Recensioni per
Quel che resta del sogno
di Iris02059
Ecco un altro capitolo, scritto molto bene, e si torna all'azione, col Corpo di Ricerca fuori dalle mura. Andiamo con ordine. Ho apprezzo molto la parte iniziale, il dialogo della nostra protagonista con Gelgar. Mi piace molto il tema della cosiddetta "dipendenza". Tutti dipendiamo da qualcosa e questo ovviamente vale anche per la nostra Amelia e il prossimo Comandante di Ricerca Erwin. Un percorso il loro speculare, parallelo, a mio avviso intrigante. Un ottimo parallelismo tra i due lo hai creato quando hai messo in corsivo prima i pensieri di lei bambina, con l' episodio del montacarichi e poi di Erwin, "io ho un sogno fin da quando ero bambino". Ottimo intreccio, ottima connessione che rende ancora più bella e intima la relazione che stanno instaurando capitolo dopo capitolo. Non ci dimentichiamo che questo è un capitolo di azione, per questo, come al solito molto cinematografico. Belle le descrizioni paesaggistiche. Ho apprezzato parecchio i momenti trepidanti dell'apertura del cancello, momento pieno di pathos: i giganti si sono allontanati, le vedette che stanno per dare il segnale e poi l'apertura. Quando sono usciti per l'ennesima volta, il modo in cui lo hai descritto mi ha fatto venire alla mente, l'OVA dedicato a Levi. Quando lui, uscendo dalle mura, alza la testa al cielo, la sua espressione in quel preciso istante sintetizza alla perfezione quello che mi hai fatto rivivere in queste pagine di pura spedizione. Spedizione nuda e cruda con i suoi rischi. Le morti, la sofferenza, la mutilazione. Però noto che nelle tue spedizioni c'è anche tempo di sdrammatizzare diciamo. Non manca Hangie che vorrebbe catturare un gigante, oppure cerca di entrare in contatto con loro, parlandoci direttamente. E poi c'è Levi sempre impeccabile nel combattimento. Trovo giusto e coerente che il Corpo sia tornato nella radura, fatta di ruderi, che Amelia e il povero Leo avevano trovato. L' alone di mistero, spinge il lettore a chiedersi, a quando risalgono questi ruderi, chi c'era, siamo pur sempre fuori dalle mura. A mio avviso in questa spedizione Erwin inizia a prendere le redini del Corpo, a dispetto di un Sadis che non ha più la situazione sotto controllo. Come al solito i combattimenti che descrivi sono sempre mozzafiato. I movimenti irrazionali dei giganti, la fluidità del movimento tridimensionale, sembra davvero di essere lì con loro, facendo calare il lettore in una sorta di esperienza 3D. Apro una breve parentesi su Levi. Ho colto un certo avvicinamento ad Amelia. Fermo restando, che adoro le diatribe dialettiche che hanno fra loro. Amelia è schietta, concreta e non le manda a dire. Levi è Levi e poi c'è Hangie che riesce sempre a smorzare con una battuta, con la sua fissa nei confronti dei giganti. Trovare questi elementi insieme mi fa sorridere perché mi ricorda molte dinamiche che sono presenti nel manga o nell'anime. Mi piace inoltre, il cameratismo che crei tra i commilitoni, credo che sia un ottimo espediente narrativo, mi riferisco ai dialoghi tra compagni. Ciò conferisce fluidità ad un contenuto già molto snello. Poi la caduta nel torrente ghiacciato, in quel frangente ho riso di gusto. I dialoghi finali molto piacevoli e fruibili. Ultimo aspetto da evidenziare: il tema della dipendenza che torna costante, martellante in questo capitolo e che condizionerà il rapporto tra Erwin e Amelia. Amelia non ha problemi, lo ammette lei stessa a provare una sorta di dipendenza verso il mondo esterno. Il bisogno irrefrenabile di sapere, conoscere con ogni mezzo, questo, credo, sia il motore trainante dell'opera e tu tramite Amelia lo riproponi. Le riflessioni di Amelia non possono farci tornare alla mente gli innumerevoli dialoghi che conosciamo tra Eren ed Armin sul mondo esterno. Però in Amelia si insinua un altro tipo di dipendenza, verso una persona, verso la persona che molto probabilmente ad ora ama, ossia