“Io penso che sia piuttosto inquietante trovarti nella stessa posizione ogni sera, Harry Potter. A cosa dobbiamo tanto zelo?”
Loki non aveva staccato gli occhi dal libro e Stark aveva accennato un sorriso che non poteva essere visto. Aveva sentito i suoi passi confondersi con il silenzio del corridoio, fondersi con le mura di quella struttura che lo avrebbe ospitato fino alla fine dei giorni, fino a quando Thanos non sarebbe ricomparso tessendo le fila di un destino ineluttabile, una vendetta che si vestiva di guerra e sangue.
[Questa storia partecipa al contest -La prima volta- indetto da Disegni e Parole]

“E se invece avesse funzionato, Rock of ages?”
Al seguito di quella risposta un ghigno sadico si era dipinto sul volto del dio.
“Davvero, Stark? Sei talmente disperato da fingerti sotto al mio controllo?”
Stark gli aveva offerto un’espressione risoluta e con un unico sorso aveva ingurgitato alcool e sentimenti contrastanti, imprigionandoli laddove dovevano restare. Nel profondo del suo animo.
[Questa storia partecipa al concorso "Film e telefilm: dimmi qual è il tuo" indetto da Aturiel e al "Fobie Contest" indetto da Kirame amvs]

Freddo.
Il tuo corpo è in preda agli spasmi, Steve. Puoi sentire chiaramente i tuoi muscoli risvegliarsi dal torpore, i tuoi polmoni contrarsi e riempirsi d’aria nuova, un respiro dolente che cerca malamente di scacciare un sapore d’inverno.
E’ una sensazione rigida, un brivido di avvertimento che risale lungo la tua spina dorsale e tenta d’insinuarsi nella testa.
E non hai alcun ricordo.
[Partecipante al Multifandom Contest - Oneshot indetto da eos_92 sul forum di EFP]

Darcy restò immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi, una vita su cui aleggiava il macabro dipinto di una falce.
Poi fu un attimo, fu la scia di un rumore sommesso, uno schiamazzo che risvegliava i suoi sensi malamente assopiti dalla pena. Era un fruscio sconosciuto che trovava identità e corpo. Era una brezza gelida che infettava l’aria. Era corrente, sibilo e soffio insieme. Era il Dio del Caos.
[Questa storia partecipa al Come to the Dark Side contest organizzato da Elisaherm sul forum di EFP]

Dicono che non si uccida per la gloria.
Gridano, Ozymandias.
[Questa storia partecipa al Multifandom Drabble e flashfic contest - Who we are]

Mentre i fiocchi di neve accarezzavano il suo volto, Adrian non poté fare a meno di pensare alle ultime parole di Dreiberg –questo è il tuo vero scherzo- vocaboli che si insinuavano con forza in quell’organo troppo lento per dirsi vitale. Perché non era il Comico e perché tutto rimandava inesorabilmente a lui, a quell’unico uomo che aveva reso la sua esistenza un po’ meno solitaria.

Adrian osserva la sua stessa immagine riflessa nel vetro. Per un attimo si domanda chi dei due sia più pallido, assottiglia lo sguardo e piega le labbra perdendosi nel connubio dei pensieri. Non si stupirebbe se quella proiezione trasparente iniziasse a parlargli, a muoversi di vita propria, sbattendogli in faccia quella che ormai non è più una scelta.

Le urla dei morti ristagnano nei vicoli ombrosi, quelle dei combattenti rimasti aleggiano pesanti nell’etere, giungono alle tue orecchie e sul tuo volto stanco si dipinge un ghigno sadico.
E’il Ragnarok, Dio del Caos. Quello che hai sempre voluto ti circonda e ti avvolge, ti sussurra la promessa di una vendetta troppo agognata.
Ma solo più tardi capirai, capirai di essere all’apice.

Con un lento movimento, Loki passò la mano scarna sopra la centralina e la magia fece il resto. Il codice di apertura della porta s’illuminò ed un rumore sordo ne accompagnò la resa. Poi, con un passo senza peso attraversò la soglia, probabilmente con la stessa nonchalance con cui avrebbe potuto oltrepassare un uomo morto.
“Maledetto figlio di puttana! Sei vivo!”
Al seguito di quelle parole, Tony si trovò a costatare quanto fosse seccante usare la stessa espressione nell’arco di appena ventiquattrore.

"Ti prego, dimmi che farai appello alla mia umanità!"
Con passo sicuro e spavaldo, Loki pronuncia quelle parole ed osserva Stark spogliarsi dell'armatura.
[Lievi accenni Slash]

Governatore.
Sedi immobile, mentre lo scampolo di luce artificiale ti illumina il volto. Il tuo unico occhio riflette il fuoco che ti arde davanti, la tua anima sembra divampare dentro un corpo all’apparenza quieto. La calma ti circonda. Eppure la pace sembra essere solo un’utopia lontana, forse neppure una remota ipotesi.

Storia scritta per il concorso multisezione "One Shot dell'esatate!"
"Quando vidi Marta, decisi di restare.
Prima di allora non avevo mai sentito il bisogno di fermami in luogo, non più del necessario e non più del tempo di una stretta di mano. Avevo camminato tra la gente, respirato il loro ossigeno ed ero passata come passa una melodia nel pensiero. Nient’altro e niente di diverso.
Finché non arrivai in quel cottage sulla spiaggia.
Ricordo ancora il clima caldo, le onde del mare che si muovevano lente per raggiungere la riva. L’atmosfera estiva si lasciava toccare attraverso i sensi, impregnava persino gli oggetti ed il sole vibrava di una luce straordinaria."
Buona lettura!

Un viaggio attraverso la mente della protagonista, nel suo sogno, dove immagini e suoni sembrano reali pur non essendolo. Una realizzazione allucinatoria del suo desiderio di capire a fondo le cose che la circondano, di non fermarsi solo all’apparenza, perché si sa: l’apparenza inganna. Il tutto raccontato da una seconda persona singolare, voce narrante che accompagnerà non solo il suo cammino ma anche quello del lettore.

In un Universo alternativo dove il Pianeta Vegeta non è andato distrutto e Goku non è arrivato sulla Terra, Bulma e Vegeta non si sono mai incontrati. Ognuno ha vissuto la propria vita, ognuna parallela all'altra. Ma se è vero che l'amore abbatte tutte le barriere...
"Bulma Brief, illuminata solo dallo scampolo d’ombra naturale, attraversò l’intera camera fino a varcare la soglia del grande terrazzo.
Aveva ottenuto i premi scientifici più ambiti e dopo anni, si chiamava pronta per costruire una famiglia a tutti gli effetti con l’uomo che amava.
O credeva di amare.
Non ne era più molto sicura. Fissava il cielo contemplando le stelle in una notte leggera. Scrutava l’infinità della volta celeste e rifletteva sul mondo, su uno spazio-tempo inesplorato, reo di non aver stravolto il suo destino come da giovane aveva prospettato."
Buona lettura.

Episodio 6X14 "Difficile da dimenticare".
Spike si trova nella sua cripta con gli occhi fissi sulle pagine di un vecchio libro, mentre una voce silenziosa si leva nel vento, portando alle sue orecchie verità inattaccabili.
"Povero Spike. Siedi in un angolo della cripta come fosse casa tua. Ma non lo è, vampiro. La brezza della scura notte ti scandisce la negazione in modo chiaro, quasi derisorio, perché è sotto un metro di umido terreno il posto in cui dovresti dimorare. Non fra pareti di pietra."
Buona lettura!