Recensioni di justinselenaxxx

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Recensione alla storia All is complicated... - 02/09/14, ore 17:54
Capitolo 38: She is alive...
Ehy ciaoooo tesorooo!

Ho appena finito di leggere il 38esimo ache se come smepre tu me lo avevi fatto leggere il anteprima e quindi già lo sapevo uhuhuh no! Anche il titolo del capitolo fa capire tante cose, ma come al solito io non avevo capit un cazzo prima che lo leggessi! Ma bando alle cazzate (?) passiamo al capitolo...






“Mi fai schifo” Ripeto senza paura, ma stavolta più forte in modo che possa arrivare ben chiaro alle sue orecchie. Ad un tratto la sua mano si stringe a pugno contro i miei capelli, tirandoli e questa volta urlo dal dolore, facendo uscire altre lacrime di sfogo, di rabbia e anche di forza.



“Non pensavo sarei arrivato a questo punto, ma l’hai voluto tu” Mi tira un calcio sul fianco, facendomi stendere per terra, mentre lui si mette a cavalcioni sul mio corpo. “Lasciami stare bastardo!” Urlo con tutta la voce che ho in corpo, sperando che qualcuno mi venga a salvare, ma so benissimo che mai nessuno lo farà. Justin è lontano e non sa nemmeno dove mi trovo.

In questo momento sono sola e non posso fidarmi di nessuno, solo di me stessa. Ritorno con lo sguardo su Tom che mi ha bloccato entrambi i polsi con la sua grande mano e il suo peso su di me, mi toglie abbastanza aria, facendomi respirare irregolarmente



“Avrei voluto risparmiare questo bel faccino” Sussurra, carezzandomi la guancia con l’altra mano libera, mentre io rabbrividisco dal disgusto, cercando di togliere la sua mano dal mio viso. La sua mano si sposta nella tasca dei suoi pantaloni e il mio cuore inizia a battere più velocemente, appena vedo un piccolo coltellino tascabile.



Sorride malizioso, mentre io inizio a tremare e a dimenarmi e proprio in quel momento inizio ad avere paura come non ho mai avuto in vita mia. Ripenso immediatamente alla telefonata con Justin e potrebbe essere stata anche l’ultima in cui io abbia sentito la sua voce preoccupata. Lo sentivo urlare e pregare affinché lui smettesse di mettere le sue luride mani sul mio corpo.



Ho paura di non rivedere più mia madre, Alex, Cait, Simon e Justin. Più la lama si avvicina al mio viso e più sento i battiti del mio cuore diminuire rapidamente. I miei occhi sono pieni di lacrime e le mie mani sono ancora tenute ferme da lui, così da impedirmi di muovermi. “Ti prego” Supplico e poi la sento.



Sento la lama lacerarmi la pelle e un dolore atroce mi fa scalciare e piangere ancora di più, ma lui rimane immobile con la lama premuta sul mio viso, continuando il suo percorso sul collo. Continuo a gridare implorandolo di fermarsi, mentre un liquido caldo scorre sulla mia pelle tagliata.



Un senso di nausea mi invade alla vista del mio sangue che attraversa la mia camicetta bianca. Inizia a girarmi la testa e sento il respiro mancare a causa del suo corpo premuto sul mio. “Justin!” Urlo, prima di perdere i sensi.



Oddiooo Mireaa! Ma cosa sei diventata? Così violenta no ti avevo mai vista, o meglio mai sentita! Cristo santo, le taglato la faccia, ma dove sono in un fottuto film horror^ Aiuto, no Mirea questo non si fa, non va bene, non lo accetto, non te lo permetto!





“Aspetta” Sussurro e non sono sicura che abbia sentito, ma il suo fermarsi annienta i miei pensieri. Si gira verso di me e mi guarda con un sopracciglio inarcato aspettando che parli. “M-mi puoi aiutare?” Balbetto, prima che dalle sue labbra fuoriesca un sorriso sincero. Lo stesso di Justin. Annuisce, prima di frugare in un cassetto, per prendere delle nuove garze e del disinfettante.



La osservo in tutti i suoi movimenti e senza accorgermene sorrido, dimenticando momentaneamente ciò che è successo pochi minuti fa. Mi rendo conto che questa ragazza non mi farà mai del male. Lei è solo una delle tante vittime che come me, si trova qui per sbaglio, per colpa di un uomo malato che ha in mente chissà quale progetto. Non c’entra niente con tutto questo e voglio aiutarla, voglio aiutarla ad uscire da qui. Ci usciremo insieme.



“Quanti anni hai?” Domando guardandola dolcemente, mentre lei si avvicina a me, per disinfettarmi la ferita. “Quindici” Dice con un enorme sorriso, come se non le fosse successo mai nulla nella vita e fosse sempre radiosa, così spontanea e sorridente, proprio come lo è Justin. Più parlo con lei e più mi rendo conto che quel che ho constatato prima è vero.