Erwin. Però spieghi molto bene che lei quel tipo di dipendenza, diciamo affettiva, non la accetterebbe mai , e credo questo sia in linea con il personaggio con il quale ci troviamo davanti. E credo che anche Erwin sarebbe dello stesso avviso, ecco perché li trovo nuovamente speculari in questo capitolo. Per chiudere: Levi ed Erwin seguono i movimenti di Amelia, come se la guidassero con lo sguardo. L'avvicinamento di Levi, all'accampamento quando sveglia Amelia. Insomma credo che si stia preparando un ottimo terreno per poter far intrecciare le vite e le storie, i sentimenti dei 3 personaggi, definiamoli principali. Stai creando un climax perfetto, che non sappiamo dove porterà e a fare da sfondo i fatti della storia maestra, quella che tutti conosciamo. |
Un capitolo che mi ha fatto sorridere in molti frangenti, ben scritto, leggero, una ventata di aria fresca. Parentesi spensierata. Cuore e cervello e titolo non poteva essere più azzeccato. Un ottimo dualismo che attraversa l intero capitolo. Da una parte abbiamo l istinto, I sentimenti, la dinamica amorosa, intimista tra la nostra eroina e Erwin sempre più prossimo al ruolo di comandante del corpo. Ho apprezzato la loro breve fuga romantica. L ho trovata concreta, giusta, carnale, passionale ben descritta. Nonostante la leggerezza del momento, si avverte costantemente, martellante, incessante, l urgenza della missione di Erwin. Quelle parole in corsivo, i ricordi di lui, le parole del padre, il raggiungere la verità. Ecco questa è la dinamica celebrale, quel senso di responsabilità dal quale non può fuggire. In questo capitolo mi ha fatto sorridere Hangie, specialmente quando scopre i due quando è in compagnia di Levi. La sua reazione mi ha ricordato molto la Hangie del manga/anime. Si comporterebbe proprio così. Inoltre abbiamo due dettagli che ho trovato azzeccati e in linea. Il nostro Nile Dock diventa comandate della gendarmeria e c è un bel dialogo con Erwin, i due erano amici/conoscenti. Altro particolare l innovazione del movimento tridimensionale per andare a migliorare la tecnica di slancio. Co protagonista silente del capitolo Levi e le sue riflessioni. I ricordi della città sotterranea, della madre permettono di avere una visione più intima di un personaggio molto complesso e difficile da interpretare. Trovo che Levi, al di là del carattere scontroso, asociale del manga sia molto umano e che abbia una grande levatura morale, più di Erwin e tu sei riuscita a cogliere questo aspetto. Per quanto riguarda l incipit di un possibile triangolo tra Amelia, Erwin Levi non vedo l ora che si sviluppi perché le dinamiche psicologiche che legano i tre sono molto forti e credo ci sia ottimo materiale per creare qualcosa di originale. Quindi continuerò a leggere con vivo interesse capitolo dopo capitolo, anche perché manca davvero poco alla breccia delle mura. Ora una altra spedizione è alle porte. |
Eccomi ancora Iris! XD |
Hey Iris! Sono arrivata decisamente in ritardo ma prima di leggere l'altro capitolo che hai scritto volevo assolutamente lasciare una recensione per questo. È stato...intenso, straziante. La morte di Moses, così improvvisa e quasi desolante (morto all'improvviso senza nessun discorso finale, come la maggior parte dei soldati), lascia proprio l'amaro in bocca. Poi Amelia che si ritrova il suo braccio in mano e fa di tutto per "non guardare", cercando di distrarsi dal dolore concentrandosi su Ilse (tra l'altro bel riferimento, la storia di Ilse è assurda. La prima volta che la guardi rimani a bocca aperta perchè è davvero paradossale e a tratti disturbante D:). E poi c'è il passaggio di ruolo di Erwin e l'ansia del fatto che questo cambio di prospettive e posizioni li allontani ancora di più. |
