Recensioni per
Quel che resta del sogno
di Iris02059

Questa storia ha ottenuto 117 recensioni.
Positive : 117
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/10/22, ore 00:45

Ho apprezzato parecchio il ritmo e la narrazione di questo capitolo, anche considerata la valle di lacrime che è la storia originale ci saranno pur stati momenti così, volendo un po’ più tranquilli, persino fatti di frivolezze e di vita vissuta al di là della divisa che si porta. Il giapponese sadico non aveva il tempo di raccontarceli certi momenti, ovviamente, anche se un pochino ci ha provato.
Non che sia la prima volta che ci dipingi situazioni simili, sono apprezzatissime, un po’ come le scene d'azione ti vengono bene, e non c’è molto altro da aggiungere senza che mi ripeta inutilmente su questo.
E mi sono piaciuti soprattutto i momenti di spirito, alla fine ci sono diversi personaggi sui generis in quel calderone, farsi due risate a scapito o per merito di certi personaggi mi sembra il meno che potesse accadere.
Il fatto che Erwin consapevolmente invii Amelia nella proverbiale fossa del leone non mi ha stupita nemmeno un po’, è un dettaglio talmente affine al carattere di Commander Handsome che apprezzo tu abbia voluto farlo uscire così: essere pronti a tutto per la causa, sempre. In misura, certo, se Amelia davvero fosse stata al gioco non l'avrebbe per niente apprezzato probabilmente, ma forse l'idea che Amelia possa essere oggetto di un certo tipo di attenzioni non gli dispiace nemmeno troppo. In fondo penso sempre al suo personaggio come qualcuno a cui non manca una punta di vanità, che potrebbe persino estendersi come una sorta di prolungamento a qualcuno che lui consideri “suo”. E sono fermamente convinta che Erwin non si sarebbe tirato indietro nemmeno se l'oggetto dell’attenzione potesse essere risultato lui stesso… ma vabbè, questa è un'idea mia!
Per sua fortuna, sembra che ci sia solo una vaga fantasia che potrebbe spingere Amelia a considerare di aggiungere un terzo elemento. Vedremo.
Mi ha fatto super ridere l'idea di Nifa che disegna le sopracciglia a Moblit e immaginarmi la faccia di Levi nel vederli.
“Ma ‘ndo so' capitato”… 😂

Nuovo recensore
25/09/22, ore 21:03

Ottimo capitolo, ricco, intenso, pieno di spunti di riflessioni sull evolversi della storia. Come al solito riesci a passare da momenti molto drammatici a momenti ironici e divertenti che umanizzano molto le vicende e sdramatizzano bene un contesto inevitabilmente tragico e apocalittico. Le descrizioni dei combattimenti sono sempre coinvolgenti e ti catapultano nel contesto di Aot. Leggo semrpe con piacere le spedizioni fuori dalle mura. Personalmente ritengo che anche nel manga e nell anime le parti più intriganti siano quelle fuori dalle mura. Un capitolo questo che spazia da dinamiche più intimiste a quelle più politiche. Dialoghi efficaci e caratterizzano i personaggi semrpe meglio. La caratterizzazione dei personaggi è un punto forte di questo racconto. Come ho già detto diverse volte, ritengo che i personaggi come Hangie e Levi, agirebbero proprio così. Ti aspetti che Hangie sia così svampita ma geniale. Un capitolo che si può dividere comodamente in diverse sezioni. La Prima parte d azione pura, la parte più leggera in cui i membri del Corpo di Ricerca si scambiano pareri sulle relazioni amorose. La parte più politica quando i nostri eroi devono andare alle cene per sponsorizzazione del corpo. Infine la sfera intima privata, la relazione tra Erwin e Amelia. Un ulteriore passo in avanti verso un ipotetico triangolo. Incantevole la scena di sesso tra i due. Coinvolgente, personale. Credo che questa sia la fase più forte del legame tra i due. Ma ecco che nei pensieri di entrambi, si avverte e si insinua Levi. Senza che loro si dicano nulla. Un Levi presente nei pensieri di entrambi nel contesto del loro rapporto intimo. Lei che lo immagina come terzo interprete del rapporto. Erwin, per quanto non ne sia sicuro nemmeno lui, non sarebbe geloso di un ipotetico contatto stretto tra Levi e Amelia. Anzi forse proprio perché lui dei tre sembrebbe la figura più forte, mi verrebbe da azzardare che non sia proprio lui a gestire i giochi, specialmente a livello emotivo. Però qui siamo di fonte ad un ulteriore step in avanti. Forse per la prima volta il legame a 3 sta diventando più concreto e nitido. Un capitolo emotivamente coinvolgente. Non vedo l ora che esca un altro strepitoso capitolo di questa bellissima storia.

