Recensioni per
Quel che resta del sogno
di Iris02059
Eccomi Iris, la mia recensione giunge con imperdonabile ritardo, purtroppo per cause di forza maggiore ho dovuto mettere nuovamente in pausa scrittura e lettura delle storie. |
In effetti, alla fine del capitolo precedente, mi ero domandata quale fosse il contesto della visita a casa di Amelia. Avevo ipotizzato che potesse essere stato una sorta di congedo forzato in attesa di giudizio, ma non è che mi ci sia soffermata molto, ho preferito aspettare che ce lo raccontassi te e ho fatto bene, perché non mi sarei mai aspettata questo plot twist. |
Ho letteralmente divorato questo capitolo. Scorrevole, scritto molto bene e che approfondisce ulteriormente la nostra protagonista. Ho apprezzato molto il modo in cui rendi l avvicinamento tra Erwin e Amelia. La chimica, la tensione che si crea tra i due. L intesa sin dai primi dialoghi, a cui si aggiunge anche la componente fisica. Sono belli e naturali i primi incontri, diciamo in privato, tra Erwin e lei. Lei insonne, lui che si dimentica di mangiare per il troppo lavoro. Episodi che si ripetono e che creano tra loro una sorta di routine naturale per una coppia agli inizi. Mi piace perché il tutto lo hai reso terribilmente spontaneo e naturale. Adoro le riflessioni fatte da Erwin su Amelia. Una ragazza già in parte, veterana a causa delle troppe morti nelle fila del Corpo di Ricerca,che ha questa voglia di conoscere il mondo esterno e che al contempo dotata di quel sano ottimismo che le fa amare la vita, nonostante lei stessa abbia da poco pianto i suoi due compagni più cari. Sullo sfondo un Corpo di Ricerca che con Sadis non riesce a trovare la giusta quadra. Stupenda la parte dedicata al ricevimento presso il marchese Balto. Sei molto brava a passare da momenti cupi e tristi come richiede il contesto, a momenti ironici e di ilarità che non stonano affatto, anzi, a mio avviso, umanizzano la trama come é giusto che sia. Fantastica Anka che va alla ricerca di Pixis, che non vuole rinunciare a quel bicchiere in più. Come ti ho detto il in parecchie occasioni, trovo azzeccata la resa di Hangie. Perché leggendo il manga o guardando l anime ti aspetti che Hangie sia davvero così. Ho riso di gusto quando in cortile cerca di fare un esperimento dei suoi e tu lettore sai benissimo che il soldato che le sta dietro é Moblit. Parlando del ricevimento, descritto magnificamente. Mi ha ricordato i ricevimenti perfetti di Downton Abbey. La cena, il dopo cena, le conversazioni, il gioco a carte. In questo scenario si incrementa quella carica, quella tensione, erotica perché no, tra la nostra eroina ed Erwin. Un capitolo perfetto in tutta la sua interezza. |
Un secondo capitolo all insegna dell azione. L ho trovato molto bello, struggente, drammatico, intenso. Si percepisce molto bene la preoccupazione di Amelia, parliamo pur sempre della sua prima volta all esterno delle mura. L emozione palpabile che si coglie all apertura del cancello e le sue sensazioni una volta fuori. Battaglia descritte molto bene, la nostra eroina si distingue già per la sua indiscussa abilità in campo e per la sua intelligenza strategica. Eccezionale la descrizione del mondo fuori dalle mura, la sua forte emozione, tale che le comprime il petto e allo stesso tempo l apprensione verso i suoi amici. Arriva la pioggia e le nuvole basse simili a nebbia non fanno vedere nulla, scenario che mi ha ricordato la spedizione in cui Levi perde i suoi due compagni. La resa della morte dei suoi due amici l ho trovata struggente al punto giusto ed originale. Trovata Rose senza vita il lettore si aspetta che troverà anche Theo nel medesimo stato. Invece no. Nel lettore si accende una speranza, magari almeno lui si salverà. La scena in cui Theo cerca di lottare dentro la bocca del gigante e il dialogo finale con Amelia che