Un tedesco, un ebreo, un italiano.
Una somiglianza dolorosa, una guerra silenziosamente combattuta tra il filo spinato e le baracche ed un ossessione cresciuta in un paese come tanti, tra il vociferare e le giornate tutte uguali.
Un tedesco, un ebreo, un italiano.
Dal testo
L’unica cosa che univa il soldato tedesco e l’ebreo era questo costante aspettarsi.
Aspettare un’azione.
Aspettare una reazione
Aspettare la fine di due incubi che vivevano parallelamente.
Era una guerra e sapevano tutti come sarebbe finita, si trattava solo di capire quando.

Shadow non li disapprovava, tutt’altro. Anche lui aveva giocato con ragazzi del genere, erano un passatempo divertente in mancanza d’altro. Alcuni erano anche molto belli, ma se avesse voluto una donna avrebbe cercato altrove e non lì.
Lui desiderava un uomo.
Desiderava un corpo muscoloso e sodo con il quale giocare. Qualcuno che gli avrebbe tenuto testa e non un esserino gracile che si sarebbe potuto rompere fra le sue mani.
Scritta per il p0rnfest è una raccolta di 4 OS con gli stessi personaggi.

Damian era stato con altri uomini prima di allora, ma si trattava sempre di disperati alla ricerca di una buon’ora di sesso, forse perché in procinto di divorzio o con problemi finanziari. Ma l’uomo che gli si piantò di fronte era l’ultimo che Damian si aspettava di ricevere. Innanzitutto, per la stazza che si ritrovava era in grado benissimo di attrarre qualsiasi donna o uomo e soprattutto per la bellezza angelica che manifestava in ogni parte del corpo. Damian si domandò perché un uomo simile si fosse rivolto a lui, visto che il denaro, a giudicare dal vestiario di marca che indossava, fosse tra le sue prerogative e sicuramente le donne non gli mancavano.
«Salve» proferì finalmente il biondo, allungando una mano verso Damian che, ammutolito, lo squadrava da capo a piedi. «Il mio nome è Luke» aggiunse, prestandosi quando il ragazzo gli afferrò la mano. «Tu sei… Damian, giusto?» domandò, arcuando sensuale le sopracciglia. Damian si sentì contrarre le viscere quando lo sguardo glaciale dell’uomo percorse il suo corpo, soffermandosi sulla cerniera dei suoi pantaloni. Si costrinse ad annuire, ignorando i fremiti che lo attraversavano da capo a piedi, come scosse elettriche che innescavano in lui un’adrenalina senza precedenti.
Perché cazzo gli faceva quell’effetto?

Lo aveva preso così..
Così come un bambino prende un giocattolo che non gli appartiene lui si era preso quel ragazzo.
Anthony era il suo nome.
Quel diciassettenne dagli occhi rubino, che tanto lo avevano affascinato.
Lo aveva sorpreso nella notte, tacendo i suoi passi e mascherando le sue parole.
Lo aveva portato via, dagli affetti e da quella vita, che nessuno gli
avrebbe più restituito.
Ora lui stava dormendo, lì, ignaro di tutto, godendosi l’ultimo sonno concesso..
Prima di raggiungere l’oblio eterno.