Denise parte per andare a vivere in California. E' sola,senza nessuno e in questo caso si dimostrerà un pò approfittatrice con un ragazzo che invece viene incuriosito da lei,nel vederla spaesata e in difficoltà.Brian si trova di fronte un muro di diffidenza,ma nello stesso tempo Denise sa come lasciarsi andare mantenendo sempre le sue,sfidando il ragazzo ad abbattere questo muro tanto forte quanto debole.

-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3

Se Gerard e Frank avessero delle sorelle minori?
La loro storia d'amore, dagli esordi fino allo sviluppo completo, raccontato attraverso il diario segreto di Callie e Hayley.

Nata come OS, sono disposta a proseguirla se risulta di gradimento Dietro le mie spalle sentì:
- Aspetti qualcuno?-
Una voce molto sexy, roca e sinuosa mi parlò. Io mi girai per rispondere e per poco non mi strozzai col drink.
- Si, aspettavo te!- dissi, cercando di controllarmi, lo riconobbi subito. Ero molto sicura di me, molto autocontrollata. Ero una donna in grado di saper tenere a bada le emozioni e solo questo mi aiutò nel non fare una brutta figura. Riconobbi subito Shannon Leto. Io naturalmente feci finta di non conoscerlo, mentre dentro di me, un subbuglio di emozioni lottavano per venire fuori. Io le gestivo benissimo e le rimettevo dentro un cassetto, buttando via la chiave..

- Sono ormai 3 notti che faccio sempre lo stesso incubo, mi sono stancato di svegliarmi sempre in preda al panico ansimando e sudando come un bambino, non ce la faccio proprio più - dico tra me e me dopo essermi svegliato per l'ennesima volta a causa di questo maledetto incubo. Sepolto vivo ecco il mio incubo ricorrente...

Quella bambina che giocava nella terra e nel fango con suo fratello l’attirava da una settimana. Non era una bambina come le altre. A lei piaceva giocare a pallone e sporcarsi, l’unica volta che l’aveva vista con una bambola, questa aveva i capelli tagliati con una cresta che aveva le punte colorate. In più gli sembrava che non avesse un nome comune, anzi, gli sembrava proprio un nome strano, da maschio.
FF Su Ronnie Radke e in pratica sulla sua vita, con aggiunta di altri personaggi (:

Il piccolo Jors era ancora piccolo per capire il concetto della morte, ma sapendo che suo zio era stato quella grande persona che la sua mamma gli descriveva.. beh, era fiero di avere un nome così bizzarro.

"Un gradino.
Due gradini.
Tre gradini.
Arrivata al quarto gradino, Natalie aveva la sensazione di aver scalato una montagna, ma finalmente era finita.
Ora c’era solo la porta, bastava suonare il campanello.
Come se fosse facile.
Cosa avrebbe detto una volta che si fosse aperta? “Ehy, ciao fratellone, cosa hai fatto negli ultimi quattro anni?”."

« Potrei sempre fare così...» si avvicinò lentamente verso di me, ed iniziò a baciarmi delicatamente il collo, fino ad arrivare all'angolo sinistro della mia bocca. « Non direi » dissi io, allontanandolo e riprendendo il joystick in mano. « Avanti Baker... » sussurrò lui.
« Umpf - sbuffai - pur se silenziosamente - continuando a fissare lo schermo della tv, dinanzi a me - Vaffanculo, ogni volta che arrivo in questo punto mi blocco. Vaffanculo, ed è colpa tua. Vaffanculo Gates. »

Non aveva mai dormito così bene in vita sua.
Sprofondò un po' tra i cuscini ancora impreganti del piacevole odore della scopata migliore della sua vita, con un sorriso ebete stampato sul volto.
Galleggiava in una specie di dormiveglia rilassante, quando un urlo degno di un film dell'orrore lo riportò bruscamente sulla terra.
Spaventato, Brian riconobbe nell'urlo sfasciatimpani che gli aveva quasi fatto prenedere un infarto prematuro la voce di Jimmy, così si precipitò velocemente verso di lui.
Ma cosa diamine ci faceva Jimmy nel seminterrato?!
Il chitarrista si immaginò una scena degna di CSI, con il pavimento imbrattato di sangue e il corpo sventrato del suo ragazzo al centro.
E invece niente, seminterrato pulito.
L'unico dato stonato era il buon metro e novanta di Jimmy rannicchiato sulla lavatrice.
Oh, Gesù!

"Basta poco per annientare un uomo. Nel caso di Brian erano bastati trenta minuti. [...] Trenta maledetti minuti erano bastati a cambiargli la vita. Anzi, forse sarebbe stato sufficiente prolungare quella chiamata per qualche minuto, o forse per qualche secondo e tutto avrebbe potuto essere diverso. Basta davvero poco per distruggere un uomo."