Recensioni per
Quel che resta del sogno
di Iris02059

Questa storia ha ottenuto 117 recensioni.
Positive : 117
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
30/06/22, ore 22:27
Cap. 17:

Eccomi Iris, la mia recensione giunge con imperdonabile ritardo, purtroppo per cause di forza maggiore ho dovuto mettere nuovamente in pausa scrittura e lettura delle storie.
Ma veniamo a noi, mi avevi anticipato che avresti portato una tua personale visione del concetto di Ackerbond e non poteva essere altrimenti dal momento che, riallacciandomi alla tua introduzione, Isayama ha tracciato solo a grandi linee la natura di tale legame lasciando a noi lettori ampio margine per scervellarci e produrre le teorie più disparate. Ti dico subito che ho adorato questo capitolo, Levi è un personaggio dalle mille sfaccettature e ho apprezzato molto che tu abbia dedicato così tanto spazio all’approfondimento della sua personalità. L’espediente del sogno è stato un colpo di genio, perché per un uomo come Levi sempre trincerato dietro un inespugnabile ed algido atteggiamento, essere in balìa del proprio inconscio senza possibilità di “tirare” gli usuali freni inibitori è un vero dramma. Ma ciò non fa che rimarcare l’ovvietà che lui cerca perennemente di rinnegare, ovvero l’appartenenza al genere umano e quindi per esteso l’inevitabilità del soffrire, gioire e perché no, innamorarsi.

<< Ehi, Levi… io ti piaccio, vero? Solo un pochino. Tanto così. >>

È quindi per Amelia che il Capitano ha cominciato a sviluppare un interesse romantico? Considerando quanto la protagonista sia affascinante ed amabile ciò non mi stupirebbe affatto, ma forse la situazione è ben più complessa di così.

E quale sarebbe il motivo che lo indurrebbe a tacere questi sentimenti?
Forse la risposta è nell’Ackerbond, che si palesa alle spalle di Levi assumendo le massicce sembianze di Erwin, con quelle mani che addirittura gli stringono la carne sotto la divisa raggelandolo sul posto. Questo a significare che il legame di obbedienza potrebbe impedirgli di mettersi in competizione con il proprio Comandante?

I continui rimandi nel corso del capitolo a citazioni tratte dal sogno, da altri eventi significativi per il Capitano, intensificano ulteriormente la profonda riflessione che si è messa lentamente ma inesorabilmente in moto dentro di lui. Dolcissimo e di una delicatezza commovente il flashback con la madre, anche quello riuscito alla perfezione. Ribadisco che secondo me hai tratteggiato un Levi assolutamente “in character” in ogni sua azione, pensiero, battuta.

“Non posso influenzare le loro scelte, non posso cambiare quello che hanno fatto, o che vogliono fare. Questo, non posso né potrò mai farlo. Così come non riesco, ad oggi, a comprendere o cambiare quello che sento, qualunque cosa sia. L'unica cosa che conta, è non avere rimpianti. Sempre. E se con queste mani riuscirò a tenere la morte lontano da loro ancora per un po', allora non rimpiangerò mai nulla.”

Si può dire che questa frase sia la ciliegina sulla torta. L’ho riletta più e più volte perché mi ha immediatamente colpita al cuore e mi ha ricordato un concetto analogo che anche io avevo inserito nella mia storia. In fondo chi non ha mai avuto un simile pensiero, per quanto non si possegga l’incredibile forza di Levi? Il desiderio di proteggere coloro che amiamo, la paura di non riuscirci e di non poter fare abbastanza, il tormento per non essere in grado di scegliere al posto loro evitandogli le sofferenze alle quali siamo sicuri andrebbero incontro. È assolutamente normale che lui provi tutto questo nei confronti dei propri compagni nei quali ha trovato una famiglia, l’unica che gli è rimasta e che non vuole perdere.

Parallelamente alle elucubrazioni del Capitano la storia prosegue il suo corso, lineare e precisa. Tra Mike con lo stomaco in subbuglio ed i tentativi di Amelia di schivare i viscidi nobili, mi ha sorpresa leggere della tragica prima spedizione per la riconquista del Wall Maria, perché è un argomento che solitamente nelle altre fanfiction viene bypassato.

Come sempre non posso che farti i complimenti per la tua bravura e direi che questo capitolo ha acceso ancora di più la mia curiosità su come svilupperai il racconto!

Recensore Junior
13/06/22, ore 19:42

In effetti, alla fine del capitolo precedente, mi ero domandata quale fosse il contesto della visita a casa di Amelia. Avevo ipotizzato che potesse essere stato una sorta di congedo forzato in attesa di giudizio, ma non è che mi ci sia soffermata molto, ho preferito aspettare che ce lo raccontassi te e ho fatto bene, perché non mi sarei mai aspettata questo plot twist.
Una mossa strana, fuori logica per un militare inquadrato nel suo ruolo, ma come poi la protagonista racconta sul suo aver perso quasi completamente il baricentro su se stessa per essersi affidata troppo a un uomo, diventa una mossa comprensibile se vista in quest’ottica di confusione mentale.
La decisione del Comandante di coprirla, sebbene comprensibile anche questa se la immaginiamo dettata dall'affetto che prova per lei, un po’ non lo fa passare bene. In un certo senso Amelia ha disertato, l'avesse fatto un altro, qualsiasi altro, Erwin avrebbe usato la stessa comprensione? Direi di no, ed è un particolare che lo rende anche in parte un ipocrita. E non è il peggiore degli aspetti della faccenda che lo riguarda, perché mi da l'impressione che in questo momento stia vivendo il suo allontanamento, che sembra definitivo, come se si fosse liberato di un problema, e nel frattempo fa giochetti psicologici con Levi, come se incoraggiarlo a esplicitare i sentimenti che prova verso di lei sia mettere l'ennesima croce sulla sua storia con Amelia. Va bene la propensione a usare chi ha intorno come una pedina, ma in questo scenario ce n'era proprio così bisogno? Era proprio così necessario per i suoi fini umiliare Levi sbattendogli in faccia che ha letto in lui certi sentimenti come fosse un libro aperto, senza garantirgli una dignitosa privacy? Il rinfacciarli poi che non fosse stato facile per lui trovarsi ad avere la sua fiducia, l'ho trovato terribile. Levi gli ha risposto a tono su questo, ma si sarebbe meritato anche una sberla minimo minimo.
Credo che comunque come soldato alle sue dipendenze la rivorrebbe con sé, nel suo “cerchio magico” che citi in questo capitolo, per questo tutto sommato incita Levi ad andare a convincerla a tornare. C’è della confusione, ma credo sia normale.
Faccio ipotesi campate un po’ in aria probabilmente, me ne rendo conto, in fondo hai raccontato i pensieri di tutte le parti in causa tranne che quelli del Comandante, quando magari lo farai allora potremmo ragionarne meglio.
Il protagonista di questo capitolo comunque è senza dubbio Levi, ce ne dai uno spaccato molto interessante mostrandoci quel lato tenero che ci è stato fatto intendere dal suo autore in tanti piccoli spunti e che hai reso nei suoi pensieri e nei suoi gesti, ci hai fatto sbirciare nei suoi sentimenti per Amelia che si sono definitivamente qui concretizzati, ma anche nei suoi dubbi, la sua paura che quello che sente sia solo uno specchio di quello che sente qualcun altro.
Per il momento non è riuscito a convincerla a tornare e tutto sommato mi sarebbe sembrato strano il contrario, ma non appena avrà riacquistato un po’ della sua lucidità la sua voglia di sapere tornerà. Oppure succederà qualcosa che la obbligherà a farlo. Non lo so, come potrei saperlo, sono solo certa che non riuscirà alla lunga a stare lontana dal corpo di ricognizione.
Mi è piaciuta la scena tra Amelia e Levi, devo ammettere che per un attimo mi sono immaginata la famosa citazione “de botto, senza senso” e devo ammettere che se fosse finita così non avrei apprezzato un granché, ma anche qui ci hai dimostrato la dolcezza insita nel personaggio che ti dicevo prima, così come la confusione di Amelia nel considerarlo strano, ma per un certo verso anche no.
Ripeto, c’è molto da chiarire, quindi smetto di rimuginare a vuoto e aspetto i prossimi capitoli 👏🥰