Un capitolo di ampio respiro. Una quiete momentanea, uno staccare la spina, dopo tutti gli eventi tragici a cui abbiamo assistito, un mondo che sembra diverso e lontano da quell'inferno descritto nel decimo capitolo eppure ancora lì presente. Questa breve, immagino, parantesi di pace, non poteva che essere descritto al meglio con l'episodio narrato da te. Un capitolo che ci fa calare in un contesto bucolico e agreste che ci ricorda le immagini del manga e dell'anime. Ad esempio le terre della famiglia Reiss, la campagna dove è cresciuta la nostra Krista, anzi Hystoria Reiss. Questo universo agreste descritto molto bene, fatto di animali, paesaggi, natura. Trovo sempre notevoli le tue descrizioni paesaggistiche, il sole invernale, che scalda sempre meno, i nostri soldano che si stringono nei mantelli. Una gita di piacere per fare un favore ad un compagno, ossia prendere un nuovo cavallo a Dita Ness e prendere proprio quel cavallo che noi conosceremo nella prima stagione in occasione della 57esima spedizione. Ho trovato fantastico un altro rimando. ossia che il cavallo in questione "mangi" i capelli di Ness, proprio come nel giorno in cui ragazzi del 104esimo entrano nel Corpo di Ricerca. La sintonia che sei riuscita a creare tra i compagni è qualcosa di genuino e anche molto reale. Come in altri capitoli ci apri un mondo nuovo e ci mostri lati di alcuni personaggi, come la squadra di Mike, che stanno molto bene col contesto. Sei riuscita, a mio avviso, a cogliere, partendo dal manga/anime, alcuni tratti caratteristici, ad esempio di Nanaba, Gelgar, Moblit, Lynne, Mike stesso, e sei stata in grado di farli tuoi e di farli muovere perfettamente in un contesto assolutamente realistico che non snatura assolutamente. Questo episodio si potrebbe tranquillamente collocare tra quelle short stories realizzate, se non erro, dall'autore che vanno a far luce su personaggi che la trama principale non ha approfondito. Questo capitolo mentalmente lo divido in tre parti Amelia che si congeda dal suo Caposquadra dopo la notte/mattina passata insieme, la gita fuori porta in campagna dei nostri soldati, e poi in chiusura, proprio come un anello, il ritorno di Erwin. Facendo un ulteriore analisi della relazione Amelia ed Erwin, la trovo giusta per come sono fatti questi due personaggi. Secondo me in questa relazione non si snatura affatto un personaggio complesso come Erwin e non era facile. Noi di Erwin non sappiamo molto, a livello sentimentale sappiamo che amava / provava una forma di affetto verso Marie, che poi si sposerà con Nile, altre informazioni non ne abbiamo. Ma non vedo fuori luogo che anche nell'universo canonico, lui possa avere avuto delle relazioni, più o meno stabili. Quando in corsivo inserisci i pensieri di Erwin, rendi molto l'idea del suo personaggio e non può non tornarmi alla mente le parole di Zachary quando sono nella carrozza: la tua è sempre stata una missione infausta Erwin. Ci stiamo avvicinando con la trama ai fatti che tutti noi conosciamo, e di quando Erwin effettivamente assumerà il ruolo del Comandante pronto a rinunciare a tutto. Ribadisco una cosa: Amelia e Erwin sono speculari, hanno ruoli diversi; inoltre apprezzo la maturità di Amelia, la sua scelta di unirsi al Corpo di Ricerca parte da una convinzione profonda, radicale quasi, che ha interiorizzato dopo l 'esperienza da bambina. Il tuo è un Erwin giustamente ancora acerbo per come poi lo andremo a conoscere, nel manga e nell'anime, pensa ancora che ci possa essere un altro modo per ottenere tutto, un'alternativa anche se imperfetta e questo, a mio avviso, fa sorridere in modo malinconico, il lettore che conosce il percorso del Comandante, sino alla battaglia di Shiganshina. Andrò avanti con estremo piacere. |
Come diceva Hanji nello scorso capitolo, Amelia è una specie di fiamma che riluce, ma nemmeno lei si rende conto di quanto il suo talento la renda così, nonostante le apparenze dell'inizio della storia ce la mostrassero molto più spavalda e sicura delle sue capacità. O forse a quei tempi era solo meno indurita dalla situazione, come racconti in questo sedicesimo paragonandola alle reclute. La sua promozione la dice lunga anche su Erwin, che evidentemente ha ben capito cosa voglia Amelia per la sua vita e non tenta più di proteggerla, anzi, le da un ruolo di maggiore esposizione e responsabilità. Oltre che per crearsi la sua “corte”, su questo secondo me ha ragione. |
