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Autore: Seiht    18/12/2011    10 recensioni
Severus reputava Harry Potter la persona più irritante mai esistita sulla faccia della terra.
Poi si ricordò di suo padre, e convenne che erano a pari merito.
E doveva proteggerlo.
Sempre e comunque.
E' il 1991, e Severus Piton sta per andare incontro all'inizio di tutti i suoi guai.
E sì. Lui lo sa.
Sa anche questo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Questo capitolo è per voi.
Per voi che mi avete seguito fino alla fine e che avete creduto in me. Che con un commento, un aver messo la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate, o semplicemente per il fatto di aver letto, mi avete resa felicissima.
Grazie.






Capitolo 17
 

Paradiso
 

 
Era tutto bianco.
Tutto innaturalmente bianco.
Era sicuro di trovarsi in un sogno, perché i suoni, e c’erano dei suoni, erano stranamente ovattati ed attutiti.
Sentì una mano sulla spalla.
I suoni erano passi.
« Sev? »
Ecco.
« Ciao, Lily ».
Non era la prima volta che ci parlava, in sogno, dopotutto.
Il suo subconscio irrimediabilmente malato decideva, a volte, di fargli rivivere vecchi discorsi avuti con lei.
Il professore si girò.
Lei era lì, avrà avuto quindici, sedici anni massimo, i capelli sciolti le ricadevano sulle spalle e le incorniciavano il viso alla perfezione, gli occhi verdi, così vivi.
« Ho visto quello che hai fatto ».
Mmh, discorso dopo il compito di Difesa al quarto anno? Probabilmente.
« A che proposito? » rispose Severus sorridendo alla vista del suo viso.
« Con mio figlio ».
Il professore si irrigidì, sempre se ci si possa irrigidire nei sogni, certo.
« Tuo… figlio? »
Lily sorrise, radiosa, bella, sembrava viva, bastava allungare la mano, e l’avrebbe toccata di nuovo, dopo tutto questo tempo. Severus si accorse di quanto quel sogno fosse così maledettamente vero.
« Ti ringrazio, Sev ».
Si avvicinò, e, Merlino, non aveva mai desiderato così tanto di riaverla indietro, in quel preciso istante, di chiedere scusa, di piangere, di urlare se fosse stato necessario. La rivoleva indietro.
La sua Lily…
Severus deglutì, sentiva le lacrime affacciarsi ai lati dei suoi occhi.
« Lily… Io… »
« Mi prendi la mano? » lo interruppe la giovane accostandosi.
« Mi prendi la mano, Sev? »
 
« Mi prendi la mano, Sev? »
 

*
 

 

« Puoi smetterla di passare tutto il giorno fuori dall’infermeria, adesso, il ragazzo si è svegliato, non preoccuparti ».
Il professore aprì gli occhi.
Si ritrovò davanti lo stesso posto di quella mattina, della mattina prima e di quella prima ancora: il buio spazio tra l’infermeria e il corridoio che portava alle aule del primo piano.
Albus Silente a coronare il tutto.
Allungò una mano verso la propria guancia sinistra, la ritrasse bagnata.
Sospirò.
Si era addormentato.
« Non mi stavo preoccupando » disse constatando che, oltretutto, era anche seduto per terra, invece di essere semplicemente in piedi.
Il vecchio lo guardò a lungo, i suoi occhi che saettavano dal viso del professore alla mano che si era appena poggiata di nuovo a terra.
« Certo, come meglio credi ».
Si voltò lasciando Severus interdetto.
« Albus! » disse, infine, lui. « Ho fatto una promessa a te e a me stesso, che avrei protetto il figlio di Lily Evans. Non credo che sarebbe valsa molto se il ragazzo fosse morto »
« Sicuro, Severus » disse Silente ancora di spalle. « So quanto è difficile ».
« No, tu non lo sai » Severus si alzò. « Non sai cosa significa vedere lei ogni volta che lo guardo negli occhi ».
Il suo respiro era stranamente affannoso, una mano era poggiata alla parete ruvida, l’altra abbandonata su un fianco, contratta in un pugno nervoso.
Chiuse gli occhi, e, per un attimo, la sua Lily, del sogno, si stagliò nitida nella sua mente.
Scosse la testa.
« Tu non lo sai, Albus ».
Il Preside si girò, piccole lacrime a solcargli le guance.
Severus si sentì improvvisamente in colpa ed abbassò lo sguardo.
« Hai ragione » mormorò Silente. « Non lo so ».
Si avvicinò al ragazzo.
« Credo che tu sia stato molto coraggioso, Severus, non ti meriti tutto questo, lo so, ma… »
Il professore alzò lo sguardo per incontrare quello azzurro del Preside.
« Io l’ho promesso, Albus. Questa promessa… questa promessa è tutto, per me. Questa promessa non la voglio infrangere ».
« È molto nobile da parte tua ».
Severus guardò altrove.
« Io ti… ringrazio. Per quello che ho fatto… penso sia stata fortuna, Albus. Se fossi arrivato solo poco più tardi… »
Silente sorrise.
« Se è Serpeverde la tua via,
che sia furbizia o sol magia,
si vede assai la differenza,
tra fortuna e intelligenza ».
Severus sorrise.
« La ricordo, sai? È la filastrocca che disse il Cappello Parlante allo Smistamento del nostro… del mio anno ».
Il Preside si sistemò accanto al professore vicino al muro.
« Ah sì? Be’, sei un Serpeverde, Severus, la fortuna non c’entra molto con quello che hai fatto ».
Il professore si umettò le labbra e abbassò lo sguardo.
« L’ho fatto solo per lei ».
« Hai fatto la cosa giusta ».
Quello che andava fatto.
Silente gli posò una mano sulla spalla
« Buonanotte, Severus ».
 

