Una serata perfetta, questo era stato, tutto era andato per il verso giusto e come al solito la polizia non aveva nemmeno compreso le sue intenzioni, in quel momento aveva appena sorvolato l’Osaka Dome diretto verso il Cosmo Square quando, un colpo di pistola proveniente da uno dei ponti sotto di lui, l’aveva colpito al monocolo, infrangendolo, e fatto precipitare dalle parti del porto di Osakako facendolo finire in acqua.
Aveva fatto in tempo a vedere la porche nera di uno dei membri dell’organizzazione, che aveva ucciso suo padre, prima che l’impatto con l’acqua fredda del porto lo avvolgesse togliendogli il respiro e procurandogli un forte dolore al braccio destro e alla schiena.

“Sai bene che dovresti dormire. Siamo tutti stanchi e domani abbiamo una giornata abbastanza pesante” mi appoggio al piano del lavandino e intanto lo guardo. Tutto concentrato sul suo cellulare, con quello sguardo serio e luccicante, probabilmente per la stanchezza o forse incuriosito dalle cose che sta guardando sul suo telefono. Mi viene all'istante un flash...

Seokjin è un principe viziato, Namjoon un coglione tatuato che attenta alla sua sanità mentale. Un incontro casuale, sarcasmo pungente e scontri ad armi (im)pari che si concludono con i più piccanti degli esiti. E se questa guerra di sguardi sfociasse in lezioni d'amore? E se quel damerino patinato si rivelasse la fonte d'ispirazione per le mani di Namjoon, astro nascente della scultura coreana? E se quel demone dagli occhi neri diventasse l'unico capace di combattere il suo ostinato silenzio?
Namjoon lo fissava trionfante, quelle stesse labbra dannate ora erano inarcate in un sorriso soddisfatto.
Beccato, gli stavano sussurrando.
Stronzo, urlò invece il suo sguardo stizzito.
(NAMJIN ♥ sassy!jin; tattoed!rapmon; art!au)

[CrossDressing][Isabel&Eren!Twins][Ereri]
Isabel ed Eren, gemelli fin troppo simili per la sfortuna di Eren che si ritroverà coinvolto nelle oscure macchinazioni della sorella bisognosa di giorni di ferie extra.
Dal capitolo:
Quando uscì la fulminò. «Non dire una parola diversa da Caraibi»
La vide portarsi le mani al viso e squittire eccitata battendo le mani per poi afferrarlo per un braccio e trascinarlo vicino all'anta-specchio del grande armadio.
Anche se non voleva ammetterlo erano uguali. «E adesso lezione di Make-up!»
A cosa aveva acconsentito di partecipare!? «Isa-» Provò a supplicarla ma lei aveva già afferrato pennelli, trucchi e chissà-che altro. Deglutì mentre il terrore si faceva strada dentro di sé.
Sarebbe stata una settimana molto lunga!

In un’instancabile America, Levi Ackerman sta per sposarsi, spinto solo dal desiderio di potere, soldi e gloria. Per farlo, deve fare i conti con il suo passato e con la sua fedina penale sporca. Una sera si ritrova in un bilocale di periferia a sborsare ottocento dollari per far eliminare il proprio nome dall’archivio della polizia e arrivare pulito al giorno del suo matrimonio. Quello che non sa, è che Eren Jaeger è una persona troppo curiosa per rimanere in silenzio dopo aver scoperto dell’arresto di Levi, avvenuto sedici anni prima.
Dal capitolo IV:
«Lo sai, Erwin. Quella parte della mia vita è finita sei anni fa.»
«Lo sai meglio di me che non puoi decidere certe cose di punto in bianco, Levi. Non è un interruttore che accendi o spegni a seconda del tuo umore.»
«Infatti, dopo sette anni passati dietro le sbarre e tre all’università, ho capito che era un capitolo chiuso.»
«Va bene.»
«Cosa?»
«Ti credo e mi fido di te. Se mi dici che hai chiuso per sempre, allora sarà vero. Anche se ho ancora qualche dubbio sulla tua presunta fedeltà.»
|AU||LevixEren||LevixPetra||JeanxEren||Accenni JeanxMarco|

"Scherzi? Mi riderebbero in faccia!" rispose "Non sono ancora all'altezza di una rivista... no, devo creare quello definitivo" annuì, decisa.
"Sono mesi che lo ripeti ma fino ad ora ho visto soltanto provvisori" ribatté la ragazza.
"Non è facile, sai?" rispose l'altra, prima che qualcuno passasse tra di loro facendole cadere i fogli di mano.
"Ops, scusa" la canzonò Reìna, ridacchiando, passando oltre. Raf le lanciò un'occhiataccia.
"Ignorala" rispose Miki, mentre la ragazza si abbassava a raccogliere i disegni, venendo fermata da un ombra che si parò davanti a lei; non fece in tempo ad alzare gli occhi che quella s'inginocchiò ed iniziò a raccattare i fogli.
"Ti fai sempre prendere in giro, Cheng" commentò il ragazzo.
🐞🐞🐞🐞
[Angel's Friends/Miraculous Ladybug Crossover - Raf/Sulfus]

| Magic Kaito 1412 | Kaito Kuroba | Aoko Nakamori |
“Sei proprio... Una stupida” sussurrò il ragazzo, subito prima di posare, per un fugace attimo, le proprie labbra sul capo di lei.
Un contatto così veloce e leggero che quasi sperò non se ne fosse accorta.
E bastava. Bastava quel piccolo ritaglio di mondo in bianco, le guance più bollenti di quanto potesse anche solo lontanamente immaginare.
La stanza non era poi così vuota e lui non era poi così solo se c'era Aoko a fargli compagnia.