Un altro capitolo di livello, a mio avviso molto chiarificatore, necessario dopo la lunga battaglia e la conta dei morti. L'entrata del Corpo di Ricerca, degli sconfitti per l'ennesima volta, dentro le mura, mette luce su diversi aspetti ricorrenti in AOT. La gente, il popolo, quella frangia scettica che non capisce le spedizioni, i parenti che cercano i loro familiari, non è il padre di Petra, ma un uomo che cerca il fratello. Sadis che ad ora è il volto pubblico di un corpo di Ricerca che sta perdendo pezzi e questo lo evidenzi molto bene. Stai preparando il terreno per quella che sarà poi l'inevitabile scelta di Sadis, abbandonare il ruolo a favore di Erwin. Poi il nesso che collega tutto il capitolo, il se, e fai intendere molto bene, quanto le azioni umane possano essere mutevoli, quanto certe scelte possano portare a certi risultati, frutto delle nostre esperienze, degli eventi che capitano intorno a noi. Questo tema è molto ricorrente nella letteratura classica, specialmente quella latina. Il filo degli eventi, le scelte, il destino, le esperienze condizionano tutto il nostro modo di essere e ci plasmano. Ed è quello che succede ai tre personaggi di spicco del capitolo. Amelia, Erwin e ci metto anche Levi. Apprezzo molto il legame che sei riuscita ad instaurare tra Erwin e Amelia. Quanto sono speculari. Lei vuole sapere e sarebbe disposta a tutto anche a sacrificare l'umanità. Ed ecco che con grande abilità prendi il punto di vista di Erwin e citi la domanda che fece a suo padre in classe. Ecco il legame intrinseco tra i due. Mentre leggevo queste parti dialogate, per giunta scritte molto bene, ho ripensato ad alcune fasi della conquista del Wall Maria, e ho ricordato una scena in cui Erwin pensa a quella montagna di cadaveri senza la quale non sarebbe arrivato tanto vicino alla cantina di Grisha Jaegar. Ora due piccole parentesi più leggere. Il rapporto leggero, genuino e spensierato che hanno instaurato Hange e Amelia mi fa sempre sorridere; ho riso di gusto quando sono in ospedale. Ho apprezzato un piccolo, chiamiamolo cameo, del nostro Eren, che non poteva non andare a vedere i soldati di ritorno e soprattutto farsi riprendere da Carla. Una nota a parte per il nostro capitano Levi. Sublime il piccolo spaccato della sua infanzia. Quel frammento, quel ricordo con la madre, che gli fa quel vestito smesso, per cercare di dare dignità ad un figlio, che sa, dovrà faticare non poco, per fare strada nel mondo. Ti dirò questo: Kuchel ad un certo punto ride nel vedere l'espressione del figlio, se ricordi bene nella terza stagione mentre Kenny parla e dice che tutti in vita per andare avanti si sono ubriacati di qualcosa, c'è un'immagine di Kuchel con suo figlio, una Kuchel in salute, che tiene in braccio suo figlio, ecco con questo flashback di Levi mi hai fatto tornare in mente questa bellissima scena. Grazie. Altro spunto la scena intima tra Amelia e Erwin. A mio avviso descritta molto bene, realistica, che porta il livello di unione tra i due su un nuovo piano, che sarà affascinante seguire. Credo che sia stato un ottimo punto di partenza per esplorare la relazione sfaccettata e complessa tra i due. In fondo sono molto simili, ma hanno ruoli diversi. Erwin sta per diventare comandante e nella sua mente risuonano costantemente le parole di Sadis. Altro aspetto che ho apprezzato, è il tema della rinuncia. Ci sono cose a cui dobbiamo rinunciare, e qui non si può non pensare alle parole di Armin nella parte finale della prima stagione, proprio nella puntata Erwin Smith. Per poter vincere servono uomini in grado di rinunciare a qualcosa, ossia a quel certo grado di umanità. Lo definisco un fantastico collegamento con la serie madre. Insomma un altro capitolo di livello, dove al centro non sono i combattimenti, ma le azioni degli uomini, i se, le rinunce che devono fare, i sentimenti, quindi un altro capitolo che ci permette di approfondire la complessa visione del genere umano in AOT. Grazie |
