"Si chiede spesso cosa sia Eren, quale definizione sia possibile dare a quel nome, a quel corpo, a quell'anima. Eren è un uomo, un uomo che è anche una donna. Eren è un tramonto in bilico su un filo di seta"
Cosa si prova a vivere spaccati a metà? A reprimere quella metà che sai il mondo non accetterà mai? Qual è il limite oltre il quale puoi continuare a respirare soffocando te stesso?
Eren non lo sa, ma sa che le più belle farfalle nascono dai più brutti bruchi.
ATTENZIONE!
In questa storia si toccheranno tematiche delicate; si parlerà di cross-dressing, ma anche di non binarietà e di relazioni violente; sta alla vostra sensibilità decidere se leggere o meno 😇
Gigante avvisato...non si salva comunque perché c'è Levi

«Tieni il guinzaglio stretto con i tuoi bastardi, o finirà male com’è finita con Mike.»
In circostanze normali, Erwin si sarebbe tenuto a distanza di sicurezza, ma sentendo quella velata minaccia – neppure così velata – avanzò di quei pochi passi che lo distanziavano con il ragazzo dai capelli neri. Emanava un'aura poco rassicurante, ma Erwin lo afferrò lo stesso per la felpa larga, sollevandola con un movimento rapido. «Non osare minacciare, non ne hai il minimo diritto, non dopo che avete quasi ammazzato Mike.»
Bastò quello. Un gesto, uno sguardo raccolto, la vicinanza che imponeva una presenza non gradita, che distrusse quella linea invisibile frapposta tra di loro per precauzione.
L’aria si tese, vibrò di elettricità statica, e si ruppe.
[Erwin/Levi]

[KageHina]
«Sai» disse Hinata, mentre masticava del pane duro come la roccia. «Forse migliorando la qualità del cibo, sarei più propenso a concedervi informazioni.»
Kageyama gli gettò un'occhiata torva. «Se non c'è riuscito l'attizzatoio incandescente, dubito che del pane raffermo possa fare la differenza.»
Tortura, sesso e nient'altro. Per favore, prestate attenzione agli avvertimenti, non sono inseriti a caso!
Questa storia partecipa al p0rn-fest indetto da landedifandom.net

[RiRen; AU!]
Questa è una storia che ha luogo in Florida, ad Orlando per la precisione, e che parla di un viaggio su una café racer di un tale Levi, un ragazzo libero dalle costrizioni familiari, dalle strade predefinite dal padre, e dalle cicatrici di una violenza difficile da digerire.
E poi narra la storia di un chitarrista disilluso, poco fiducioso, imprigionato nel bigottismo di un piccolo paese americano.
Ma se solo osassero andare oltre il confine di quella recinzione di ferro, cosa accadrebbe?
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Dal testo:
È in quel momento, che Levi realizza una cosa: quella voce è una delle cose più dolorose con cui abbia mai avuto a che fare. Per questa ragione il pensiero di conoscere l’abitante di quel corpo diventa di primaria importanza. Gli martella il cranio per tutta la serata, trascorsa a tentare di smaltire l’agghiacciante senso di disagio che prova, cassa di risonanza delle emozioni che il cantante ha espresso. Immagina sia un eccesso di empatia, diagnostica così quel problema, riconducendolo ad una sensibilità che lo sta macellando come una scure. E non sa neppure come difendersi.

Mi morsi impercettibilmente il labbro inferiore, non avrei usato ulteriori parole inutili, le avrei ponderate, calcolate con malizia, avrei semplicemente atteso che il mio pesciolino abboccasse all'amo che avrei lanciato da lì a poco.
Mi sarebbe bastata anche solo una riposta vaga, un si accennato con la testa.

«Wakatoshi-kun, piano.» lo rimproverò, mentre alle sue spalle il proprio compagno di squadra – e di letto – si dava da fare ad abbassargli i pantaloni e l'intimo, con quella tipica frenesia data dalla giovane età e dagli ormoni di cui molte persone dubitavano Ushijima fosse vittima. Meglio per lui, decisamente.
[Ushijima/Tendou]