Ora è mio. Fisso la sua persona, osservandola nei minimi dettagli. Lo conosco talmente bene che potrei disegnarlo ad occhi chiusi.
ReitaxRuki

Sono di nuovo io il vostro capo (?)
Ok, la citazione da Art Attack faceva pena...comunque...ci ho preso gusto. Ed ecco a voi un'altra fan fiction sulla mia coppia preferita. Le Reituki governeranno il mondo! *si mette la noseband dorata* Una one shot fluff e ironica su Reita e Ruki...a cui servono un paio di occhiali... Spero di avervi incuriosito!

La mia prima fan fiction... sono emozionatissima. Ho partorito quest'essere in piena notte, dopo aver riascoltato per l'ennesima volta le risate di Reita e Ruki a Radio Jack. *vomita arcobaleni* Detto ciò...
spero che il mio sforzo venga premiato! E adesso...*si mette la sua personale noseband dorata* scatenate l'inferno! *Reituki*

Il desiderio è una cosa importante e vedere le stelle cadenti insieme al proprio fidanzato non è da meno. Aoi x Ruki

Tra tutti quei corpi io ne distinguo uno. È lui, non può sfuggirmi ora che l'ho trovato. Sgomito per arrivare sotto al palco, mentre i ventagli iniziano a vorticare. Si rivelano così i loro volti, piegati in sorrisi. Ma per quanto possano essere tutte ammalianti, io non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue labbra dipinte di rosso.
10 Drabble. 10 pezzi di uno stesso sogno. 10 diversi volti dell'unica Geisha sul palco.

Lo vedo mordersi il labbro, poi cambiare posa ed aspettare un altro scatto. I capelli biondi gli scivolano sugli occhi, neri e profondi, e lui assottiglia lo sguardo. Ecco, sono certo che chiunque vedrà questa foto avrà un collasso.
Lui mi lancia un'occhiata serica e poi torna a fissare l'obiettivo, mentre un assistente gli sistema il giacchetto verde. È vestito come un militare, con la divisa dell'esercito, e questa volta sono io a mordermi il labbro.

Esco dalla doccia, chiudendo il getto dell’acqua calda che mi aveva arrossato tutta la pelle bianca…
Mi infilo l’accappatoio, strizzando con le mani i capelli lunghi e neri, per poi cominciare a frizionarli con un asciugamano…
Dio che cazzo di giornata è stata oggi! Da cancellare dal calendario!
Sono veramente esausto da quanto abbiamo provato inesorabilmente fino a un’ora e mezza fa… e sono quasi le otto di sera! Sentivo che sarei diventato isterico fin nei limiti dell’assurdo, se non mi fossi gettato sotto la doccia entro breve!
Metto da parte l’asciugamano e comincio a pettinarmi accuratamente, quando la vibrazione del mio cellulare attira la mia attenzione… afferro il sottile oggetto viola, ultimo modello d’alta tecnologia e sorrido, quando leggo il nome della persona che mi sta chiamando: “Ehi…”
“Ciao, amore…”

Se il peccato è il prezzo da pagare per diventare il tuo unico oggetto del desiderio, allora affronterò con gioia e audacia gli oscuri abissi infernali.
[Uruha]
un altro concerto, un seducente sguardo prima che il sipario cali e ponga fine al sogno dei miei occhi imploranti.
Perche' questa notte è meravigliosa, perchè questa è l'ultima notte.

Invece, lui così è felice. L’ho visto, sta bene.
E dovrò solo far finta che sia così anche per me, almeno fino a quando non mi rassegnerò al fatto che lui non saprà mai quello che provo.
Il silenzio della stanza viene rotto dal mio sussurro.
Nessuno può sentirmi.

-Ti odio…-, sussurra poi, quasi più tra sé e sé, come non volesse davvero che Kouyou lo senta.
-Sì… Anche io, Yuu, anche io ti odio. E sai perché?-, nonostante le parole che escono dalle sue labbra, queste si arricciano di felicità, facendogli brillare gli occhi. -Perché sei l’unico che può ridurmi in questo stato.-
Spin-off della terza drabble della raccolta Building bridges, burning bridges.
Raiting giallo per la lieve scurrilità dei personaggi.

Davanti a me ho una grande finestra, fuori solo la notte. E la luna, appena sorta, che mi bagna con il suo raggio freddo. La luna è fredda, il suo colore argenteo non riscalderà mai, ma a me fa sentire vivo. Di giorno tutto è così piatto. La notte invece mi entra dentro, mi scalda ma in modo diverso. Call her Moonchild.

I suoi occhi scuri esprimevano sentimenti opposti: rabbia, sgomento, colpa, pietà e... paura?
Si limitò a guardarlo appoggiato al muro. Non pofferì parola.
Takanori si era stupito di vedergli stampata sul viso quella strana espressione. Per questo si era fermato davanti a lui per una frazione di secondo.
Aveva poi continuato per la sua strada, con il cuore in subbuglio.
Ah ... te ne sei accorto.