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Autore: lisa76    15/10/2011    9 recensioni
La guerra è finita, Hermione torna dopo un anno di assenza, ma è cambiata e non è la sola. Un segreto sta per essere svelato ... tanti ricordi e tante mezze verità verranno alla luce.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Appena smaterializzata Hermione si trovò davanti ad una villetta che pur essendo in un villaggio di soli maghi aveva dei connotati tipicamente babbani, l'influenza di Ted Tonks era ancora pienamente visibile in quella casa. Hermione sospirò, forse doveva dirglielo subito, non aveva avuto senso scappare di nuovo. Però il coraggio le era mancato, Draco l'aveva stretta e le aveva detto di amarla, per la prima volta. Eppure non ne aveva avuto il coraggio. Stava diventando una codarda. Ormai sapeva solo scappare.
Il volto sorridente di Andromeda Black in Tonks, apparve nel vano della porta, la testa del piccolo Teddy spuntava da dietro l'ampia gonna della nonna. Teddy camminava da poco le aveva detto quella mattina Andromeda quando si era presentata alla sua porta, ma era pieno di vita e buona volontà così si aggirava traballante sulle gambette paffute rifiutandosi di essere confinato nel recinto magico che gli aveva fatto da box fin dalla più tenere età.
<< Già di ritorno? >> le chiese Andromeda vitale mentre si faceva da parte per lasciarla passare, nel movimento Teddy perse l'equilibrio già precario e cadde sul sedere facendo una strana smorfia alla quale le due donne risposero con una grossa risata. Lui indispettito tentò di rialzarsi, ma era evidentemente in difficoltà. Hermione sorridendo si accucciò aiutandolo a rimettersi in piedi.
<< E' cresciuto così tanto >> disse malinconica mentre scompigliava i capelli del bambino che in quel momento erano di un biondo così chiaro da sembrare bianco, il che fece aggrottare le sopracciglia ad Hermione.
<< Sì, vedrai come fanno in fretta, soprattutto il primo anno >> confermò Andromeda mentre richiudeva la porta.
Hermione era ancora concentrata sui capelli del bambino, così Andromeda cogliendo la sua perplessità ridacchiò. << E' così da quando siete arrivati >> disse allegra facendole segno di seguirla nel salotto.
<< Probabilmente sente che hanno un legame, forse ha intuito la loro parentela. >> disse ancora osservando da sopra la spalla la reazione della ragazza.
Come da copione Hermione si era immobilizzata in mezzo al corridoio.
Andromeda si girò completamente mettendo le mani sui fianchi e sollevando un sopracciglio.
<< Mi credi veramente così ingenua Hermione? So di chi è figlio quel bambino e il tuo mutismo non fa altro che confermarmelo. La somiglianza è già palese ora che ha pochi mesi, come pensi di nasconderla negli anni a venire? >> chiese risoluta.
<< Andromeda … io … >> tentò la ragazza ancora immobile nell'andito, ma un gesto secco della padrona di casa la fece desistere, riscuotendosi la raggiunse in salotto.
Leo era comodamente seduto nel suo seggiolino al centro del recinto magico che aveva ospitato Teddy a suo tempo; gorgogliò.
Hermione velocemente gli si avvicinò prendendolo in braccio e dimenticandosi momentaneamente delle parole di Andromeda.
Il piccolo istintivamente si trusciò sul seno della madre che gli sorrise felice.
<< E' stato bravo? >> chiese riportando lo sguardo sulla strega che la guardava allegra.
<< Tuo figlio è un angelo, Hermione cara. Strano visto il patrimonio genetico del padre >> la prese in giro e la ragazza sorrise scuotendo la testa. Poi si accomodò sulla poltrona indicatagli da Andromeda ed allattò il figlio.
<< Sei andata da lui? >> Chiese Andromeda decisa a non lasciare cadere il discorso.
<< Si ma … >> cominciò la ragazza senza riuscire a terminare la frase.
<< Non glielo hai detto vero? Ah mi sembra di sentire Ninfadora, beh lei alla fine lo ha fatto ed è andata bene, cioè Remus era felice, non felicissimo vista la sua condizione. Però si … >> rispose la strega perdendosi un attimo nei sui ricordi.
Ad Hermione si velarono gli occhi. << Andromeda mi dispiace, non sapevo dove andare, non sapevo a chi affidarlo. Portarlo da Molly era impensabile. Io non ho più nessuno e non volevo presentarmi con Leo in braccio alla sua porta. Speravo di … non lo so cosa speravo in realtà. Non so neanche perché mi è mancato il coraggio. >> concluse mestamente.
<< Hermione perché non mi racconti cosa è successo? Con calma senza fretta. Ora metto a letto questo discolo che deve fare il suo riposino. Poi ci facciamo un the e parliamo un po'. >> rispose la signora Tonks prima di prendere in braccio il nipote.
Hermione si perse un po' a guardare il figlio. Il suo bellissimo bambino. Andromeda aveva ragione, i capelli di Leo Granger erano esattamente come quelli del padre, anche gli occhi erano dello stesso grigio. Di Hermione c'era ben poco, forse il taglio degli occhi o le leggere onde dei capelli. Nulla di così marcato comunque. Chiunque conoscesse anche solo di sfuggita i Malfoy ci avrebbe messo poco a collegare il piccolo Leo a quella casata.
Non che questo cambiasse le cose, Hermione aveva già deciso di dire tutto a Draco.
Quando i suoi genitori erano morti aveva capito che non poteva negare al figlio un unione così forte come quella col padre naturale.
Il problema era trovare il modo giusto per farlo.
Andromeda rientrò nel salotto mentre Hermione sistemava il piccolo Leo nella culla.
<< Ottimo, dormono tutti. Ora è il momento di parlare Signorina Granger >> disse con finto cipiglio, mentre la ragazza annuiva. Forse parlarne le avrebbe fatto bene.


