In piedi vicino al non-Derek – whoa, stringendo la mano del non-Derek? – c'era qualcuno assolutamente identico a Stiles. Che era Stiles, o almeno una versione leggermente diversa, come quello accanto a lui era, e contemporaneamente non era, Derek.
Non era come guardare in uno specchio – primo, perché guardare in uno specchio aveva almeno vagamente senso, secondo, perché anche il non-Stiles appariva più vecchio, probabilmente sui venticinque. E cosa cazzo?
“Viaggio nel tempo…” chiese, abbastanza sconvolto. Da qualche parte nel retro della sua testa, sentiva suo padre ridere
“Non esattamente,” disse il non-Derek e, merda, persino la sua voce era identica, solo sconcertantemente gentile. Indicò dietro di sé e Stiles guardò oltre la sua spalla dove c'erano... ancora più Derek e più Stiles.
Quattordici in totale compresi i due alla porta registrò distrattamente, sentendo gli occhi minacciare di uscirgli dalle orbite da quanto li aveva spalancati.
Sette altri Derek. E sette altri Stiles.
Sette altre coppie di Stiles e Derek.

[Traduzione!] Peter decide di usare il potere della musica di Barry Manilow per far innamorare Stiles e Derek.
Nel frattempo, ci sono mostri e altre cose, e Stiles e Derek sono stupidi.

“Non sei un tipo di molte parole” borbottò come se lo stesse spiegando più a se stesso, ma l’altro in risposta grugnì infastidito, iniziando a faticare con il peso che stava tirando su. Fu uno dei pochi segni di vita che gli rivolse.
Stiles si concentrò sul suo volto, per studiarlo un po’: gli occhi verdi erano ridotti a due fessure, i denti stretti per lo sforzo e il volto imperlato di sudore.
Seguì pensieroso con lo sguardo una gocciolina che gli percorse il viso dalla fronte fino al collo, i cui muscoli erano decisamente contratti.
Chissà quanto gli ci era voluto per farsi quel fisico, si chiese guardandolo oltre la maglietta bianca completamente aderita al petto da quanto aveva sudato.
Sterek ~ [College!AU]

Vicino alla casa abbandonata degli Hale c’è un lupo. Un lupo vero, fatto di carne e peli e artigli e zanne affilate come coltelli.
[...]
Vicino alla casa abbandonata degli Hale c’è un lupo e Stiles non riesce a toglierselo dalla testa.

« Non osare mai più! »
« DEREK! »
Il cuore gli schizzò in gola mentre, appoggiato al muro di quell'angusta stanza, si era sentito ringhiare dal nulla.
« Che diavolo stai facendo? »
Derek, che aveva saggiamente deciso di uccidere definitivamente Stiles, si era arrampicato e dalla finestra della camera del ragazzo era entrato in casa. Quando era arrivato alla fine della scala il suo istinto omicida era stato spodestato dalla perplessità. Osservò l'acqua che albergava tranquillamente in mezzo piano terra e, seguendo il suo profumo, trovò Stiles abbandonato contro un muro, gli occhi chiusi ed il capo abbandonato contro la parete solida, mezzo nudo.
[Smut!Sterek]

Sterek.
inizia come l'ep 3x04 della serie e contiene piccoli spoiler della stagione 3
[cap.1]
- Ricorda, la tua prima volta sarà con me, nessun altro dovrà toccarti, intesi?- ringhiò Derek a Stiles.

Alla Camelot Corp. ogni anno, il 23 dicembre, si tiene una festa di Natale. Merlin quest'anno non è intenzionato ad andarci perché non ha un accompagnatore, ma Arthur non ci sta e decide di trovargliene uno perfetto per lui.

