STORIA VINCITRICE DI UNO DEI PREMI WATTY 2022
Dopo dieci anni di reclusione nella prigione di Azkaban, il due ottobre duemilaotto Draco Malfoy finisce di scontare la propria pena. Avrà tempo sei mesi per dimostrare alla Società Magica di essere idoneo alla restituzione della bacchetta.
Sarà in grado, Draco, di risorgere dalle proprie ceneri?
• "Trovò il coraggio di alzare la testa, riflettendosi così nelle crepe dello specchio. Aveva un aspetto orribile, ma non era quello il problema.
Il vero problema, oltre a quello che non aveva, era quello che non era.
Non era nessuno. Draco Malfoy non era più nessuno." •

E c’è questo atomo, questo embrione, questo piccolo granello di polvere che non trova il suo posto nell’universo, né la sua strada verso tutti gli altri. C’è questo piccolo puntolino che non è mai dove dovrebbe essere, non è mai a posto, ed è rosso come un mattone ma non sarà mai buono per costruire un muro.
Storia del (complicato) rapporto fra Crowley e suo Padre. Sì, esatto. Proprio Lui.

Theo ha inseguito il sogno della perfezione così a lungo, anni e anni, si è fatto letteralmente impiantare il cuore di sua sorella pur di diventare il male perfetto che i Dread Doctors sognavano, e tutto quello che lo attira ora, che lo attira davvero, a un livello istintivo e viscerale, è quanto di più lontano ci sia dalla perfezione. È l’inusuale, è il dettaglio fuori posto, sono gli stivali infangati sotto la gonna di Cappuccetto Rosso.
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L’altra cosa che Liam può fare è, beh, non pensare, che è poi quello che Liam sceglie di fare la maggior parte del tempo.
Fa freddo e Theo è bagnato e mezzo nudo di fronte a lui e continua a ridere spensierato e per Liam non è davvero una scelta difficile. Il suo braccio si stringe più forte attorno alla vita dell’altro, mentre appoggia il viso contro la sua spalla nuda, chiudendo gli occhi e inspirando piano.
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E il fatto è, Theo non ha chissà quale metodo per calmare Liam, una tattica astuta e ponderata, a volte lo prende a pugni, altre tira fuori commenti fuori luogo, altre volte si lancia in dettagliate fantasie di corpi da smembrare e seppellire e altre ancora si limita a ripetere il suo nome, e non c’è un vero schema o un fattore comune che possa essere individuato come l’elemento calmante, perché altre volte Theo si limita ad esserci e il punto non è cosa Theo dica o faccia, il punto è, contro ogni logica, Theo stesso.
La vita di Liam è degenerata ad un livello tale che l’unica cosa che riesce a calmarlo è quello squilibrato di Theo Raeken e la cosa più grave è che Liam non è stupito nemmeno la metà di quanto dovrebbe.
“Theo.”
“Sì?”
“Credo che tu sia la mia ancora.”
Theo spalanca gli occhi e Liam anche, perché non aveva pianificato di dirlo.
E poi va nel panico e fa la prima cosa che gli viene in mente per distrarre l’altro da quello che ha appena detto.
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Liam gli ha appena detto che è la sua ancora e poi gli ha dato un pugno sul naso e Theo è così confuso ora.
Quello che lo confonde di più, poi, è che Liam pensi che lui non lo sapesse già.
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[THIAM - accenni Sterek]
[Pidgeon]

Loki gli promette che tornerà e Thor gli bacia le mani, le dita lunghe e fredde.
Dice – Sono qui
[Thor/Loki] [Steve/Tony]

[...] In uno dei pochi romanzi che erano sopravvissuti al turbolento periodo della sua adolescenza, Tony ha infilato, una settimana dopo averlo ricevuto, il fiore giallo che Steve gli ha regalato quel giorno. Pagina centoventi. Ne afferra il gambo tra le dita e sorride. La luce blu degli schermi e della lampada da scrivania gli forma ombre lunghe sul viso, tra le pieghe degli occhi e del naso. È, ormai, completamente appassito, ma Tony ha intenzione di chiuderlo in un paio di lastre di vetro e di appenderlo in camera da letto. Ridacchia. È il suo piccolo segreto.
[Stony/Florist!Steve]

Aveva fatto un errore. Un errore che aveva portato a diverse conseguenze, tra cui il suo allontanamento da Manhattan e dalla vita che aveva condotto fino a quel momento. Un errore che lo aveva portato in una fattoria dimenticata da Dio e dagli uomini nel bel mezzo del North Carolina.
{Superfamily!AU no powers! - Steve/Tony+Peter}