Continua a medicarmi la ferita e non sento alcun dolore, è così delicata e decisa. Io le osservo i suoi occhi concentrati, i suoi capelli color grano e i lineamenti del viso. “Fatto” Annuncia soddisfatta, mentre io aggrotto la fronte incredula. “Di già?” Domando, carezzandomi la guancia per constatare se ciò che ha detto è vero e ora c’è di nuovo la garza. Annuisce sorridente, mentre si siede dall’altro lato del letto. Nella stanza cala un lungo silenzio, in cui i miei pensieri prendono il sopravvento su tutto ciò che mi circonda.



La voglia di scoprire la verità sulla ragazzina al mio fianco è immensa, ma sono sicura che lei non mi dirà mai nulla di tutto ciò, ma non sembra ci siano bisogno di conferme. E’ lei Jazmine, devo solo scoprire perché si trova nelle grinfie di Tom, dato che Justin mi aveva detto che aveva avuto un incidente. “Non mi dirai mai la verità, vero?” Domando al vento continuando a guardare di fronte a me. Noto con la coda dell’occhio che la ragazzina si gira dalla mia parte.



“La verità? Che intendi?” Mi giro dalla sua parte, notando un sorriso radioso sul suo viso. Perché sorride in quel modo? “Andiamo! Io so chi sei! Io conosco tuo fratello!” La incalzo continuando a guardarla, mentre il sorriso scompare immediatamente dalle sue labbra. Si alza dal letto, guardando il muro davanti a se. “I-io non ho fratelli” Ribatte insicura, prima di dirigersi verso la porta.



“Aspetta, non andartene!” Dico cercando di fermarla, ma lei continua a camminare ignorandomi. Mi alzo dal letto, ignorando il dolore e comincio a correre nella sua direzione. “Aspetta Jazmine!” La prendo per un polso, facendola voltare nella mia direzione e rimango pietrificata alla vista del suo viso in lacrime. I suoi occhi sono completamente umidi così come le sue guance e non posso far altro che provare dispiacere per lei.



“So che hai paura, ma devi dirmi la verità, io non lo dirò a nessuno, rimarrà un segreto” Le faccio un debole sorriso carezzandole la guancia, mentre lei mi guarda indecisa sul da farsi, prima di annuire insicura. “Vieni” le dico prendendole la mano e trascinandola sul letto con me. “Devi fidarti di me, devi raccontarmi tutto quanto dall’inizio, senza paura, ok?” Le sorrido cercando di rassicurarla, ma lei rimane impassibile, guardandomi negli occhi. "Va bene” Sospira, prima di iniziare a parlare e facendo uno strano sguardo che mi fa intendere tutta la sua sofferenza e confusione.







Oddiooo! Jazmine sta per raccontare a Jessica la verità, sclero troppo! Povera! Quando lei piange mi si spezza il cuore, sono convinta che voglia aiutarla e Jessica deve fidarsi di le, ciao!



Sul viso della bambina, aleggiava un sorriso sincero e contento che raramente appariva sul volto degli adulti. Era contenta, perché aveva trascorso un’intera mattinata al centro commerciale con suo padre che le aveva comprato un mucchio di cose, ma non erano le cose materiali ad interessarla, era il fatto di aver trascorso un’intera giornata con l’uomo più importante della sua vita.



Era seduta sul sedile accanto al guidatore e guardava con adorazione le due scatoline rosse che aveva in mano. “Pensi che alla mamma e a Justin, piaceranno?” Chiese la bambina con uno sguardo insicuro rivolto al padre che era concentrato sulla guida. Aveva preso un bracciale con le perline bianche alla madre e una collana con un ciondolo a forma di pallone da basket al fratello, pensava di aver scelto bene, ma la sua solita insicurezza aveva avuto la meglio su di lei.



Il padre la guardò con la coda dell’occhio, non potendo distogliere lo sguardo dalla strada, ma le fece comunque un lieve sorriso, dopo di che parlò. “Ma certo tesoro, saranno contentissimi, soprattutto Justin vedrai. Inoltre ricorda che ciò che conta è il pensiero.” Le disse in tutta sincerità Jeremy, intenerito da quella semplice domanda.



Nonostante fosse un uomo dall’aspetto massiccio e il suo corpo fosse completamente ricoperto di tatuaggi, era un bonaccione che amava la sua famiglia e faceva di tutto per renderla felice. La piccola annuì contenta fidandosi ciecamente delle parole del padre, facendo scomparire tutta l’insicurezza che l’aveva colpita poco prima e ritornò a guardare quelle due scatoline, impaziente di scoprire la faccia dei suoi famigliari una volta che avrebbero visto i regali.