cerca di tirare fuori l amico , mentre cerca di bloccare le fauci del titano, é semplicemente stupenda. Mi ha travolto il fatto che alla fine lui, appreso di Rose, si lasci quasi andare e dica va bene così. La frase "va bene" così, mi ha ricordato, in stile Easter egg, la battuta del personaggio di Rachel nel Cavaliere Oscuro di Nolan. Quando lei si rende conto che nessuno é andato da lei per salvarla, nel gioco malato di Joker, e prende coscienza del fatto che sarà lei a morire e allora con la frase "Va bene così" é come se si lasciasse andare. Theo mi ha suscitato la stessa sensazione, un abbandono saputo della morte di Rose e il rimpianto per non averle detto cosa effettivamente lui provasse per lei. Hai reso questo senso di abbandono e rimpianto in maniera incredibile. Inoltre un altra frase sempre di Theo ha colto la mia attenzione, "abbiamo combattuto bene vero", una frase che risuonerà martellante nella testa di Amelia, ogni volta che da quel momento in poi, uscirà fuori dalle mura. Che dire ho fatto davvero bene a tornare indietro e leggere anche i primi capitoli. Sono davvero una bella sorpresa. |
Allora, ad un certo punto (quel punto) la mia testa si è completamente disconnessa, ho perso la connessione WiFi con il mio cervello e sono rimasta un minuto buono a cercare la password dentro di me senza trovarla come non riuscivo a trovare la forza di tornare in me e smettere di sorridere come una scema da sola, al buio del salone di casa mia, nel silenzio interrotto solo dalle auto in strada e dal lieto russare di mio padre. |
"Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume. Perché il fiume scorre di continuo e anche noi cambiamo di continuo." |
Allora dal momento che ho cominciato la tua storia dal capitolo 9, oggi ho cominciato a leggere i capitoli precedenti, perché volevano saperne di più della nostra eroina Amelia. Un inizio davvero interessante che fa luce su personaggi nuovi che sei riuscita a definire in poco. Ovviamente troviamo una Amelia appena uscita dal corpo cadetti, già decisa e certa sul percorso da intraprendere. Ho sempre trovato il personaggio di Amelia deciso, pragmatico, forte in molteplici aspetti. In questo primo capitolo me dai una ulteriore conferma, specialmente per il modo in cui risponde a Jared. Lei ha le idee chiare e non si fa condizionare da nulla, anzi. La voglia di sapere, conoscere insito in lei la spinge nel corpo di Ricerca, alla luce di un episodio capitatole durante l infanzia. Adoro il rapporto che lei ha con Hangie, I due personaggi si controbilanciano molto bene, dando vita a ottimi dialoghi. Ho apprezzato il discorso di Sadis ora comandante del Corpo, te lo aspetti così. Inoltre inizi a presentare personaggi amati che tutti conosciamo ma dal punto di vista di Amelia. Abbiamo un Erwin ancora caposquadra, già affascinato dalla recluta. Gli sguardi, le attenzioni, le parole tra i due, l impaccio iniziale, iniziano a creare quel climax e quel pathos che andranno a contraddistinguere il loro rapporto. Un tema fondamentale che fa da perno alla narrazione é la libertà, Amelia non può accettare di vivere come un uccello in gabbia. D altronde Eren non sopportava l idea di vivere dentro le mura come un animale in cattività. Anche il discorso di Rose fa luce sul tema della libertà e della volontà dell essere umano di andare al di là delle mura. Inoltre descrivi bene le sfaccettature che compongono il genere umano dentro le mura. C è chi come Jared considera i membri del Corpo di Ricerca dei pazzi pronti a farsi ammazzare, chi vuole una vita sicura nei territori interni, chi invece desidera andare oltre. Mi piace la presa di posizione di Amelia, che va oltre il convenzionale, la conformità. Lei avrebbe potuto tranquillamente, essendosi classificata nona, ambire ad un posto sicuro dentro le mura, magari sposarsi e quindi abbracciare il progetto di vita di Jared. Lei sceglie un altro cammino ed é proprio la facoltà di scegliere a renderla libera. Un grande inizio per una storia che si prospetta, in tutto il suo sviluppo, avvincente e completa. Grazie |