Nuovo recensore
12/06/22, ore 17:54

Ho letteralmente divorato questo capitolo. Scorrevole, scritto molto bene e che approfondisce ulteriormente la nostra protagonista. Ho apprezzato molto il modo in cui rendi l avvicinamento tra Erwin e Amelia. La chimica, la tensione che si crea tra i due. L intesa sin dai primi dialoghi, a cui si aggiunge anche la componente fisica. Sono belli e naturali i primi incontri, diciamo in privato, tra Erwin e lei. Lei insonne, lui che si dimentica di mangiare per il troppo lavoro. Episodi che si ripetono e che creano tra loro una sorta di routine naturale per una coppia agli inizi. Mi piace perché il tutto lo hai reso terribilmente spontaneo e naturale. Adoro le riflessioni fatte da Erwin su Amelia. Una ragazza già in parte, veterana a causa delle troppe morti nelle fila del Corpo di Ricerca,che ha questa voglia di conoscere il mondo esterno e che al contempo dotata di quel sano ottimismo che le fa amare la vita, nonostante lei stessa abbia da poco pianto i suoi due compagni più cari. Sullo sfondo un Corpo di Ricerca che con Sadis non riesce a trovare la giusta quadra. Stupenda la parte dedicata al ricevimento presso il marchese Balto. Sei molto brava a passare da momenti cupi e tristi come richiede il contesto, a momenti ironici e di ilarità che non stonano affatto, anzi, a mio avviso, umanizzano la trama come é giusto che sia. Fantastica Anka che va alla ricerca di Pixis, che non vuole rinunciare a quel bicchiere in più. Come ti ho detto il in parecchie occasioni, trovo azzeccata la resa di Hangie. Perché leggendo il manga o guardando l anime ti aspetti che Hangie sia davvero così. Ho riso di gusto quando in cortile cerca di fare un esperimento dei suoi e tu lettore sai benissimo che il soldato che le sta dietro é Moblit. Parlando del ricevimento, descritto magnificamente. Mi ha ricordato i ricevimenti perfetti di Downton Abbey. La cena, il dopo cena, le conversazioni, il gioco a carte. In questo scenario si incrementa quella carica, quella tensione, erotica perché no, tra la nostra eroina ed Erwin. Un capitolo perfetto in tutta la sua interezza.

Nuovo recensore
11/06/22, ore 17:27

Un secondo capitolo all insegna dell azione. L ho trovato molto bello, struggente, drammatico, intenso. Si percepisce molto bene la preoccupazione di Amelia, parliamo pur sempre della sua prima volta all esterno delle mura. L emozione palpabile che si coglie all apertura del cancello e le sue sensazioni una volta fuori. Battaglia descritte molto bene, la nostra eroina si distingue già per la sua indiscussa abilità in campo e per la sua intelligenza strategica. Eccezionale la descrizione del mondo fuori dalle mura, la sua forte emozione, tale che le comprime il petto e allo stesso tempo l apprensione verso i suoi amici. Arriva la pioggia e le nuvole basse simili a nebbia non fanno vedere nulla, scenario che mi ha ricordato la spedizione in cui Levi perde i suoi due compagni. La resa della morte dei suoi due amici l ho trovata struggente al punto giusto ed originale. Trovata Rose senza vita il lettore si aspetta che troverà anche Theo nel medesimo stato. Invece no. Nel lettore si accende una speranza, magari almeno lui si salverà. La scena in cui Theo cerca di lottare dentro la bocca del gigante e il dialogo finale con Amelia che cerca di tirare fuori l amico , mentre cerca di bloccare le fauci del titano, é semplicemente stupenda. Mi ha travolto il fatto che alla fine lui, appreso di Rose, si lasci quasi andare e dica va bene così. La frase "va bene" così, mi ha ricordato, in stile Easter egg, la battuta del personaggio di Rachel nel Cavaliere Oscuro di Nolan. Quando lei si rende conto che nessuno é andato da lei per salvarla, nel gioco malato di Joker, e prende coscienza del fatto che sarà lei a morire e allora con la frase "Va bene così" é come se si lasciasse andare. Theo mi ha suscitato la stessa sensazione, un abbandono saputo della morte di Rose e il rimpianto per non averle detto cosa effettivamente lui provasse per lei. Hai reso questo senso di abbandono e rimpianto in maniera incredibile. Inoltre un altra frase sempre di Theo ha colto la mia attenzione, "abbiamo combattuto bene vero", una frase che risuonerà martellante nella testa di Amelia, ogni volta che da quel momento in poi, uscirà fuori dalle mura. Che dire ho fatto davvero bene a tornare indietro e leggere anche i primi capitoli. Sono davvero una bella sorpresa.