 

*

 
Si era ritrovato a pensare davvero spesso al volto di Raptor coperto di vesciche, e al fatto che avesse sulla nuca Lord Voldemort in persona, ma la cosa che più lo aveva sconcertato, era il fatto che per merito della sua Lily il ragazzo era riuscito ad avere la meglio.
« L’amore » diceva Silente. « è la magia più grande ».
L’amore.
Harry Potter aveva affrontato e sconfitto due volte l’Oscuro Signoregrazie all’amore.
Era strano come andava il mondo, a volte.
Severus stesso non avrebbe mai immaginato, dopotutto, di rimanere giorni e giorni a vegliare il figlio di Lily Evans e di James Potter, di salvarlo, anche.
Eppure, era così, così era andata.
Harry Potter era vivo.
La sua promessa era ancora valida.
Doveva fare in modo che quegli occhi verdi guardassero ancora e ancora, tutto quello che i loro gemelli non avevano avuto il tempo di vedere. Doveva proteggerli.
« Fai piano, Severus » disse Madama Chips scostando la tenda blu accanto all’ultimo letto dell’infermeria.
Una testa piena di capelli corvini spuntava da sotto le coperte candide, e bastava spostarsi solo di poco per vedere quella tanto famosa cicatrice a forma di saetta apparire sulla fronte ampia.
Il ragazzo dormiva sereno, la bocca semi aperta, le mani strette a pugno abbandonate sul cuscino.
« Cosa gli hai dato? » chiese lui osservando la boccetta piena di pozione giallastra sul comodino.
« Pozione Corroborante ».
Di coraggio ne ha già troppo, pensò tra se’ e se’.
Poppy lo guardò.
« Sta bene, Severus ».
Sta bene.
 

 

*
 

 

Il baule era già pronto, appoggiato alla porta.
Doveva solo ricontrollare che tutte le pozioni e gli ingredienti fossero al posto giusto e anche quell’anno poteva ritenersi concluso.
Mancavano due giorni.
Due giorni e sarebbe tornato a Spinner’s End, tra i suoi libri e tra i Babbani.
Quell’anno erano successe molte cose.
Da quell’anno doveva tenersi pronto.
Pronto al peggio.
Voldemort sarebbe ritornato, doveva solo fare in modo che non lo cogliesse impreparato.
Severus sistemò l’ultima boccetta di Valeriana e sospirò.
Camminò a passi svelti verso la sua stanza, e indugiò un po’ sull’entrata.
Poi si chiuse la porta alle spalle.
Quella notte, dopo giorni, sarebbe stata tranquilla.
Si tolse la veste e si scoprì l’avambraccio sinistro.
Un sorriso involontario gli stirò le labbra.
Era come prima.
Il Marchio Nero.
Era come prima.
Una linea quasi trasparente, solo alla luce della Luna sarebbe stato possibile vederlo.
Era strano, ma gli dava speranza.
Nonostante l’Oscuro Signore, ne era sicuro, sarebbe tornato, per un po’ di tempo, solo un altro po’ di tempo sarebbe stato tutto come prima.
Solo per un altro po’.
Si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi.
Magari sarebbe anche riuscito a dormire, forse.
Niente Raptor, niente Hagrid, niente draghi, niente Draco, niente Potter, niente…
 
« Mi prendi la mano, Sev? »
 
Rettifico, pensò, sorridendo, non riuscirò mai a passare una notte tranquilla.
Ma andava bene così.
 
« Certo, Lily ».
 
Era solo l’inizio.

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Note dell'autrice con seri problemi mentali
00:00
Innanzituto, mi scuso per la canzoncina oscena e la dedica smielata.
Perdonatemi, vi prego.
E poi... sì.
Questo è l'ultimo capitolo di The Philosopher's Stone - Severus's Vision.
Grazie, grazie e ancora grazie, non finirò mai di ripetervelo, siete stati tutti fantastici, dal primo all'ultimo.
Non c'è molto altro da dire in realtà, l'immagine, favolosa, l'ho presa da qui, e ho scritto tutto questo sotto dettatura dei Coldplay e della loro Paradise.
Penso siano le cose più importanti.
Be'... credo proprio di aver finito qui.
Per l'ultima volta, lascio tutto a voi.
Un bacio,
Ela

PS: E no, non vi stupite se, fra qualche mese, troverete sulla Home di EFP

The Chamber of Secrets - Severus's Vision

State tranquilli.
Sono sempre io.

  
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