[Paradiso Perduto]
La ricerca della conoscenza era l'unica cosa che lo portava avanti gonfiando le vele della sua esistenza e dando un senso che andava oltre la semplice felicità: aveva trovato il suo modo di sorridere alla vita e dalla vita ricavare quegli istanti che lo guidavano verso altre mete. Ogni giorno avrebbe scoperto ed ogni giorno avrebbe sorriso di quelle scoperte, così fino alla fine del tempo.

Un istante intimo catturato in una mattina d'estate, un ricordo che spero di poter conservare a lungo tra il groviglio di momenti romantici che mi circondano.

Una passeggiata tra i boschi in cerca refrigerio, di compagnia e di consiglio perché non siamo mai soli tra gli alberi.

Una salotto in legno, una poltrona comoda e la musica giusta. Sono questi gli elementi che porteranno il protagonista a vivere un'esperienza intesa esplorando lati del proprio io che per millenni erano stati sconfitti. Una lotta antica ed attuale che ognuno di noi, spero, inizi prima o poi.

Si parla di un viaggio, un po' banale, attraverso alcune esperienze sensoriali. Nulla di paranormale e/o metafisico, solo una piccola introspezione su cosa ci circonda e che spesso non osserviamo. Non so francamente cosa potreste trovare leggendo questi scritti, i capitoli sono scritti di getto senza pensarci e senza una mera programmazione, quando sento di dover descrivere ciò che vivo (perché di vita sempre si tratta) lo appunto su quaderni di fortuna ritrovandomi poi al pc per ricopiarne la stesura. L'obiettivo di queste "percezioni" è di stimolare il lettore a scrutare ciò che lo circonda, che spesso rimane inconsapevole dell'incantevole meccanismo nel quale si ritrovare a ticchettare.