Nuovo recensore
10/06/22, ore 00:26

Allora, ad un certo punto (quel punto) la mia testa si è completamente disconnessa, ho perso la connessione WiFi con il mio cervello e sono rimasta un minuto buono a cercare la password dentro di me senza trovarla come non riuscivo a trovare la forza di tornare in me e smettere di sorridere come una scema da sola, al buio del salone di casa mia, nel silenzio interrotto solo dalle auto in strada e dal lieto russare di mio padre.
Ciao Iris, tu vuoi farmi venire un infarto vero? XD
Ok, ora riorganizzo le idee e parto con ordine.
Innanzitutto mi è piaciuto molto il collegamento delle varie storie e situazioni e relazioni tra i personaggi tramite la frase che è anche titolo del capitolo e perno, quasi movente, della questione: neppure se fossi tu a chiedermelo. È una frase che ne contiene tante altre al suo interno come "a discapito di tutti gli altri la mia presenza conta qualcosa per te? ", oppure può essere intesa come una domanda per se stessi per confermare o smentire un dubbio, "le mie parole sono in grado di smuoverlo/a? ". Oppure ancora, per chi si sente rivolgere queste parole, "riponi così tanta fiducia in me, nella nostra amicizia, nel nostro legame, a tal punto di chiedermi di fare qualcosa solo perché sei tu a farlo?". Insomma, è un rollercoaster di emozioni positive e negative, di rabbia per Levi, speranza per Hanji, rassegnazione per Erwin e... Anche Amelia mi ha dato l'impressione di essersi rassegnata. Sinceramente, se neanche Levi è stato in grado di smuoverla, a questo punto credo che solo Erwin sia in grado di farla tornare. Come non lo so, non ne ho la più pallida idea visto che nessuno dei due sembra voler fare il primo passo. Ma si vede quanto l'uno pensi all'altra, quanto stiano mettendo loro stessi per primi in discussione e quanto entrambi sorridano per finta. In sostanza sì, io amo questi parallelismi fatti di frasi che si ripetono, situazioni simili con personaggi diversi etc. Per questo ho apprezzato molto anche il modo in cui hai incatenato i flashback tra loro, specialmente gli ultimi che portano Levi alla conclusione che non sarebbe riuscito a dimenticare facilmente quello che era appena successo.
E parlando proprio di questo, come hai costruito la scena è stato sublime. Era un crescendo che tu in fondo sapevi (e speravi) raggiungesse l'ultima nota del pianoforte e quando è accaduto è come se tutte le altre note fossero saltate simultaneamente e fossero rovinate a terra in un gran baccano. Perché Levi si è lasciato andare, ha lasciato andare il chiasso dentro di lui, e Amelia invece lo ha generato dentro di sé. Non so se sia stato solo un momento di debolezza per lei, ma il modo in cui Levi l'ha baciata (se devo essere sincera al 100% e super onesta) è stato molto più dolce del primo bacio tra Amelia ed Erwin, in infermeria. Impacciato, ma pregno di una volontà da parte di Levi di liberarsi in qualche modo, di dare sfogo, non frettolosamente e con frenesia, ma con grazia.
Solitamente Levi viene dipinto come quello duro, quello che bacia violentemente, che non aspetta niente e nessuno, quindi vederlo in un atteggiamento completamente diverso è stato molto bello e anche più realistico in verità.
Quindi alla fine il tempo che ho impiegato a leggere questo capitolo sembra essersi volatilizzato da qualche parte perché il ritmo con cui hai raccontato tutto quanto è ben cadenzato e non sbaglia mai un colpo. Devo dire che l'amicizia tra Hanji e Amelia qui sboccia, perché senza Hanji probabilmente nessuno avrebbe mosso un dito e anche se Amelia all'inizio non sembra contenta di vederli, alla fine apprezza il fatto che qualcuno sia venuto a cercarla, che non si fossero dimenticati di lei. Poi ho trovato molto teneri i flashback della vita passata di Levi nella città sotterranea con Furlan e quella frase, quando dici che Levi non sa che tra sei anni Erwin gli morirà praticamente davanti agli occhi, mi ha stretto il cuore perché la scena del discorso di Erwin è la mia preferita in assoluto e vederlo poi così fragile, seduto sulla cassa di legno, mi fa sempre un certo effetto.
E niente, spero di essere stata chiara e di non aver reso troppo confusionaria questa recensione ':) io non aspetto altro che leggere il prossimo capitolo per saperne di più!
A presto <3

Nuovo recensore
05/06/22, ore 19:52

"Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume. Perché il fiume scorre di continuo e anche noi cambiamo di continuo."
Ciao Iris, ho ancora il batticuore. Mi hai lasciata con un nodo alla gola che blocca la via alle emozioni. Ce ne sono troppe e si stanno agitando come un uragano, per questo ti ringrazio. Da un lato sono al settimo cielo e dall'altro sono sconvolta, ma andiamo per ordine.
Allora, innanzitutto ho apprezzato tantissimo la citazione di Eraclito. La trovo molto azzeccata in questo contesto, anche perché il concetto di "tutto cambia" nel mondo di aot è applicabile a qualsiasi fase della storia.
Hai descritto un avvenimento controverso e al di là della descrizione effettiva di ciò che stava accadendo sia prima che dopo il massacro di sangue, ho trovato molto coinvolgenti i sentimenti di Amelia nei confronti di tutto ciò. Mi è parso di vedere qualcosa rompersi in lei in questo capitolo, come se avesse preso consapevolezza di ciò che di orribile a volte si è costretti a fare per quello che è necessario. E necessario non sempre significa giusto. Poi i dettagli... ti giuro ho i brividi, con tutto quel sangue, le grida, le budella. Mi stava venendo la nausea ad un certo punto, sei stata in grado di trasportare il lettore lì, al fianco di Amelia. E quando si è ribellata a tutto quell'orrore avrei voluto essere lì con lei e gridare "hai ragione!". Ho amato particolarmente questa sua presa di posizione a discapito degli ordini, fanculo Erwin.
Ecco sì, a proposito di Erwin. Del suo personaggio conosciamo il conflitto interiore che ha dentro ma se non lo sapessimo in anticipo, da questo capitolo avremmo colto solo un uomo freddo e distaccato, un demone (come lo hanno sempre chiamato). E va bene così, da qualche parte doveva pur iniziare a mostrare questo suo lato di sé anche se ci aveva già dato qualche anticipazione nei capitoli precedenti. E Amelia teme questo confronto, lo ha sempre temuto perché anche lei sotto sotto non è proprio una santa. "Temo di non essere una brava persona. Non mi curo dell’umanità, solo di ciò che voglio scoprire. Io… io non sono come lei, Caposquadra." continua a ripetersi, e sarà vero fino in fondo? Di certo di fronte alla freddezza impassibile di Erwin non è rimasta indifferente. E ora che ha avuto la conferma delle sue paure nei confronti del comandante, ora che ha capito essere un uomo senza cuore, cosa penserà di sé stessa?
Amelia non è una ragazza che piange, dimostra la sofferenza che prova in altri modi ma non ho capito se il gesto di andare via dal Corpo di Ricerca sia qualcosa di definitivo o solo un congedo temporaneo. Immagino che lo scoprirò presto nel prossimo capitolo che comunque non vedo l'ora di leggere!
In definitiva, grazie per avermi fatto provare così tante emozioni con questo capitolo e per avermi lasciata con delle domande sul conto di Amelia (non ci posso fare niente, mi piace arrovellarmi in riflessioni su personaggi e fatti più di quanto dovrei).
Ah comunque, la scena di sesso è proprio messa bene lì. Oltre alla ricchezza di dettagli che la rendono molto realistica e quindi anche bella piccante, bilancia perfettamente tutto il resto. Cioè, prima c'è questa sensazione quasi tranquilla in cui Amelia ed Erwin si divertono (anche se di sottofondo si sentono le domande della protagonista) e poi boom, rottura devastante! Poi va bè niente, il nonno di Armin mi ha fatto una tenerezza quasi dolorosa e ci ero rimasta molto male anche quando lo avevano detto nell'anime quindi vedere la sua morte in diretta è stato un altro piccolo crack al cuore.
Ok, spero che la mia recensione si abbastanza chiara e completa, la sto scrivendo a caldo quindi potrei essere stata un po' confusionaria.
Grazie ancora per star continuando a mandare avanti la storia e ci sentiamo presto! <3