[Eren/Levi] [Canon!Verse]
Tre volte in cui Levi non si fida di Eren e una in cui finalmente lo fa.

[Eren/Levi] [Modern!AU]
“Lui è Heichou,” annunciò Hanji con tono solenne, accarezzando il pelo del gattino. “Il tuo nuovo migliore amico.”
Levi si mise a ridere, immaginando che fosse tutto uno scherzo. Poi, però, la donna gli lasciò il felino tra le mani, estrasse un libro dalla borsa intitolato ‘Tutti i segreti per prendersi cura di un gatto’ e si chiuse l’uscio dell’ingresso alle spalle con un semplice cenno, sorridendo diabolicamente.
Levi impiegò qualche attimo nel rendersi conto che l’amica non stesse affatto scherzando. Portò l’animaletto all’altezza del volto e lo scrutò bene: aveva due grandi occhi verdi che lo guardavano curioso e aveva smesso di miagolare da quando lo aveva preso in braccio. Gli grattò la testa con l’indice e il cucciolo provò a dimenarsi, quasi come a voler scendere. Levi lo appoggiò sul tavolo e lui tornò lesto dentro il trasportino, ancora molto impaurito.

- E tu? - Adrien si ritrovò il viso della piccola a pochi centimetri di distanza. - Tu sei la verità o la bugia? -
Restò dei secondi in silenzio, fissando le sue iridi oltremare che lo avevano catturato dal primo istante e sorrise. Ah, ormai era stato stregato!
Sorrise: - Adesso... sono la verità. - vide lentamente le labbra di lei andare verso l'alto e mostrare i denti, per poi trovarsi avvolto il collo dalle sue esili braccia.
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Adrien è un famoso ladro che terrorizza il mondo da ben quattro anni, denominato Chat Noir. Da quando ha compiuto diciotto anni e lasciato la casa, ha deciso che la sua vita sarà spericolata e un continuo rubare, ma... avrà la stessa opinione dopo aver incontrato due iridi oltremare, un sorriso birbante e... la dolcezza che, in un attimo, cattura il tuo cuore?
Cosa succerebbe se un ladro incontrasse la dolcezza incarnata in una bambina? Verrà sopraffatto da essa o continuerà per la sua strada?

Fissando amareggiata il suo riflesso che si specchiava sull'acqua, Marinette ascoltava silenziosa il rumore delle sue lacrime che andavano ad impattare contro di essa dopo averle rigato le gote. Non avrebbe voluto piangere, ma se il suo corpo non poteva davvero fare a meno, beh, quantomeno preferiva evitare di singhiozzare.
“E’ tutta colpa mia” Sussurrò a se stessa, deglutendo per cercare di sciogliere il nodo alla gola.
Prima o poi si sarebbe stancato di lei. Aveva già più di un motivo per lasciarla, ma presto a queste ragioni se ne sarebbero aggiunte altre e allora niente e nessuno avrebbe mai potuto salvare la loro relazione.
[Adrinette, 8061 parole]

[seminarist!Levi x Eren]
Il pesante libro universitario giaceva aperto sul tavolo, nell’angolo più isolato del locale dove era solito fermarsi a studiare. L’essere fuori città assicurava tranquillità a quel posto, anche se quel tipo, il nuovo cameriere, era forse un po’ troppo rumoroso.
Levi sorseggiò la sua bevanda calda, mentre fuori la temperatura era forse a meno di dieci gradi. Il calore gli rilassò i muscoli e gli stemperò la gola, che dopo quella lunga camminata al freddo pizzicava in maniera fastidiosa.
Riprese in mano la matita e tornò a leggere quel noioso ultimo capitolo, tentando di non dare troppo peso a quegli occhi che si sentiva addosso.
Occhi grandi, verdi come non ne aveva mai visti, che di tanto in tanto si posavano neanche troppo distrattamente su di lui. Sono l’ultima persona che dovresti guardare in questo posto, ragazzino.

Suonai seguendo le sue di dita, mettevo le mie ovunque fossero state le sue un istante prima, per rincorrerle, per sentire se magari quei tasti ancora ne trattenessero il calore.
Risi, quando le mie mani, goffe, si scontrarono con le sue, risi. Non mi importava che il suono ogni tanto risultasse sgraziato, ridevo lo stesso.
Stavo suonando il piano.
Stavo suonando insieme a lui.

«Sì. Tutto chiaro. Posso sapere il nome da cercare sul campanello?» - domandai con la massima pazienza di cui disponevo in quel momento.
«Avevo detto che l'indirizzo te lo avrei mandato per sms, quindi anche il nome. Sicuro di aver bisogno di ripetizioni solo di inglese? Mi sembra tu abbia ben altri problemi. Comunque... Rivaille. Rivaille Ackerman» - feci appena in tempo ad appuntarmi mentalmente quelle parole che la chiamata mi venne chiusa in faccia.

"Non è sbagliato?" Lo sussurrai piano, mille domande arrotolate sulla lingua, mille interrogativi schiacciati sul cuore. E il mio corpo trema, forse per la paura, forse per l'emozione. O forse entrambe.
Due occhi azzurri mi fissano con dolcezza. Il mio angelo, l'altra metà della mia anima.
Un luccichio li fa scintillare nella penombra della stanza.
E con poche, sincere parole, cancella tutti i miei timori e le mie incertezze.
"Perché, esiste un modo sbagliato di amare?"