Recensioni per
Anatomia della Leggerezza
di Jailer

Questa storia ha ottenuto 31 recensioni.
Positive : 31
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/10/15, ore 12:23

Ed eccomi qui!
Parto dicendo che ho trovato davvero bello questo 'flash foward' nel 'flashback' (aspetta, spiego). Nel senso un salto in avanti -subito si sa la morte di Blanca- per quello che sta accadendo rispetto al racconto. Ma comunque fa parte del 'flashback' di questa storia. (E okay, manco così forse s'è capito).
Come si dice 'mettere avanti le mani' e Manigoldo è uno che dice immediatamente le cose come stanno, le spiatella subito, che se è una cosa fa male... meglio togliersela subito. Via il dente, via il dolore... teoricamente.
Analizzando questo capitolo c'è più o meno lo stesso scenario fisso: Atene, un po' più in là il villaggio di Rodorio e l'alto Santuario che scruta il suo futuro cavaliere. Mi piace ed è calzante che, nonostante non accada qualcosa a livello di 'spazio', a livello di 'tempo' si veda il deterioramento di Blanca, il suo odio stanco, il suo mal di vivere, potremmo dire. Lo spleen?
Però in verità quella che se la porta via DAVVERO, è la malattia. Se la porta all'altro mondo. 
Questo capitolo è stracolmo di angst, ma è sottile e frapposto al personaggio di Manigoldo, sempre così vitale, nonostante la vita gli sia avversa da quando è nato. Per esempio adoro tutta quella parte su quanto, effettivamente, un essere umano non possa 'prendersi il dolore' dell'altro. Così come sebbene Manigoldo soffrisse nel vedere Blanca sfiorire per colpa di quella terra che tanto era distante dal Rosso, allo stesso tempo non provava gli stessi sentimenti... per lui era una chance la Grecia.

Finisco questa recensione rinnovandoti ancora una volta i miei complimenti,
Giò.
 

Recensore Veterano
10/10/15, ore 14:39

_"[...] sono tutti troppo pallidi perché sia l'India”, mi fece notare Blanca annoiata_
perché ancora non conoscevano Asmita...! X,D
comunque a me è piaciuto questo capitolo, ho sentito proprio tutta la leggerezza di Manigoldo che anche se si trova in una terra di cui non conosce nome, lingua e collocazione geografica, non si preoccupa troppo e al limite se la inventa! Hakuna Matata davvero! XD
No ok, lascia stare quest'ultima uscita ^^'
Però è bello come comunque la solennità e la serietà cerchino sempre di "farsi notare" di richiamarlo a sè, e penso che Rasgardo futuro Aldebaran sia stato prioprio azzeccato come primo 'nuovo personaggio' da fargli incontrare in quel luogo.
Anch'io mi immagino Manigoldo che capisce varie lingue ma non ne parla mezza in maniera corretta, mi sembra propio una cosa da lui XD
Però Blanca pur nel suo voler essere giustamente concreta, mi mette molta tristezza... mi sentirei ovviamente come lei in una situazione del genere, anzi di solito sono pure peggio ma sarebbe bello se un pochino so lasciasse coinvolgere dall'amico... :-)
Comunque, come sempre bel lavoro davvero, complimenti, ci avviciniamo alla fine ma con uno come Manigoldo per protagonista, non so perchè ma non sarei stupita di vedere i fuochi d'artificio in chiusura! ;-)  (con questo però non voglio metterti ansia!! ^^')
 