Nuovo recensore
05/06/22, ore 15:10

Allora dal momento che ho cominciato la tua storia dal capitolo 9, oggi ho cominciato a leggere i capitoli precedenti, perché volevano saperne di più della nostra eroina Amelia. Un inizio davvero interessante che fa luce su personaggi nuovi che sei riuscita a definire in poco. Ovviamente troviamo una Amelia appena uscita dal corpo cadetti, già decisa e certa sul percorso da intraprendere. Ho sempre trovato il personaggio di Amelia deciso, pragmatico, forte in molteplici aspetti. In questo primo capitolo me dai una ulteriore conferma, specialmente per il modo in cui risponde a Jared. Lei ha le idee chiare e non si fa condizionare da nulla, anzi. La voglia di sapere, conoscere insito in lei la spinge nel corpo di Ricerca, alla luce di un episodio capitatole durante l infanzia. Adoro il rapporto che lei ha con Hangie, I due personaggi si controbilanciano molto bene, dando vita a ottimi dialoghi. Ho apprezzato il discorso di Sadis ora comandante del Corpo, te lo aspetti così. Inoltre inizi a presentare personaggi amati che tutti conosciamo ma dal punto di vista di Amelia. Abbiamo un Erwin ancora caposquadra, già affascinato dalla recluta. Gli sguardi, le attenzioni, le parole tra i due, l impaccio iniziale, iniziano a creare quel climax e quel pathos che andranno a contraddistinguere il loro rapporto. Un tema fondamentale che fa da perno alla narrazione é la libertà, Amelia non può accettare di vivere come un uccello in gabbia. D altronde Eren non sopportava l idea di vivere dentro le mura come un animale in cattività. Anche il discorso di Rose fa luce sul tema della libertà e della volontà dell essere umano di andare al di là delle mura. Inoltre descrivi bene le sfaccettature che compongono il genere umano dentro le mura. C è chi come Jared considera i membri del Corpo di Ricerca dei pazzi pronti a farsi ammazzare, chi vuole una vita sicura nei territori interni, chi invece desidera andare oltre. Mi piace la presa di posizione di Amelia, che va oltre il convenzionale, la conformità. Lei avrebbe potuto tranquillamente, essendosi classificata nona, ambire ad un posto sicuro dentro le mura, magari sposarsi e quindi abbracciare il progetto di vita di Jared. Lei sceglie un altro cammino ed é proprio la facoltà di scegliere a renderla libera. Un grande inizio per una storia che si prospetta, in tutto il suo sviluppo, avvincente e completa. Grazie

Nuovo recensore
05/06/22, ore 13:31

Un altro capitolo strepitoso, forse quello più ricco di avvenimenti, completo in ogni suo aspetto. Dalla profondità dei dialoghi alla carneficina della spedizione. Una Amelia che prende sempre più coscienza del suo rapporto con Erwin e del suo ruolo all interno del corpo di ricerca. A mio avviso qui troviamo uno dei dialoghi più belli che abbia letto finora nella tua storia, ossia quello tra Levi e Hange. Le parole di Hange che toccano tematiche filosofiche, legate alla necessità della prova empirica per trovare una legge universale. Azzeccata anche la riflessione sulla vita, la quale non può essere imbrigliata da una legge, perché si vive effettivamente una volta sola. Inoltre il riferimento ad Eraclito, il costante scorrere delle cose, le cose che un attimo dopo non sono mai uguali all attimo prima. La metafora dell acqua del fiume in costante mutamento. Molto originale quindi inserire l elemento filosofico nel contesto di Aot. Esperimento più che riuscito. Come scena invece la mia preferita é sicuramente quella davanti al cancello quando sta per avere inizio la spedizione. Una scena quasi cinematografica ben riuscita. I volontari che risultano essere più del solito, senza cavalli o armi adeguate. I fanatici del culto delle mura che incitano l impresa. La bambina che chiama disperata il padre perché non vuole che parta. I membri del corpo di ricerca consapevoli che sarà una carneficina. Erwin che non stacca gli occhi dagli alti vertici dell esercito,certo del risultato finale. Mi piace il cameo del nonno di Armin, che si rende conto che andrà a morire e quando i suoi pensieri vanno al nipote e ai suoi amici, noi lettori non possiamo che sorridere. Come al solito non ti smentisci mai, scene di combattimento di grandissimo livello, emozionanti, coinvolgenti. Ovviamente come prevedibile la spedizione diventa un inferno. E al lettore non possono che tornare in mente le parole di Amelia a Levi, quelle sull uomo che nel tentativo di salvare un altro che stava affogando, perde la vita. L idea terribile che l autorità centrale, con questa spedizione, volesse far ammazzare più uomini possibili. Anche gli erudimenti ricevuti dal corpo di ricerca, non risparmiano i volontari. Poi il punto di non ritorno la ritirata stabilita da Amelia e le dirette conseguenze del suo gesto. E forse un punto di non ritorno anche nel rapporto con Erwin,il quale ribadisce subito di essere un suo superiore prendendo quasi le distanze da lei, vestendo quindi i panni del comandante che non ha scelta, già certo che sarebbe stata, questa spedizione una strage. Ti ringrazio perché hai fatto luce su una parte del manga piuttosto abbozzata, io personalmente mi sono sempre immaginato questa spedizione, chiedendomi come fosse effettivamente andata. Complimenti anche all incipit con una descrizione molto dettagliata di come é composto il corpo di ricerca quando esce fuori dalle mura. Non vedo l ora di leggere il prossimo capitolo.