Un altro capitolo strepitoso, forse quello più ricco di avvenimenti, completo in ogni suo aspetto. Dalla profondità dei dialoghi alla carneficina della spedizione. Una Amelia che prende sempre più coscienza del suo rapporto con Erwin e del suo ruolo all interno del corpo di ricerca. A mio avviso qui troviamo uno dei dialoghi più belli che abbia letto finora nella tua storia, ossia quello tra Levi e Hange. Le parole di Hange che toccano tematiche filosofiche, legate alla necessità della prova empirica per trovare una legge universale. Azzeccata anche la riflessione sulla vita, la quale non può essere imbrigliata da una legge, perché si vive effettivamente una volta sola. Inoltre il riferimento ad Eraclito, il costante scorrere delle cose, le cose che un attimo dopo non sono mai uguali all attimo prima. La metafora dell acqua del fiume in costante mutamento. Molto originale quindi inserire l elemento filosofico nel contesto di Aot. Esperimento più che riuscito. Come scena invece la mia preferita é sicuramente quella davanti al cancello quando sta per avere inizio la spedizione. Una scena quasi cinematografica ben riuscita. I volontari che risultano essere più del solito, senza cavalli o armi adeguate. I fanatici del culto delle mura che incitano l impresa. La bambina che chiama disperata il padre perché non vuole che parta. I membri del corpo di ricerca consapevoli che sarà una carneficina. Erwin che non stacca gli occhi dagli alti vertici dell esercito,certo del risultato finale. Mi piace il cameo del nonno di Armin, che si rende conto che andrà a morire e quando i suoi pensieri vanno al nipote e ai suoi amici, noi lettori non possiamo che sorridere. Come al solito non ti smentisci mai, scene di combattimento di grandissimo livello, emozionanti, coinvolgenti. Ovviamente come prevedibile la spedizione diventa un inferno. E al lettore non possono che tornare in mente le parole di Amelia a Levi, quelle sull uomo che nel tentativo di salvare un altro che stava affogando, perde la vita. L idea terribile che l autorità centrale, con questa spedizione, volesse far ammazzare più uomini possibili. Anche gli erudimenti ricevuti dal corpo di ricerca, non risparmiano i volontari. Poi il punto di non ritorno la ritirata stabilita da Amelia e le dirette conseguenze del suo gesto. E forse un punto di non ritorno anche nel rapporto con Erwin,il quale ribadisce subito di essere un suo superiore prendendo quasi le distanze da lei, vestendo quindi i panni del comandante che non ha scelta, già certo che sarebbe stata, questa spedizione una strage. Ti ringrazio perché hai fatto luce su una parte del manga piuttosto abbozzata, io personalmente mi sono sempre immaginato questa spedizione, chiedendomi come fosse effettivamente andata. Complimenti anche all incipit con una descrizione molto dettagliata di come é composto il corpo di ricerca quando esce fuori dalle mura. Non vedo l ora di leggere il prossimo capitolo. |
Simpaticissimo Erwin in questo tuo nuovo capitolo, davvero molto. Ma capisco il personaggio, approvo e condivido la tua lettura. Del resto, cosa si può fare di fronte a certi fatti inevitabili? |