Recensore Master
10/10/15, ore 10:46

Francese... tutt'ora, pur avendolo fatto alle medie, proprio non riesco a sopportarlo. Questo è un mio difetto, eh sì.
Cooomunque, tralasciando la mia 'mal sopportazione' per questa lingua, da quel che sto capendo ci si incammina anche verso il finale di questa storia e io non posso che essere, nuovamente, con il magone allo stomanco e la felicità negli occhi... quella cosa dolceamara di chi sta per finire una buona lettura, comprendi? Ecco, qualcosa così. Lasceremo Manigoldo alla sua armatura, al suo Santuario... già sapendo cosa dovrà affrontare e mi viene a male al pensiero della sua vita, dopo che, nelle prime righe, lui tanto ironicamente disarma l'amarezza pensando che 'deve riempire tanto i giorni futuri di pensieri e racconti, perciò avrà ancora tanti giorni ancora da campare'. Una sottile lama di malinconia.
Bellissimo tutto il pezzo sulla 'MACEDONIA', in verità Manigoldo è intelligente. Se Degel è acculturato, Manigoldo per 'sopravvivere' ha sviluppato l'intelligenza propria di chi l'acume lo acquista a forza fra le strade. Manigoldo legge i libri perché vuole farlo, Manigoldo fa 2x3 e se quella non è l'India, non è la Russia... allora a forze di cose è la Macedonia. Non sa dov'è la Macedonia... non sa dov'è che si trova. Ha fatto il conto, ha fatto la somma, ed ecco qui.

Ora, tralasciando un attimo tutti i bei pezzi con Blanca (l'adoro. Sul serio.)... voglio soffermarmi con l'incontro con la guardia.... con RASGADO. Aldebaran. È... rischio d'esser banale, ma è semplicemente fantastico. (Termine di prima elementare: fantastico. ye...) L'ho trovato fantastico per tutta quella specie di serie di 'flashback' che s'affanna confusamente in questo racconto di Manigoldo... un attimo prima racconta di Aldebaran lì come guardia, l'attimo dopo ricorda pezzi del suo passato-un po' più recente in cui discutono del nome (bellissima la differenza che 'Rasgado s'è scelto un nome. Manigoldo... il suo non se l'è scelto... non sa qual è il suo, quello che gli hanno dato non è per vana gloria, anzi.) e in fine Manigoldo si sofferma sul pensare -nel presente- che 'avrebbe fatto un inchino fin giù per terra' se avesse saputo cosa gli sarebbe spettato d'ora in avanti...
L'ultima cosa bella: Rasgado e un fiore.
L'ultimo pezzo della sua giovinezza. Una guardia che gli era simpatica, sarà per lo 'smamma' del gesto e il greco disarticolato.

Ti faccio tanti complimenti ancora (ho particolarmente amato questo intermezzo con il Cavaliere del Toro),
Giò.
 

Recensore Master
06/10/15, ore 10:30
Cap. 6:

Sto ricamando ritardi su ritardi, perdonami. Ho ripreso l'università da ieri e devo riabituarmi all'idea, asd.

Sai cosa stavo notando -e mi piace troppo, troppo, troppo?- che la maggior parte dei 'fine pezzo' (non so chiamarli. Ovvero ogni volta che finisci e c'è un asterisco.) è colma di rimpianti/nostalgia/amarezza. Sono piccole frasi, perle di Manigoldo che dissemina, e che ti fanno partecipe di tutta la sorte burrascosa e gioconda che avrà dinanzi a lui per tutta la vita.
È splendido il pezzo in cui Manigoldo pensa alla sua armatura -e quanto gli è costata. Perché ho la netta sensazione che non centrino solo rappresaglie e guerre, ma anche Blanca? Cioè... come fosse un 'percorso' la sua morte... per poter poi arrivare ad essere accettato dall'armatura? Sigh-. È una specie di monologo dolce-amaro con quell'ironia che ti verrebbe da piangere -e piangere non dal ridere, ma proprio piangere- se non fosse che, ehi, è Manigoldo. E allora ritrovi la superficialità solo pensando a lui, ma se ti ci fermassi un attimo vedresti che non è poi così superficiale quel che è, quel che gli è successo, cosa gli succederà... (Mi sarò spiegata? Mh...)
 