Nuovo recensore
16/09/22, ore 17:35

Ciao Iris, anche se hai pubblicato questo capitolo a giugno ci tenevo a recensirlo così come farò con gli altri capitoli che hai pubblicato e mi dispiace non essere riuscita a leggerlo prima ma in questi mesi ho avuto altri pensieri per la testa e ho trascurato tantissime cose, anche le mie stesse passioni. Detto ciò, sembra strano ma il destino mi ha portato a leggere questo capitolo proprio in un momento in cui sto vivendo più o meno una dinamica simile a quella descritta tra Erwin e Amelia con la persona che amo. C'è ignoranza, cioè che ognuno dei due ignorava la vera natura dell'altro, c'è distacco, perché sono stati lontani per un mese, ma c'è anche voglia di ricominciare, di mostrare tutte le carte in tavola e scendere a compromessi. Perché, mi sto rendendo conto in questo periodo, l'amore è un compromesso. E il compromesso è quello che avviene tra Amelia ed Erwin: io accetto la tua natura e tu accetti la mia, per quanto imperfette e inquietanti possano sembrare. È profondo, davvero... È complicato. Tutto questo avviene con l'apertura di Erwin che capisce che il suo passato può essere espresso a parole con qualcuno, e quindi riempie la figura di Amelia di fiducia oltre che di amore, e con la pazienza quasi di una madre che Amelia stessa ha con lui. E, alla fine, perché c'è un lieto fine, i due si comprendono e accettano questo tipo di amore più consapevole, più maturo forse. Sì, se non si fosse capito mi è piaciuto molto haha. Molto interessante poi quello che dice Amelia sull'importanza che dà alle vite dei commilitoni morti, al fatto che il valore di quelle vite glielo diamo noi, i vivi. Un tema che viene ripreso da Erwin e che farà parte del suo ultimo discorso prima di sacrificarsi contro il gigante bestia. Mi piace notare come Amelia influisca Erwin e come l'Erwin che conosciamo sia stato influenzato da lei anche in alcuni concetti. Dà coerenza alla presenza di Amelia.
In fin dei conti, si capisce che sono tutti esseri umani, perfino quelli che vengono chiamati demoni; perfino Levi che verrà caricato della pressione di essere il "salvatore dell'umanità", si scopre umano quanto gli altri. È realistico e seppur il tutto avvenga in un mondo di fantasia, gli esseri umani sono sempre esseri umani in qualsiasi dimensione li si voglia guardare, anche e soprattutto in aot.
Lascio così che questa piccola riflessione ti raggiunga e prometto di recuperare il resto dei capitoli al più presto <3
A risentirci! :)

Nuovo recensore
03/09/22, ore 23:48

Finalmente, anche se con tremendo ritardo, ho potuto recuperare e godermi in santa pace la lettura della tua storia. E che capitoli ho letto!

Ma andiamo con ordine, altrimenti perdo il filo.

Per prima cosa rinnovo i complimenti per la scrittura e per l'evoluzione che stai dando ad Amelia, così come a tutti i personaggi che gravitano attorno a lei. Ritroviamo la nostra protagonista profondamente provata da quanto ha vissuto durante l’ultima spedizione, la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo anni ed anni di tragedie susseguitesi l’una dietro l’altra. Ho trovato molto evocativa la descrizione tratteggiata da Levi riguardo alla Amelia sul campo di battaglia: persa, senza più un punto di riferimento, così come l'immagine della crepa che apre al Capitano una finestra sul mondo interiore della ragazza prima che si frantumi in mille pezzi. Commovente lo sfogo in cui lei esterna la propria crisi di identità che, come accade tante volte in SNK, vede come fulcro il tema della scelta ( che spesso diventa "non avere" scelta). Nel suo caso la scelta di fidarsi di Erwin, di vederlo come una persona moralmente ineccepibile, la scelta di accettare o meno determinati compromessi per realizzare i propri sogni. La scelta di scrostare la superfice e rompere l’illusione tirando le somme della propria vita.
E quando Erwin le confida il proprio passato ed il famoso sogno ecco che Amelia si riappacifica con lui prendendo una nuova decisione, nemmeno questa scevra di conseguenze come sembra già anticiparci quell'ombra inquietante che aleggia su di loro.

Adoro il rilievo che stai dando al rapporto Erwin-Levi facendolo infiltrare sempre di più nella trama della storia e tra le relazioni dei vari personaggi. Ciò è molto evidente nel passaggio in cui Amelia, studiandoli da lontano, si accorge di quella strana distanza che separa i due uomini da tutti gli altri chiudendoli in una sorta di bolla inaccessibile. Mi piace il fatto che questo rapporto diventi parte integrante dei discorsi tra Erwin e Levi, che i due addirittura discutano sulla sua natura accorgendosi che esso va al di là del semplice legame superiore-sottoposto. Mi piace che Levi esprima la propria frustrazione verso un istinto sul quale non ha controllo e che non comprende; il suo “vai a farti fottere, qualunque cosa tu mi abbia fatto" rende perfettamente tale stato d'animo. L'esplosione emotiva del capitano si pone in netto contrasto con la calma di Erwin, che da bravo calcolatore si dimostra in grado di sfruttare per il proprio scopo anche una situazione che non ha ancora decifrato. Stando alle rivelazioni di Isayama Levi dovrebbe essere il più emotivo tra tutti i personaggi e credo che tu abbia colto e reso benissimo questo concetto. L’interesse del Capitano per il benessere di Amelia traspare da tanti aspetti del suo comportamento, in primis dal fatto che sia lui a spronare Erwin perché vada a recuperarla giudicando assurdo il non agire dell’amico dato l'amore che quest’ultimo prova ( o sembra provare) per lei, così come l’andare lui stesso (va bene l'ackerman bond che gli impone di obbedire, ma qui c'è anche dell'altro).
"Nemmeno se fossi io a chiedertelo".
Su questa frase ci sarebbe da soffermarsi parecchio ed è interessante il diverso tono che assume nei due personaggi principali: detto da Erwin suona come una frecciatina lanciata da chi è certo di avere la vittoria in tasca e vuole sfruttare ogni arma in suo possesso, mentre dalla bocca di Levi sembra una sincera ed innocente supplica. C'è dualismo anche nell'intimità con Amelia dove da una parte abbiamo l'approccio passionale di Erwin e dall'altra quello più "casto" di Levi, forse non dettato da una inesperienza nel campo quanto dalla sua indole schiva. Non mi odiare ma, per quanto mi piaccia la caratterizzazione e l'attenzione che dai al personaggio di Erwin, sono di parte e tifo per la coppia Amelia-Levi. Un po’ perché il Capitano poveretto ha vissuto talmente tante disgrazie che qualche gioia ogni tanto non guasterebbe, un po’ perché temo che la relazione tra i così simili Amelia ed Erwin, come hai già anticipato anche tu, alla lunga finisca per consumare entrambi.