"Antropofobìa s. f. [comp. di antropo- e fobia]. – In psicopatologia, morbosa sensazione di angoscia che insorge in alcuni individui in mezzo alla folla o in presenza di altre persone."
La paura ha gli occhi di tutti gli uomini della terra e non c'è scampo, non c'è fuga, non riesce più a rinchiudersi nella sua mente e nemmeno il legame ionico ha più un significato.
C'è solo il dolore che gli scava con gli artigli da dentro il petto e che continua ben dopo che le nuove ferite si sono rimarginate.
AU Teen!lock, Sherlock!centric
~Prima classificata al contest "Phobos e Deimos" indetto da meryl watase sul forum di EFP~

[...] Steve ha vent’anni, una famiglia più disfunzionale del normale, dipinge. La sua stanza è piena di disegni a matita e ogni suo pantalone ha una macchia di colore sparsa da qualche parte. Non ha una macchina. Non parla molto, ha una passione smisurata per quei vecchi film in bianco e nero, per i libri di storia e le mappe geografiche. Legge meno di quanto vorrebbe, fuma di più.
Ha Tony.
[Stony/Insecure!Steve/Pre-CaptainAmerica] [Bucky/Natasha]

- Quando morirò avrai il mio cuore – gli promette sulla carne e Steve non ci crede, ma a Tony non importa. Gli giura tra le scapole di lasciargli tutto, tutto quello che conta, tutto quello che l’ha reso ciò che è adesso.
Hanno appena fatto un patto.
È tutto qui.
[Stony]

Una volta ti ho detto di non avere nessuno. La tua risposta è stata semplice: "Hai me".
Il per sempre era sottinteso.
*
Contest 'Write me a letter' sul forum di efp

Tutto ha inizio quando Will rimane ferito durante un episodio di sonnambulismo.
Questa è una traduzione della storia Hyacinth House, pubblicata originariamente in Inglese dall'utente bluesyturtle su archiveofourown.org

All'inizio è il sangue.
L'odore pungente e metallico del sangue che ti fa aprire gli occhi mentre la tua testa è ancora affondata nel cuscino e tu sbatti le palpebre per cercare di abituarti all'oscurità della stanza.
Le tende nere sono serrate a coprire l'intera finestra e ti ci vuole qualche attimo per realizzare che non stanno bloccando i raggi del sole perché fuori è ancora buio.
Quello che vedi non è esattamente quello che ti saresti aspettato, perché Stiles è in piedi al centro del salotto, gli occhi aperti ma sfocati come se fosse sotto qualche specie di trance, le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi.
Non si muove quando ti avvicini né quando chiami il suo nome e tu resisti all'impulso di coprirti il naso all'odore mentre osservi shoccato il suo viso, le sue mani, e i suoi indumenti.
C'è sangue ovunque.

Certe notti vorrebbero dormire, ma non ci riescono.
Certe notti vorrebbero solo essere consolati, ma non può essere così per tutti.
Eppure ognuno di loro spera, tra gli incubi e l'insonnia, che andrà tutto bene, se riusciranno a stare vicino alla persona che amano.
Steve/Tony Clint/Tasha Thor/Loki

[Post-Avengers] La giustizia di Asgard è spietata con Loki Laufeyson: privato del Seiðr al cospetto degli Æsir, è costretto a mostrarsi a Thor nell'originaria forma di Jotun, per essere poi consegnato come pegno di pace ai giganti di ghiaccio. Torturato fino alla follia, trova, tuttavia, sotto la pelle, proprio un'ultima, disperata speranza di riscatto.
[...] “Andiamo,” ripete, senza il coraggio di tirare quella maledetta catena.
Loki chiude gli occhi.
C’è una lacrima sospesa sull’orlo delle ciglia, ma non cade.
C’è tutto l’orgoglio di suo fratello, là dentro.
Un orgoglio che deve essere il suo [...]

Prigioniero dei Chitauri, Loki Laufeyson esorcizza la tortura con la memoria.
Scanditi dalla Ruota dell'Anno, i ricordi della vita asgardiana sono un prisma iridato, ma, tra tutti i colori, nessuno vince l'azzurro di un cielo noncurante: gli occhi di un amato/odiato fratello.
[...] Azzurri sono gli occhi di Thor, mentre si abbandona al vuoto, perché quando il ramo non ha più nulla da offrire, la foglia cade e non torna indietro.
La voce che grida il suo nome nel buio, del resto, non è mai quella voce.
Odino non l’ha amato abbastanza.
Thor l’ha amato troppo.
Loki non ha amore nemmeno per se stesso [...]