Ah, una scena vivida nei miei occhi (con tanto che io né a Messina, né ad Atene sono mai stata) è stata quella dei due 'monumenti'. La prima -la statua- un po' ipocrita... quella da dove proviene Manigoldo, l'altro -Il Santuario in lontananza, che vede non appena sbarca nella città- meno ipocirta poiché non lo benedice e lui ringrazia. È stato più decente.
Mi è piaciuta proprio quest'ultimo termine. Qualcosa come 'per sua decenza, con tutto ciò che passai da lì in poi, almeno parve capire che non era proprio il caso mi salutasse'.
Sai, quando hai scritto di 'stranieri in terra straniera' ho pensato troppo alla chiusura mentale che avevano i Greci CONTRO ogni popolazione esterna. E, bene o male, era così più t'addentravi nei meandri della città. Se già a Messina i ragazzini di strada erano trattati come topi... in un paese straniero dev'esser ancor peggio. Perché lo spaesato diviene anche l'agile-furbo-povero ragazzo.
Ti dirò, comunque la parte finale è una manciata d'ironia sprezzante e bellissima.
Questa frase è ORO: 'Andiamo, andiamo. Concetemi una risata. Andiamo, andiamo.' Ciao Manigoldo, sei proprio tu, ancor di più e sempre così. "Andiamo" che dovrebbe essere una volontà quasi sconfortante del cammino tortuoso che ne conseguirà... piegato ad un'altra volontà: quella d'irridire i propri guai. Il proprio 'cammino'. Awh.
 
Complimenti ancora e di nuovo,
Giò.
 

Recensore Veterano
04/10/15, ore 21:40
Cap. 6:

Io ho sempre più paura della tua storia perché sta andando tutto troppo bene, per i miei gusti e considerando il genere di racconto ^^'
Non voglio gufarla ma sento una leggera tensione che mano mano sale... che poi, se non sapessi come più o meno dovrebbe andare, neanche mi preoccuperei ma hai lanciato un po' di esche e io mi sa tanto che sto abboccando... in ogni caso, ripeto, fortunatamente non mi sembri una tipa da tragedie stile naturalismo francese quindi in realtà, sono preoccupata fino ad un certo punto... anche perché hai comunque un modo leggero e delicato di presentare le difficoltà, come se ci dessi la pillola già dolcificata... o forse è Manigoldo che ha questo stile e allora quasi quasi lo ringrazio ;-)
Vabeh, smette che se no straparlo, complimentissimi come al solito :-D
(Recensione modificata il 04/10/2015 - 09:53 pm)

Recensore Master
03/10/15, ore 12:21

Dunque... dunque ho trovato davvero adeguata la pista che hai scelto per far attraccare al 'suo destino' Manigoldo. Alla Grecia... ad Atene.
In realtà, non so perché, avevo sempre pensato... 'Magari Sage, che è il gran sacerdote, non avendo ancora Atena affianco, va ad ispezionare in missione le terre in cui sono accaduti terribili assalti e guerriglie. Così è arrivato in Italia e ha trovato Manigoldo...', ma tutto sommato credo che sia molto meglio che fosse Maometto che va alla montagna... non la montagna che si sdradica per Maometto.
Mi è venuto in mente... e, oddio, io sono piena di angst fino al midollo mi sa, che magari Sage lo ritrova proprio con la fiamma di Blanca che gli gira attorno, sigh. Perché, poverina, lei morirà... e io non ho la più pallida idea di come possa accadere. Prima dell'attracco ad Atene? O dopo? Per colpa dei marinai? O dell'orrore che si respira in quella città greca? Mh...
Mi piace come hai reso la sua 'dipartita dall'Italia'! È sempre una sfida, ogni cosa, con lui. Che sia rubare un cappotto per sopravvivere, che sia partire per lidi sconosciute senza saperlo. È la storia della sua vita... SFIDARE. C'è morto... sfidando. 
Blanca è un tesoro, l'ha fatto senza pensare. Se avesse pensato sarebbe rimasta a terra con tutto che se ne sarebbe andato via un pezzo del suo cuore lì, su quell'imbarcazione. Non sarebbe salita perché il Rosso è la sua vita, più o meno. Ed è il più grande orrore e la più grande protezione.
Manigoldo invece... seppur incosapevolmente... credo fosse quello che voleva. C'è svenuto e okay... ma non voleva più restare nel branco. Un branco che soffriva terribilmente quasi, come catene. Sarà l'adolescenza o il semplice maturare, ma non era mai stato uno da 'sottomettere'. Avrebbe vissuto, ora sapeva come si faceva.
Ah, ultima cosa: sono contenta di aver letto come Manigoldo in quella città di pezzenti e nobili e capricci e fame voglia 'perder di vista' il suo potere... il suo dono; eppure sul mare tutto ha una dimensione quasi più sana, più pulita. Anche la morte sembra più fresca.