Apprezzo tantissimo i momenti di svago che inserisci nella narrazione, impreziosiscono la storia ed è un sollievo vedere i soldati divertirsi prendendosi una meritata pausa dalle tragedie. È bello inoltre che con il procedere della vicenda anche Levi si ammorbidisca e, per quanto apparentemente controvoglia, partecipi alle uscite dei compagni. Il senso di unione e complicità che si respira nel leggere questi passaggi scalda il cuore, non si tratta di semplici commilitoni, sembra proprio una grande famiglia.

Insomma l’asticella si alza sempre di più di capitolo in capitolo, continua così!

p.s Vedo che anche tu ti soffermi spesso su Moblit e Hange, secondo me erano proprio una coppia mancata!

Capitolo molto bello, intenso, ricco. Hai il potere di rispettare fedelmente la trama e allo stesso tempo riesci a plasmarla e farla tua. Belle le citazioni legate a Isabel e Levi, anedotti ricercati che dimostrano la tua conoscenza di Aot. Descrivi molto bene la spedizione in cui viene presentata la morte dei due compagni di Levi. Descrizioni ottime, la pioggia, la scarsa visibilità, la morte, il fango, la continua ansia, crescente, incalzante che assale il lettore passo dopo passo. Il tutto dal punto di vista originale di Amelia. Una Amelia costretta a rivivere l esperienza della morte dei suoi amici. Dinamica analoga, e Amelia che si vede costretta a rivivere i fantasmi del passato, di un anno prima. Esperienza parallela a quella di Levi. Intensa ed efficace la parte in cui Levi affronta la morte dei suoi compagni, le parole di Erwin. L incipit di tutto, del legame fra i tre. Interessante il dialogo finale tra Amelia ed Erwin. Un legame sempre più intenso. Sembra quasi che Amelia voglia rivelare tutti i sentimenti ad Erwin, sembra che voglia scoprire tutte le carte. Infine i pensieri di Erwin. La necessità del sacrificio di molti, per avere a disposizione il soldato, forse più forte del genere umano. Abbiamo come al solito un Erwin freddo, lucido calcolatore. Come ti dico spesso i tuoi personaggi sono snepre molto ben caratterizzati. Fedeli ma allo stesso tempo tuoi. Riesci a spaziare tra i loro pensieri, i loro dubbi, preoccupazioni, le loro peculiarità. Le ultime righe pazzesche. Righe che fanno riferimento all ackerbond e quel legame particolare che si crea tra i nostri tre personaggi. Tornare indietro, rileggendo diciamo le origini di tutto, mi da ulteriore conferma della qualità di questa bellissima storia. Grazie per condividerla con noi.

Una digressione perfetta, giusta, una parentesi utile che ci fa riflettere ulteriormente su alcuni aspetti tragici di aot. I personaggi principali che diventano all improvviso secondari per lasciare spazio ad un nuovo protagonista. La fragilità psicologica di Roter, l evento tragico a cui é stato costretto ad assistere. Grazie a te entriamo dentro la sua mente, avvertiamo il suo disagio, il trauma che lo ha spezzato. Un evento come la caduta di Shiganshina e del Wall Maria, per chi lo ha vissuto deve essere stato a dir poco scioccante. Il crollo di tutto. La sindrome da stress post traumatico che sta vivendo questo soldato, é reso benissimo. Tema attuale affrontato con maestria e maturità. Un tema moderno che ricorda molti eventi simili legati alle guerre del secolo scorso o di quelle più recenti come l Iraq. Era difficile rendere bene la realtà vista dagli occhi di quest uomo, con ormai grossi problemi psicologici. Lo schock vissuto e la conseguente scissione della sua personalità. Il lettore riesce a toccare con mano la sua disperazione, la sua fragilità e riesce bene a calarsi nella realtà falsata che il personaggio si é creato. Hangie qui incarna la razionalità, che riporta il lettore e il soldato nella realtà effettiva delle cose. Un soldato scappato dopo la presa di Shiganshina e del Wall Maria, che ha lasciato a morire, per paura, il suo amato, e che ora non riesce più a riprendersi. Il dramma psicologico, il crollo delle certezze, la guerra, la distruzione, la morte, la fragilità dell esistenza, tematiche forti classicamente novecentesche,inserite magistralmente nel contesto di Aot. Questa prima digressione passa con un 30 e lode e spero davvero che tu possa scriverne altre per poter arricchire questa storia bellissima.