Recensore Junior
28/05/22, ore 15:33

Simpaticissimo Erwin in questo tuo nuovo capitolo, davvero molto. Ma capisco il personaggio, approvo e condivido la tua lettura. Del resto, cosa si può fare di fronte a certi fatti inevitabili?
Se magari può accettare di dover a mandare a morire chi sceglie una certa via sapendo cosa possa esserci in ballo, ben diverso è rendersi partecipe e, diciamolo pure, parzialmente colpevole, di un omicidio/suicidio di massa. Dico anche suicidio perché come fai raccontare a nonno Arlert c'era persino tra tutta quella povera, semplice gente chi aveva due neuroni per capire che di quello si trattava alla fine, e che magari andavano incontro a quel destino proprio cercando di pensare che si stavano sacrificando per i loro affetti.
La scena in cui hai fatto guardare Erwin verso gli altri gerarchi come se volesse per un'ultima volta sincerarsi che non ci fosse altra via, ha detto molto nella sua semplicità. Mi sono immaginata che potesse aver quasi sperato che qualcuno fermasse quel massacro all'ultimo momento, ma tanto a che sarebbe servito? Si trattava di far morire tutta quella gente lì, adesso, nobilitando quel sacrificio dedicandolo all'utopica conquista di un bene maggiore (che non sarebbero ovviamente mai stati in grado si raggiungere impreparati, inabili e mal equipaggiati com'erano) o farla morire di stenti più tardi, persino meno dignitosamente di come ci hai raccontato. Sono usciti dalle mura sentendosi dare degli eroi, a qualcosa sarà pur servito a farli morire un po' meno peggio.
E sebbene anche Erwin tutto sommato non abbia fatto poi molto inizialmente per loro, sapendo esattamente quale fosse il punto di tutta quella faccenda, aveva lasciato che i suoi sottoposti cercassero di preparare quei volontari anche se inutilmente, magari proprio per salvarli per più tempo possibile dalla sua angoscia derivata dalla consapevolezza. E alla fine ci mette la faccia, è sul campo a combattere con loro, mentre Pixies almeno un po' mostra una partecipazione sofferta e Nile si gira dall'altra parte direttamente, come non fossero affari suoi. E in fondo probabilmente è esattamente così che pensa che sia, dalla sua posizione di privilegio.
In Erwin c'è del cinismo, in tutti i momenti salienti degli avvenimenti di questo capitolo ci si nasconde dietro, ma per l'appunto, non è propriamente chi è e si nota da piccole cose.
Amelia ha peccato di ingenuità, se ne rende conto, continua a estraniarsi nella sua litania di ricordi che la tormentano, di sensi di colpa, di ammissioni mentali in cui si dice in continuazione di non essere una brava persona perché crede che non gliene freghi molto del prossimo, fatte poche eccezioni, ma solo di sapere. Ma pare ovvio che in fondo non sia così, dato che rischia molto nel salvare il salvabile alla fine, tradita da un pusillanime che forse preferiva far cadere le responsabilità su di lei che rischiare che cadessero su uno di loro altri. Del resto era facile illudersi mettendosi nei suoi panni, o almeno non mettersi a riflettere su come sarebbe oggettivamente andata, anche senza sapere a quanto davvero ammontasse il sacrificio che si stava per compiere.
Adesso immagino che vedremo fino a che punto si possa dividere nei suoi pensieri e sentimenti l'uomo dal comandante, e non credo sarà per niente facile.
Faccio una piccola parentesi per citare un passo che mi è piaciuto molto, cioè il discorso un po' filosofico, un po' scientifico, un po' Eraclito, un po' empirico che hai fatto fare al personaggio di Hanji, e la reazione di Levi che finge che non gli importi e di esserne quasi infastidito ma che intanto ascolta, assimila e secondo me persino un po' apprezza, sia i contenuti sia la profondità e la capacità di un pensiero simile. Mi piace molto come stai raccontando il loro rapporto d'amicizia.

Nuovo recensore
09/05/22, ore 20:45
Cap. 17:

Eccoci con un altro capitolo molto coinvolgente, scritto molto bene. Un capitolo dedicato interamente a Levi, non si poteva chiedere di meglio. Un capitolo molto introspettivo, che guida l'autore tra i pensieri di uno dei personaggi più amati di Aot. Si parte dalla sfera onirica, quella del sogno. La scena del bucato, del bacio e l'arrivo di Erwin, ricordano una sequenza cinematografica, ben descritta; anche i dialoghi giusti, coerenti; e poi le parole di Amelia e di Erwin che a ritmo incalzante si fanno ripetutamente strada nella mente di Levi, mentre la narrazione va avanti. In effetti, questo è un capitolo che ha due anime ben distinte che si sposano a meraviglia tra loro. Da una parte la trama che prosegue, che non si ferma, siamo praticamente alla vigilia della spedizione suicida dei volontari; dall'altra l'universo interiore di Levi fatto, appunto di sogni, pensieri, flashback. Due anime il cui collante sono le mani. Il tutto visto dalla prospettiva di Levi. Un ulteriore approfondimento dell'Acker bond, che tu vedi, a mio avviso giustamente, come un istinto, che neanche il protagonista sa bene cosa sia. In questo capitolo parli di sogno, pensiero e istinto. Questo sintetizza alla perfezione l'essenza del nostro eroe, in questa parte della storia. Il sogno di Levi: prima il desiderio, la sfera intima, andando a sfociare anche nell'erotismo, perché; poi l elemento tragico, la dimensione dell'incubo, la morte, la paura di perdere qualcuno. Complimenti davvero. Poi abbiamo il pensiero. Levi è pensieroso, assorto, meditabondo per natura. Una di quelle persone a cui piace stare da sola, a riflettere, molto contemplativa. E infine questo istinto che emerge, dentro di lui e che nn riesce del tutto a comandare. In questo capitolo il triangolo Amelia, Erwin e Levi, diventa molto più intimista, e credo sia stato un fatto un passo in avanti importante. Ho trovato azzeccatissima la scena in cui Levi è nello studio di Erwin, la porta semi aperta che da sulle stanze private, il letto sfatto, infine l'uscita di Amelia, la quale da un senso di morbidezza e freschezza. Un altro flashback con la madre, Kuchel, molto indovinato; sei riuscita, in questo frangente, a descrive una scena di vita quotidiana, molto realistica e molto tenera. Il lavaggio delle mani di un bambino prima di mangiare, aiutato dalla madre. I riferimenti all'ossessione di Levi per la pulizia ci sono tutti. Il bucato, lui che cerca di togliersi lo sporco e non ci riesce mai del tutto, cadendo in un atteggiamento compulsivo: lavarsi le mani fino a farle sanguinare. Inoltre, noto con piacere, che rendi Levi, nella tua storia, un attento osservatore. Come da bambino coglieva la sporcizia nelle mani della madre o quei segni che non andavano mai via, nel tempo presente, osserva le mani di Erwin, grandi, possenti, o quelle più minute di Amelia. Infine le sue. C'è molta introspezione in questo capitolo, ma abbiamo anche la parte politica, l' azione concreta, incarnata alla perfezione da Erwin. Il Comandante accetta di partecipare ad una festa nei territori interni per ingraziarsi i più potenti. Non a caso decide di portarsi i suoi fedelissimi, quelli sui quali sa di poter contare. Uno dei dialoghi più belli è quello tra Levi e Amelia in battello. Entrambi sono legati, seppur in maniera diversa, ad Erwin. Mi ha colpito la naturalezza con la quale Amelia, alla festa, dice che non farebbe mai fare cattiva figura al suo Comandante. Ed è la stessa Amelia che si rende conto di come il legame tra Erwin e Levi sia diverso. Levi non dava retta a Sadis, ma rispondeva solo ad Erwin ed ecco che in questo capitolo si ripropone la scena nella quale si instaura l'acker bond. Erwin che invita Levi ad entrare nel Corpo di ricerca. Trovo questa tua interpretazione giusta e accattivante. Il finale evidenzia una volta in più il grande lato umano che Levi possiede. Con le sue mani vuole riuscire a tenere la morte lontana dai suoi compagni. Una volta di più evidenzi, con maestria, il tratto distintivo di Levi, che quasi nessuno è in grado di cogliere.