Ti rinnovo i miei complimenti e a presto,
Giò.

Recensore Veterano
03/10/15, ore 01:25

Messa così, tutto sommato m'è sembrato il modo migliore in cui Manigoldo potesse lasciare quella banda, voleva andarsene ed è stato accontentato, costretto a farlo neanche per colpa sua; due piccioni con una fava! Però allora mi chiedo ancor di più come farà Blanca ad andarsene visto che sembra andare tutto bene, stanno lasciando quel posto e sono insieme (relativamente), quindi temo davvero il trucco sotto... ^^' anche se per ora non hai mai tirato tiri (?!) troppo mancini... quindi spero di non dover temere eccessivamente lo sviluppo ^^
Quindi nulla, come sempre complimenti, molto bella davvero :-D

Recensore Master

Ecco qua... io non voglio avere buon'occhio sulle cose angst, ma che balle. (Ottimo inizio di recensione, come sempre, ah!)
Lo sapevo che Blanca non se ne 'sarebbe andata via dalla sua vita in pace' già dal fatto che avrebbe 'tramontato più ad est' ellamiseria. Ora ce n'è proprio la certezza in questo capitolo che capitombola dal dolce-amaro in una sequenza splendida.
Io si vede che mi dimentico i pezzi per strada, ma devo ricordarmi di scriverti che la tua sintassi e il tuo stile nel 'narrare Manigoldo' è davvero reso alla grande. La grammatica è funzionale a queste frasi d'effetto, scalpitanti, con i verbi che assecondano la volotnà di Cancer di 'non essere mai troppo pesanti, ma leggeri'... insomma queste frasi che circondano avvenimenti che avverranno che non saranno poi così 'belli e sciocchi', ma che sembrano quasi esserlo, come un ronzio di una mosca o il battito di una farfalla... perché è così che ce li spiega Manigoldo.
Bellissima la parte in cui narri di Blanca e di come pian piano, inesorabilmente, si siano avvicinati, ma in che memoria sua al massimo potrebbe brindare con una pinta e non lasciarle un fiore. Tutto con un'estrema ilarità nei toni, che nasconde così bene quella nostalgia e quella malinconia che attanaglia la vicenda... non so, mi ritrovo sempre nello stallo di leggere qualcosa di puramente ironico e leggero quanto mortificante e amaro. 
La gatta Angelina è il 'particolare di questo capitolo' e la storia del nome mi è piaciuta troppo. Tra l'altro come già scritto nell'altra recensione questo 'andare avanti e indietro fra passato e ripercussioni nel futuro grazie a questi dettagli' mi rende la lettura bellissima e interessante! Mi fa trovare proprio gli appigli della vità 'che sarà' di questo furfante.

Insomma, la morale è ancora quella /fai merenda con girella/ ti faccio i miei più vivi complimenti,
Giò.

Recensore Veterano

Osta, già ci viene anticipato che Blanca morirà??
non che non me lo aspettassi, però mi sarebbe piaciuto rimanere nel dubbio ancora un po'...
anche se, a pensarci bene, vista la piega che sta prendendo il loro rapporto, in maniera consapevole o meno, sarebbe stato effettivamente difficile credere che poi si sarebbero lasciati così, cioè qualcosa di "particolare" doveva pur accadere... che poi le mie ancora sono supposizioni visto che è stata solo accennata la cosa, però è triste ugualmente...
mi è piaciuto tanto anche l'episodio di Angelina, per quanto semplice e magari privo di un'apparente importanza, aveva il suo perchè ^^
quindi come sempre non posso che farti i complimenti per la storia, molto bella davvero :-)