Una digressione molto interessante, cupa nella sua verosimiglianza con la realtà di certe guerre veramente accadute, molto profonda. E anzi, c’è da dire che a differenza di altre guerre qui quantomeno i superiori in carica si rendono conto di trovarsi davanti a un disagio psicologico.
Non che serva a molto, non che rendersene conto sia abbastanza. Se solo fossero arrivati prima… a Shiganshina, a capire cosa stesse succedendo a Roter, e forse in tante altre cose del passato di questa storia, e tristemente anche in quelle future. Le carneficine che si sarebbero potute evitare sarebbero state infinite, se ne avessero saputo anche soltanto poco di più.
Ma che senso ha tormentarsi per quello che non si può più cambiare? Probabilmente nessuno, si può solo imparare e sperare di poter far meglio in futuro.
Alla prossima 👏

Nuovo recensore
31/07/22, ore 14:34

Un capitolo senza dubbio ben riuscito, nelle sue molteplici sfaccettature. Un capitolo composto da più episodi, uno diverso dall altro. Come al solito riesci a spaziare da momenti di grande drammaticità, che ci stanno e sono parti integranti della storia, se no non staremmo parlando di Aot. A momenti più leggeri e ironici. Come ormai hai abituato il lettore, la parte fuori dalle mura é sempre esplosiva e al cardiopalma. Nella parte iniziale, con grande maestria, ci proietti nel campo di battaglia. Scorrevole, cinematografico, fluido perché no, come il movimento tridimensionale. La prima spedizione dal ritorno di Amelia, che torna in grande spolvero, a seguire la sua squadra. Ho apprezzato, inoltre, in questo capitolo, il focus che viene fatto su Levi. I tuoi flashback sono sempre eccezionali e verosimili per il panorama di Aot. Uno spaccato dell infanzia di Levi con Kenny. E devo dirti che mi sono sempre immaginato così, come lo hai descritto, il rapporto tra i due. Hai preso alla lettera, a mio avviso, le parole di Kenny, quando dice che non avrebbe mai fatto da padre al figlio di Kuchel, ma gli avrebbe comunque insegnato a sopravvivere. Flashback sempre azzeccati, delicati che fanno sorridere il lettore. Parlando della parte più ironica e divertente l, ho riso di gusto nella scena in cui Hangie sveglia tutti a causa dei suoi esperimenti; credo che sia proprio da lei. Un po' svampita, concentrata nel suo laboratorio, dimentica anche di mangiare o dormire. Resa ottimamente la parte del biliardo. Sfida tra Corpo di Ricerca e gendarmeria e Levi si rivela un campione indiscusso. Divertente, leggera, un break che ci fa prendere una boccata d aria, ci fa sorridere e ci ricorda che, seppur soldati, sono pur sempre esseri umani. Questa dimensione del gioco non fa che umanizzare i nostri personaggi. Con i loro pregi i loro difetti. Con le loro risate, con le loro imprecazioni. Le battute ironiche di Amelia, la presenza ingombrante, fisicamente parlando, di Mike, la volgarità dei gendarmi, l ubriachezza molesta di Gelgar, Levi che si comporta da Levi. Ultimo tassello , di questo puzzle che é, a tutti gli effetti, questo capitolo, é l elemento erotico. Presente, martellante, costante. Se nel precedente capitoli, gli interpreti della scena erano Amelia ed Erwin, adesso hai ridato ulteriore spazio al terzo protagonista. Si ripropone più volte la scena avvenuta tra Amelia e Levi a Lancaster. Ancora una volta sono i pensieri e i silenzi del capitano a prevalere. Ho trovato delicato e fine il momento in cui Levi sente i due nell intimità. La sua paralisi sul posto, come se volesse sentire volontariamente, il tutto in un misto tra piacere e ingenuo imbarazzo. Un Levi spezzato, combattuto tra sogno e realtà. Il sogno su Erwin, l effusioni concrete con Amelia. In tutto questo, l ackerbond, quel legame viscerale e intimo che nemmeno lui riesce a comprendere. Quindi ancora una volta devo farti i complimenti, un capitolo completo in tutte le sue sfaccettature, dalla dimensione tragica, a quella intima, del gioco.

Recensore Junior
26/07/22, ore 22:13

Mi mancavano le tue scene d'azione, un po' meno l'opprimente senso di tragedia, ma che ci vuoi fare, quella purtroppo nel contesto è inevitabile.
Mi è anche piaciuta la tua elaborazione sulla questione della breccia del muro Maria, in effetti passano ben cinque anni da quando viene aperta e poi richiusa grazie a Eren, c'è da immaginarsi che su qualcosa nel frattempo avranno pur riflettuto per cercare di risolvere quel problema. Certo quello che racconti stanno facendo, sebbene assolutamente plausibile nello stato di cose che descrivi tu e volendo pure nel disprezzo della conservazione di vite umane che sembra prevalere in quel momento storico, è un po' come voler svuotare un secchio d'acqua col colino. Anzi, in una metafora più pucciosa, anche per risollevarsi dalla tragedia, tipo quei tizi cinesi che badano ai cuccioli di panda e mentre ne mettono uno nel recinto gliene scappano altri tre! Magari fossero panda giocherelloni e non giganti mangia uomini...
Come già detto precedentemente, non stupisce affatto che né Amelia, né tantomeno Levi abbiano dimenticato o riescano, lui soprattutto, a smettere di pensare a quello che è successo in quella cucina. Anche con i nuovi dettagli ancora ci hai detto poco perché riesca a formularmi un'idea davvero legittima su dove potrebbero andare a finire le cose. Certo a quel "voi due" di Commander Handsome era facile immaginare cosa possono aver temuto, quei due!
Nel frattempo si va avanti, tra le punizioni da scontare, i propri compiti, la vita di tutti i giorni insomma, con i suoi equilibri, dinamiche, il gossip... può sembrare banale ma persino lì, a modo loro, avranno avuto giornate così. Ogni tanto le cose si fanno movimentate, tra Hanji che non ha la piena consapevolezza della differenza tra il giorno e la notte, esplosioni, incendi, insomma, non ci si annoia. Mi chiedevo, al di là delle questioni personali accadute tra un botto e un incendio, se quei fatti fossero proprio così casuali, ma poi hai fatto un salto temporale, quindi ho immaginato che no, probabilmente mi sbaglio.
Come headcanon, mi sono sempre immaginata che fosse meglio non mettersi mai a giocare a poker con Levi, non solo perché me lo immagino un maestro nella sua capacità di mantenere un'espressione impassibile, ma anche perché chissà quali sono i talenti nascosti che può aver appreso crescendo lì nella città sotterranea... con il biliardo che ci racconti tu mi pare un po' una roba simile, e mi è piaciuto molto anche il piccolo spaccato di lui da bambino e Kenny alle prese con una cosa tanto banale come un piccolo malanno. Certo, lo affrontavano a modo loro.
Bel capitolo, alla prossima