Eccoci con un altro capitolo molto coinvolgente, scritto molto bene. Un capitolo dedicato interamente a Levi, non si poteva chiedere di meglio. Un capitolo molto introspettivo, che guida l'autore tra i pensieri di uno dei personaggi più amati di Aot. Si parte dalla sfera onirica, quella del sogno. La scena del bucato, del bacio e l'arrivo di Erwin, ricordano una sequenza cinematografica, ben descritta; anche i dialoghi giusti, coerenti; e poi le parole di Amelia e di Erwin che a ritmo incalzante si fanno ripetutamente strada nella mente di Levi, mentre la narrazione va avanti. In effetti, questo è un capitolo che ha due anime ben distinte che si sposano a meraviglia tra loro. Da una parte la trama che prosegue, che non si ferma, siamo praticamente alla vigilia della spedizione suicida dei volontari; dall'altra l'universo interiore di Levi fatto, appunto di sogni, pensieri, flashback. Due anime il cui collante sono le mani. Il tutto visto dalla prospettiva di Levi. Un ulteriore approfondimento dell'Acker bond, che tu vedi, a mio avviso giustamente, come un istinto, che neanche il protagonista sa bene cosa sia. In questo capitolo parli di sogno, pensiero e istinto. Questo sintetizza alla perfezione l'essenza del nostro eroe, in questa parte della storia. Il sogno di Levi: prima il desiderio, la sfera intima, andando a sfociare anche nell'erotismo, perché; poi l elemento tragico, la dimensione dell'incubo, la morte, la paura di perdere qualcuno. Complimenti davvero. Poi abbiamo il pensiero. Levi è pensieroso, assorto, meditabondo per natura. Una di quelle persone a cui piace stare da sola, a riflettere, molto contemplativa. E infine questo istinto che emerge, dentro di lui e che nn riesce del tutto a comandare. In questo capitolo il triangolo Amelia, Erwin e Levi, diventa molto più intimista, e credo sia stato un fatto un passo in avanti importante. Ho trovato azzeccatissima la scena in cui Levi è nello studio di Erwin, la porta semi aperta che da sulle stanze private, il letto sfatto, infine l'uscita di Amelia, la quale da un senso di morbidezza e freschezza. Un altro flashback con la madre, Kuchel, molto indovinato; sei riuscita, in questo frangente, a descrive una scena di vita quotidiana, molto realistica e molto tenera. Il lavaggio delle mani di un bambino prima di mangiare, aiutato dalla madre. I riferimenti all'ossessione di Levi per la pulizia ci sono tutti. Il bucato, lui che cerca di togliersi lo sporco e non ci riesce mai del tutto, cadendo in un atteggiamento compulsivo: lavarsi le mani fino a farle sanguinare. Inoltre, noto con piacere, che rendi Levi, nella tua storia, un attento osservatore. Come da bambino coglieva la sporcizia nelle mani della madre o quei segni che non andavano mai via, nel tempo presente, osserva le mani di Erwin, grandi, possenti, o quelle più minute di Amelia. Infine le sue. C'è molta introspezione in questo capitolo, ma abbiamo anche la parte politica, l' azione concreta, incarnata alla perfezione da Erwin. Il Comandante accetta di partecipare ad una festa nei territori interni per ingraziarsi i più potenti. Non a caso decide di portarsi i suoi fedelissimi, quelli sui quali sa di poter contare. Uno dei dialoghi più belli è quello tra Levi e Amelia in battello. Entrambi sono legati, seppur in maniera diversa, ad Erwin. Mi ha colpito la naturalezza con la quale Amelia, alla festa, dice che non farebbe mai fare cattiva figura al suo Comandante. Ed è la stessa Amelia che si rende conto di come il legame tra Erwin e Levi sia diverso. Levi non dava retta a Sadis, ma rispondeva solo ad Erwin ed ecco che in questo capitolo si ripropone la scena nella quale si instaura l'acker bond. Erwin che invita Levi ad entrare nel Corpo di ricerca. Trovo questa tua interpretazione giusta e accattivante. Il finale evidenzia una volta in più il grande lato umano che Levi possiede. Con le sue mani vuole riuscire a tenere la morte lontana dai suoi compagni. Una volta di più evidenzi, con maestria, il tratto distintivo di Levi, che quasi nessuno è in grado di cogliere. |
"sí, una fiamma... una fiamma. Scalda,brucia,illumina chi ha intorno... e a volte noi ci scottiamo, come falene troppo vicine a una candela..." |