Recensore Master
30/09/15, ore 09:35

Ebbene, eccomi qui!
​Mi scuso per il ritardo con cui vengo a commentare questa storia. Mi ero ripromessa di leggerne ogni capitolo e commentarlo quanto prima ed invece ho finito con accumularne; spero di riuscire a recuperare a queste mie mancanze e di lasciare commenti che possano farti intuire quanto apprezzo questa storia. E posso assicurarti che stai di gran lunga saziando le mie aspettative per questa long che ha l'aria di essere uno splendido lavoro anche solo dal primo capitolo!
Rispetto alle precedente che hai avuto modo di pubblicare, questa riporta uno stile decisamente rifinito e personale. Ne sono rimasta veramente sorpresa: non credevo che il tuo stile subisse dei miglioramenti così decisivi in poco tempo. Pur apprezzando lo stile della tua prima long, non posso fare a meno che complimentarmi per questo che è decisamente più raffinato ed elegante.
Adoro il il tuo modo di dipingere in prima persona i sentimenti e le emozioni di Manigoldo. Sei riuscita, in questo primo capitolo, a donargli una personalità forte e decisamente realistica. Personalmente non ho avuto problemi ad apprezzarne la psiche ed i comportamenti; nonostante il fascino per la morte, sono rimasta innamorata del suo modo di fare e così di ragionare. Adoro il tuo modo di descrivere i suoi pensieri, nella voce narrante troviamo nostalgia ed un insaziabile tristezza che scuote l'animo del lettore e lo spinge a chinare lo sguardo intenerita. Ci troviamo immersi in un'atmosfera rurale e risentiamo di tutti quegli elementi rustici che da sempre ricorrono nella letteratura - lo stesso asino e l'amicizia che Manigoldo pareva aver stretto con lui mi ha ricordato tremendamente "L'Isola di Arturo" di Morante, in cui appunto vi era una esplosiva miscela fra elementi rurali ed una brillante caratterizzazione della personalità del bambino.
​Rispetto al Gold Saint che vedremo in futuro, Manigoldo è decisamente un innocuo bambino. La sua incapacità nell'uccidere lascia intuire quanto, nella realtà, sia un bravo ragazzo e che quello che subisce è un fascino che da sempre la morte esercita sull'uomo.
​Personalmente ho trovato questo capitolo veramente ben fatto. Mi congratulo con te per questa splendida stesura e volo verso il secondo per poterlo al più presto recensire.~
mughetto

Recensore Master
29/09/15, ore 19:50

Blanca mi piace proprio. Okay, non è un ottimo inizio di recensione, ma... sì, Blanca mi piace proprio. Blanca non è il tipico cliché della tipa 'che sembra maschiaccio, ma alla fine è una strafiga lo stesso, una ragazzina intraprendente, priva di paure e senza ripensamenti'. No. Lei ci si è trovata, lei fa il meglio che può, e sa anche che non è la meglio. Sta agli ordini del Rosso e cerca la scusa perfetta per restare 'finché Rosso non avrà più bisogno di lei' e la scusa perfetta per andarsene... fra i gitani e quella Spagna dimenticata. (E infatti Blanca mi aveva troppo fatto ricordare i luoghi spagnoli! E El cid. Okaay... va bene. Considerando che Manigoldo ricorderà quella terra per la figura di Blanca... sapere che un cavaliere è spagnolo, magari non lo farà tentennare, ma gli farà rimembrare quella ragazzina che amava. Perché sì, dai, in questo capitolo si vede come incosciamente -e non- si ritrova innamorato. Di quegli amori poi spezzati dalla vita che conducevano, ma forti e possenti anche solo per questo. Un legame sancito dall'amarezza e dal malcontento, dalla volontà di scappare... ma di andare dove?)
Ecco che aleggia di nuovo la malinconia e l'ANGST. Dio santo... in finale è splendido. Avessi potuto darti un voto o le stelline come si davano una volta su youtube avrei messo il massimo. Un est affranto, un est che fa pensare al declino. 
Adoro, ADORO febbrilmente come fai raccontare Manigoldo, quell' "ironia della sorte" dettata da lui è come un pugno al cuore. Di quelli forti, ma col sorriso sporco e gli occhi opachi. E non sai se buttarla a ridere o farti prendere dalla malinconia, perché è sempre così Manigoldo... uno stallo di amarezza, anche quando non dovrebbe esserci. 