Nuovo recensore
24/07/22, ore 17:11

Sicuramente uno dei capitoli più belli e più maturi di questa storia. Emozionante, rivelatore. Un livello di scrittura incredibile. Una profondità nei dialoghi notevole. Questo capitolo se la batte con un altro, sempre di grande livello, ossia Mani, dove protagonista è Levi. Qui abbiamo come main character Erwin. Fantastico entrare nei suoi pensieri, nei suoi ricordi passati, nelle sue elucubrazioni, navigando nei suoi ricordi passati. Credo che il dialogo con Amelia sia forse il dialogo più bello e intenso dell intera storia. Grande pathos. Erwin cala la maschera e lo fa prorpio davanti alla persona, che in questo momento gli sta più a cuore. Un colpo al cuore quando hai descritto un flash back di Erwin col padre. Il rapporto tra i due, l assenza della madre. Hai tratteggiato alcuni tratti intimi e personali di Erwin in maniera, ritengo, giusta ed equilibrata. Per molti aspetti mi ha ricordato l Erwin che parla a Levi prima dell assalto finale al gigante Bestia nella battaglia di Shiganshina. Hai colto una certa vulnerabilità in lui, una fragilità che in Aot si coglie, appena accennata ma è presente. È l Erwin che cala la maschera, e prorpio per questo decide di confessare la sua storia ad Amelia. Trovo giusto il fatto che lui si esponga così tanto con Amelia, ritengo che se non lo avesse fatto, la nostra protagonista non sarebbe rientrata nei ranghi dell esercito. Con questo capitolo abbiamo un ulteriore step nel rapporto molto complesso tra Erwin Levi ed Amelia. Sembra quasi che con il riavvicinamento tra Erwin ed Amelia, Levi sia, in un certo qual modo, più distante, posto in un altro piano, seppur presente. Forse Levi è davvero migliore di loro due, più umano, ora sono curioso di come inserirai Levi in questo nuovo contesto che si sta andando a delineare. Ovviamente fai presagire che il rapporto tra Amelia ed Erwin è destinato ad evolversi e mutare ulteriormente. Faccio questa considerazione. Se fino ad ora, in questo complicato rapporto a tre, era Amelia a fare da mediatrice tra Erwin e Levi, come ti dicevo settimane fa. Amelia faceva da collante tra i due. Credo che ora il baricentro del triangolo si sia spostato. Abbiamo il blocco unico composto ora tra Erwin e Amelia e Levi credo che possa rappresentare l ospite, esterno che entra in una relazione a due. Ora siamo in quella fase di conciliazione dopo che i due, specialmente il comandante ha abbattuto una barriera importante. In qualità di Comandante deve recitare un ruolo, ha delle responsabilità politiche, è il volto pubblico del Corpo. Qui, dalla sue parole, assume quasi ruolo dell antieroe, appunto di imbroglione pronto a tutto pur di ottenere cioè che vuole. Un personaggio macchiavellico ben conscio di esserlo. Decide così di scoprire le carte ad Amelia, la persona a cui tiene di più. Credo che la reazione di Amelia sia quella più naturale possibile. Conscia che non sa dove questa relazione possa andare a parare in futuro, nel tempo presente decide di affidarsi a lui, dice di amarlo, con una tenerezza unica e genuina. Quella tenerezza di cui Erwin fa cenno nelle sue riflessioni prima di andare a Lancaster. Fantastico il rientro in scena di Amelia nei ranghi del Corpo di Ricerca. Il dialogo con i suoi sottoposti, fedeli a lei anche in questa circostanza. L abbraccio stretto ed intimo con Hangie, che rappresenta l amicizia più pura e disinteressata. Noto anche nei capitoli precedenti che apprezzi molto l espediente narrativo della circolarità. Il tema presente all inzio del capitolo riproposto alla fine. O una scena di apertura, come in questo caso, inserita nuovamente in maniera diversa in fase di chiusura. In questo caso abbiamo la scena di amore tra due amanti. Brava, rendere questa scena nel finale, molto coinvolgente, intima. L unione di due amanti che si sono ritrovati. Complimenti ancora per lo stile, per le descrizioni, i dialoghi, gli espedienti narrativi. Non posso che andare avanti con grandissimo interesse.