Era così concentrata sulle due scatoline che non si accorse dei piccoli sussurri del padre, che molto presto si trasformarono in vere e proprie imprecazioni. “Papà che succede?” Chiese la piccola, distogliendo lo sguardo da ciò che aveva in mano. “Porca puttana, l’auto non frena!” Urlò l’uomo, premendo continuamente il pedale del freno. La bambina trasalì e iniziò a piangere, cominciando a guardare ciò che aveva accanto a se.



Per tornare alla loro umile casa, l’uomo aveva deciso di percorrere una scorciatoia, il che significava dover attraversare un fitto bosco pieno di alberi. “Oh cristo santo” Gridò l’uomo disperato da ciò che stava per accadere e in quel momento si sentì un buono a nulla che non era neanche riuscito a salvare la sua bambina.



Si sentiva così confuso, non riusciva a capire come mai tutto ad un tratto quei freni avessero smesso di funzionare. Guardò un’ultima volta la bambina e le sussurrò qualcosa che la piccola non riuscì a capire. “Papà!” Urlò un’ultima volta, guardando il grande arbusto che le si presentava di fronte. Si sentì solo un forte botto e la piccola non vide più niente, non sentì più niente, forse era morta.






Mirea basta! No! Ma cosa sei diventat! Troppa violenza in un solo capitolo, ma quante ne fai passare a queste povere persone, sei la dea della sofferenza sei cattiva!





“Mio padre è morto Jes… O meglio lo ha ucciso lui.”

“Lui chi?” Aggrotto la fronte non capendo, guardandola confusa, ma terribilmente spaventata da ciò che ha detto. “Tom” Un brivido di terrore scorre lungo la mia spina dorsale e la mia bocca si sgrana più per la shock, che per la paura. Le mie domande aumentano di continuo, man mano che i secondi passano e ho paura che la testa mi stia per scoppiare, ma lei inizia di nuovo a parlare rispondendo alle mie domande inespresse.



“Ha manomesso lui i freni dell’auto di mio padre. Voleva fargliela pagare per avergli portato via l’amore della sua vita… Mia madre” Sento l’aria mancare, non avrei mai creduto che Tom fosse in grado di provare dei sentimenti come l’amore, perciò rimango ancora più sorpresa e la mia curiosità cresce a dismisura.



“Ma… Voleva farla pagare anche a mia madre per aver scelto mio padre al posto suo, perciò una volta eliminato mio padre, ha cercato di portarle via i due suoi figli e come vedi c’è riuscito” Ascolto con attenzione tutte le parole di Jazmine e rimango sempre più incredula di fronte alla crudeltà di quell’uomo e alla sofferenza di questa ragazzina.



“Voleva uccidere anche me e Justin e con me ci stava quasi riuscendo come vedi, ma... io sono riuscita a sopravvivere a quel terribile incidente… Quel giorno controllò l’auto per constatare che mio padre fosse davvero morto e purtroppo è stato così, ma io no… Io ero ancora viva e ha riflettuto su cosa fare con me, così dopo un po’ di esitazione, ha deciso di portarmi con sè e quando avrei compiuto 16 anni avrei fatto la prostituta.” Sospira inumidendosi le labbra, prendendo un pausa e la voglia di interromperla e sfogare tutto ciò che penso è così tanta, ma stringo i pugni trattenendomi dall’imprecare contro quell’uomo che ha sconvolto una famiglia felice come la loro.



“In tutti questi anni che sono stata con lui, mi ha insegnato cosa piace ad un uomo e cosa non piace. Mi ha insegnato ad essere una puttana!” Sputa quella parola come se fosse veleno e in effetti lo è anche per me e il ribrezzo per lui cresce a dismisura.



“Con Justin è stato diverso… Mia madre ha dovuto farlo e io la capisco perfettamente. Dopo che è partito con Tom, io sono rimasta in Canada con Tyson” Trasalisco al suo nome, ricordando improvvisamente i calci all’addome e i lividi che mi ha procurato. Ora si spiega tutto, capisco il perché della rabbia di Tom, nei confronti della famiglia di Justin, ma non capisco perché ora ce l’ha con me.



“In tutti questi anni Tom mi ha picchiata, mi ha minacciata nel caso avessi provato a scappare, mi ha detto che avrebbe fatto del male a mia madre, a mio fratello e anche a… Christian” Mormora l’ultimo nome e dalle sue gote iniziano ad uscire lacrime di rabbia, mentre io stento a chiederle chi è quel ragazzo che ha nominato, di cui mi sembra di aver già sentito il nome.



“Christian è il ragazzo che ti ha rapita” Afferma rispondendo alla mia domanda inespressa, mentre un brivido percorre la mia colonna vertebrale. “Ed è anche il mio ragazzo.”



E poi questo ti mette KO! Christian e Jazmine stanno insieme? Mi senti urlareee? Cavolo hai una mente coì contorta... Eppure non ti facevo così, sembri dole dolce ma non lo sei affatto... Tutta la storia di Justin si è svelata dopo 38 capitoli e brava Mirea! Bravissima, ma non ti perdono per avermi fatto soffrire così tanto, perciò ciao! Addio forevah!