Ciao Iris! Scusa il ritardo, ho avuto modo di leggere la tua storia (che diventa sempre più bella comunque) solo oggi, anche perché preferisco prendermi un momento in mattinata per leggere e rielaborare. Solitamente non leggo la sera. |
Vedi bene che non ho torto quando dico che sai elaborare bene sul concetto di "ackerbond", ma se per ciò che Levi prova per Erwin si può chiamare in causa questo particolare aspetto che va al di là di quello che lui stesso può controllare, i suoi sentimenti per Amelia sono sì confusi, ma piuttosto autentici, e fa riflettere il fatto che Levi arrivi a sognare che lei gli chieda di ammettere che gli piace, anche solo un pochino. Che poi è un concetto un po' vago, una persona in fondo può piacerti in molti sensi diversi e non necessariamente deve piacerti perché ne sei attratto o in senso romantico, anche se con quel bacio l'Amelia dei suoi sogni è molto chiara su cosa sia quello che in fondo pensa, o spera. Ci sta in questo clima di incertezza. Ma ammetterlo credo significhi mettersi nella posizione di stare male, come sembra suggerire il fatto che sempre nel suo sogno il clima viri velocemente da un'immagine per lui semi idilliaca di pulizia e dolcezza a un'altra di sangue e morte. Credo che la cosa mi sarà più chiara continuando a leggere i capitoli futuri. |
Eccoci con un altro capitolo, a mio avviso sempre scritto molto bene, con quello stile scorrevole accattivante che ormai ti caratterizza. Con quella tua capacità notevole di passare a momenti crudi, violenti e di dolore a momenti di maggiore leggerezza. Il punto forte i dialoghi che rendono tutto molto cinematografico, come ho già detto più volte. Siamo un anno dopo i fatti della caduta di Shiganshina, apprezzo il gioco temporale, che fa piombare il lettore in una nuova dimensione della storia. Troviamo il nostro personaggio più maturo, veterano, con una squadra da comandare, nonostante lei sia sempre stata scettica dopo l evento traumatico di Leo. Devo farti i complimenti per come sei riuscita a costruire la squadra della nostra Amelia. L amalgama che riesci a creare tra i vari personaggi che colpiscono il lettore. Inoltre personaggi nuovi che armonizzano molto bene con il contesto di aot. Mi piace il modo e lo stile in cui combattono, i movimenti che creano col movimento tridimensionale, movimenti fluidi, descritti sempre molto bene, guidati dalle direttive di Amelia. Azzeccato il dialogo con Erwin e la schiettezza con cui Amelia parla al suo Comandante, tutto il dialogo fa presagire come, secondo te, Erwin avesse già pianificato quel qualcosa, iniziando, passo dopo passo, creando attorno a sé un gruppo di fedelissimi, come il più abile degli strateghi. Ironico il fatto che a rendersi conto di ciò sia proprio uno dei suoi soldati favoriti. Ho apprezzato la parentesi che ricorda la short stories incentrata su Moblit. Una parte che fa luce, ulteriormente, sul rapporto particolare, professionale e non, che c era effettivamente tra Hangie e il suo sottoposto. Si coglie bene quel senso di protezione di Moblit verso Hangie. Devo nuovamente farti i complimenti per come rendi Hangie. Sempre azzeccata al contesto, con la sua genialità e l eccentricità che la contraddistinguono. Ritornando al dialogo tra Erwin e Amelia, sei stata brava ad aggiungere alcuni dettagli, come le espressioni che ogni tanto ha Erwin. Come se stesse andando oltre, come se ci fosse altro e che non vuole dire, come se stesse già progettando qualcosa, sempre in nome del suo obiettivo principale. All insegna del classico il fine giustifica i mezzi, oppure per vincere contro i giganti bisogna perdere parte della propria umanità e soltanto chi è in grado di farlo può ottenere quel qualcosa. Alcune espressioni di Erwin che inserisci mentre Amelia parla e che anche Levi coglie, mi han fatto tornare alla mente, quando alla fine della seconda stagione, si scopre, dopo i fatti di Ragako, che i