"Roh cammina nella pioggia. Mette meccanicamente un piede davanti all’altro, trascinandosi sulle fredde pietre della strada affollata, cercando strenuamente un incontro di sguardi, invano. Cerca un contatto, anche breve, anche minuscolo, ma tutti sfuggono, la trapassano come la pioggia.
Roh, piano piano, smette di strascicarsi: prima cammina, poi, d’improvviso, si mette a correre. Corre a perdifiato, tirando spallate a tutti quelli che incontra. Forse spera almeno che qualcuno la noti, ma nessuno si gira, nessuno si lamenta, e quando Roh si ferma, nella fredda aria invernale il suo respiro è invisibile quanto il vento."

A tutti capita una giornata storta. A tutti capita di svegliarsi col piede sbagliato. A tutti capita di commettere un errore. Ma è davvero questo quello che conta? O c'è dell'altro? Qualcosa di più profondo, di più importante, per cui vale la pena di andare avanti?
[TITOLO PROVVISORIO, SE AVETE SUGGERIMENTI SONO PRONTA AD ASCOLTARVI]

Una ragazza e sua sorella minore, rimaste senza genitori, vivono una vita tranquilla nel loro piccolo villaggio senza nome. Un giorno, però, una ciurma di pirati arriva da loro, sconvolgendo la vita della sorella maggiore ordinandole di unirsi a loro. La ragazza si oppone, ma viene costretta con la forza ad entrare nella ciurma; quindi lascia il villaggio per iniziare la sua avventura in mezzo al mare.

La pioggia. Un po' d'acqua che ci bagna e rende i nostri vestiti pesanti e lava via i nostri pensieri.
Almeno, così dovrebbe essere, ma non per tutti. Non per me.

Quando ero bambina, i miei genitori mi mandavano a lezione di canto. Dicevano che avevo una voce angelica, che tutti dovevano ascoltarmi. Nutrivano molte aspettative su di me, forse troppe per una bambina di soli 6 anni.
(...) Mi ero stufata di sentire sempre e solo la mia voce sopra a tutte le altre. Preferivo di gran lunga l’idea di suonare. È proprio grazie a questo pensiero che ho iniziato a coltivare la passione per il violino. Il suo suono melodioso mi rilassava, mi faceva sognare di toccare il cielo con un dito.

[...] Ogni sentimento ha una sfumatura, ogni sfumatura è una maschera. Più maschere colleziono, più le mie menzogne diventano credibili. Di conseguenza, non capirete più se a parlarvi sarò io o un burattino con le battute programmate per convincervi e affascinarvi.

Pensate mai a come si sta da soli?
“Meglio soli che mal accompagnati” penserete voi, ma fermatevi un attimo a riflettere: chi può aver scritto (o detto) questo proverbio? Di certo non può essere stata una persona circondata da amici. O una persona felice.
[...] Io li capisco. Capisco tutti quelli che soffrono per colpa del vuoto e dell’empatia che la solitudine crea dentro di loro. Sento il loro desiderio di avere qualcuno al loro fianco che sussurra loro: >; parole semplici, ma piene di affetto se dette dalle persone giuste.
Sento ogni singola crepa crearsi nel loro cuore non appena la sofferenza che questo sogno irrealizzabile innesca dentro di loro aumenta.

Come ci si sente quando si viene abbandonati?
Vuoti? Tristi? Delusi? Traditi?
Probabile.
Ma se sei tu quello che abbandona? Se tu, di tua spontanea volontà, prendi le tue cose e abbandoni il luogo in cui sei cresciuto e le persone che avrebbero dovuto allevarti? Come dovresti sentirti? Lasciando tutto ciò che conosci ti senti un peso nel cuore che ad ogni passo diventa più pesante, più oppressivo.
Sempre meno sopportabile.
O almeno, questa dovrebbe essere la norma.
Allora perché il cuore di Jenna palpitava dalla felicità?

Gli schiavi non hanno diritti.
Gli schiavi non hanno libertà.
Gli schiavi non hanno niente.
Vestiti, cibo, un oggetto al di fuori del sacco che utilizzavano per non mostrarsi nudi o delle catene legate alle caviglie. Non avevano neanche un nome proprio. Del resto, chi mai darebbe un nome ad un granello di polvere?
[...] Anche quella piccola bambina lo sapeva, ma non l’avrebbe data vinta a quel sistema malato e ingiusto. Aveva solo sette anni, e nonostante ciò era molto più matura nella sua semplicità di molti adulti che si potevano incontrare.

Jenna e Raven sono due ragazze come tante altre, se non per un piccolo particolare: si amano. E tutto quello che desiderano è poter restare l'una accanto all'altra, anche se per una sola notte.
Scritto per cercare di far capire che le coppie omosessuali sono stupende tanto quanto quelle etero, perché i sentimenti sono gli stessi.