Baciii

-Cate <3

P.S tI VOGLIO BENE IDIOTA! Miraccomando aggiorna presto!


Recensione alla storia All is complicated... - 02/09/14, ore 17:42
Capitolo 37: Sorry mom...
Amore mio bellissimooo!

Eccomi qui finalmente! Dopo giorni di agonia, perchè purtropo a causa del computer rotto non ho potutto recensire ben due capitoli ti rendi conto? Piango in aramaico... Però adesso mi devo dar da fare e sappi che li recensrò tutti e due... Già dal titolo ho capito che questo non sarebbe stto un capitolo come tutti gli altri e in effetti mi ha fatto un certo effetto leggerlo...






Quegli occhi ambrati che ho già visto troppo volte, che hanno incrociato le mie iridi azzurre, che mi hanno fatto innamorare sono lì davanti a me, ma questa volta non appartengono a Justin. Una ragazza dalla corporatura minuta, con i capelli color grano sosta davanti a me in attesa di una risposta da parte mia che non arriva. Indossa un pantaloncino stracciato, una canotta verde militare e ai piedi un paio di anfibi neri.



I suoi occhi mi scrutano continuamente, facendomi venire la pelle d’oca. Questa ragazza mi sembra di conoscerla, anche se sono sicura di non averla mai vista in vita mia. Tutta questa situazione è assurda, i suoi occhi fissi su di me mi inquietano. E’ come se ci fossero gli occhi di Justin a guardarmi, ma al posto del suo corpo, c’è quello di una ragazzina che avrà all’incirca quattordici - quindici anni.



Il mio corpo trema, appena lei si siede sul letto di fianco a me e cerca di avvicinarsi, ma io mi scosto, rotolando dall’altra parte. “Calmati non voglio farti del male” La sua voce è così tranquilla, così calma, fredda, ma soprattutto così familiare. Quando l’ho sentita parlare la prima volta avevo già avuto qualche sospetto, ma poi ho lasciato perdere, pensando di essermi sbagliata, così i suoi occhi color caramello mi hanno distratta.



Tutto questo ha un nonché di sovrannaturale e il mio corpo non smette di tremare e di essere scosso da milioni di brividi. Come faccio ad avere paura di una ragazzina dal viso angelico e dagli occhi tristi? Il mio corpo continua a rimanere fermo e sembra essere infastidita dalla situazione e lo capisco subito dal suo sbuffo.



“Guardami” Esclama alzandosi dal letto e facendo segno con le mani sul suo corpo. “Non sono armata, sono solo una che ti vuole aiutare” Aggiunge, penetrandomi di nuovo con i suoi occhi caramello. Deve smetterla di guardarmi. Non capisce che non ho paura di lei perché potrebbe essere armata o altro, tutto quello che mi fa paura sono la sua voce e il suo viso dai lineamenti così familiari. E’ una ragazza bellissima, un angelo che potrebbe trasformarsi in un diavolo da un momento all’altro.



“Chi sei?” Farfuglio esponendo la domanda che mi è ruotata in testa sin da quando l’ho vista, mentre il suo viso sembra rilassarsi al suono della mia voce che finalmente le sta parlando. “Non so se sia una buona idea dirtelo in questo momento” Annuncia scuotendo la testa, facendo aumentare la confusione nella mia testa.



“Perché? Se vuoi veramente aiutarmi dimmi dove sono e chi diavolo sei!” Urlo alzandomi di scatto dal letto, ma ricado subito dopo a causa di tutte le botte che ho preso. Il dolore allo stomaco è stato surclassato dai miei pensieri, ma non ho dimenticato che sono stata picchiata. “Hai bisogno di aiuto” Mi viene incontro la ragazzina misteriosa che cerca di aiutarmi.



“Voglio prima sapere chi sei” Ribatto ancora una volta fulminandola con lo sguardo, prima che si avvicini al mio corpo. Sospira prima di sedersi sul letto e guardarmi rassegnata. “Non penso sia il momento più adatto per dirtelo. Posso però dirti dove sei” Dice abozzando un sorriso, mentre io annuisco insicura. La voglia di sapere chi è mi sta logorando il cervello, ma anche la voglia di sapere dove sono e che cosa è successo non smette di ronzarmi in testa.



“Sei stata rapita” Dice in un sospiro, mentre io le faccio uno sguardo ovvio, incitandola a continuare. “Ti hanno dato un sonnifero per farti addormentare dopo averti stordita con il cloroformio e ti hanno portata a Tenerife” Sussulto sentendo il nome della città che mi ha nominato Alex. Sono in Spagna, dall’altra parte del mondo con delle persone che mi vogliono fare del male. Avevo ragione a pensare che qua ci fosse il fuso orario.



Le mie speranze iniziano a svanire e delle lacrime mi si formano agli angoli degli occhi.

Tenerife.