****


<< Quello che ancora non capisco è perché se ne è andata così >> disse Harry rigirandosi i biscotti fatti da Ginny tra le mani. Gli altri due scrollarono la testa, quello era il cruccio di tutti.
<< Posso capire che fosse depressa, che con Ron non andasse, che fosse certa di averti perso. Ma perché allontanarsi anche da me e da Ginny. Io nemmeno sapevo di voi. Di certo non gliene avrei parlato. Eppure non ha mai risposto alle mie lettere. Non ha lasciato che la aiutassi, che le stessi vicino quando ha trovato i suoi in quelle condizioni. Io non capisco >> disse scrollando il capo sempre più depresso.
Quando Hermione se ne era andata si era sentito perso. La guerra era finita, era il momento di cominciare finalmente a vivere le loro vite, senza pericoli, senza angoscia. Erano liberi.
Senza Hermione però non era la stessa cosa. Aveva già perso tanto in quella guerra, non credeva che avrebbe perso anche la sua migliore amica, la sua roccia, colei che c'era sempre stata per lui.
Ginny lo guardò affranta. Sapeva quanto l'abbandono di Hermione lo avesse ferito.
<< Harry … la vita di Hermione … >> tentò di dirgli ancora una volta.
<< E' solo di Hermione, lo so, me lo hai ripetuto allo sfinimento in questi mesi. La cosa non cambia però, io non la capisco. >> disse lui guardandola serio, non voleva arrabbiarsi con lei, ma non sopportava tutta quella condiscendenza.
<< Harry tutti ci siamo sentiti abbandonati, ma Hermione è sempre stata giudiziosa. Se ha fatto questa scelta, l'ha fatta dopo attente riflessioni, di questo sono sicura. Ora è tornata. Tornerà e ci spiegherà le sue ragioni. Devi solo avere fiducia. >> disse lei stringendogli le mani.
<< Io ho fiducia in lei. Io … >> disse sempre più frustrato.
<< Vuoi capire, come tutti noi. Lo so Potter, lo capisco, ma ripeterlo all'infinito non servirà a riportarla qui. >> disse Draco scostante. Ormai non ne poteva più. La voleva lì subito.
<< Ok state calmi. Litigare fra voi non serve a nulla e sicuramente quando Hermione tornerà. Perché tornerà e non guardatemi male, non sarà felice di scoprire che siete di nuovo ai ferri corti. >> affermò convinta Ginny.
<< Io vado di sopra >> disse Draco scostando la sedia.
<< No tu stai qui e mi spieghi perché non hai fatto quello che ti ha chiesto visto che è evidente che la ami. >> disse Harry alzandosi a sua volta, mentre Ginny prendendoli entrambi per le braccia tentava di rimetterli seduti.
<< Vaffanculo Potter! Cosa cazzo ne vuoi saper tu di com'era la mia vita quando Voldemort era vivo? Che cazzo ne vuoi capire di come ci si sente, quando si è divisi tra ciò che si ama in egual misura? >> Disse Draco sbattendo i pugni sul tavolo.
<< Amavi Voldemort quanto Hermione? >> lo canzonò l'altro.
<< No, amavo la mia famiglia quanto amavo Hermione, Potter. Lo vuoi capire? Mio padre aveva un sacco di difetti, non ultima la cieca obbedienza ad un pazzo sanguinario, ma era mio padre e io lo veneravo. Come ogni figlio. Lui era il mio idolo, il mio esempio, colui che non volevo mai scontentare. Non mi sembra così difficile da capire. E poi c'era Hermione, c'era come mi faceva sentire, c'era lei e basta. Due cose contrapposte e inconciliabili. Io stavo in mezzo. Io non sapevo come scegliere >> disse infine lasciandosi cadere spossato sulla sedia alle sue spalle.
<< Ma hai scelto Draco, hai abbassato la bacchetta davanti a Silente, hai tentato di proteggere Harry quando li hanno portati a casa tua. >> disse accorata Ginny stringendogli una mano.
<< Tu come lo sai? >> chiese Harry piccato.
<< Hermione è stata torturata in casa sua, davanti ai suoi occhi, questo non te lo hanno detto. >> disse arrabbiato. Perché Ginny, la sua Ginny difendeva Malfoy e non lui. Lo sguardo arrabbiato della fidanzata lo fece imbestialire di più, ma fu Draco ad attirare la sua attenzione in quel momento.
<< Non hai bisogno di ricordarmelo Potter, quelle immagini mi perseguitano ogni notte. >> disse il ragazzo con gli occhi lucidi.
<< Perché non sei intervenuto allora? >> disse Harry sempre più adirato.
<< Perché saremmo morti tutti se lo avessi fatto. Ho fatto tutto il possibile, lo capisci. Ho finto di non riconoscerti, mi sono fatto disarmare, ho chiesto a mia madre di lasciarvi andare, di non combattere come avrebbe dovuto. Ogni cosa che sono riuscito a fare senza mettere in pericolo la mia famiglia. >> disse guardandolo duro.
<< Lei è stata torturata >> insistette Potter.
<< Lei è sopravvissuta! Lo capisci o no? Lei lo ha capito, perché tu non ci riesci >> disse esasperato.
<< Lo ha capito? Stai scherzando? >> rispose Harry incredulo.
<< No. La notte della battaglia. Quella notte è stata l'ultima volta che siamo stati insieme. Io le ho chiesto scusa e lei mi ha detto che capiva. Che mi amava. Poi … >> non finì la frase faceva troppo male. La sua mente però si perse nel ricordo.


