James e Lily. Ancora, ancora e ancora. Ma cosa succederebbe se lui non volesse più avere a che fare con lei? Cosa succederebbe se lei si rendesse conto di non poter fare a meno di lui? E cosa succederebbe se, nonostante tutto, si attraessero come il Nord fa con l'ago di una bussola ma si respingessero continuamente, con forza uguale e contraria? Se si cercassero disperatamente toccandosi e scontrandosi. Non vi resta che scoprirlo...

Cosa stavano facendo alcuni dei personaggi dell'universo potteriano mentre il corso della storia cambiava per sempre?

Lily Evans è Caposcuola, la prima della classe, la studentessa perfetta ed è convinta che la sola esistenza di James Potter potrebbe portarla lentamente verso la pazzia. James Potter, d’altro canto, capitano della squadra di Quidditch, Caposcuola e indiscusso secondo in classifica tra i ragazzi più appetibili di Hogwarts, sostiene che quello che Lily prova nei suoi confronti non sia odio, ma qualcosa di indefinito che lui porterà ad essere qualcosa di molto importante, e soprattutto, qualcosa che non includa il venir picchiato con un tomo di Storia della Magia.
DAL PROLOGO:
Il giorno in cui Lily aveva ricevuto la sua lettera, al compimento dei suoi undici anni, si era sentita la persona più felice del mondo, come se avesse potuto spostare una montagna con un solo dito.
A sei anni e otto mesi da quel giorno, Lily Evans era arrivata alla conclusione che se avesse mai avuto nuovamente quell’adrenalina a scorrerle nelle vene, la montagna l’avrebbe spostata, magari per farla cadere addosso a James Potter.
E come si diceva tra i babbani? Se la montagna si muove e tu non sei Maometto…

[...] Stavo correndo a perdi fiato dentro la Foresta Nera, di notte, non ero io che guardavo ma un figura probabilmente in volo data l’altezza della prospettiva. I bordi erano increspati di un fumo nero finchè inciampai in qualcosa e caddi rovinosamente a terra, mi girai supino e la “ cosa “ mi entrò dentro facendomi bruciare terribilmente la cicatrice come non succedeva da anni.
Poi la scena cambiò, si fece tutto più calmo ed ovattato e la cicatrice pizzicava un po’, sperai che fosse tutto finito ma poi comparvero due occhi chiusi su un volto diafano, le ciglia lunghe e le sopracciglia nere come la notte. Ad un certo punto quegli occhi si aprirono rivelando due gemme di un rosso acceso da far quasi male alla vista e la cicatrice tornò a bruciare ancora più di prima, come se mi stessero scavando dentro.
Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, volevo solo che smettesse, non mi importava come.
Dopo un tempo interminabile quegli occhi si richiusero e si fece tutto nero. [...]