[Storia di FareaFire e StarCrossedAyu] [Omegaverse]

Eren Jaeger non aveva mai considerato l'idea di avere un partner stabile, troppo preso dalla carriera; era un lusso che non poteva permettersi, fonte di rischi e probabile causa di grattacapi di cui non poteva occuparsi.
Levi Ackerman non aveva mai desiderato condividere la sua quotidianità con qualcuno, troppo concentrato su sé stesso; si bastava e, fintanto che le cose fossero rimaste tali, gli andava bene così.
È nel momento in cui le loro dinamiche si scontrano che i guai hanno inizio.
In una silente lotta al potere dove vendetta, ambizione ed interessi si sovrappongono, sarà il raziocinio a trionfare oppure un sentimento tanto inaspettato quanto coinvolgente...?
In fondo, Levi lo ha sempre saputo che gli Omega portano dipendenza...

"Levi vorrebbe urlare che tutte quelle menzogne non gli piacciono, che per quanto possano ricoprirle d'oro e stringere i lacci di quella maschera sorridente non servirà; perché se li sente appiccicati addosso quei ricordi viscidi che gli si imprimono sulla pelle..."
Basta un'attimo per sconvolgere la vita di qualcuno: un incontro sbagliato, una parola mancata, uno sguardo disattento...un upload su Facebook.
Per Levi era una giornata come tante, gli stessi volti, le stesse abitudini, gli stessi ricordi...ma tutti gli incubi iniziano come bei sogni.
ATTENZIONE!!!
TEMATICHE DELICATE: REVENGE PORN, PTSD E ALTRO

Dal testo:
Petra conosceva bene il capitano Levi: era un uomo dalla statura bassa, ma nonostante questa caratteristica era molto forte e muscoloso. Durante le missioni fuori dalle mura, per uccidere e studiare i giganti, era estremamente agile e veloce nell’uso dell’attrezzatura tridimensionale, e, per ciò e per la sua incredibile forza, era considerato il soldato più forte dell’umanità.
Petra alzò una mano verso il suo volto e l’appoggio sulla guancia candida.
Era la prima persona che aveva notato una volta entrata nella Legione Esplorativa. I capelli corvini, rasati sulla nuca e più lunghi nella zona superiore, ricadevano elegantemente lungo la linea del viso, gli occhi azzurro-ghiaccio che sembravano portare un passato oscuro e misterioso ed infine le labbra fine e rosee che aveva sognato ogni notte di baciare ed assaporare e che in quel momento la chiamavano a gran voce.

I sorrisi ampi sui volti dei passanti sono ciò che più detesta di Londra.
Persino il fumo nero e denso delle fabbriche, che gli procura una costante tosse, o il fatto di condividere una mansarda con altre cinque persone, non gli arreca tanto fastidio quanto la falsità dimostrata dalla gente.
Quando Porco regala un mugugno infastidito ad ogni dama, o gentiluomo, o bimbo che i suoi occhi incontrano, tutti credono che sia perché, a differenza loro, lui non ha molti motivi per farlo. La verità taciuta è che lui non sopporta le persone che ostentano una felicità inesistente.
{Pairing: GalliBert | Contesto: Victorian Age}

La sofferenza adesso lo rende febbricitante, al punto che sia lui sia il Corazzato tremano senza ritegno. Un Guerriero dovrebbe rimanere impavido dinanzi qualsiasi ostacolo, invece Reiner crolla come un castello di carte non appena vede i suoi scheletri che escono dall’armadio.
{ Spoiler | Capitolo 135 | Reiner!centric }

Sai, in questi mesi di ricerche sul mondo oltre Paradis siamo andati a fondo nello studio della cultura, delle credenze, delle tradizioni. Quei libri che abbiamo trovato nel tuo agognato scantinato ne erano intrisi fino all'ultima pagina. C'è un giorno di festa, nel periodo più freddo dell'anno. Festeggiano, hai capito? Figli di puttana.
Si radunano intorno a tavolate imbandite, mangiano come vacche e ricevono dei doni. E intanto noi a morire su quest'isola.
Indovina un po', quel giorno è oggi e non posso far altro che pensare a quanto mi faccia schifo. Odio questa stupida ricorrenza.
[LevixErwin]

IN FASE DI REVISIONE
[Modern!AU] ||Mini-long|| |Ereri|
Trovare l’anima gemella è difficile quanto cercare un ago in un pagliaio, specie se il pagliaio è il mondo intero. In pochi hanno il coraggio di abbracciare il proprio destino, preferendo invece ignorare quella sensazione di mancanza che affligge il petto di ogni essere umano; e così ha fatto Eren. Ha vissuto, evitando di non pensare che da qualche parte sulla Terra ci fosse qualcuno che lo stesse cercando, che stesse aspettando solo il loro incontro. Ma Eren si era reso conto che quella era solo una scusa per sopravvivere, che adesso è più che deciso a vivere appieno la propria vita, e con ritrovato coraggio, decide di imbarcarsi in quella ardua ed estenuante ricerca.
[dal testo]
Eren non sapeva come ribattere. In fondo Jean aveva ragione: perché aveva continuato a frequentare quel ragazzo per un anno intero, mettendo da parte le paure e i timori ed affidandosi a lui completamente se non era la sua anima gemella? E poi Eren credeva davvero che un giorno avrebbe incontrato questa suddetta persona?