Aveva promesso a Merlin che non si sarebbe più avvicinato; non esageratamente almeno. Ma come poteva farlo quando toccava a lui servirlo?
Aveva promesso di non toccarlo, sfiorarlo e fargli alcunché. Ma erano le sue mani a vestirlo, lavarlo e a curargli le piccole ferite.
Lo sfiorava in modo impercettibile, leggiadro.
Lo toccava con gesti delicati, attenti. Il calore delle esili dita si trasmetteva sulla sua pelle ed esse scivolavano sul suo corpo con gentilezza. Tocchi premurosi sulle ferite lievi, piccoli sorrisi di incoraggiamento e cortesia. Gli occhi luminosi e vitali.
Ma c’era troppa frustrazione e disagio tra loro. Era tutto così palpabile da poter essere tagliato con un coltello.
Merlin non mentiva ai suoi occhi, non negava quello che era successo e non poteva dimenticare come credeva avesse fatto lui. Semplicemente tentava di non pensarci.
I suoi sorrisi, le sue attenzioni e la sua fedeltà erano sincere, ma non poteva ignorare quando il valletto tremava leggermente nel momento in cui si avvicinava troppo o il contatto diventava troppo intimo.
Poteva vedere quelle immagini scorrere nei suoi occhi, vive e reali.
Poteva vedere le sue pozze chiare inumidirsi ed il tocco rallentare e vacillare.

Perché non chiedere semplicemente “Che fai per le vacanze di Natale?” come tutte le persone normali e magari farlo abbastanza in anticipo da poter organizzare qualcosa insieme? No, lui era Arthur Pendragon! Lui attaccava il vischio sulle porte e usava gli smartphone!

Merlin si volse un istante, il mezzo sorriso che addolcì le sue labbra non raggiunse i suoi occhi dorati. La sua voce uscì morbida e implorante.
“Lasciami, Arthur”.

C'è poco da fare quando si prova un sentimento forte e senza via d'uscita per qualcuno, che si tratti di amore, odio, rabbia o altro.
Arriva sempre il momento in cui preme troppo, fino a liberarsi.
-
“Sai, mi è sempre piaciuto. Arthur, intendo. Nonostante quell’aria arrogante e superba non ho potuto fare a meno di restare colpito dalla sua persona. Non avrei mai immaginato però di ritrovarmi con una cotta enorme nel cuore e nella mente proprio per lui.”
-
“Non ha idea di quanto bramassi che questo accadesse. Perché mi hai permesso di baciarti?”
Il moro sente le gote in fiamme e involontariamente sposta lo sguardo sul finestrino. Deve però dargli una risposta, e lo sa.
“Perché io… mi piaci, Arthur. Così tanto che temo di essere nato solo per provare questo sentimento.”

Dopo il morso della Bestia errante, Arthur giace morente nelle sue stanze e Merlin si reca all'isola dei beati per salverlo. Lì, Nimueh accetta la sua vita in cambio di quella del principe.
Mentre il destino si sfalda e il cielo cade, il principe è il solo che può salvare, non solo Camelot, ma anche il suo servo.
La domanda è: vorrà farlo?
Una What if? in chiave Merthur!
(Scritta per il contest 'Sotto un cielo così azzurro').

Seconda classificata al contest "Un cucciolo tutto per me" indetto da Fabry. Si ringrazia Shurei per il bellissimo banner *ç*
Dal cap.1: "Il principe Arthur osservava il suo valletto e Sir Parsifal sull’orlo di una crisi isterica, in attesa di delucidazioni. Ma i due ragazzi non riuscivano a spiegare in alcun modo come si fosse giunti a quell’increscioso malinteso. Il tutto, mentre Gwaine se la rideva di gusto e sotto lo sguardo vigile di... “Merlin”."
Dal cap.2: "Il futuro re guardò casualmente la pallina nera che il sottoposto teneva stretto e ghignò.
-Quello è per il banchetto?-
Gwaine lo fulminò con lo sguardo, oltraggiato.
-Non oserete mangiare Merlin!-
Il principe strabuzzò gli occhi.
-Non pensavo che...Cielo, Gwaine, sei un fanatico! Gli hai perfino messo un fazzoletto al collo e lo hai chiamato come lui? Personalmente, penso sarebbe meglio se gli confessassi i tuoi sentimenti!-"

NB: storia a tematica omosessuale con descrizioni dettagliate di scene di sesso. Se non gradite il genere, non aprite la pagina. Lettore avvisato, lettore salvato!
Dal capitolo: Delicatamente, Merlin afferrò un lembo di stoffa e lo sollevò fino a coprire il suo signore, e mentre si chinava per rimboccargli le coperte non seppe resistere alla tentazione di posare le proprie labbra sulle sue, rubandogli un bacio innocente... l’ultimo.
Dal capitolo: «Vi sto facendo male?» chiese con premura, ma la voce del principe lo convinse ad agire più velocemente.
«Taci, Merlin, e cerca di muoverti. Inizio ad avvertire il profumo della tua pelle e non è un buon segno».