giganti sono umani, l espressione di Erwin è incredibile, Levi ne è quasi sconcertato, come se si trattasse di una gioia incondizionata, privata, personale, perchè ci si sta avvicinando alla verità, il tutto per le sue mire personali, per poter trovare finalmente una risposta esauriente alla domanda che fece da bambino. E sulla stessa scia c è Amalia. Il voler sapere a tutti i costi a discapito di vite umane. Questa connessione resta forte e fa da collante nella loro relazione nel bene e nel male. Ho apprezzato che durante i combattimenti fuori dalle mura, il pensiero di Amelia va sempre alla morte di Leo, inoltre la costruzione della scena narrativa del presente si sposa a meraviglia con i flash back e come sempre adoro i ricordi passati scritti in corsivo, sono ulteriori dettagli che arricchiscono le vicende. Qui troviamo una Amelia più matura che riesce ad ora a gestire al meglio il gruppo dei suoi sottoposti che compongono la sua squadra. Nel finale ottimo spunto per un prossimo capitolo immagino, ossia la spedizione di riconquista del Wall Maria che portò ad un totale bagno di sangue. Sono molto curioso della resa, perché ci offrirai delle pagine inedite, su un qualcosa che Isayama non ha approfondito. Una spedizione sanguinosa, quella a cui aveva preso parte anche il nonno di Armin, se non erro, che aveva ridotto drasticamente il numero di esseri umani, mossa per ridurre la carenza di risorse dopo la caduta del Wall Maria. Quando infatti in questo capitolo fai riferimento a questa lettera circa questa spedizione indirizzata ad Erwin già ovviamente comandante del corpo, non può non stringerti il cuore. |
Un grandissimo capitolo non c'è che dire; tanta carne al fuoco e poi il finale che ti lascia di pietra, nonostante un lettore che ha seguito AOT sapesse già. Un capitolo con una grande ossatura, forte, che mi ha fatto emozionare in molti frangenti. Anzi mi ha suscitano emozioni diverse in base al contesto. Dall'allegria dei commilitoni durante una serata di bevute, agli scontri infiniti con i giganti. Come al solito, e non mi stancherò mai di dirlo, la tua scorrevolezza stilistica è impressionante. Un capitolo che assomiglia ad un puntata della tua serie preferita, proprio quando arriva il momento cruciale. Ho apprezzato il salto temporale. Si apre con la scena della madre di Moses, scena che tutti conosciamo e che hai scritto magistralmente, fedele, con la nostra eroina Amelia, lei sempre azzeccata in ogni contesto di Aot, per come la rendi. Scena che spinge il lettore a pensare, ecco ci siamo, oggi cade Shiganshina e poi con maestria ci porti un mese prima per raccontare una sorta di spin off, proprio sulla spedizione, che noi vediamo in apertura della prima puntata di AOT. Ci riesci sempre molto bene a passare da scene di convivialità a scene di pura guerra e sofferenza. La differenza la fanno anche i dialoghi. Fantastico quello tra la Hangie ubbriaca e Levi che la sorregge. Levi, come dico sempre, sul solco dei precedenti capitoli, è azzeccato. Non snaturato. Mi piacciono i sui silenzi, sul suo starsene in disparte, ma essere al contempo presente. E ci regali alcune delle sue riflessioni. Ad esempio ho trovato interessante aver inserito un flash back con Kenny, un personaggio che apprezzo in particolar modo, e che Isayama in poco è riuscito a caratterizzare molto bene. Prima il flash back con Kuchel poi Kenny. Grazie davvero perchè ci offri una panoramica del personaggio di Levi molto completa e fedele. Mi hai fatto venire in mente una scena dell'anime. Nella terza stagione, la sera prima della conquista di Shiganshina, Armin, Eren e Mikasa si fermano a parlare presso una scalinata, in un vicolo troviamo Levi, silenzioso, eppure i suoi silenzi sono sempre carichi di significato e tu dai voce, portando il lettore nei suoi pensieri e come dicevo prima, senza