“Ma secondo voi... lui ha una vita privata?” chiede Reita, osservando i suoi altri compagni di band ed indicando l'ultimo ragazzo con un cenno della testa.
Ruki sbuffa, accavallando le gambe. “È ovvio scimmia” lo apostrofa, e gli altri ridacchiano.
Lui continua a fare quello che stava facendo, posa gli oggetti del mestiere e si infila la giacca.
“Ragazzi oggi ho finito! Ci vediamo domani. Ora vado a dare una mano agli Alice Nine” il ragazzo saluta ed esce dalla piccola stanzetta rossa.

Ancora una volta.
Oramai aveva perso il conto.
Quanti anni? Forse, dodici.
Quante volte? Takanori non ne aveva idea.

Questo, caro lettore, è il triste resoconto che mi appresto a lasciarti. Sperando che tu possa diffonderlo alle generazioni future. Ma saltiamo la parte noiosa in cui ti prego di non ignorarmi semplicemente, e veniamo a noi.
Halloween, come ogni festività Americana che si rispetti, è passata anche in Giappone. E non sia mai che quei quattro iperattivi dei miei band-mates non decidano di festeggiarla.
Fin qui sarebbe okay, insomma, un'uscita non si rifiuta mai, ma non quando l'uscita in questione trascende il senso stesso dell'uscita.

Canticchio distrattamente una canzoncina a bassa voce, mentre lavo i piatti della colazione.
L’aria è calda, nonostante siamo sotto Natale e la casa è tranquilla.
Mi asciugo le mani con uno strofinaccio e mi avvicino alla mia piccola Koron, intenta a svuotare la ciotola che gli ho appena riempito di croccantini.
Sorrido e mi abbasso per accarezzarle la testa, quando un urlo improvviso squarcia e disturba la pace incontrastata della casa.

Era così penoso vedere il tuo viso cercare di soffocare le lacrime che ormai si erano mescolate alla pioggia. Il mio cuore era lacerato, non potevo vederti in quello stato, era come se potessi avvertire il tuo dolore mentre vedevo la tua testa abbassata e il corpo tremare per la rabbia, le lacrime e il freddo.

-“Ti ho fatto male?” chiese quasi sottovoce.
-“No.”
-“E allora perché piangi? Io non voglio che tu pianga.”
-“Piango perché prima pensavo di non esistere, non avevo un nome né una ragione di essere. E invece adesso so di essere ancora viva.”

Mi viene da ridere a pensare, con amarezza, che adesso, sono io al suo posto, che mi ritrovo io nella sua situazione e che comprendo, il motivo per cui lui ci abbia tenuto a lasciare questo piccolo ricordo di sé, ma adesso tocca a me raccontare, e far capire al mondo intero che il male non sempre è ingiustificato ….[..]Se tutto si fosse limitato solo a questo, all’amarmi, nessuno avrebbe sofferto. Ma qualcuno non ha tenuto conto dei suoi sentimenti …(Forbidden sequel)

S...salvia (?)
Sono tesissima dato che questa è la mia prima long fic. Quest'esserino partorito per voi recensori, doveva venire fuori a rating verde ma... ho avuto un piccolo inconveniente: Ruki e Reita hanno deciso da soli! Cooomunque questa è una fic romantica, comica ed erotica...spero di aver legato al meglio i vari elementi e che questa introduzione sia meglio della precedente! Bando alle ciance, la parola alla fic, al nano e alla scimmia senza naso che vi trasporteranno nel magico mondo dei Gaze (?) òò

Dal testo:
"Aoi e Uruha firmarono senza farselo ripetere due volte
-Bene dove sono le ragazze???- disse Aoi
-Quali ragazze?- chiese Hanabusa-sama
-Beh quelle con cui gireremo il film- rispose confuso
-Non ci sono ragazze- disse la regista alzando un sopracciglio
-Ma come?- chiese Uruha sempre più confuso.
A quel punto ad Hanabusa-sama venne un dubbio. Forse aveva dimenticato di riferire un piccolo particolare…
-Ragazzi! Questo è un film yaoi…gli unici attori siete voi due!-"
Aoi x Uruha

"Morire per amore.
Tre parole che hanno avuto un impatto atomico sulla mia mente. E sulla mia vita, azzerandola.
Non è un gioco di parole.
Ti cambia la vita quando sai che la morte non è una probabilità ma una costante.
Prima potevo dire Morirei per te e ricevere da Reita un sorriso. Adesso mi massacrerebbe di botte.
Sono pensieri un po’ strani mentre stai per fare l’amore con l’uomo che ami più della tua stessa vita, ma..."
Quando l'amore sfonda e supera il concetto di "estremo".
Una Reituki.

Quella volta, per la prima volta, vidi me stesso sotto un’altra luce, quella volta, per la prima volta sentii di aver appreso qualcosa di importante.
Per lui fu una lezione di matematica come un’altra, per me fu più come una lezione di vita.