Eren è fuoco e fiamme, rabbia e vendetta, coraggio e determinazione. Annie è come il ghiaccio, freddo e inavvicinabile...

Il sole splendeva alto nel cielo quel pomeriggio, mentre il portone si chiudeva dietro di loro con un tonfo, siccome il ragazzo non lo accompagnava mai in modo che non sbattesse. Eren e Mikasa si stavano recando anche quel giorno al lavoro e la ragazza, come di consuetudine, aprì l’ombrello con uno scatto netto e deciso.
«Anche oggi no, ti prego!» protestò Eren, alzando gli occhi al cielo, esasperato.
Perché Mikasa apre l'ombrello con il sole?

Ritornano le avventure di Henry King oramai prigioniero di un destino che sembra non lasciargli scampo. In una terra straniera, senza nessuna certezza, riuscirà il ragazzo dagli occhi verdi a riprendersi la sua identità e a fuggire, facendo ritorno alla sua amata isola Paradis?
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SEQUEL DELLA STORIA: THE KING.
ATTENZIONE! POSSIBILI SPOILER E RIFERIMENTI AL MANGA.

TRATTO DAL TESTO:
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In quel momento, Eren capì. E impallidì improvvisamente.
"Vuoi veramente farlo sul letto del capitano Levi?" chiese, quasi in preda al panico.
Jean fece spallucce. "Perché no? E’ più comodo del pagliaio di una stalla, no?" replicò, costringendo il ragazzo a mettersi carponi, sotto di lui.
"Ma non possiamo!" ribatté Eren, pensando a quali torture gli avrebbe inflitto il capitano, se avesse saputo cosa stavano per fare sul SUO letto. Maniaco del pulito com’era, non osava immaginare come si sarebbe vendicato.
Jean sorrise, beffardo.
"E chi lo verrà a sapere? Tanto, poi la stanza la devi comunque pulire. E il capitano non sarà di ritorno fino a domani sera. Nessuno ce lo impedisce"
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Abbiate pazienza, questa storia è frutto di un sogno che ho fatto xD

«Perché litigare…» La ragazza fece vagare lo sguardo sull’intero refettorio. Eren la guardava stupito, Jean con sospetto -e una vaga punta di disprezzo. «…quando possiamo ballare e cantare?!»

La bambina tratteneva il fiato in attesa di vederlo. Era determinata a tornare a casa con qualcosa che avrebbe conservato fino alla morte, niente e nessuno glielo avrebbe impedito.

[Jeaneren // College!AU // 1247 parole]
Jean non era sicuro di come si fosse trovato in quella situazione. [...] Era andato in camera sua per prestargli un libro che, stando a quanto gli aveva detto, gli sarebbe servito per un progetto di arte [...] e di quello che veniva dopo sapeva solo che si erano guardati in silenzio per qualche secondo di troppo, gli aveva infilato una mano nei capelli e l’aveva spinto verso il basso.

Buonasera a tutti!!!
Oggi siamo qui riunti....no non è l'inizio di un discorso di commemorazione, anche se l'horror che volevo scrivere si deve esser suicidato quando mi ha visto!
Scherzi a parte, questa è la prima fic che tento di scrivere in chiave horror o noir, ma credo si possa definire più che altro una spookyfic, so di avere ancora tanta strada da fare e so che devo leggere ancora tanti libri a tema...in ogni caso spero vi piaccia; chiedo scusa alle fan di Armin, ma tra tutti era il personaggio più facile da spaventare per via del suo carattere timido, gli altri li vedevo un po' più difficili.
Dal testo:
Il ragazzo non disse nulla finché non sentì la mano di qualcuno sulla sua spalla, riconosceva quel tocco anche a occhi chiusi; Levi si abbassò su di loro porgendo tre piccoli piattini con dentro un biscotto e sopra un piccolo budino tremolante rosso come il sangue, prima di andarsene si avvicinò ad Armin e gli sussurrò
qualcosa all'orecchio.
“E' sangue di strega...” non aggiunse altro e se ne andò.