La città rimbomba nella mia mente come un eco sotto la voce della ragazzina misteriosa che non smette di fissarmi preoccupata, quando ad un tratto tutti i fili si ricollegano al mio cervello. “Sei tu la ragazzina che mi chiamava sempre al telefono?” Domando con gli occhi sbarrati.



Tutto questo sembra un film dell’orrore, un incubo dal quale non uscirò mai. La mia testa gira dalla troppa confusione, vogliosa di sapere e di capirci qualcosa. “Si” Afferma incontrando i miei occhi, mentre il mio cuore smette di battere per qualche secondo. Ecco perché la sua voce mi era così familiare. “Tu hai chiamato Justin in quel modo, quindi lo conosci, io…”                                                                                                                



“Non conosco nessun Justin” Biascica, come se non fosse sicura delle sue parole, mentre io socchiudo la bocca in cerca di risposte. “Conosci sua sorella?” Chiedo un’altra volta, guardando il viso di quella ragazzina, che mi fa accelerare i battiti del cuore e ad un tratto capisco tutto. “Sei tu Jazmine?” Mi metto le mani davanti alla bocca, mentre lei mi guarda con occhi lucidi come se volesse dire qualcosa, ma dalla sua bocca non esce nulla.



Non può essere vero.



Lei non può trovarsi qui, non può essere lei, ma la sua somiglianza con Justin è una cosa impressionante. Continua a non rispondermi guardandomi con uno sguardo di supplica; non vuole che le faccia più domande, ma io devo sapere, non smetterò di farle domande fino a quando non mi avrà detto tutta la verità.



“Ti prego rispondimi, puoi fidarti di me” Avvicino la mia mano alla sua per rassicurarla. Lei la guarda deglutendo per qualche secondo, sta per aprire bocca quando ad un tratto Tom fa di nuovo irruzione nella stanza facendo tremare il mio corpo.



“Kayla, ti ho proibito di vederla, esci immediatamente fuori di qui” La ragazzina sussulta alla voce minacciosa dell’uomo e non può fare a meno di annuire sconsolata, facendo aumentare la confusione nella mia testa. Kayla? No, deve esserci un errore. La sorella di Justin, si chiama Jazmine, ma se il nome Kayla fosse tutta una copertura di Tom? Ci sono troppe coincidenze.



Quella ragazzina sembra avere l’età di Jazmine, la somiglianza con Justin, per non parlare di quella chiamata in cui lei lo chiama ‘Bibo’. Potrei anche sbagliarmi e magari mi sto illudendo come sempre, ma questa volta la realtà sembra essere più forte della speranza. Devo vederci chiaro.



Ma è ovvio che quella ragazzina è Jazmine... Più chiaro di così si muore, è Jazmine enon Kayla questo è sicuro... Come dice Jessica è solo una copertura di quel'odiso di Tom...







“Moccioso” Di nuovo la sua voce roca e divertita arriva fastidiosa al mio orecchio come lo stridulo delle unghie su una lavagna. “Tom… Dove sei?” Chiedo disperato passandomi una mano tra i capelli, mentre Cait si è già alzata dalla sedia con uno sguardo preoccupato che non le avevo mai visto. “Vuoi parlare con lei?” Ridacchia divertito, facendomi stringere i pugni dalla rabbia e aumentare la preoccupazione di sentirla parlare.



“Si” Supplico deglutendo, mandando giù quel nodo in gola che non vuole saperne di andarsene. “Dolcezza, parla” Il mio cuore inizia a battere più veloce e in questo momento non sono più tanto sicuro di voler sentire la sua voce sofferente, ci starei troppo male. “Justin” Il mio nome sussurrato da lei, esce dalla sua bocca come una supplica, come se mi stesse supplicando di salvarla e non posso fare a meno di avere un colpo al cuore.



“Amore mio” Sussurro facendo un leggero sorriso, come se mi vedesse e potessi tranquillizzarla solo con quello. Dei singhiozzi si fanno spazio dall’altra cornetta e subito il sorriso scompare dalle mie labbra, facendomi contrarre la mascella. “Verrò a prenderti piccola, te lo prometto” I singhiozzi si fanno più forti, mentre il mio cuore soffre ancora di più e stringo gli occhi come se volessi evitare di volerla sentir piangere perché mi sento distrutto e impotente.



Lei è chissà dove in pericolo, mentre io sono qui in una casa – al sicuro - con il cuore a pezzi. “Justin sono a Te-“ La sua voce viene interrotta da un’altra più grossa. Quella di Tom. “Sta zitta troia!” L’eco di un rumore sordo, ma potente, si fa spazio nel mio orecchio, seguito dall’urlo di Jes, che mi fa salire il sangue al cervello. “Cosa le stai facendo Tom?” Urlo disperato, mentre Cait inizia a piangere coprendosi la bocca con le mani.



