Keith è uno studente nerd, vergine e misantropo, Shiro è il fratello maggiore che vuole farlo divertire, e Lance… Beh, Lance lavora in un night club. Ed è colui che farà divertire Keith.

“Quindi immagina di aver sempre e solo voluto Cool Ranch nella tua dispensa e nella tua vita. Cosa succede se ti viene un'improvvisa voglia di assaporare le Flamin'Hot?”
“Lance sei ubriaco?”
“E perché poi proprio le Flamin'Hot e non, che so, le Blaze? Cosa avranno mai di tanto speciale queste tortilla da avere il potere di cancellare un sentimento familiare?
Certo sono intriganti, con quella confezione rosso semaforo e la promessa di un gusto caldo e piccante, come di un'avventura nel deserto, come il fuoco. Ma perché non comprare il tipo snack che hai amato da sempre, perché cambiare le proprie abitudini? Non sarebbe una sorta di tradimento nei confronti delle Cool Ranch?”
“Buddy...”
La voce di Lance cala di un tono mentre sente un nodo stringergli la gola e gli occhi farsi umidi.
“Non sarebbe come uccidere ogni ricordo felice vissuto in loro compagnia? E se poi un giorno le Cool Ranch venissero ritirate dal commercio e non potessi mai più assaporarle, ne sarebbe davvero valsa la pena per uno stupido capriccio?”
“Amico non stiamo più parlando di Doritos, giusto?”
*
[Post Season 8][Klance][Lance ama davvero i Doritos, Keith no.]

-Ci deve per forza essere un perché, Kacchan? Non c'è un perché...è così e basta...- disse, la voce ancora impostata in flebili sussurri.
-Sì che deve esserci!- lo attaccò Bakugou che, al contrario, manteneva il tono alto e perforante di sempre. Midoriya pensò che, dopo tre anni che non lo aveva più fatto, avrebbe di nuovo cercato di alzare le mani su di lui, ma non lo fece, non lo avrebbe fatto, e Midoriya si sentì in colpa per averlo anche solo lontanamente pensato. -Ti ho trattato di merda per anni, ho tentato di allontanarti e di tenerti lontano da me con ogni mezzo, non ho fatto altro che venirti contro e combatterti... Quindi perché?! Come- fece una pausa, la voce incrinata come se stesse per scoppiare in lacrime, -Come puoi dire di amarmi dopo tutto questo?-.
•Oneshot BakuDeku, scritta perché questi due io li amo e in giro ci sono persone che dicono ancora che la loro è una ship abusiva, spero possano rinsavirsi e cambiare idea, un giorno cof - accenni alla IidaOcha

I. Tenersi per mano:
❀BakuDeku: “Una sensazione di calore gli invade tutto il corpo solo con quel semplice contatto ed Izuku non può fare a meno di sorridere dolcemente mentre con gli occhi verdi osserva le loro mani incastrate tra loro”
❀KiriKami: “La sua mano è calda e morbida, ma ha anche una presa forte e virile, tanto che Eijirou non può fare a meno di arrossire pensando a quanto gli piaccia stringerla con la sua e a quanto quelle parole lo abbiano scosso”
❀MomoJirou: “Le loro mani sono poggiate sul legno della panchina e solo pochi centimetri di distanza dividono le loro dita dallo sfiorarsi”
❀InaTodo: “Shouto non riesce a capire come lui ed Inasa siano potuti finire assieme, [...] ma quando lui gli stringe la mano con la sua presa energica e decisa [...], non può fare a meno di pensare che se sta con lui è perché si sente felice al suo fianco”
•30 Days OTP Challenge – ogni capitolo contiene quattro flashfic unite dallo stesso prompt, una per ogni mia OTP – prima di ogni flash c'è scritta la coppia, quindi se non vi piace potete saltarla e passare alla successiva senza problemi :)
[ BakuDeku ❀ KiriKami ❀ MomoJirou ❀ InaTodo ]

[Katsudeku/Bakudeku]
3 volte in cui Deku si sente ribollire di gelosia
+ 1 volta in cui Katsuki gliela fa dimenticare.

[Post 3x01]
«Prima, quando eravamo in piscina, Bakugou lo ha chiamato 'Deku di merda', ma Midoriya ha continuato a chiamarlo 'Kacchan'." riflette Kaminari.
"L'hai notato solo adesso?" domanda annoiata Jirou.
"Lo chiama sempre in quel modo, sin dalla prima volta che è entrato in aula e ha visto Bakugou." aggiunge Ashido, e il resto dei ragazzi annuisce al ricordo.
"E questo non vi sembra... Strano?" domanda Kaminari. »

E' impulsivo. E' sbagliato. Perseguiterà Katsuki nei sogni per settimane, mesi, anni. Sarà come una spada di Damocle, soltanto ad un pelo dal tagliarlo via dal futuro che si era immaginato di vivere per tutta la sua vita.
Ma Izuku era disperato, ferito e non c'era altro modo per salvarlo. Non c'era nient'altro che poteva fare. Quindi Katsuki aiuta come può, nell'unico modo che gli riesce, più a lungo che può. Si aggrapperà forte a questo momento, sapendo che alla fine sarà tutto distrutto.
Le cose tra di loro non sono destinate a durare.