Per dire... oltre al finale vero e proprio del capitolo, questo è puro Manigoldo: "Pensavo: farfalle. Ma non ne vedevo.
I ritagli di cielo sopra la città era così risicati che ogni volta che guardavo in alto non riuscivo a provare né pace né deferenza.
Non mi sono mai più liberato di quella sensazione." <--- Dimmi, come riesci a renderlo perfettamente? È così vivido nei miei occhi!

Cavolo, ancora complimenti per saper rendere splendidamente i luoghi e questi OC che hai creato per l'occasione (i particolari, i dettagli che ne fuoriescono, il modo in cui vivono e convivono e si rendono uno partecipe dell'altro in modo positivo e negativo, caratterizzandosi e influenzandosi a vicenda) e, tanto di cappello, per come rendi Manigoldo di Cancer.

Enjoy,
Giò.

Recensore Master

Ciao, perdona il gran ritardo -oggi finalmente ho dato l'esame. Non senti anche tu le campane in festa? Io sì, per davvero.- e...awh, ho visto tre aggiornamenti quindi te li recensirò uno dopo l'altro perché sono troppo felice.
Bando alle ciance... mi è piaciuto anche questo capitolo. Mi piace come rendi Manigoldo, come sia esattamente come lo immagino da ragazzino, e tutti quei particolari che metti nella storia me lo rendono ancora più visivamente lui.
Ad esempio l'asma, i legamenti, il ginocchio in missione, sono tutti accenni che cercano un'identità sia nel 'passato' che egli stesso sta raccontando, ma che hanno un riscontro nel suo presente, quello in cui... in un attimo di quiete rimembra la sua infanzia. Adoro queste cose, perché è come se rendessi vivido il passato, ma allo stesso tempo rendessi 'reale' ciò che è accaduto facendo sì che abbiano rilevanza anche nel futuro. Oddio, non so se mi sono spiegata, spero di sì.
IL CAPPOTTO. Sai che appena ho letto del cappotto ho pensato immediatamente a quell'immagine del manga in cui Sage trova Manigoldo a terra, con quel sorriso mezzo storto e il cappotto consunto che indossa chissà da quanto? Awh, mi si è parata la scena davanti e ho immaginato, gh.

'In entrambi i casi – storia dell’asma e del ginocchio-, maledissi anche lei. È sempre stata colpa sua.', 'È per colpa sua che mi piacciono sia gli uomini sia le donne. È sempre colpa di Blanca.' <--- trovo splendidi questi paralleli e il modo in cui Manigoldo descrive è fantastico. Quell'accento decisamente ironico e calzante, da frasi fatte e che non si sprecano in convenevoli. È così. È così.
Tra l'altro in realtà non c'avevo mai pensato, ma Manigoldo bisessuale mi sembra veramente azzeccato. (Tra l'altro molti lo 'accoppiano con Albafica' ovvero il ragazzo più etereo e bello, dal volto quasi femmineo tanta è la bellezza superba che ha. Ebbene fra Blanca che era un 'quasi maschio' e Albafica 'bello più di una donna'... e insomma, poveraccio, non capisce più niente. lol. Okay, questa era una parentesi puramente imbecille.)
Ti rinnovo i complimenti,
Giò.
 

Recensore Veterano
27/09/15, ore 18:37

Ok, rettifica alla recensione precedente: anche Blanca ha il suo perche'. E anche lei vorrebbe trovare qualcosa di 'altro'
E Manigoldo e' troppo tenero quando sta con lei in quei momenti di quiete ^^
Comunque ha ragione quel Rob, "manigoldo" e' un nome figo o forse lo e' perche' a portarlo e' il nostro futuro cancretto, su di lui non credo avrebbe fatto lo stesso effetto per quanto anche lui spietato e crudele... O forse e' Manigoldo che sarebbe sminuito da un nome come "Rob"...!
Vabeh' sto vanegginado...! XD
Quell'altro, Gamba, mi ricorda un po' Asmita non saprei il motivo, cmq mi piace molto questa cosa che "prendano in prestito" i libri, mi sembra una specie di riscatto o un voler comunque restare ancorati al mondo non so se mi spiego...
Quindi nulla, molto bella come al solito, complimenti :-)

