[...] Due occhi azzurri, ormai privi di vera vivacità, si puntano verso il cielo, laddove non è più possibile scorgere stelle, e non a causa di nebbia o nuvole scure, ma per colpa delle luci cittadine, ormai diventate troppo intense, per lasciare allo sguardo un reale spettacolo notturno in piena regola.
Sospira, chinando poi il capo, mentre la schiena gli aderisce perfettamente al muro dell'edificio disabitato prima sede di un piccolo centro commerciale che ha definitivamente chiuso i battenti alla fine dell'estate.
Nonostante il vento che soffia, impetuoso e gelido, il ragazzo, apparentemente di non più di diciassette anni, indossa una maglietta leggera, a maniche lunghe, e un paio di shorts neri aderenti, che senz'altro mostrano in maniera impeccabile la mercanzia. [...]

Caro Sheldon,
chi ti sta scrivendo è un ragazzo di sedici anni iscritto alla Osaka School di Tokyo e fa ridere, se pensiamo che questa scuola non sia situata a Osaka. Scusa io amo divagare e son un gran maleducato. Il mio nome è Naruto Uzukumaki, ma ben più noto col nomignolo di "testa quadra". [...]Il mio più grande sogno: divenire come mio padre, un boss della yakuza temuto e rispettato. Ehm ecco piccolo particolare, non lo deve sapere nessuno che son sotto copertura.

[...] “Uchiha...”
E al tramonto del sole giungono, inevitabilmente, le tenebre. [...]
Non vola nemmeno una mosca, nulla infrange più il silenzio; c’è solo un cuore che batte freneticamente quasi, ma nessuno può invero udirlo se non colui che se lo sente quasi scoppiare in petto.
Uchiha riprende il suo posto, si adagia sulla sedia con una straordinaria eleganza felina, lascia la criniera scura ad ondeggiare lievemente, per poi volgere le iridi corvine alla sua sinistra, verso la finestra. Verso un mondo fatto ancora di luce. [...]
-------Info di servizio-------
Torno a Sasuke, Naruto, Gaara, Itachi, Kakashi... e tutto il loro mondo, in una AU scolastica, che non si limiterà solo a quell'ambito, tingendosi di colori e situazioni sempre nuove.
Torno a loro, perché da loro sono partita e di loro ho bisogno.
Questa fanfiction non è scritta a scopo di lucro. I personaggi non sono miei, ma appartengono all'autore che ha dato loro vita.

La storia è ambientata a Konoha dopo la Quarta grande guerra ninja, esattamente un anno dopo la sua fine. La determinazione di Naruto alla fine ha riportato Sasuke a casa... ma la vita non è più la stessa. Sentimenti inaspettati sono emersi con il passare del tempo nell'animo dell'orgoglioso Uchiha, ma il passato non può essere cambiato... o, almeno, così sembra

Questa storia o meglio questi "episodi" sono "episodi"della vita normale (o quasi)della famiglia Namikase.

Un giorno, al suo risveglio, Naruto scopre di avere l'influenza, nonostante tutto costringe Sasuke ad andare a visitare una mostra, sapendo che per lui conta molto e non pensando a se stesso e alle sue condizioni, ma solo al partner. Ma Naruto non sta affatto bene e Sasuke se ne accorgerà molto presto. Sasunaru romantica e anche un pò triste.

Amarti e desiderarti, e non poterti avere, questa è la mia punizione del volerti bene.
***
Esiste una scuola, la Shibusen, nella città di Konoha situata nella Valle della Fine, a Tokyo, che addestra giovani ragazzi e ragazze di tutto il mondo alla lotta contro i nemici dell'umanità. I ragazzi sono i Shokunin, il cui obiettivo è racimolare anime malvagie, da far mangiare ai loro compagni di squadra ovvero coloro che possiedono il potere di trasformarsi in Buki. Armi potenti.
Sasuke entrerà in questo mondo, ma non saprà usare la sua arma, e non riuscirà a risvegliare la sua anima. Perchè? E poi, quale sarà il vero segreto della spada appartenuta a Madara Uchiha, ora tra le sue mani?!