La mia preoccupazione aumenta, mentre continuo ad urlare contro Tom sentendomi un incapace buono a nulla. Non posso fare niente per aiutarla, le sta mettendo le mani addosso e io sono qui attraverso uno stupido telefono a supplicarlo. “La tua puttana parla troppo” Digrigno i denti al nome che le ha dato, ma non ribatto, sarebbe peggio, così cerco di supplicarlo e di calmarlo.



“Non farle del male” Stringo gli occhi per il nervoso, mentre Cait viene più vicino a me. I singhiozzi continuano a sentirsi indisturbati e i battiti del mio cuore sembrano diminuire rapidamente. “Per favore Tom! Dimmi dove cazzo sei!” Lo scongiuro, mentre un’altra risata mi arriva nelle orecchie. “Trovami ragazzino” Sogghigna, prima che io senta il classico ‘tu-tu’.







Ho adorato questa parte, anche se è terribilemnte triste, però il modo in cui lui la chiama amore mio è così dolce che stavo per scoppiare a pangere e poi Tom che diavolo sta facendo a Jessica? Sappi che io mi preoccupo e non poco...







Passano i minuti e io mi sento sempre più inutile. Cait sta cercando di scoprire qualcosa da circa un’ora e io sono qui a disperarmi e a pensare un modo per trovarla. “Justin!” Urla la voce di Cait interrompendomi dai miei pensieri. “Ho trovato le coordinate della chiamata.” Mi alzo di scatto dalla sedia andandole in contro con la faccia sul computer, dove lampeggia la scritta della città più pericolosa al mondo.



“Tenerife” Sussurro più a me stesso che a lei con il cuore in gola. Scuoto la testa e esco di casa correndo, ignorando le urla di Cait e di Ryan che mi intimano di fermarmi. Comincio a correre finchè non arrivo a quella vecchia casa dalle pareti giallo ocra, che non vedevo da tempo ormai. La casa dove ho vissuto con Tom.



Estraggo le chiavi dalla tasca del giubbotto nero di pelle che indosso e le infilo con foga nella serratura, avendo fretta di entrare. Spalanco la porta, non preoccupandomi di chiuderla e mi dirigo nella stanza di Tom. Inizio a frugare negli armadi e sotto il materasso del letto, per poi passare ai cassetti. Li apro uno alla volta, finchè non arrivo all’ultimo dove c’è una scatola nera.



La prendo, per poi aprirla lentamente, trovandoci dentro ciò che cercavo: la pistola. La rigiro nelle mani deglutendo, rendendomi conto di quello che voglio fare. Solo una volta ho preso in mano quella pistola. Lui mi ha costretto a farlo per i soldi della droga che doveva recapitare a Toronto.



Mi mandò a minacciare quel povero ragazzo che tremava davanti ai miei piedi con un’espressione di terrore sul volto. Non dimenticherò mai quel ragazzo così terrorizzato per colpa mia. Mi diede i soldi tremando e poi scappò via. Quando vidi mia madre le raccontai tutto e mi fece giurare davanti a lei che non avrei mai più usato questa pistola.



Chiudo gli occhi ricordando gli occhi scioccati di mia madre, prima di prendere il telefono e comporre il numero di Ryan. “Justin!” Esclama rispondendo dopo il secondo squillo. “Ma dove sei fini…”  

“Prepara i biglietti, partiamo per Tenerife!” Lo interrompo con un tono incredibilmente serio. “Woah, woah, amico stai calmo non essere precipitoso, sei solo agitato”                                                                   



“Ti ho detto di prendere quei fottuti biglietti aerei, se non vuoi venire con me, non me ne frega un cazzo, partirò da solo” urlo con rabbia, mentre sento un respiro affannato dall’altra parte. “Ricordati che non ti lascerò mai da solo. Sono il tuo migliore amico e verrò con te.” Abbozzo un sorriso riconoscente anche se lui non può vedermi.



“Vengo anche io” Dice la voce di Simon che arriva come un sussurro attraverso la cornetta come se fosse lontano. Sorrido ancora una volta sentendo finalmente di potermi fidare di lui. “Bene, preparo i biglietti e le valige” Annuisco anche se lui non può vedermi e chiudo la chiamata.



Ripongo il cellulare nella tasca del pantalone, prima di emettere un lungo sospiro frustato. Guardo la pistola, controllando che dentro ci siano i proiettili. “Perdonami mamma, ma è arrivata l’ora di rompere quella promessa per salvare la ragazza che amo”.





Per non parlare poi di quest parte che io ho adorato più di tutte... Justin che fa una promessa alla madre e la infrange per poter salvare la ragazza che ama... E' tutto così romantico e io sono senza speranze..

Ciao!