L introduzione del personaggio di Levi avviene in maniera molto originale e per nulla scontata. Ho apprezzato molto l espediente narrativo, il gioco temporale che hai creato. Il lettore conosce già le vicende di Levi dei suoi amici, il caso di Lovof ma tu sei riuscita a dare il tutto una visione nuova fresca ed originale. In questo capitolo ci sono tre momenti chiave che ho apprezzato davvero tanto. In primis l introduzione. Mi piace il modo in cui catapulti il lettore nella scena, quella di Levi in ginocchio davanti ad Erwin, e i due compagni di lui morti. Il gesto di Amelia per coprire la testa di Isabel, la reazione di Levi e le parole di Erwin fedeli all Oav. La seconda parte che fa da motore alla narrazione sono le vicende legate all inchiesta di Lovof, sappiamo che siamo nel mezzo di ciò ma tu riesci soltanto a sfiorare la cosa ma a renderla comunque presente e reale. Abbiamo un Erwin sempre più certo e sicuro di diventare il prossimo comandante del Corpo. Mi piace il fatto che tu dica che lo stesso Zachary abbia voluto dare più spazio alle idee di Erwin mettendo in un angolo un Sadis che sta perdendo sempre più terreno. Momento cruciale il dialogo tra la nostra protagonista e Erwin. Se nel precedente i due avevano giocato con gli sguardi, qui abbiamo un colloquio maturo, al contempo tenero non tralasciando una certa tensione erotica che si sta creando tra i due. Sembra quasi che lui voglia dire a lei quel segreto, anzi quel sogno che ha sin dall infanzia. Un Erwin che forse non sa bene come comportarsi con lei. Da un lato c e il rapporto di facciata, quello professionale, formale tra un superiore e la sua sottoposta. Ma il loro dialogo progressivamente prende una piega più intima, personale. Lui che si preoccupa per lei, non vuole che rischi la sua vita, dall altro c è il peso di certe scelte che Erwin deve necessariamente prendere visto il suo ruolo. In questo rapporto si sta creando il giusto pathos. In questi capitoli iniziali hai creato un climax incredibile nel rapporto tra i due. Trovo molto interessante leggere i tuoi capitoli iniziali perche creano, al meglio, il terreno per le trame future, più intricate, crude, tragiche e complesse.

Nuovo recensore
17/07/22, ore 11:14

Continua il mio excursus sui tuoi capitoli iniziali e devo dire che sono una grande sorpresa. Il quarto capitolo é molto scorrevole, compatto, e come al solito pazzesco quando si tratta delle descrizioni fuori dalle mura. Trovo che i due personaggi Amelia ed Erwin siano, in maniera diversa, gli indiscussi protagonisti. Mi piace il gioco di sguardi tra i due. Di come progressivamente Erwin si soffermi sulla sua sottoposta, come se la volesse inseguire con lo sguardo. Anche Amelia sembra seguire e accorgersi maggiormente del suo superiore. In questo capitolo c è una sorta di distanza tra i due, ognuno impegnato nel rispettivo ruolo, però si percepisce molto bene il collante tra i due, il legame in divenire, proprio in questo gioco di sguardi. Spedizione fuori dalle mura, come al solito impeccabile a livello descrittivo. Il pathos che accompagna i combattimenti é incredibile. In questo capitolo troviamo molti personaggi conosciuti, anche piuttosto secondari nell opera madre, brava tu a dare loro il giusto spessore. Apprezzo molto quando descrivi la squadra di Mike, che noi impariamo a conoscere nel manga/anime durante gli episodi castel Utgard. Sei stata brava perché hai preso quei pochi dati che abbiamo e li hai fatti tuoi, creando dei personaggi di spessore. Il rapporto che si crea tra la nostra protagonista e questi personaggi canonici, da ulteriore forza a quest ultimi. Adoro come sempre, il modo in cui riesci a passare da momenti incredibilmente drammatici, come richiede il canone di Aot, a momenti più ironici e leggeri. Ho riso di gusto nella scena tra Mike e lei. Hai presentato anche Moblit, personaggio che apprezzo molto nel manga. Ho trovato lei e Moblit parecchio speculari. Come Moblit segue con lo sguardo Hange, Amelia lo fa con Erwin. Interessante e giusto inserire i fatti di Lovof, funzionale per introdurre un personaggio pesante come Levi. Devo dire che leggendo la tua storia, mi rendo sempre più conto che il tuo personaggio, nel panorama di Aot, sarebbe potuto esistere tranquillamente, in quanto perfettamente inserito nella trama.