Naruto e Sasuke stanno insieme da quattro anni, dividendo le gioie e le tribulazioni della vita di coppia, con missioni che mettono a repentaglio la loro vita.
La base del loro rapporto pare solidissima, tanto che nemmeno le cocciute perfidie della loro ex compagna di squadra, riescono a scalfirli più di tanto.
Sarà l'arrivo di un miracolo o disgrazia, a far tremare il loro legame, portando alla luce vecchie paure, nuove decisioni e rinnovate parole di conforto e amore.
ATTENZIONE: per correttezza nei confronti di chi sarà interessato a leggere la fic, desidero avvertire sul contenuto di questa per non avere problemi in futuro. Ebbene, è una MPREG drammatica, il che vuol dire che tra due uomini omosessuali, uno di questi rimane incinta. Se per caso il tema vi risulterà sgradito e fastidioso, vi sarei grata di non leggere.
Detto questo, spero la storia vi piaccia e che commenterete in tanti.
Tanti Saluti, SugarHunter

Dal il combattimento con il kiuuby passano 6 anni ma Minato non è mai morto come tutti pensano ,
è riuscito a prendere in giro il sigillo con un Bunshin no Jutsu! Finalmente torna a Konoha ma vede una cosa che non gli piace affatto il suo bambino è considerato un mostro

Un Naruto demone che è sempre stato maltrattato verrà catapultato in una società di ricchi e viziati.
Un ragazzo, il suo padrone, gli farà scoprire cosa significa amare qualcuno. Ma il loro amore è proibito e tra mille pericoli e l'arrivo della notte della Luna di sangue, i nostri protagonisti c'è la faranno a sopravvivere e ad amarsi fino alla fine? Ma la luna di sangue cos'è veramente? una leggenda per spaventare i bambini o solo una verità nascosta tra storielle di paura?
"-Naruto... Naruto guardami sono io.. ti prego apri gli occhi!-
Sasuke si ritrovò a piangere per la prima volta in tutta la sua vita.
L'unica persona che doveva proteggere se ne stava andando tra le sue braccia. I suoi occhi che per lui erano di un bellissimo azzurro ora erano chiusi e macchianti di sangue.
Come era potuto accadere.
-sas..-
Un sospiro usci da quelle labbra rotte.
C'era ancora qualche speranza."

Sasuke ringhiò e Naruto catturò quella rabbia nella sua bocca, premendola su quella del compagno. Lo baciò, e non ci fu tempo di respirare, non con Sasuke che gli succhiava il labbro inferiore, tirandolo poi con la punta dei denti.
“Amavo Jiraiya,” confessò, dopo che il bacio ebbe consumato entrambi “era il padre che non avevo ancora conosciuto. Amavo i miei genitori pur non avendoli mai incontrati, ero certo che mi avessero riempito d’amore, ed era davvero così.”
Sasuke fremette, lanciando avvertimenti con gli occhi.
“Tu sei il mio migliore amico, il mio compagno di squadra, la mia aspirazione, sei tutto. Non permetterò che ti portino via. Non gli darò l’opportunità di togliermi la mia famiglia per la terza volta.”

Sasuke è tornato. Konoha non è cambiata, tuttavia sente che c'è qualcosa di diverso. Naruto è sbocciato! Quando durante un allenamento vede troppi sguardi maliziosi sul SUO amico...beh, si rende conto che sarà dura, del resto sono tutti bravi ninja..ma non sarà un problema eliminarli TUTTI. In fondo è normale essere gelosi del proprio migiore amico!

Nella semi oscurità della stanza,tutto ciò che si sentiva era l’incessante picchiettio delle gocce contro i vetri,il fragore dei tuoni,potenti e maestosi e un altro tipo di suono. Irregolare,frenetico e di intensità sempre maggiore. Gemiti.
INCOMPIUTA. Mi dispiace moltissimo, ma per ora non ho nessuna intenzione di continuarla. Non so, magari in futuro. Grazie a tutti per la comprensione.

I bambini furono abbandonati, i piccoli Sasuke e Naruto rimasero irrimediabilmente soli tra le setole di quel tappeto candido a cui la signora Uchiha teneva così tanto.
Le voci delle loro madri e dei loro padri gli arrivavano discontinue e confuse nel grande ambiente, non colsero nessuna certezza a cui aggrappare il loro piccolo mondo in mezzo a quel marasma di gambe e scarpe di persone sconosciute, tranne quella di essere uno di fronte all'altro, insieme. E si trovarono.
Forse no, o forse può darsi. A dirla tutta, chi lo sà -o meglio- cosa importa? Si contemplarono ancora, e ancora. Si erano già incontrati altre volte, ma non erano mai stati lasciati così sperdutamente soli. Adesso si fissavano come se non si fossero mai visti.
Piacere, sono un Uchiha. Oppure, fatti i fattacci tuoi, i loro sguardi erano incompresibili e le loro parole mute in quell'angolo ovattato dell'affollato soggiorno, un soleggiato sabato pomeriggio di Luglio. E questi zitti, fermi, insieme. A guardarsi e guardarsi e guardarsi.
Cosa capirono? Boh, si guardarono e basta. Nessuno seppe niente dell'accaduto, nè se ne sentì parlare. Loro crescendo di sicuro non ricordarono nulla, ma certamente qualcosa in quel momento, una qualunque cosa, la capirono.