Provo a non ripetermi eccessivamente, ma la tua capacità di descrivere le scene di combattimento sono eccellenti, davvero, sia in questo capitolo che nel quattordicesimo le hai descritte per quanto possibile chiare e accattivanti, il ritmo incalzante dell'azione è sempre stato mozzafiato e ti veniva voglia di leggere più velocemente possibile per la smania di sapere cosa sarebbe successo dopo, tanto che ogni tanto mi ci sono persa e sono tornata indietro qualche riga obbligandomi alla calma, o mi sarei persa dettagli importanti. |
Che dire un capitolo davvero emozionante, dinamico, drammatico certo ma in pieno stile Aot. Credo che tu abbia colto molto bene lo stile che il maestro Isayama ha voluto imprimere alla storia. Trovo i personaggi che tutti abbiamo imparato a conoscere davvero molto ben caratterizzati e inseriti molto bene, ad esempio Levi. Nei contesti in cui inserisci Levi ti aspetti che dirà in quella data maniera, senza contare i suoi modi, le espressioni, sembra di star leggendo il manga o vedendo l anime. Stessa cosa Hange. Ti devo inoltre fare i complimenti perché vai ad inserire personaggi secondari del corpo di ricerca come Nanaba, Lynne, Gelgar, personaggi che abbiamo imparato a conoscere poco e per lo più per eventi tragici, la loro morte a Castel Utgard. Qui ci dai modo di conoscerli meglio, di approfondire le vite di questi ragazzi perché poi si certo erano militari ma erano pur sempre ragazzi. Denota inoltre una tua grande conoscenza del mondo Aot. Complimenti per le scene di combattimento, molto dinamiche, veloci, fai davvero calare nella parte il lettore. Scene crude al cardiopalma degne di un film di guerra. E quando descrivi le morti di quei ragazzi che si chiedono perché, non può non tornare in mente un fil rouge dell opera, viviamo in un mondo crudele. Ma questo mondo è anche bellissimo, la speranza, la voglia di sopravvivere in questo inferno e questo lo rendi al meglio. A mio avviso quando parlano presso i ruderi Levi, Hange e la nostra eroina Amelia. Dal dialogo traspare questa irrefrenabile voglia, che poi è più un istinto insito nel genere umano ossia la voglia di sapere, di conoscere ed essere liberi, un istinto primordiale. Inoltre poni un punto di vista interessante, nuovo e molto originale, ossia e se oltre i giganti non ci fosse nulla? Cosa farebbe a quel punto l essere umano? Tornerebbe dentro le mura? E poi bellissimo il flash back di lei, da bambina, che sopra le mura vuole prendere il montacarichi per prendere una semplice mela e ha il suo primo incontro con quel mondo davvero crudele,ferale. Non solo,in questo capitolo, nonostante la drammaticità della situazione, riesci sempre ad inserire elementi ironici che fanno sorridere, ripeto nonostante l elemento tragico. E poi cosa dire di quando lei e la sua recluta vanno in quella radura, lei spinta da quella curiosità, quel voler sapere a tutti i costi, proprio come era bambina,magari mettendo a repentaglio la sua vita e quella della sua recluta. Trascendentale l incontro con l anomalo, mi ha ricordato molto il gigante del diario di Ilse, ma diverso, geniale. Dopo una sequenza magnifica di combattimenti cinematografici che tolgono il respiro al lettore non ci si può che chiedere ma lei morirà? La recluta riuscirà a diventare uomo? E alla fine Levi che va a salvarla e la sua espressione ricorda veramente in maniera genuina quella dell' originale. Della serie Levi risponderebbe davvero così te lo aspetti. Il finale toccante, deciso, come una pugnalata in pieno petto, la canzone che canta Amelia e che la recluta non ascolterà mai. In primo piano c è il sentimento umano, il