Erano stesi in mezzo ai loro vestiti, sul quel freddo pavimento della prima stanza che aveva trovato a tentoni mentre la baciava. Si erano quasi strappati i vestiti di dosso dalla furia di ritrovarsi, si essere di nuovo un tutt'uno, di nuovo uniti. Ora la teneva tra le braccia, nel languore che seguiva sempre al loro amarsi. Le accarezza distrattamente il braccio e la guardava intensamente. L'amava. Si amavano, lei glielo aveva detto. La guerra era finita. Potter aveva vinto. Tutto sembrava così perfetto in quel momento. I ricordi però erano ancora vivi in lui. Quei ricordi che non lo facevano dormire di notte senza che le urla della ragazza che amava non tornassero a tormentargli il sonno. << Non ti ho protetta. Non sono stato capace di proteggerti >> disse senza quasi accorgersene. Ma la ragazza capì subito a cosa si riferiva. << Draco no. Quello che hai fatto, non riconoscere Harry subito, ci ha dato la possibilità di sopravvivere, di scappare ancora. Siamo qui ora. È finito tutto bene. Non pensare a … >> ma lui l'aveva interrotta. << Ti ha torturato davanti a me. Io non sapevo cosa fare, non potevo intervenire e tu urlavi, soffrivi. Dio sento ancora le tue urla nelle orecchie. Mi sono sentito così impotente. Così inutile. Tu soffrivi e io non potevo far altro che guardare. >> disse la voce incrinata dal nodo che gli attanagliava la gola.
<< Amore guardami >> aveva detto lei prendendogli il volto tra le mani. Lui l'aveva accontentata incapace ormai di rifiutarle qualcosa. Qualsiasi cosa avesse voluto lui gliela avrebbe data. Perché la amava. L'amava così tanto che in quei mesi gli era sembrato di non respirare nemmeno lontano da lei. << Sono qui. Siamo vivi. Siamo insieme. Il passato è passato. Hai fatto quello che dovevi fare. Mi hai protetta come potevi. Non sentirti così. Non voglio vederti triste. Mai più. Io ti amo. Lo capisci questo? Ti amo e voglio solo che tu sia felice. Quel che è stato è stato. >> lo aveva detto con un sorriso dolce sul viso prima di baciarlo.



POSTO PICCOLO:

Ciao!!! Sono di super fretta, scusate. Non so se ho risposto a tutte le recensioni, se non l'ho fatto lo farò a breve portate pazienza. 

Dunque, dunque, c'è un nuovo personaggio ^_^ lo avevate capito tutte ovviamente, ma spero comunque che diate il benvenuto al piccolo Leo!

Grazie a tutti quelli che hanno commentato e che hanno letto. 

Al prossimo fine settimana!

Un bacione Lisa 

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HARRY POTTER:
OLTRE LE APPARENZE

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.



   
 
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