[OMEGAVERSE! KatsuDeku (KatsukixDeku)]
Dalla storia: (perchè si sa, non sono brava con le introduzioni)
«Più che altro, Midoriya, si sentiva terribilmente strano. Non sapeva neanche dire se era “strano bello” o “strano brutto”.
Si sentiva soltanto strano.
Ma era ancora più sbalordito, o meglio sconcertato, dal fatto che percepiva su di sé, da tutta la mattinata, lo sguardo tagliente dell'Alpha seduto dietro di lui: Bakugou Katsuki.»

In un’instancabile America, Levi Ackerman sta per sposarsi, spinto solo dal desiderio di potere, soldi e gloria. Per farlo, deve fare i conti con il suo passato e con la sua fedina penale sporca. Una sera si ritrova in un bilocale di periferia a sborsare ottocento dollari per far eliminare il proprio nome dall’archivio della polizia e arrivare pulito al giorno del suo matrimonio. Quello che non sa, è che Eren Jaeger è una persona troppo curiosa per rimanere in silenzio dopo aver scoperto dell’arresto di Levi, avvenuto sedici anni prima.
Dal capitolo IV:
«Lo sai, Erwin. Quella parte della mia vita è finita sei anni fa.»
«Lo sai meglio di me che non puoi decidere certe cose di punto in bianco, Levi. Non è un interruttore che accendi o spegni a seconda del tuo umore.»
«Infatti, dopo sette anni passati dietro le sbarre e tre all’università, ho capito che era un capitolo chiuso.»
«Va bene.»
«Cosa?»
«Ti credo e mi fido di te. Se mi dici che hai chiuso per sempre, allora sarà vero. Anche se ho ancora qualche dubbio sulla tua presunta fedeltà.»
|AU||LevixEren||LevixPetra||JeanxEren||Accenni JeanxMarco|

[Levi/Eren] [Sicari/Assassini!AU]
-
Eren è a conoscenza del fatto che pone fine solo a vite di individui senza cuore, con palesi problemi psichiatrici; e sa anche che lui, ed i suoi compagni, sono gli unici a poterlo fare, in quanto spesso, le anime più mostruose e malsane, albergano all'interno di corpi apparentemente innocui agli occhi di quasi tutti. C'è chi ha il coraggio di parlare, e chi no; chiunque fa parte della prima categoria citata, si rivolge, senza pensarci due volte, alla misteriosa Gilda degli Assassini della città, organizzazione che in molti credono sia solo una mera leggenda locale.
Ma così non è, ed Eren Jaeger, di questo, ne è più che consapevole.
Lui uccide, su commissione, a pagamento; e ciò non può che farlo sentire esattamente come la persona che cessa di vivere per mano sua.
Ogni volta, deve accettare il contratto e portarlo a termine.
E questo lo corrode dentro.

[seminarist!Levi x Eren]
Il pesante libro universitario giaceva aperto sul tavolo, nell’angolo più isolato del locale dove era solito fermarsi a studiare. L’essere fuori città assicurava tranquillità a quel posto, anche se quel tipo, il nuovo cameriere, era forse un po’ troppo rumoroso.
Levi sorseggiò la sua bevanda calda, mentre fuori la temperatura era forse a meno di dieci gradi. Il calore gli rilassò i muscoli e gli stemperò la gola, che dopo quella lunga camminata al freddo pizzicava in maniera fastidiosa.
Riprese in mano la matita e tornò a leggere quel noioso ultimo capitolo, tentando di non dare troppo peso a quegli occhi che si sentiva addosso.
Occhi grandi, verdi come non ne aveva mai visti, che di tanto in tanto si posavano neanche troppo distrattamente su di lui. Sono l’ultima persona che dovresti guardare in questo posto, ragazzino.

"Una goccia cristallina che cade sul viso per svegliarti, una goccia calda che scende lungo la gola per dissetarti, una goccia salata che rotola giù dagli occhi per lasciar sfuggire via la tristezza..."
Sorey si fermò per un secondo e alzò gli occhi verdi sul serafino. Lo vide con il volto in fiamme e un'espressione contrariata e impacciata allo stesso tempo.
"Che stai dicendo, Sorey?"