Nuovo recensore
04/05/22, ore 21:17
Cap. 15:

"sí, una fiamma... una fiamma. Scalda,brucia,illumina chi ha intorno... e a volte noi ci scottiamo, come falene troppo vicine a una candela..."
Ho adorato questo passaggio, una metafora semplice ma alquanto evocativa e calzante. Non saprei trovare infatti migliore definizione per la personalità di Amelia così travolgente, appassionata, difficile non venire toccati dalla sua luce tanto che persino un soggetto diffidente come Levi non può fare a meno di gravitarle attorno.
Lei è così, decisa a volare alto sfidando persino la gravità perché "gli uomini erano nati senza ali, ma chi diceva che il loro destino fosse unicamente quello di camminare?"
Le sempre maggiori responsabilità date dal ruolo che ricopre la costringono però a calare tale carattere in un contesto che, purtroppo, lascia ben poco spazio alla spensieratezza. E qui credo entri in gioco l'influenza reciproca con Levi, dal quale Amelia prende in prestito non solo le mosse tattiche ma anche un po' di quel lucido cinismo che le può tornare utile date le circostanze. Il Capitano invece sta assorbendo, suo malgrado probabilmente, la leggerezza della commilitone aprendosi un pochino a nuovi orizzonti. In particolare in questo frangente lo vediamo interrogarsi sulla strana chimica che si sta instaurando tra lui ed Erwin. Sono sensazioni che avevano già messo radici ai tempi dell'addestramento di Kenny e che sembrerebbero essere in qualche modo attribuibili al legame che ogni Ackerman é portato a creare con una figura di autorità. Levi la sente eccome, questa scarica elettrica, questo istinto che lo spinge a scattare prima ancora che il suo Comandante apra bocca, che lo fa agire come se per un istante la sua volontà si offuscasse. Davvero in quei momenti lui non é più padrone di se stesso, trasformandosi in un contenitore per qualcos'altro? O c'è molto di più in gioco? Ecco che torniamo al dibattito perennemente aperto sulla vera natura del rapporto e la cosa si fa sempre più interessante; sono curiosa di scoprire come affronterai la questione man mano procederá la storia.

Non é un caso che tu abbia intitolato "Fine e Inizio" questo capitolo che ha il sapore di un addio, di uno spartiacque. La morte della quasi totalità del contingente,il senso di smarrimento che invade reclute e veterani, la distruzione del presidio nella radura assestano l'ultimo ed inesorabile colpo per la fine della carriera di Shadis preannunciando l'inizio di una nuova fase per il Corpo di Ricerca con Erwin al comando. Impeccabili come sempre le descrizioni delle scene d'azione,ricche di particolari e capaci di tenere incollato il lettore riga per riga. Ciò su cui vorrei soffermarmi e farti i complimenti sono la bravura e l'eleganza con cui hai gestito il dialogo tra Amelia ed il soldato morente. La realizzazione da parte dell'uomo di avere pochi attimi di vita e non riuscire ad accettarlo, il bisogno disperato di risposte che Amelia non gli può dare, i ricordi di quest'ultima su un'infanzia serena e lontana ci proiettano in una dimensione quasi avulsa dal tempo e dallo spazio. E proprio nella cornice di una natura dalla bellezza accecante, in netto contrasto con l'orrore che si é appena consumato, noi assistiamo impotenti come quei coraggiosi soldati all'ennesima disfatta dell'umanità. Ho apprezzato inoltre l'ampio spazio che hai dato a Moses, questo ignoto e sfortunato personaggio che nella storia originale ci viene presentato solo attraverso l'arto superstite. Ho sempre trovato la scena disturbante, non tanto per il macabro reperto quanto per la crudele scelta da parte di Shadis di imporre alla povera madre quello spettacolo penoso, riversandole addosso tutta la propria frustrazione.
Capisco l'intento di Isayama, renderci testimoni della spietatezza della guerra, del dolore che lascia dietro di sé e mostrarci la disperazione di un Comandante distrutto dal peso di tutto ciò. Lungi da me quindi muovere critiche al nostro geniale autore, però ho preferito il tuo modus operandi. Perché hai onorato Moses facendocelo conoscere attraverso la sua personalità, i suoi legami di amicizia, il suo coraggio e non come un braccio maciullato. Isayama ha colpito la parte viscerale del lettore, tu sei arrivata al cuore.

Adesso proseguo nella lettura degli altri capitoli, ma non potevo non recensire questo 😍!
(Recensione modificata il 04/05/2022 - 09:18 pm)

Nuovo recensore
30/04/22, ore 13:31
Cap. 17:

Ciao Iris! Scusa il ritardo, ho avuto modo di leggere la tua storia (che diventa sempre più bella comunque) solo oggi, anche perché preferisco prendermi un momento in mattinata per leggere e rielaborare. Solitamente non leggo la sera.
Allora, la primissima cosa che voglio dirti è che ho amato il tuo modo di raccontare il sogno di Levi. È sublime, la scena delle lenzuola, per come l'hai descritta, come se fossero soldati allineati... Mi hai fatto venire i brividi. Devo ammettere che quel bacio mi ha piacevolmente colto alla sprovvista, è stato tenero e anche se si trovava solo nel suo sogno, ho capito la sensazione che Levi ha continuato ad avere nel giorno successivo. Non so se ti è mai capitato ma a volte il contatto di un bacio o di una carezza nel sogno ce lo sentiamo sulla pelle come se fosse accaduto davvero, quindi ho apprezzato molto vedere che anche Levi è rimasto "scottato" da quelle sensazioni, come con la mano di Erwin. In generale poi, il contrasto con queste emozioni e il "ritorno alla realtà" con il mutare del sogno in incubo, sembra descrivere alla perfezione la vita di Levi: quando ottiene un piccolo momento di gioia, il destino glielo distrugge davanti agli occhi e neanche in sogno riesce ad essere appagato. Comunque a me piace molto la tua interpretazione del personaggio di Levi e la resa che sei riuscita a dare al concetto di ackerbond. Non l'hai reso troppo esplicito, anche perché Levi alla fine non dice niente a nessuno, e sembra quasi mischiarsi con i sentimenti che prova per Amelia. Forse neanche lui ha ben chiara la situazione, la questione è fumogena. In questo capitolo hai voluto dare spazio a Levi e raccontarlo e di questo non posso che rimanerne soddisfatta visto che il modo in cui scrivi (questo vale per tutti i personaggi) ha sempre quel qualcosa in più, quei dettagli che inserisci, le similitudini, la coerenza (che è sempre molto importante).
Niente, alla fine sei sempre in grado di immergere il lettore in quello che scrivi come se fosse uno spettatore effettivo delle vicende ed è sempre bello prendersi un momento di pausa e dire "adesso mi leggo un capitolo di Iris e mi rilasso". Quindi GRAZIE!
Per il prossimo capitolo spero di riuscire a leggerlo appena esce, saprò per certo che sarà un'ottima lettura! >-<
A presto!

