Dimenticherò, non dimenticherò, giocherò con la notte e con i tuoi capelli.
Sognerò, canterò, cercando nella notte la lama che spezza la luna.
Nella notte, canterò la canzone dei giardini del suicidio.
Nella notte, canterò la ninna-nanna delle fogne, dove il mio bambino riposa.
Nella notte, trascinandomi dietro una bella bambola, canterò di ieri, di oggi e di domani, se il domani ci sarà.
Mia cara amata sorella, pesi così tanto, ti tengo per i capelli, l’asfalto freddo rovina il tuo bel corpo.
In silenzio, taglierò in pezzi la luna.
[nonsense o non nonsense? questo è il dilemma...]

Sarebbe morta.
Sicuramente.
Almeno,sarebbe morta sotto quel cielo.
Un bel cielo turchese.
- e tu che ci fai qui?-
Spalancò gli occhi.
Li aveva chiusi, tanto per preparasi ad una fine tranquilla e serena.
Ma davanti a lei vedeva solo il turchese del cielo.
...Cielo?
No, erano occhi.
Occhi turchesi.

L’antipatica bilancia ti consegna alle fiamme.
E io sorrido e ti saluto.
Lalala.
Bye bye.

- ribadire trenta volte lo stesso concetto non cambierà la realtà dei fatti: è colpa sua.
Il biondo di pesci era a dir poco indignato.
- prego?! Sappi che non è assolutamente colpa mia se le cose sono andate a questo modo! E anche se fosse, lui ha la sua considerevole parte di colpa!
- no, è stato lei ad infilarlo in questa storia.
- cosa?!
- esatto. Non c’è assolutamente entrato di sua spontanea volontà.
Aphrodite fece due larghi passi verso di lei, troneggiando dalla loro differenza d’altezza: 130 cm.
- cosa, prego?
- ripeto: lei l’ha infilato in questa storia. Non c’entra assolutamente nulla, lui.
- no, c’entra eccome! Ero disperato, e quando sono tornato a casa l’ho trovato lì, che sembrava quasi aspettarmi, e poi tutti gli altri….. se ora sono così, è colpa sua!

- era solo un sogno. –
Lo guarda.
Lontano, lo scrosciare di onde.
Vicino, non c’è nulla.
- solo un brutto sogno….-
Vicino, lacrime.
Lontano, un saluto.

Siparietto 06 [il Vaso della Nonna]
Chiunque conoscesse la famiglia Hyuuga, conosceva sicuramente Sashi Hyuuga.
La madre d’Hiashi e Hizashi, la nonna di Yuri, Neji, Hinata e Hanabi.
La donna che faceva paura più di tutti i personaggi cattivi che possono venirvi in mente in mezz’ora di meditazione.
Ebbene, questa donna crudelissima, mummificatissima, vecchissima, saggissima e con ancora l’idea che l’educazione andasse impartita a bastonate aveva un unico difetto (che ci fa capire quanto gli esseri umani possano essere fallibili): l’amore incondizionato per le ceramiche tardo-astrattiste di POSTUMIA!
non ci credevate, eh? ma nonstante tutto, ho aggiornato!*O*
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Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.

[ -abbiamo bisogno di un adulto. –
Sbottò la ragazza, osservandolo attraverso i buchi della maschera da ANBU.
- no.-
- ragiona. Guarda riesco a farlo anch’io, quindi non è poi così difficile, no?-.
- no. –
- dai!-
Lei si portò le mani tra i capelli, arruffandoseli in segno di scoraggiamento.
- siamo DUE porca puttana, d-u-e! –
Disse, mostrandogli due dita.]

Era abbastanza patetico.
Lui, il Grande sacerdote al sevizio d’Athena, il Grande Mu…
in una bettola come quella.
Uhn, sì, era patetico.
Primo, perché era una bettola, insomma: puzzava, era sporca e cenciosa.
Secondo, perché era mezz’ora che fissava un bicchiere di Dry Martini senza neanche toccarlo.
Terzo, perché da quando era cominciata una canzone, si sentiva irrimediabilmente malinconico.

- facciamo così. Quando hai paura vieni da me, okay?
- sempre?
- a qualunque ora.
- ma tuo fratello si arrabbierà.
- ti farò entrare dalla finestra, se necessario.
Forse, Aiolia era fatto così, aiutava gli altri.
Forse non c’era niente di particolare in quei gesti, forse per lui era normale.
( i forse, però, non piacevano ad Aiolia. Preferiva le certezze.)

- senta, Conte. –
- dimmi. –
- perché uccide solo donne?-
- e tu, perché uccidi solo uomini?-
-…-
- facciamo quel che facciamo, perché abbiamo un fine. Il mio è meno nobile del tuo, di certo. –

E la Mamma moriva.
{Morte, morte. Morte dolce, morte dura, morte rapida, morte lenta, morte dolorosa, morte secca, morire per sognare...}
E la Figlia piangeva (di dolore?) [di rabbia!]
E la Figlia rideva (era felice?) [era pazza!]

Le tende strappate erano ricamate finemente e dondolavano tristemente al vento.
I tappeti erano sbrindellati e rosicchiati dai topi.
I candelabri erano sì ricchi, ma penzolavano penosamente dai soffitti, reggendosi su a sputi e preghiere.
E quella risatina.
Sì, quella fottuta risatina, che sentiva da quando era entrato

Che strano.
Non me la immaginavo così la morte.
Ha il sapore del sangue..?
( No, dev’essere quello che ho Sputato prima)
*+*caution! Spoiler sul capitolo 393!*+*

Il vetro era una sorta di specchio, pensava.
Vedeva tutto quello che succedeva al di fuori del vetro, ma sfocato, riusciva anche a vedere il suo riflesso.
Nel riflesso, c’era metà di lui.
La metà che appariva senza nascondersi, quella metà stupida e sfaccendata.
C’era quella metà che poteva chiamare Hikaru.
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- comunque, cosa pensi del computer?-
- naa.. troppo impersonale, troppo fermo, statico.. troppo poco artistico. –
- perché non provi a farlo esplodere?-