Recensore Junior
14/07/22, ore 00:37

A una prima lettura questo capitolo sembra piuttosto semplice, in fondo a grandi linee si tratta di un riavvicinamento tra due amanti, ma più ci rifletto e più mi pare che sarebbe assolutamente semplicistico ridurlo a questo, quindi scrivendo questa recensione proverò anche a tirare un po' le fila dei vari ragionamenti che ci sono espressi.
Le riflessioni fatte in proposito agli avvenimenti tragici di un paio di capitoli fa si sono concretizzate nella mente di Erwin in questo. Tutti quei civili erano un sacrificio inevitabile, che il Comandante non ha preso alla leggera, che non lo ha lasciato indifferente, ma che avrebbe comunque fatto perché si doveva, e questo è quanto.
E ne ha avuto il suo tornaconto, a più livelli: ha garantito al Corpo di Ricognizione di sopravvivere, una sede cittadina che dà un nuovo status al suo Corpo, di sicuro quest'aura che definisci tu benissimo come macabra rende più chiaro a tutti gli altri a quanto Erwin sia capace di spingersi per perseguire i suoi obiettivi, allo stesso tempo però chi doveva aver capito che non lo ha fatto a cuor leggero (ho impressa nella memoria vividamente come me la sono immaginata la scena di un paio di capitoli fa in cui Erwin lanciava quell'ultimo sguardo prima di partire per quella sciagurata missione agli altri comandanti) ha capito, e Erwin ha la consapevolezza di essere stato compreso e che trarrà del vantaggio da questo. Per la sua piccola ribellione personale, per il futuro, si racconti pure quello che vuole.
Per la prima volta ci racconti anche che è assolutamente consapevole che lo unisce un legame di qualche sorta a Levi, e anche se non gli è affatto chiaro cosa sia, sa che esiste. E si fa anche qui le stesse riflessioni che mi sono un po' fatta io per lo scorso capitolo, che bisogno aveva di turbare gli equilibri del suo sottoposto come ha fatto convincendolo ad andare da Amelia con la scusa di chiederle di tornare, ma di fatto mettendolo nella posizione di dover affrontare i sentimenti che prova per lei? C'è una risposta molto chiara a questo, ha di fatto usato cinicamente Levi per vedere come Amelia si sarebbe comportata, forse addirittura per ottenere qualcosa da lei, e non gli fa per niente onore. Quasi mi dispiace che non sappia quello che è successo in quella cucina, ma chissà, magari prima o poi lo viene a sapere, in fondo fai anche tu un accenno al fatto che forse, nonostante Amelia e Levi abbiano deciso che è meglio dimenticare, chissà che ce la facciano davvero...
E nonostante i suoi esperimenti sociologici e il fatto che sembri più consapevole di altri di tutto quel turbinio di sentimenti, anche Erwin non mi sembra abbia le idee particolarmente chiare su certi aspetti, eccetto forse che su Amelia, dato che finalmente fa quello che avrebbe dovuto fare sin dall'inizio, ovvero fare la persona seria e occuparsi lui della faccenda, e non solo per ciò che concerne il chiederle di tornare, ma l'ammettere a se stesso che quello che prova per questa donna non può essere che una debolezza a certi livelli, che come gli aveva detto Shadis bisogna fare delle scelte drastiche in un verso o nell'altro, ma che comunque non può fare a meno di lei comunque. Infine, decidersi una buona volta ad accettare realmente quello che c'e tra loro permettendole di conoscerlo davvero, mettendola al corrente del fatto che bene o male è stato il tratto decisivo che ha plasmato tutta la sua vita di adulto, la storia di suo padre e dei sensi di colpa che Erwin si è portato appresso come una croce sin dall'infanzia.
Le permette finalmente di capirlo realmente e di amarlo, non che Amelia già non provasse questo sentimento per lui nonostante si sia resa conto di non conoscerlo sul serio per certi aspetti, ma finalmente così si sono rivelati in tutte le loro similitudini, si sono confessati quanto questo porterà loro debolezza, ma anche grande forza. Soprattutto a unirli ci sarà sempre un sogno comune, che nasce da motivazioni diverse, ma che li fa andare nella stessa direzione con la consapevolezza di in cosa si stanno imbarcando.
Mi è piaciuto molto il rientro di Amelia, che si sente a casa. Mi è piaciuto come la sua squadra l'abbia protetta, il ritrovare i suoi amici, e Levi, ma lì il discorso è più complesso.
La verità è che al netto di quello che c'è tra lei ed Erwin, il Corpo di Ricognizione è il posto dove deve stare.

Nuovo recensore
02/07/22, ore 16:05

Credo di non esagerare nell’affermare che questo sia il tuo capitolo più riuscito e toccante. L’impegno, la fatica che gli hai dedicato emergono dalla precisione chirurgica con cui hai scelto ogni parola, dalla vividezza di ogni immagine, dai preziosi dettagli che hai costellato nei vari passaggi.
La situazione appare da subito alquanto delicata e di difficile messa in atto. Tuttavia, se all’inizio i volontari assegnati al Corpo di Ricerca sembrano avere qualche chance grazie all’impegno dei militari nel tentare di garantire loro un addestramento il più possibile completo nonostante il poco tempo a disposizione, tale speranza viene brutalmente infranta il giorno della partenza. Sei stata bravissima a rendere la disperazione di quel frangente, l’orrore che si insinua negli animi di tutti nel vedere la moltitudine di disgraziati condannati al macello. La miseria di quelle persone, le loro pseudo-armi praticamente inutili contro i giganti, l’indifferenza degli alti ufficiali dell’esercito, le idiozie pronunciate dal ministro del Culto, la folla che illusa chiama a gran voce i propri eroi, il pianto disperato della ragazzina in cerca del padre. È qui che i soldati realizzano come questa spedizione, venduta come una gloriosa impresa di riconquista, in realtà sia solo un pretesto di epurazione neanche tanto velato. E se i più svegli ne covavano da tempo il sospetto, se non la certezza, vedersi sbattuta in faccia la prova lampante di questo eccidio (perché lo è a tutti gli effetti) costituisce comunque uno shock che costringe tutti, Amelia in primis, ad un doloroso e violento esame di coscienza. Udirne la conferma dal saggio anziano che consapevole della propria condanna si sacrifica comunque per salvare il nipote, è stato il colpo decisivo non solo per i personaggi ma anche per noi lettori. L’inserimento del nonno di Armin nella storia è proprio uno dei dettagli raffinati e da veri intenditori di cui parlavo prima.
I passaggi successivi sono il tragico resoconto dell’inevitabile disfatta, resi ancora più drammatici dai parallelismi con le spedizioni passate che si affollano nella mente di Amelia. Il concitato rincorrersi di quei ricordi, di quelle immagini ci mostra brillantemente lo spaesamento vissuto dalla protagonista che raggiunge il proprio punto di rottura con sé stessa e, forse, con Erwin.
L’assidua ripetizione del “Sapere perché siamo qui, perché esistono i giganti. Nient’altro”, “Io voglio solo sapere”, “Mi sono unita al Corpo di Ricerca per questo. Temo di non essere una brava persona”, “Non mi curo dell’umanità, solo di ciò che voglio scoprire” rende perfettamente la spaccatura che si genera nell’animo di Amelia.
Se fino a quel momento tali affermazioni potevano essere in parte vere, ora la giovane si rende conto che in realtà non è affatto così. Perché la morte di un commilitone per quanto tragica può essere annoverata tra i cosiddetti “rischi del mestiere”, ma lo stesso non si può invece dire per coloro che quella vita di sacrificio e di pericoli «non l’hanno scelta». Non si può non rivedere i propri valori morali di fronte all’ingiusta fine di civili indifesi, costretti senza alternativa ad accettare una battaglia per la quale non erano assolutamente preparati.
E se Erwin si limita a commentare l’accaduto con un’esternazione di dispiacere socialmente richiesto, di circostanza, Amelia comprende che per lei invece non vale lo stesso. Capisce che a lei dell’umanità importa eccome e che forse non è più disposta ad eseguire ciecamente gli ordini del proprio Comandante. Emblematiche le fredde parole di Erwin: « era chiaro come la luce del sole come sarebbe andata a finire. E questa tua scenata è inutile, nonché un insulto all'intelligenza di entrambi; sapevi benissimo cosa sarebbe successo. » , come a sottolineare ad Amelia che la sua sofferenza ed il fatto di accusarlo non fanno di lei una persona migliore, perché a conti fatti nonostante tutti loro conoscessero l’esito della spedizione «siamo usciti dalle Mura lo stesso».
Bellissima anche la scena finale, con l’immagine della divisa ordinatamente ripiegata sul letto ed il ritorno a casa di Amelia. Proseguo la lettura della tua storia con sempre maggiore curiosità, davvero un capitolo stupendo, con tantissimi spunti di riflessione e tante lacrime versate.
Hats off!