stravolgerlo. Parliamo della spedizione. L'ultima di Sadis come comandante, mi piace il collegamento della radura, trovata da Amelia, e l'obiettivo di accendere la fornace. Quindi l'obiettivo è creare questa fatidica base logistica, tutto ovviamente va a rotoli. Ancora complimenti per le scene di combattimento. Sembra davvero di seguire una cinepresa in movimento. Per quanto uno sappia che Moses morirà, aver spiegato il modo, aver descritto la dinamica rende onore ad un personaggio che anche nei capitoli precedenti hai delineato bene. Sono tutti ragazzi, combattono insieme, si conoscono, devono affrontare un qualcosa più grande di loro. Hai inserito Ilse. Quando ho letto il nome, sono rimasto contento. Come se avessi trovato un vecchio conoscente. In effetti c'era anche lei e anche la tua attenzione per la cronologia di eventi e azioni rende il tutto molto più fruibile ed apprezzabile. In questo capitolo c'è morte, quella morte da trincea; mi ha ricordato parecchio la dinamica della trincea, i corpi, tagliati, mutilati, le ultime parole di soldati morenti. Il pensiero di Amelia va a Leo, a Farlan, a Theo e Rose. Lì in quell'inferno, dove ogni secondo può essere l'ultimo, nel turbinio dell'azione, dai comunque spazio ai pensieri di lei. Le sue motivazioni, il voler a tutti i costi sapere a discapito della sopravvivenza dell'umanità. Quell'istinto egoistico, che la anima quando va fuori dalle mura e la fa sopravvivere. Quello che mi piace del tuo stile è anche la ripetitività di alcune tematiche che metti in risalto con il corsivo e che inquadrano ulteriormente i personaggi. Per Erwin sono quelle due frasi che lo accompagneranno fino alla battaglia di Shiganshina, Amelia ha le sue, Levi ha i suoi flash back. Insieme crea un intreccio narrativo di spessore, che crea una bella connessione tra lettore e personaggio. Altra piccola parentesi, abbiamo il riferimento all'Ackerbond di Levi. Concordo in pieno in merito. Il risveglio di Levi avvenuto nel momento della morte dei suoi due amici e alla frase di Erwin che lo invita a seguirlo, tra i ranghi del Corpo di Ricerca. Mi piace anche che tu vada a sottolineare come questo imprinting che si crea, vada anche ad influire sulla sfera fisica della persona. E sono d'accordo su questo, infatti pensiamo ai mal di testa degli Ackermann. E il fatto che lo stesso Levi no capisca bene questa sensazione, come se volesse a volte ribellarsi, come se a volte ne provasse sin fastidio, perché è come se non fosse completamente padrone di se stesso. Infatti se non erro i mal di testa sono il risultato della volontà/personalità originaria che cerca di opporsi. Il momento più commovente del capitolo quando Amelia parla con quella vedetta che neanche conosce. Mi ha ricordato in parte la scena in cui Levi e Petra assistono un loro compagno fuori dalle mura, il giorno dell'attacco a Trost. Il lato umano che emerge, quella solidarietà umana di fronte ad un qualcosa di apocalittico che non si può fermare e la preoccupazione di Levi che teme che il soldato morente non lo abbia sentito. Qui abbiamo Amelia e il breve dialogo con la vedetta è un pugno allo stomaco ed è giusto che sia così. Poi il finale, Erwin è praticamente Comandante del Corpo, è il tramonto, e poi la doccia fredda il Wall Maria è caduto. Ora sono davvero curioso di sapere come andrà avanti, perchè siamo arrivati ad un importante giro di boa. Non vedo l 'ora di leggere il prossimo capitolo e continuare con Amelia questa rivisitazione pazzesca del mondo AOT. P.s Un plauso a Mike, che nessuno può fermare, nemmeno Amelia, quando si sta incamminando verso il bagno degli uomini; è bastato il semplice olfatto per capire tutto e il suo totale disinteresse in merito alla tresca, mi ha fatto ridere di gusto. Grazie per regalarci anche queste perle leggere ed ironiche. Alla prossima |