Vado a legere il capitolo 38 lol

-Cate <3

Ps Vedere Justin con una pistola i mano è così eccitante... *Modalità perversa made on*


 
Recensione alla storia All is complicated... - 08/08/14, ore 17:57
Capitolo 36: Abduction....
Amore miooo! Eccomi qui! Ricordo questo capitolo, me lo avevi fatto leggere tanto tempo fa! <3 E dio! Quanto sei violenta! Sei subdola e mi si è spezzato il cuore! Qui si è scoperta la tua cattiveria! Dillo che fai parte delle sette sataniche! DILLO e nessuno si farà del male <3





E’ già passata mezz’ora e lei non è ancora arrivata, Simon è tornato a casa preferendo lasciarci soli. In fondo il parco non dista molto da casa di Ryan, quindi avrebbe dovuto raggiungerlo in dieci minuti massimo. Ho un brutto presentimento, sono preoccupato e se le fosse successo qualcosa? No! Devo stare calmo, sono solo paranoico, non le è successo niente, sicuramente ha avuto un imprevisto e non ha potuto avvertirmi.



Annuisco mentalmente a me stesso non del tutto convinto e mi siedo sulla panchina lì vicino per osservare i bambini che giocano spensierati sullo scivolo. Sorrido alla scena, ricordando la mia infanzia felice, prima che LUI la rovinasse, portandomi via dalla persona che più amavo e che amo tutt’ora: mia madre.



I minuti trascorrono e io sto già aspettando qui da un’ora, così mi alzo, prendo il cellulare e chiamo a casa di Ryan per vedere se Jes è ancora lì, cominciando a fare avanti indietro nell’attesa che qualcuno risponda. “Pronto?” Riconosco all’istante la voce pimpante di Alex.                                                                                                  



“Alex, sono Justin, sai dov’è Jes?” Domando con l’ansia e il cuore che mi batte a mille, perché quel brutto presentimento non vuole saperne di andarsene. “Jes? Ma non era con te?” Il suo tono è stupito, incredulo e anche preoccupato. “Cazzo!” Impreco dando un calcio alla panchina, prima di chiudere la chiamata e cominciare a correre verso casa.



Il mio cuore batte più veloce e la mia rabbia cresce a dismisura, mentre estraggo di nuovo il telefono dalla tasca e compongo il numero di Jes. Dalla cornetta iniziano una serie di squilli che sembrano non finire mai perché lei non risponde, così parte quella fottuta e odiosa segreteria telefonica che non fa che alimentare la mia preoccupazione.



Continuo a correre disperato, finchè non arrivo all’isolato vicino casa di Ryan e scorgo un aggeggio nero sul terreno. Mi avvicino cautamente per cercare di identificarlo e il mio cuore si ferma per quelli che sembrano minuti, ore, quando in realtà sono solo fottuti secondi. I più brutti della mia vita. Il respiro mi si blocca in gola e le mie ginocchia cedono proprio davanti al suo telefono che giace a terra con lo schermo rotto.



“Piccola” Sussurro avvicinando una mano tremante all’aggeggio disteso per terra. “Cazzo, cazzo, cazzo!” Urlo mettendomi le mani tra i capelli disperato, mentre la paura e la preoccupazione mi assalgono fino a divorarmi le viscere dello stomaco e farmi contorcere le budella. Arrivo a casa correndo, cominciando a suonare il campanello ininterrottamente.



Oddioooo quando Justin ha preso il telefono e ha detto "piccola" mi è venuto un colpo al cuore! Proprio nel momento in cui erano felici è dovuto succedere tutto questo! Sei la persona peggiore del mondo Mirea!


 

“Justin ma che?” Alex apre la porta, prima che io entri con prepotenza imprecando contro tutto il mondo. “Justin che succede?” Tutti corrono in soggiorno, compresa Alex, che era rimasta impalata sotto la porta. “Ho trovato questo per terra!” Urlo preoccupato, mostrando il telefono di Jes a tutti i presenti che sgranano gli occhi preoccupati.



Alex lo strappa dalle mie mani girandolo in continuazione, come se stesse cercando di trovare qualche particolare che ci dimostri che non è il suo, senza successo però. Il suo sguardo si perde nei miei occhi che iniziano a diventare lucidi, mentre io tiro un pugno abbastanza forte al muro, che fa sussultare tutti.



“Ora calmati Justin” Mormora Cait, venendomi incontro, mentre io la incenerisco con lo sguardo. “Certo è facile per te non è vero? Non è la tua ragazza, non è un cazzo per te!” Sputo con tutta la rabbia e il veleno nel corpo che in questo momento mi affliggono, mentre Cait sgrana gli occhi dalla sorpresa e subito viene affiancata da Simon.



“Come fai a dire certe cose? Conosco da poco Jes, ma le voglio bene e sono preoccupata anche io, perciò calmati e smettila di prendertela con me!” Mi urla con le lacrime agli occhi, mentre io la guardo dispiaciuto, pentendomi immediatamente di tutto quello che ho detto, ma non ho tempo per scusarmi.



