Tutti i fans dei Gazette sanno che una volta Kai e Aoi si sono menati di santa ragione. Mi sono sempre chiesta come sia potuto accadere che un santo come Kai si fosse lasciato coinvolgere in questa situazione... beh, questa è la mia versione dei fatti

«fammi male, voglio sentirti, voglio sentire il tuo dolore che si riversa in me, voglio questo tuo amore perverso».

Da quanto era lì? Gli sembrava una vita, ormai era abituato a recarsi in quel luogo ogni sera.
«I morti non ritornano … e se lo fanno … scappa!»

Come tutti i giorni, la fastidiosa sveglia suona puntuale alle sei del mattino svegliandomi. Questo è il suo compito, ma ciò non comporta che io non la odi lo stesso.

Un suo sorriso, un suo piccolo gesto nei miei confronti, i fiori che mi porta ogni tanto, il suo dito medio che si alza tutti i giorni accompagnato dal suo sorriso strafottente, il suo buongiorno, la sua buona notte, il suo disordine.

Suzuki era uno che faceva di tutto per apparire sicuro di sé. Aveva la sua immagine da duro che doveva salvaguardare a costo della vita. Ora, c'è anche da dire che questa sua missione falliva miseramente più o meno ogni qual volta il suddetto bassista apriva bocca, si muoveva, o... respirava.
Sotto quella corazza si nascondeva una persona dolce e socievole, capace non solo di provare sentimenti, ma di provarne di profondi e dannatamente sinceri, capace di essere romantico se se ne presentava l'opportunità. Sotto sotto, era un po' una di quelle ragazzine che per la vita sognano di trovare il principe azzurro o, dovrei dire, aspettano di essere trovate da quello.

Provava una sorta di angoscia nel vederlo andar via che non riusciva a spiegarsi.
Odiava quella situazione, perché non era mai stato così dipendente da nessuno...
E poi...

Parli della nostra amicizia, e per me è una pugnalata alle spalle.
Parli, forse, invece, sai quello che io provo per te e ti diverti a rinfacciarmelo, giocando con il mio fragile cuore, che senza chiedere nulla in cambio ti ho donato. È tuo, e lo rimarrà sempre.
Giochi con il vento, con le nostre risate cristalline che riecheggiano nella natura.
Giochi, poi non so come le nostre labbra si scontrarono, né come da sole, indipendenti, approfondirono il bacio, lasciandomi senza fiato. Lasciandoci senza fiato.
Lavori, anzi no, lavoriamo per un futuro migliore, per noi due, finalmente insieme a lottare contro il resto del mondo.

Un intervista in qualche modo perverso che inconsapevolmente li porta ad un livello molto più elevato.
"..Chiedete tutto quello che volete sapere, ma finchè non è offensivo, potrei rispondere.."
AoixUruha

Non lo permetterò, Yuu. Se sono ancora vivo... Lo devo a Kai.

Il Tokyo Dome fremeva. Duecentomila cuori pulsanti battevano per noi, intonando tutti assieme le tre sillabe che componevano il nostro nome.
Ga-zet-to. Ga-zet-to.
E nessuno può avere idea di cosa significhi essere in un backstage, stretto nell'abbraccio soffocante dei tuoi fratelli, e fuori duecentomila persone che invocano il tuo nome alla stregua di una divinità.
Ma chi arriva a posare la mano su un idolo, si troverà l'impronta dell'oro sulle dita.
28 settembre 2011.
Buon Compleanno Mya.

«Ti ha mai detto nessuno che sei speciale?»
«No, mai nessuno.»
[Reita/Kai]
I personaggi descritti non appartengono a nessuno se non a loro stessi, con questo scritto non pretendo di rappresentare la realtà.

"Ci rivedremo un giorno amore mio, te lo prometto. Il cielo si è inscurito e le nuvole coprono il sole. In questo giorno anche il cielo è triste. Il giorno in cui hai deciso di abbandonarci. Nel freddo 12 marzo di tre anni fa. Quando il mondo ha cominciato a lacrimare e la mia vita è sprofondata nel vuoto della disperazione. "
Pairing[AoiXUruha]

Da oggi la mia carta d’ identità è il mio avambraccio sinistro dove è stato tatuato il mio nuovo nome, da oggi dimentico di essere uomo, essere umano, dimentico di essere Takanori Matsumoto, da oggi mi chiamo: 1488189.

E' una storia sul senso di colpa. Molto spesso lo sento addosso, come oggi, come ieri.
Ho scelto Reita perchè è il personaggio che ho sempre immaginato come fratello. Anche se non ha alcuna somiglianza con quello reale.