Pitti e Romani al tempo di Giulio Cesare, quando ancora la Britannia era terra poco conosciuta e i popoli che la abitavano ancora oggetto di studio per i nuovi conquistatori.
Da lì inizia un viaggio attraverso gli occhi e le vite di alcuni di questi uomini così differenti tra loro.
(Per cause di forza maggiore ho dovuto sospendere per un po' a riprenderò a scrivere entro l'estate. Chiedo scusa!)
Ho passato tanto tempo ad immaginare come potesse essere avvenuto l'incontro/scontro tra due popoli così lontani e diversi, uno a noi tanto noto quanto l'altro resta avvolto nel mistero legato a quel poco che ci ha lasciato da conoscere di sé.
Questo è il risultato...assolutamente romanzato e senza alcuna pretesa, se non quella di un po' di verosimiglianza.

{ Gaio Giulio Cesare/Ottaviano Augusto}
L'uomo, inflessibilmente statuario, osserva con grande attenzione le movenze del giovane Ottaviano, seguendone la pallida e sinuosa linea della giugulare.
Il suo sguardo, pungente, trafigge con un minuzia il pronipote.
Il ragazzino, alzando il mento, per quanto il suo acerbo pomo sembri sussultare fin troppo, fa di tutto per sostenerlo.
Cesare, impercettibilmente, sorride.
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