Recensore Junior
25/04/22, ore 22:05
Cap. 17:

Vedi bene che non ho torto quando dico che sai elaborare bene sul concetto di "ackerbond", ma se per ciò che Levi prova per Erwin si può chiamare in causa questo particolare aspetto che va al di là di quello che lui stesso può controllare, i suoi sentimenti per Amelia sono sì confusi, ma piuttosto autentici, e fa riflettere il fatto che Levi arrivi a sognare che lei gli chieda di ammettere che gli piace, anche solo un pochino. Che poi è un concetto un po' vago, una persona in fondo può piacerti in molti sensi diversi e non necessariamente deve piacerti perché ne sei attratto o in senso romantico, anche se con quel bacio l'Amelia dei suoi sogni è molto chiara su cosa sia quello che in fondo pensa, o spera. Ci sta in questo clima di incertezza. Ma ammetterlo credo significhi mettersi nella posizione di stare male, come sembra suggerire il fatto che sempre nel suo sogno il clima viri velocemente da un'immagine per lui semi idilliaca di pulizia e dolcezza a un'altra di sangue e morte. Credo che la cosa mi sarà più chiara continuando a leggere i capitoli futuri.
Tocchi qui uno dei tasti più dolenti della storia, l'impiego dei civili per missioni in territori infestati da titani, che come ben argomenti altro non erano che un mezzo per liberarsi di un peso, un po' come il fatto che permettessero a ragazzini tanto giovani di arruolarsi, ma questa è un'altra storia. Tutti la trovano un'idea discutibile, ma si adeguano, che altro si può fare in una clima simile? Anche il Comandante sembra non battere ciglio, del resto non è che sia una novità per lui quella di dover mandare a morire altri, lo fai descrivere bene a Levi quando gli fai immaginare come debba sentirsi il loro sangue sulle mani.
Anche io ho immaginato spesso che la parte politica del ruolo del comandante di una branca dell'esercito in questo universo richiedesse un certo sforzo diplomatico che poteva mettere i personaggi in situazione come quella che racconti, e come Amelia sono abbastanza certa che per chiunque di loro sarebbe stato dover fare buon viso a cattivo gioco il dover avere a che fare con un certo tipo di società.
Che poi, alla fine, un po' il capitano più tascabile mai uscito dalla penna di un mangaka, anche se tacitamente e per vie traverse, ci svela chiaramente un certo affetto per quei due. Perché in fondo l'istinto di protezione che prova nei loro confronti parla da sé, senza bisogno che aggiunga altro. C'è solo da vedere come questo si svilupperà andando avanti con la storia.

Nuovo recensore
18/04/22, ore 18:41

Eccoci con un altro capitolo, a mio avviso sempre scritto molto bene, con quello stile scorrevole accattivante che ormai ti caratterizza. Con quella tua capacità notevole di passare a momenti crudi, violenti e di dolore a momenti di maggiore leggerezza. Il punto forte i dialoghi che rendono tutto molto cinematografico, come ho già detto più volte. Siamo un anno dopo i fatti della caduta di Shiganshina, apprezzo il gioco temporale, che fa piombare il lettore in una nuova dimensione della storia. Troviamo il nostro personaggio più maturo, veterano, con una squadra da comandare, nonostante lei sia sempre stata scettica dopo l evento traumatico di Leo. Devo farti i complimenti per come sei riuscita a costruire la squadra della nostra Amelia. L amalgama che riesci a creare tra i vari personaggi che colpiscono il lettore. Inoltre personaggi nuovi che armonizzano molto bene con il contesto di aot. Mi piace il modo e lo stile in cui combattono, i movimenti che creano col movimento tridimensionale, movimenti fluidi, descritti sempre molto bene, guidati dalle direttive di Amelia. Azzeccato il dialogo con Erwin e la schiettezza con cui Amelia parla al suo Comandante, tutto il dialogo fa presagire come, secondo te, Erwin avesse già pianificato quel qualcosa, iniziando, passo dopo passo, creando attorno a sé un gruppo di fedelissimi, come il più abile degli strateghi. Ironico il fatto che a rendersi conto di ciò sia proprio uno dei suoi soldati favoriti. Ho apprezzato la parentesi che ricorda la short stories incentrata su Moblit. Una parte che fa luce, ulteriormente, sul rapporto particolare, professionale e non, che c era effettivamente tra Hangie e il suo sottoposto. Si coglie bene quel senso di protezione di Moblit verso Hangie. Devo nuovamente farti i complimenti per come rendi Hangie. Sempre azzeccata al contesto, con la sua genialità e l eccentricità che la contraddistinguono. Ritornando al dialogo tra Erwin e Amelia, sei stata brava ad aggiungere alcuni dettagli, come le espressioni che ogni tanto ha Erwin. Come se stesse andando oltre, come se ci fosse altro e che non vuole dire, come se stesse già progettando qualcosa, sempre in nome del suo obiettivo principale. All insegna del classico il fine giustifica i mezzi, oppure per vincere contro i giganti bisogna perdere parte della propria umanità e soltanto chi è in grado di farlo può ottenere quel qualcosa. Alcune espressioni di Erwin che inserisci mentre Amelia parla e che anche Levi coglie, mi han fatto tornare alla mente, quando alla fine della seconda stagione, si scopre, dopo i fatti di Ragako, che i giganti sono umani, l espressione di Erwin è incredibile, Levi ne è quasi sconcertato, come se si trattasse di una gioia incondizionata, privata, personale, perchè ci si sta avvicinando alla verità, il tutto per le sue mire personali, per poter trovare finalmente una risposta esauriente alla domanda che fece da bambino. E sulla stessa scia c è Amalia. Il voler sapere a tutti i costi a discapito di vite umane. Questa connessione resta forte e fa da collante nella loro relazione nel bene e nel male. Ho apprezzato che durante i combattimenti fuori dalle mura, il pensiero di Amelia va sempre alla morte di Leo, inoltre la costruzione della scena narrativa del presente si sposa a meraviglia con i flash back e come sempre adoro i ricordi passati scritti in corsivo, sono ulteriori dettagli che arricchiscono le vicende. Qui troviamo una Amelia più matura che riesce ad ora a gestire al meglio il gruppo dei suoi sottoposti che compongono la sua squadra. Nel finale ottimo spunto per un prossimo capitolo immagino, ossia la spedizione di riconquista del Wall Maria che portò ad un totale bagno di sangue. Sono molto curioso della resa, perché ci offrirai delle pagine inedite, su un qualcosa che Isayama non ha approfondito. Una spedizione sanguinosa, quella a cui aveva preso parte anche il nonno di Armin, se non erro, che aveva ridotto drasticamente il numero di esseri umani, mossa per ridurre la carenza di risorse dopo la caduta del Wall Maria. Quando infatti in questo capitolo fai riferimento a questa lettera circa questa spedizione indirizzata ad Erwin già ovviamente comandante del corpo, non può non stringerti il cuore.