Recensore Veterano

OhMmioDdio...
Adesso e' il mio turno dei complimenti perche' ti assicuro che e' fantastica. Cioe' mi fa una pena sconfinata questo povero piccolo Manigoldo ma sento che proprio per questo mi piace ancora di piu'...! Non so, e' un controsenso? Cmq e' cosi'... Non sai che voglia mi viene di andar li' ad abbracciarlo per dirglj che andra' tutto bene... Renditi conto dell'effetto che mi fanno le tue parole...! >.< soprattutto ora che si e' trovato con quella tipa che mi sta gia' antipatica e quell'altro che mi sa di viscidume immenso... Da brividi...
Cmq anche te, bravissima e a presto! ;-)

Recensore Master
23/09/15, ore 17:40

Ho così tante cose da scrivere, che spero di non perdermi qualche pezzo nel mentre penso...
Partiamo dalle cose più semplici: è calzante, derisorio e ingenuo come solo Manigoldo può esserlo. Quello che parla è proprio lui, vedo fra le righe il suo sguardo, le labbra piegarsi in un sorriso alla memoria di chi era, nonostante tutto, lui. Vedo e mi viene da dirti grazie per aver iniziato questa storia, vedo Manigoldo e mi viene da essere felice, entusiasta, perché è proprio vero quello che hai scritto ad inizio note: è tuo. È tuo amico ed è il tuo specchio, perché è profondamente lui come penso possa essere, così IC da risultarne vivida l'immagine.
Ma ora andiamo avanti, ora voglio davvero recensire questa storia: la sintassi è come sempre buona, quello che mi ha colpito è lo stile. Si vede che lo hai 'personalizzato' alla Manigoldo, perché è fatto di pause e frasi d'effetto. Come se lui fosse sempre il giocoliere della situazione che... bam, deve farti vedere una cosa. E poi un'altra. E le palline in questo caso sono fuochi fatui, ma ci accontentiamo lo stesso.
Quando inizi il racconto narri di un Manigoldo che c'avverte... un po' come fanno i maghi al circo "non è niente di più che... la magia" lo vedi dov'è il contrasto? Mi stai per dire che è una cosa BANALE... ma poi mi dici una cosa che banale non lo è AFFATTO: la magia.
Stessa cosa Manigoldo... la sua vita 'non è niente di più e niente di meno' e invece proprio ciò che narrerà è qualcosa di fatale. Una storia che VALE la pena raccontare.
È un continuo tergirversare fra cose che sembrano così 'poco importanti' quando sono in realtà pezzi fondamentali. 
Manigoldo che pensa al 'luccìchio' non alla morte morte. Manigoldo che ama quell'ultimo istante, ma poi s'addolora se quell'ultimo istante è del suo asino... perché tanto in vita era stato ostinato, quanto nella morte egli è come una farfalla, una cicala...
Manigoldo che ha perso i ricordi, che AVREBBE voluto perderli un po' di più, giusto un po'. E fa venire la tristezza... ma poi ti accorgi che proprio lui, Manigoldo, è l'essere che non accosteresti mai a questo sentimento... 
Lui che ha dimenticato l'amore. Ed è una bella cosa per lui, perché vuol dire che magari ha amato, che ne sa.
Lui che ha dimenticato il suo nome. Ed è grandioso, perché sa di averne avuto che mai come il suo soprannome lo caratterizza tutt'ora.
Ed è sincero con se stesso, ed è proprio lui... che agli altri fa l'effetto di un immaturo, ma che ne sa la gente di come è in sostanza la 'tristezza esistenziale', quella che prende perché sai che c'è solo una lucina quando ti spegni per sempre...

Cavolo, mi piace troppo come hai realizzato questo primo capitolo. Tra l'altro il finale va a rimpercuotere proprio il senso di 'spazzatura' con cui Manigoldo esordisce parlando con Sage quando lo incontra lì, fra morti e devasto...

E Bucefalo era un signor asino, davvero... un allegro duetto di esseri a pezzi, ma ostinati e sfrontati ad andare avanti un po' dove gli andava loro.
Complimenti tanti, tantissimi.
Enjoy,
Giò.
(Che sarò rompina e lo so, ma quando c'è qualche long su Saint Seiya che mi piace... divento una zecca. accidenti).