di poter essere scoperti l’hanno abbandonato, facendolo diventare dolce, sensuale, totalmente preda di quella scintilla che aveva acceso qualcosa di sopito.

Lucida ed inebriante follia.

Non credo che racconterò mai a nessuno la verità di quella notte.

Mi raccomando, anche voi, silenzio.

Ah, che sciocca, ma con chi sto parlando?

Adesso, Ron se ne andato.

Ha bevuto il suo bicchier d’acqua, lentamente, come se volesse prendere tempo prima di uscire dal locale e lasciarmi.

Questa volta per sempre.

Mi ha fissato un’ultima volta, prima di andare via, mentre s’infilava il giubbotto.

Non ha detto niente, neanche una parola.

Neppure io, al suo posto, avrei saputo cosa dire.

Sono ancora seduta al bar.

Adesso che ho detto tutto, mi sento leggera.

Non saprei dire se sollevata, ma comunque più serena.

La sua spiegazione l’ha avuta, molto eloquente, anche, quindi direi che posso considerare chiusa questa storia.

E so che, adesso, c’è qualcuno che è appena entrato nel bar.

Qualcuno che, da poco più di una settimana, si è introdotto prepotentemente e involontariamente nella mia vita.

E che spero ne esca il più tardi possibile.

Sorrido, senza voltarmi, mentre lo odo avvicinarsi al mio tavolo, zigzagando.

Si lascia cadere svogliato sulla sedia di fronte a me, elegante nel suo mantello nero.

I capelli biondi sono tagliati più corti, in ordine e leggermente spettinati sugli occhi grigi maliziosamente illuminati.
Si è fatto la barba e non ha più quell’aria affamata da animale braccato.

Adesso sembra decisamente più lui.

L’affascinante quanto arrogante e spregiudicato Draco Lucius Malfoy.

-Buon giorno Granger-

Indossa una camicia bianca sotto un maglione d’angora nero, i polsini risvoltati e il colletto sbottonato sotto la gola.

Mi guarda, ricambiando placidamente la mia occhiata.

-Hai parlato con Weasley-

Quella non è una domanda.

La sua supponenza non gli permette di chiedere cose che sa per certo essere tali.

Annuisco, sentendo solo una leggera fitta al petto.

Come se qualcosa si fosse definitivamente staccato, accantonato in un remoto cassetto della memoria.

Quei ricordi sbiaditi e impolverati che a volte ti rimbalzano in mente, una sorda rimembranza velata di dolce malinconia.

Arruffati capelli rossi e quegli occhi color del cielo estivo, come la prima volta in cui ci siamo baciati.

Sotto il caldo sole di luglio, tra il frinire delle cicale e l’ombra profumata dell’albero dove io, lui e Harry eravamo soliti sederci.

Tutto quanto è finito bruscamente, una fredda e piovosa notte di ottobre, soppiantato dalle stesse iridi chiare e tempestose che mi stanno fissando in questo momento.

-Spero abbia compreso, anche se data la sua intelligenza, ne dubito fortemente…-

Sempre il solito stronzo.

Incrocio le braccia e accavallo le gambe, appoggiandomi all’indietro sullo schienale della sedia.

-Ha detto che informerà il Quartier Generale- dico, seccata –E ha capito benissimo anche il resto della faccenda, checché tu ne dica-

Lui trattiene malamente una risatina di scherno.

-Accidenti, è accaduto il miracolo-

Io sbuffo, ma non riesco a rimanere arrabbiata.

E’ inutile, senza essere bastardo non sarebbe Malfoy.

Mi alzo in piedi, indossando il cappotto e allacciandolo fino all’ultimo bottone.

Draco mi imita, alzandosi elegantemente e posandomi una mano sulla schiena, spingendomi leggermente verso l’uscita.

-Muoviti, non sopporto più i babbani-

-E dov’è la novità?- sospiro, affranta.

Lui alza gli occhi al cielo, esasperato.

-Dico sul serio, non sai cosa diavolo ho dovuto sopportare durante la mia settimana da fuggiasco…-

-Che cosa?-

-Figurati se te lo vengo a dire-

E già, non dimenticate con chi sto parlando.

Lui mi sorride con fare sibillino.

Scoprirò mai cosa gli è accaduto?

No, io non credo.

Ma del resto, ho ancora tempo per scoprirlo.

Sorrido, mentre lui apre la porta e mi spinge delicatamente fuori, nella fredda sera di novembre.

-Anche se non me lo vuoi dire, sappi che ti sta bene, Malfoy-

-Come puoi essere così crudele?- sogghigna lui, passandomi un braccio intorno alla vita.

Io ridacchio, poggiando il capo sulla sua spalla.

-Ho un bravo maestro…-

Inspiro profondamente il gelido vento da nord, gonfio di neve e novità.

Una domanda, a questo punto, sorge spontanea.

Una domanda alquanto seria.

-Cosa farai, adesso?-

Lui mi prende per le spalle, così da potermi guardare dritta negli occhi.
Sembra perplesso e vagamente scocciato.

-Penso che ti trascinerò in quel buco del tuo appartamento e ti farò tacere nell’unico modo veramente efficace, ovviamente non prima di essermi ubriacato per bene e aver fatto la stessa cosa con te…-

Lui la butta sul ridere, ma io non mi faccio ingannare.

Gli poso le mani sul petto, allontanandolo di poco.

-Non scherzare, Draco- lo rimprovero –Mi hai detto tu stesso che non lo fai mai-

Malfoy sospira, lasciandomi andare.

Si passa una mano nei capelli, distogliendo lo sguardo dal mio.

Poi sorride, ancora una profonda amarezza nella piega delle labbra.

-Sai cosa mi ha detto mia madre?-

Io scuote la testa, curiosa.

-Mi ha detto che sono la rovina della famiglia- comincia con voce dura –Che un solo germoglio sta facendo marcire e appassire l’intero albero della Nobile Casata dei Black e dei Malfoy…Dio- emette uno sbuffo incredulo –Solamente perché non mi sono gettato come un incosciente tra le braccia del Signore Oscuro, sono considerato un flagello peggiore di Potter, che come ben sai è la piaga per eccellenza della nostra società-

Ovviamente non la penso così.

Né io né la maggior parte della gente.

Lasciamoglielo credere, forse è meglio.

Io sospiro, stringendomi nelle spalle.

-E tu cos’hai risposto?-

Lui sorride leggermente, un sorriso stanco e lontano, mentre mi guarda.

-Ci sono frasi alle quali è meglio non dare risposte-

Si avvia lungo la strada illuminata, dandomi le spalle.

Cosa voleva dire, con quelle parole?

Significati retorici nascosti tra sillabe enigmatiche e misteriose, come colui che le ha pronunciate.

Perché all’improvviso il cuore sembra voler scapparmi fuori dal petto?

Lui di gira verso di me, esortandomi con un’occhiata imperiosa a seguirlo.

Io sospiro, cercando di non crollare al suolo preda di un attacco di tachicardia, sono ancora troppo giovane.

Ma mentre lo raggiungo, affiancandolo, non posso fare a meno di sorridere.

Insomma, siamo solo all’inizio, ci sono ancora mille domande e altrettante risposte che attendono conferma.

E per quanto riguarda quello che verrà…

Beh, ci penseremo poi.

In fondo, che gusto ci sarebbe a vivere una vita senza imprevisti?

-Ah proposito, non hai pagato prima di uscire-

Appunto.


The End°*

  
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