pianto, il chiamare la propria madre, l autocolpevolizzarsi, il salvare un compagno, la morte quella più sanguinosa, truculenta che mette in evidenza quanto l essere umano sia fragile e con quale facilità egli possa spezzarsi. Circa la musica che hai suggerito di ascoltare e complimenti per la scelta, trovo indovinata l ost di Fullmetal alchemist quando i nostri personaggi sono presso i ruderi, protetti dalla notte. Il fatto che tu vada a creare certe scene utilizzando una base musicale lo trovo molto originale. Inoltre si nota una certa predisposizione a creare scene e dialoghi come fosse un film, soprattutto per la grande cura che metti nei dettagli. |
Quindi quello che doveva succedere alla fine è successo, in barba alla gerarchia e a tutti gli altri buoni motivi per cui poteva non essere il caso. Nonostante i buoni propositi probabilmente era inevitabile che accadesse quasi per le stesse ragioni: scampare alla morte e sopravvivere ai lutti in verità mette voglia di vivere quando ti ritrovi dall'altra parte, al sicuro. È come la fine di una guerra e la celebrazione della vita che ricomincia, nonostante in questo specifico caso tutti lì sono ben consapevoli che è solo una parentesi di calma tra una tempesta e l'altra. Quindi meglio festeggiarla questa vita, anche in quel mondo, non privandosi di una piacere e di un sentimento. |
Non è facile condensare quello che ho da dire su un capitolo simile, ma vediamo se ci riesco. |
In questi due capitoli hai proseguito con il raccontarci il lento ma direi inesorabile percorso di conoscenza e affiatamento di Amelia non solo con Levi, ma anche con Erwin. Con il primo, cosa che a livello narrativo mi trova estremamente concorde, la reciproca conoscenza va avanti a colpi di sarcasmo e in certi momenti anche in una brutale sincerità. Levi apprezza molto che Amelia gliela dica per come è, e ripaga il gesto come meglio può, facendo piuttosto che parlando. Mi è molto piaciuta quella sequenza d'azione, ma te l'ho già detto che sei portata per scriverle, quindi niente di nuovo. |
Nello scrivere scene che anche il manga ha raccontato a volte mi sembra che si diano dettagli che in fondo non sono necessari, ma tu l'hai fatto con equilibrio, stravolgendo le prospettive, fondamentalmente sempre dal punto di vista di Amelia quindi raccontando dei fatti nuovi anche se inseriti in una sequenza di fatti noti. |
Il tempo passa e le cose si stabilizzano, Amelia ha saputo prendere i lutti del suo battesimo fuori mura nel migliore a dei modi e si è trovata una "famiglia", per così dire, lì nel corpo di ricognizione. Del resto vivere certe difficoltà spalla a spalla dev'essere una circostanza che favorisce i legami, sempre che ovviamente si sappia vedere il buono in tutti, e Amelia pare proprio averla questa dote. Qualcuno le piace più di altri, ovviamente, e per altro è chiaramente ricambiata, ma le dinamiche militari in cui si trovano questi due non favoriscono uno sviluppo di quel reciproco interesse. |
Quello che ho apprezzato maggiormente di questi due primi capitoli è come sei riuscita a rendere bene il clima delle varie scene che ci racconti, in immagini vivide e piene di spunti per l'immaginazione di chi ti legge, ci fai entrare davvero bene negli ambienti e negli stati d'animo dei tuoi personaggi, dal clima scanzonato del post diploma fino alla tragicità dei morti in battaglia. La parte che mi é piaciuta di più sta in questo secondo capitolo, cioè quella dell'azione, che io ho sempre trovato non affatto facile da scrivere. Tu l'hai fatto molto bene, in linee narrative chiare che ti permettono di comprendere bene lo svolgimento dell'azione. Ci si perde ogni tanto perché i dettagli sono tanti e personalmente mi sono fatta prendere dalla concitazione dell'azione, volevo sapere cosa stesse per succedere più che concentrarmi sui molti dettagli, questo però è un attestato di quanto sia stata la tua una narrazione credibile e coinvolgente. |