Nuovo recensore
01/07/22, ore 17:13

Siamo arrivati davvero ad un punto cruciale, di svolta, un giro di boa importante in quella che ormai, risulta essere una relazione a 3. Un capitolo che ha in Levi il perno dell azione, e come sempre riesci a far immergere molto bene il lettore nella testa di Levi. Dai sogni, ai flashback, ai suoi pensieri mentre se ne sta assorto ad osservare la scena. Abbiamo fatto un passo importante in avanti e si é fatto luce sul legame dell Acker bond. Il confronto tra Levi ed Erwin é impeccabile. Per la prima volta si riesce a capire, e di questo ti ringrazio, il punto di vista della persona che é l oggetto di questo legame. Anche Erwin si rende conto di questo particolare legame ed é incredibile come riesca ad usarlo a suo vantaggio per arrivare ad ottenere ciò che vuole. Levi é l uomo che voleva uccidere Erwin e dopo un attimo si ritrova a seguirlo nel Corpo di Ricerca, ed é proprio su questo aspetto particolare che sale una certa tensione tra i due, una tensione, forse appesa da due anni. Dal tuo scritto si intuisce che i due non si siano mai confrontati e non abbiamo mai toccato certi argomenti. Adesso si, perché? Perché ora c è un collante e un doppio legame tra i due, e questo legame si incarna nella persona di Amelia. Amelia rappresenta la mediazione tra i due. Per la prima volta abbiamo anche un contatto fisico tra i due. Elemento che non fa che incrementare quella tensione, anche erotica perché no, che inevitabilmente coinvolge anche Amelia. I tre attori della scena sono sempre loro. Abbiamo Erwin che nei suoi intenti sempre molto macchiavellici, sfrutta a suo vantaggio non solo l Acker bond ma i sentimenti che Levi nutre per Amelia. Erwin me lo figuro in questo contesto, il burattinaio che muove i fili, consapevole dei rischi, delle conseguenze, freddo calcolatore. Levi é l azione. Il motore della scena. Non c è strategia, non ci sono secondi fini,ma la genuina volontà di far tornare Amelia, per quanto lui non lo voglia ammettere. Levi fatica a decifrare i sentimenti che prova per Amelia e la risposta é il rifiuto. Prima dice di no ad Hangie, e in prima battuta rifiuta anche il piano di Erwin, per quanto alla fine decida di andare con Hangie a trovare Amelia. I suoi sentimenti lo tradiscono e questo Erwin lo sa. Erwin gioca su questo con straordinaria abilità, e Levi si rende conto di ciò e ritengo che al di là dell Acker bond, decida di andare lo stesso. Trovo un Levi come spezzato a metà e questo mi piace molto. Ti ho sempre detto che adoro il modo in cui lo rendi umano. Inoltre ritengo, e la mia non vuole essere una captatio benevolentiae, che tu, fra le autrici che ho letto su questa piattaforma, sia la migliore in assoluto a rendere Levi. Scusa la digressione, andiamo avanti. Hangie in questo capitolo rappresenta l amicizia, quella semplice genuina disinteressata. Vuole accertarsi che una delle sue amiche più care stia bene e ovviamente desidera che faccia ritorno. Credo che la pausa, chiamiamola così,, di Amelia sia giusta sacrosanta. Si percepisce tutta la stanchezza dopo tutto quello a cui é stata costretta ad assistere negli anni. Più cinica e disillusa, si dimostra forte e decisa anche in questo contesto. E poi la scena più intensa del capitolo. L approccio tra Levi ed Amelia non poteva venire meglio. Intenso, particolare, giusto ed equilibrato così, un altro momento di grande carica erotica perfetto in tutti i suoi elementi. Un episodio, che da ulteriore rilievo ad un triangolo sempre più concreto. Brava, bellissimo capitolo, non vedo l ora di leggere il seguito.