01. [Trincea][Un Nibbio] [Prussia;N.Italia]
02. [Calore][Una Gabbia][Oc!Siberia;Oc!Alaska]
03. [Riflesso][Per un milione d'anni -amata- maledetta][Oc!Terni;Oc!Perugia]
04. [Cravatta][Mrs. Bitch][Genderbender!Francia;Genderbender!Spagna]
05. [Mura][Secchi di sassi][Lituania;Polonia;Russia;Oc!Siberia]
Sai quante lingue parlano queste mura?- domandò. Lituania scosse la testa e Siberia lo guardò – Ne parlano più di cinquanta.
- Davvero?
- Già.- Siberia si voltò, dandogli la schiena – Riescono ad urlare anche in lituano, a quanto pare.
Lituania abbassò il capo, osservandosi le scarpe. – Non smetteranno di gridare in lituano finché non smetteranno di farlo anche in polacco.
- Allora grideranno per molto tempo.-

{N.Italy x Germany}
«E se ogni nazione fosse caduta attorno a loro, e se solo loro fossero alla fine rimasti, Feliciano non avrebbe rimpianto un solo passo del suo cammino, perchè aveva finalmente imparato a stare in piedi accanto a Germania.»

Lovino rise con amaro tono: - Si, magari Cento Passi li faccio!- Il settentrionale si ritrovò a sospirare nuovamente, passò la mano sulla schiena del fratello tentando in quel modo di fargli sentire la sua presenza: - Cento…sai contare giusto?- - Si..so contare..- Feliciano sorrise accarezzandogli la nuca: - E camminare?- - Si, so camminare..-

Lui non stava correndo da Arthur, lui stava solo andando lì a prendersi il suo regalo di Natale. Insomma, gli spettava di diritto in quanto ex-fratello-minore-che-aveva-saggiamente-scelto-di-abbandonarlo-e-tirare-avanti-da-solo.
France/Uk ♥
Us/Uk ♥

Il suo sguardo si posa sul bambino occhialuto in prima fila, il più bravo della classe...
[Altri, Canada]

- Come ti sembro, Bartimeus? - gli domandò, mentre i suoi occhi s'incupivano.

Sono passati dieci anni.
Dieci anni da quando Sora mi ha assorbito.
Dieci anni dall’ultima volta che ci siamo visti.
Dieci anni sono davvero tanti,Axel.
Dopo aver tentato la sorte con una fanfic a più capitoli che non è andata a buon fine, torno con un'altra Akuroku (che novità!).
E' una specie di prequel di kh, però a one-shot.
Comunque credo che scriverò un epilogo. Buona lettura dalla vostra Xim.

E' inutile, per quanto ci provi, il mio lato demenziale avrà sempre il sopravvento su quello razionale...oramai ci rinuncio! Dato che mi stavo annoiando, ecco che la mia mente malata ha partorito un'idea alquanto malsana...Come potrebbero essere le segreterie telefoniche dei nostri eroi prefereriti? (e chissene!!!! NdTutti) -__-...del tipo ma perchè tutti si pongono domande esistenziali e io no? Boh, forse sono anti conformista..

Ti accarezzai una guancia.
Il tuo volto si infiammò.
Non volevi che mi facessi del male, vero?
“Non ti preoccupare…Sono qui…”
Per una volta ero io il più forte, quello che doveva consolarti.
[Matt POV]

Una bambina nera di dieci anni, Caitlin, scrive una lettera ad un razzista, Wilhelm Russell, ad uno scopo preciso.

Un urlo straziante squarcia il cielo, la battaglia si interrompe. Tutti si voltarono nella direzione da cui proveniva il doloroso suono, te compreso, ma all’inizio non riesci a focalizzare la situazione. Premetto che è la mia prima fic di genere triste e che ringrazio una mia amica per avermi aiutato a scriverla

«Detta così, sembra che per noi esistano solo sentimenti spiacevoli.»
Axel rise.
«Beh, dimmelo tu. Che altro c’è?»
Roxas distolse lo sguardo, riflettendo.
«Amicizia» rispose lentamente. «Affetto. E...» Si interruppe, confuso, senza sapere come continuare.
Axel sembrò non notare il suo momento di impasse. Si sollevò su un gomito e lo fissò. [...]
«Roxas, facciamo un gioco?» sorrise.

Fan fiction vincitrice del contest di Natale nel PDO: è una one-shot su come in teoria l'Organizzazione XIII potrebbe trascorrere il Natale, tenendo conto della loro impossibilità di provare sentimenti. Leggerissime tracce shonen-ai, quasi impercettibili. Un commento è sempre ben visto, anche se si tratta di una critica, basta che sia costruttiva.

Mani si voltò e si ritrovò a fissare una creatura gigantesca, invisibile agli occhi umani, un essere a quattro zampe e una lunga coda formata da fiamme nere che bruciavano dando vita al corpo di quello che poteva essere un leone, un lupo o un gatto. Solo gli occhi, dorati e ferini erano statici e lo fissavano, affamati. L’essere scoprì le zanne bianche, spalancando le fauci. Mani urlò, ma nessuno lo sentiva, nessuno poteva o voleva proteggerlo, e non vi era via di fuga ormai. L’Ombra lo divorò.