Una ricerca, ecco cos'era la vita di Jane, prima.
Prima che quel giorno il sole tramontasse, tingesse di porpora e rosa e calore il cielo fino a scomparire.
{Jane Foster/Thor | Ambientata durante il primo film.}

Aro rammentava nitidamente la prima volta che aveva visto Sulpicia.
Una minuta figura dai capelli chiari che le ondeggiavano sulle spalle, gli occhi di gemma – di gemma azzurra come il mare e il cielo, intensa, di gemma che possiede la capacità di infrangere qualsiasi barriera (...)
{Aro/Sulpicia ♥}

#01. Luci d'innocenza.
«Poi la fanciulla si sfiora il capo, risale lentamente lungo la treccia e torna a increspare le labbra, compiaciuta.»
#02. Luci d'ingenuità.
«Livia si siede sul divano, i piedini che battono impazienti per terra (...).»
#03. Luci di paura.
«È scarlatto, di un rosso che riflette ferro e morte.»
#04. Luci di dolore e fiamme (e riverberi del niente).
«Per la prima volta, Alfidia non vuole che Livia veda.»
{Accenni Catching Fire | Ambientata durante Mockingjay.}

«Emma».
Socchiude gli occhi, cercando di proteggersi dai granelli di sabbia portati dal vento.
«Cosa c’è, David?» sbuffa, continuando a camminare, l’odore della salsedine nei polmoni; le iridi fisse dinanzi a sé, che tentano di cogliere qualunque profilo, qualunque presenza che non sia solo una delle tante ombre che l’affiancano.
«Non sono suo padre, miss Swan». Sussulta impercettibilmente nell’udire la solita punta d’ironia farsi strada nella voce dell’uomo; non è acuminata, pungente, non riesce a trapelare d’ilarità a ferire, dilaniare la carne come una volta. Ma c’è, è presente, per quanto fioca.
Esattamente come quella persona che l’ha raggiunta, che le cammina accanto, nonostante l’andatura stanca e gli occhi spenti.
Quand’è stata l’ultima volta che un barlume li ha attraversati? Due, quattro, sei mesi fa?
«Questo lo sapevo» risponde, leggermente stizzita, mentre lascia vagare il proprio sguardo sugli alberi che li sovrastano, che si stagliano imponenti contro il cielo dell’Isola che non c’è, proseguendo la loro disperata ricerca.
Oh, al diavolo, cosa pensa di vedere? Henry che le corre incontro libero e sano?
{«Di parole portate dal vento» | Mr. Gold/Emma Swan}

Ma Flynn sa che Rapunzel sta vedendo qualcosa che va oltre. Forse un altro mondo, forse un altro regno, impero, popolo, o semplicemente un nuovo sogno da realizzare.
Continua a osservarla, dimentico di qualsiasi cosa. Adesso c’è solo lei e, in quell’stante, comprende che non vorrebbe essere in nessun altro luogo, con nessun altro vento fra i capelli, con nessun altro pensiero nella mente.
{Missing moment | Rapunzel/Flynn | Titolo tratto da “I love you”, canzone di Avril Lavigne.}

{Child} ~ A volte Tessa vorrebbe odiarsi, perché odiarsi sarebbe giusto. È colpa di quel cuore che inizia a battere forte quando si accosta agli altri, è colpa dell’esitazione che la perseguita sempre, che loro stanno correndo per il campo di grano, e lei invece è qui, seduta davanti alla porta di casa.
{Hero} ~ Grandi, imponenti, più forti di lei, migliori di lei, ed è allora che Tessa legge.
{Dream} ~ Tessa.
Sente le labbra alzarsi, quel nome gli piace.
{Fear} ~ Chloe dice che tornerà. Che un giorno non troppo lontano sentirà la ghiaia scricchiolare sotto i suoi passi. Ma Tessa sa che non è così.
{Pre-serie; personaggi: Malcolm, la madre di Rumplestiltskin.}

È questo il problema, ti correggi, accarezzando con lo sguardo il fodero di una spada.
È quel ricordo che non riesci a scacciare che ti pervade la mente, è quella stretta allo stomaco che sembra essere sul punto di soffocarti. È quella sensazione a cui non riesci a dare un nome; quella massiccia figura che cade a terra; quel giorno in cui le tue mani affusolate hanno stretto una prima lettera, poi un’altra ancora.
E fa male.
Fa più male di quel che pensavi.
{Post Trent’anni dopo; accenni ai Tre moschettieri e a Vent’anni dopo; Aramis. ♥}

[I Borgia ]
[I Borgia ]Avverti lacrime salate bagnarti le guance imporporate d’imbarazzo, scivolare sulla pelle vellutata come quelle gocce di pioggia a cui correvi incontro nella stagione delle foglie colorate.
E le mani callose sono ancora lì, lì che lo percorrono, divorano, dichiarano di loro proprietà.
{Lucrezia ♥; ep. 1x05}

Un cambiamento, una libertà ed un vuoto.
Va bene, sul serio, va bene perché è così che doveva andare, eppure sente, sente perfettamente che in quel passato non è rimasto solo un nome, una cicatrice a forma di saetta; ed è in quel momento che si rende conto – come se al posto di togliersi gli occhiali gli avesse indossati, come se il bozzolo che aveva reso tutto ciò che possedeva intorno a sé confuso – che Emma e Rupert non si stanno preparando nelle stanze adiacenti, e non verranno a cercarlo.
E, per la prima volta, il presente non comporta solo la libertà da quelle vesti ormai troppo strette, ma anche un senso di vuoto.

«Mr. Gold, sono la Madre Superiora». Sospiri impercettibilmente e la presa sulla cornetta si fa ferrea.
La voce che giunge dall’altro capo del ricevitore è la stessa di sempre […]
{Madre Superiora/Signor Gold; Crack Pairing.}

[...] anzi, si chiede se quest’ultima opzione non sia ancor peggiore, in quanto comprenda le espressioni soddisfatte delle persone che acclamano quel nome, di cui non resta niente.
[...] Punta al legno del veicolo e fa scoccare la freccia.
Oggi il Signore Oscuro non ha più voglia di uccidere.
{2x19; lievissimo accenno Rumbelle}

Avverti l’euforia scaldarti il petto, accelerare il battito cardiaco, mentre il vino ti annebbia leggermente la mente.
{Anton; Jacqueline; episodio 2x13}

Una spedizione riuscita, un ritorno sperato, poi solo un attimo. Un attimo e un corpo che si pone di fronte a un altro, un fiotto di sangue, una freccia deviata.
Neal è stato riportato indietro, tutti sono sopravvissuti, ma salvare Henry ha comportato il suo prezzo, per Rumpelstiltskin.
Adesso sono rimaste solo le mura dell’ospedale di Storybrooke, delle compagnie non apprezzate e un giorno speciale, forse.
Tratto dal testo: erano ventotto anni che ripeteva la stessa azione ogni sera.
Ventotto che voleva andarsene.
Ventotto che aveva sprecato ad attendere.
{Breve momento Gold/Neal; accenno lievissimo Emma/Neal; future!fic; post Neverland.}

Non è un sogno da cui fa troppo male risvegliarsi: è un fattore che rende la realtà degna di essere vissuta e, finalmente, dopo ventotto anni, lui vuole viverla.
{Rumbelle}