Sì, racconterò la storia del nostro amore.
La racconterò perché gli indegni infelici provino invidia per ciò che abbiamo avuto, perché chi ha perduto la via ritrovi almeno la speranza, perché tutti possano condividere il nostro dolore e renderne meno pesante il fardello che sono rimasto solo a portare.
Per coloro che leggono e che ancora non sanno, il mio nome è Gerard Way, e questi sono i miei ricordi felici.

Fic Rec, visto che EFP ne neccesita una.
All'interno trovate le mie storie preferite che vi raccomando, più una storia comica sui BTS.
Enjoy!
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Autrici menzionate: Arashi17, ChickenFroggie, _ChocolateKookie_, _exodus, fedetojen, Haphephobia, key2690, Michi_7, MrsJeon, MUTSUMI,, Rozalin Kyouko, Tati_Chan, Ugotnojams, xoxo_exo_xoxo, Yami_No_Alice.

Voleva baciarlo sapendo che il giorno dopo avrebbe baciato di nuovo quelle labbra.
E il giorno dopo.
E il giorno dopo ancora.
Finché vi fossero stati giorni da contare, Taehyung voleva contarli con Jimin.
*
C'è una sala da tè a est del fiume.
È piccola e graziosa, e al suo interno riposa un vecchio pianoforte castano.
È una tenera favola, un posto dove dimenticare, anche solo per un istante, la vita vera.
*
tearoom!AU
vmin, yoonkook, side!Namjin

Jeon Jungkook, un giovane artista in erba, non desidera altro che partecipare alla Galleria dell''Istituto Artistico, un evento solitamente riservato agli studenti più grandi. Quando gli viene data questa possibilità lui mette tutto sè stesso nell'impresa, ma i suoi piani verranno mandati all'aria.
Di chi è la colpa di tutto ciò?
Ovviamente di Kim Taehyung, un ragazzo più grande in cui Jungkook si imbatte una sera di novembre, colto sul fatto mentre vandalizza una parete con i suoi murales.
VKOOK

"Ero un quattro e mezzo color sangue e nessuno se ne era mai accorto."

"Salvarti è l’unica cosa che voglio ma non posso fare."
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[ originale – one-shot – angst ]

Una volta Castiel gli aveva detto che la sua paura del volo era una proiezione inconscia della sua paura di rimanere solo. Aveva detto che lo terrorizzava non avere nulla di sicuro tutt’intorno, trovarsi nel vuoto, perché nella vita di tutti i giorni, Dean è inconsciamente spaventato a morte dall’idea di rimanere solo. Senza appigli sicuri che lo tengano ancorato alla vita. Senza la sicurezza della terra sotto ai piedi.
Ora però c’è Castiel, e lo sta tenendo stretto a sé. Dean non cadrà, lo sanno entrambi. Non lascerebbero mai che accada.
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Spin-off della drabble ‘E sotto di sè vide le luci della città brillare come stelle.’ di @AliNephilim
In cui Dean fa pratica con le sue nuove ali e Castiel non lo lascia cadere.
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[ destiel – angel!Dean – raiting rosso ]

Doveva essere un giovedì il giorno in cui si erano incontrati la prima volta. Doveva esserlo per forza, perché ricordava cosa aveva mangiato per colazione: uova strapazzate, solo l'albume con un pizzico di sale, due fette di pane bianco in cassetta senza crosta e un bicchiere di latte, e quella era la colazione del giovedì. Il giovedì era bianco. Era bianca la colazione, bianca la camicia che indossava, bianca la sua anima, come un foglio che attendesse parole per essere riempito... |Destiel|AU|

C'è un uomo strano alla clinica psichiatrica.
Dean l'ha notato sin dal suo primo giorno.

Da quando ha sette anni Frank segue i corsi dell’Accademia che da decenni forma i membri del Corpo per la Difesa Nazionale e ormai ha accettato il suo destino, vale a dire diventare un Hunter, o Cacciatore.
Un cacciatore o tagliatore di teste secondo la convenienza, uno stipendiato dal Governo col compito di individuare i ribelli della società e annientarli o, in via mediatica, scovare gli individui potenzialmente informati sulle attività dei ribelli e carpirne ogni notizia utile.
Ma il suo primo caso, il primo prigioniero a cui deve estorcere delle informazioni è l’innocente Gerard Way.
E l’incontro con i suoi occhi sarà solo l’inizio di un miracolo che salverà la vita a entrambi.

Dean sudicio e sudato aveva fatto decisamente uno strano effetto a Castiel.
Poteva un angelo avere una fantasia eretica,o erotica,o quello che era?
{Destiel

Rimasero così, stretti, a godersi tutte le sensazioni che le rivelazioni di quella sera avevano portato nel loro cuore.
Per la prima volta consapevoli di essere tra le braccia della persona giusta.
Ma nel momento sbagliato.
[Frerard]

Stropicciai appena gli occhi e sbadigliai guardandomi intorno. Osservai l’orologio appeso alla parete e lessi l’ora. Mezzanotte e quindici.
Potevo anche andare a letto, erano tre ore che controllavo e ricontrollavo i fiori che ero riuscito a raccogliere. Mi alzai dalla sedia vicino all’isola della cucina e sbadigliai per la quindicesima volta da quella mattina, riavviandomi i capelli con la mano sinistra.
Il mio cellulare squillò improvvisamente e sobbalzai appena. Lasciai che la suonerai continuasse per cinque secondi buoni e poi lo estrassi dalla tasca per guardare il display.
La scritta “Gee” padroneggiava sul mio sfondo e spinsi il tasto verde sorridendo.
-Pronto? – domandai a bassa voce, con le guance che mi andavano in fiamme. Conoscevo Gerard da sette anni, tre mesi e quindici giorni, ma ultimamente il nostro rapporto era cambiato radicalmente.

"Niente titoli nobiliari, niente matrimoni, niente figli, niente relazioni segrete; solo Frank e Gerard, due uomini che si amavano."

Nella sua tragedia aveva trovato uno spiraglio di luce, una misera spiegazione a tutto il suo dolore. Forse tutta quella sofferenza lo aveva portato a questo, a quel gruppo, a quella canzone. Forse un giorno sarebbe davvero stato meglio, in pace con sé stesso e tutte le altre parole vuote che per lui non avevano ancora un minimo di significato. Forse un giorno avrebbe ripensato alla sua giovinezza e avrebbe sorriso. Forse non sarebbe mai arrivato a quel giorno e si sarebbe consumato prima come una candela, una delle tante su quell'enorme candelabro che era il mondo.