Nuovo recensore
04/04/22, ore 20:36
Cap. 15:

Un grandissimo capitolo non c'è che dire; tanta carne al fuoco e poi il finale che ti lascia di pietra, nonostante un lettore che ha seguito AOT sapesse già. Un capitolo con una grande ossatura, forte, che mi ha fatto emozionare in molti frangenti. Anzi mi ha suscitano emozioni diverse in base al contesto. Dall'allegria dei commilitoni durante una serata di bevute, agli scontri infiniti con i giganti. Come al solito, e non mi stancherò mai di dirlo, la tua scorrevolezza stilistica è impressionante. Un capitolo che assomiglia ad un puntata della tua serie preferita, proprio quando arriva il momento cruciale. Ho apprezzato il salto temporale. Si apre con la scena della madre di Moses, scena che tutti conosciamo e che hai scritto magistralmente, fedele, con la nostra eroina Amelia, lei sempre azzeccata in ogni contesto di Aot, per come la rendi. Scena che spinge il lettore a pensare, ecco ci siamo, oggi cade Shiganshina e poi con maestria ci porti un mese prima per raccontare una sorta di spin off, proprio sulla spedizione, che noi vediamo in apertura della prima puntata di AOT. Ci riesci sempre molto bene a passare da scene di convivialità a scene di pura guerra e sofferenza. La differenza la fanno anche i dialoghi. Fantastico quello tra la Hangie ubbriaca e Levi che la sorregge. Levi, come dico sempre, sul solco dei precedenti capitoli, è azzeccato. Non snaturato. Mi piacciono i sui silenzi, sul suo starsene in disparte, ma essere al contempo presente. E ci regali alcune delle sue riflessioni. Ad esempio ho trovato interessante aver inserito un flash back con Kenny, un personaggio che apprezzo in particolar modo, e che Isayama in poco è riuscito a caratterizzare molto bene. Prima il flash back con Kuchel poi Kenny. Grazie davvero perchè ci offri una panoramica del personaggio di Levi molto completa e fedele. Mi hai fatto venire in mente una scena dell'anime. Nella terza stagione, la sera prima della conquista di Shiganshina, Armin, Eren e Mikasa si fermano a parlare presso una scalinata, in un vicolo troviamo Levi, silenzioso, eppure i suoi silenzi sono sempre carichi di significato e tu dai voce, portando il lettore nei suoi pensieri e come dicevo prima, senza stravolgerlo. Parliamo della spedizione. L'ultima di Sadis come comandante, mi piace il collegamento della radura, trovata da Amelia, e l'obiettivo di accendere la fornace. Quindi l'obiettivo è creare questa fatidica base logistica, tutto ovviamente va a rotoli. Ancora complimenti per le scene di combattimento. Sembra davvero di seguire una cinepresa in movimento. Per quanto uno sappia che Moses morirà, aver spiegato il modo, aver descritto la dinamica rende onore ad un personaggio che anche nei capitoli precedenti hai delineato bene. Sono tutti ragazzi, combattono insieme, si conoscono, devono affrontare un qualcosa più grande di loro. Hai inserito Ilse. Quando ho letto il nome, sono rimasto contento. Come se avessi trovato un vecchio conoscente. In effetti c'era anche lei e anche la tua attenzione per la cronologia di eventi e azioni rende il tutto molto più fruibile ed apprezzabile. In questo capitolo c'è morte, quella morte da trincea; mi ha ricordato parecchio la dinamica della trincea, i corpi, tagliati, mutilati, le ultime parole di soldati morenti. Il pensiero di Amelia va a Leo, a Farlan, a Theo e Rose. Lì in quell'inferno, dove ogni secondo può essere l'ultimo, nel turbinio dell'azione, dai comunque spazio ai pensieri di lei. Le sue motivazioni, il voler a tutti i costi sapere a discapito della sopravvivenza dell'umanità. Quell'istinto egoistico, che la anima quando va fuori dalle mura e la fa sopravvivere. Quello che mi piace del tuo stile è anche la ripetitività di alcune tematiche che metti in risalto con il corsivo e che inquadrano ulteriormente i personaggi. Per Erwin sono quelle due frasi che lo accompagneranno fino alla battaglia di Shiganshina, Amelia ha le sue, Levi ha i suoi flash back. Insieme crea un intreccio narrativo di spessore, che crea una bella connessione tra lettore e personaggio. Altra piccola parentesi, abbiamo il riferimento all'Ackerbond di Levi. Concordo in pieno in merito. Il risveglio di Levi avvenuto nel momento della morte dei suoi due amici e alla frase di Erwin che lo invita a seguirlo, tra i ranghi del Corpo di Ricerca. Mi piace anche che tu vada a sottolineare come questo imprinting che si crea, vada anche ad influire sulla sfera fisica della persona. E sono d'accordo su questo, infatti pensiamo ai mal di testa degli Ackermann. E il fatto che lo stesso Levi no capisca bene questa sensazione, come se volesse a volte ribellarsi, come se a volte ne provasse sin fastidio, perché è come se non fosse completamente padrone di se stesso. Infatti se non erro i mal di testa sono il risultato della volontà/personalità originaria che cerca di opporsi. Il momento più commovente del capitolo quando Amelia parla con quella vedetta che neanche conosce. Mi ha ricordato in parte la scena in cui Levi e Petra assistono un loro compagno fuori dalle mura, il giorno dell'attacco a Trost. Il lato umano che emerge, quella solidarietà umana di fronte ad un qualcosa di apocalittico che non si può fermare e la preoccupazione di Levi che teme che il soldato morente non lo abbia sentito. Qui abbiamo Amelia e il breve dialogo con la vedetta è un pugno allo stomaco ed è giusto che sia così. Poi il finale, Erwin è praticamente Comandante del Corpo, è il tramonto, e poi la doccia fredda il Wall Maria è caduto. Ora sono davvero curioso di sapere come andrà avanti, perchè siamo arrivati ad un importante giro di boa. Non vedo l 'ora di leggere il prossimo capitolo e continuare con Amelia questa rivisitazione pazzesca del mondo AOT. P.s Un plauso a Mike, che nessuno può fermare, nemmeno Amelia, quando si sta incamminando verso il bagno degli uomini; è bastato il semplice olfatto per capire tutto e il suo totale disinteresse in merito alla tresca, mi ha fatto ridere di gusto. Grazie per regalarci anche queste perle leggere ed ironiche. Alla prossima