“Che cazzo facciamo?” Domanda Simon, mettendosi le mani sui fianchi. “Chiamate la polizia!” Esclama Alex piangendo, mentre Ryan le cinge le spalle con un braccio. Annuisco dando ragione ad Alex, ma mentre Ryan sta per prendere il suo telefono per chiamare la polizia, squilla il mio. Aggrotto la fronte vedendo il numero sconosciuto, mentre tutti mi guardano in attesa che io risponda.



“Pronto?” Dico mettendo da parte per un attimo le emozioni che mi hanno travolto qualche secondo fa. “Moccioso” la sua voce inconfondibile. Quella voce che mi ha fatto tremare per giorni interi quando ero piccolo, quella voce roca dalle troppe sigarette fumate, quella voce che odio più che mai.



“Tom” Sussurro spaventato da ciò che sta per dirmi. “Piaciuta la sorpresa?” Ed è lì che tutte le mie convinzioni diventano realtà, come il giorno in cui mio padre morì. La rabbia invade ogni poro del mio cervello, facendomi venire un dolore alla testa dalla troppa frustrazione. No! No! NO! Continuo a ripetere mentalmente.



“Sei stato tu!” Digrigno i denti, mentre dall’altra cornetta parte una risata malvagia di un uomo pazzo, senza cuore. “Sei perspicace moccioso, ma sei comunque arrivato troppo tardi” Dice divertito, mentre la mia rabbia non fa altro che aumentare. “Che le hai fatto Tom? Ti prego fammi parlare con lei” Ordino, mentre i miei pugni e i miei denti si stringono e il mio respiro diventa affannato. La preoccupazione comincia a fluire nel mio sangue arrivando al mio cuore che ormai sembra congelato.



“La principessa è nel mondo dei sogni ora, moccioso” Deglutisco rumorosamente a quella frase, non capendo il significato, ma quando sto per domandarlo con il colpo al cuore, lui mi precede. “Stai tranquillo moccioso, ha solo perso i sensi e sta facendo una bella dormita” Sospiro sollevato nel sapere che sta bene, ma la rabbia e la preoccupazione non vogliono sapere di andarsene.



“Dove sei Tom?” Urlo disperato, mentre gli altri mi guardano scioccati. “In questo momento sono sul mio jet e sto facendo un bel viaggio, non vedevi l’ora che mi levassi dalle palle vero?” Deglutisco, mentre le lacrime minacciano di scendere dai miei occhi. “Dove?” Urlo, facendo sussultare tutti. “Questo non te lo dico moccioso, devi scoprirlo” Sussurra prima di scoppiare a ridere, mentre dalla cornetta si sentono altre risate di cui io non conosco la provenienza.



“Tu sei malato Tom” Affermo scuotendo la testa, mentre i singhiozzi di Alex e Cait mi fanno da sottofondo. “Trovami moccioso” Dice prima di chiudere la chiamata, lasciandomi immobile. Il mio corpo è paralizzato, ancora incredulo da tutto quello che è successo. Noto Ryan venirmi incontro, per cercare di calmarmi, ma lo scosto, andando contro il muro più vicino, iniziando a tirare pugni, molto forti.



“Figlio di puttana!” Urlo cadendo a terra sconfitto, cominciando a tirare pugni anche sul pavimento. “Justin smettila ti farai male!” Esclama Simon, venendomi incontro, mentre lacrime di rabbia fuoriescono dai miei occhi. Mi sento inutile, sconfitto, non sono neanche stato capace di proteggere la ragazza che amo, anzi l’ho messa in pericolo io stesso. E’ tutta colpa mia.



Ma povero Justin! Non è colpa tua! Non l'hai rapita tu! L'ha rapita quel bastardo e tu hai solo commesso l'errore di chimarla nel momento sbagliato! Quanto vorrei essere lì a consolare il povero Justin!

 

“Alzati ho detto” Urla prendendomi per i capelli, facendomi urlare dal dolore. Continuo a rimanere a terra, immobile con le lacrime agli occhi, sia perché non voglio obbedirgli e sia perché non ce la farei ad alzarmi. Lui di tutta risposta, mi sorride sghembo lasciandomi un altro calcio nello stomaco, facendo ritornare il dolore di prima.



“Non vuoi obbedirmi? Bene, farò venire il capo da te e ti darà una lezione” Dice prima di sparire dietro la porta. Sospiro sollevata che se ne sia andato e cerco di alzarmi dal pavimento, ma anche con tutti gli sforzi che faccio mi sento debole, perciò rimango spiaccicata su quel marmo freddo.



Lui se n’è andato, ma adesso arriverà il ‘capo’ a farmi del male e comincio ad avere paura di chi possa essere. Sento le forze abbandonarmi e le palpebre pesanti, ma proprio mentre sto per chiudere gli occhi, la porta si spalanca, facendo comparire un uomo muscoloso di cui non riesco a vedere il volto dato che i raggi del sole me lo impediscono accecandomi.



Il suo fisico non mi è nuovo e neanche i suoi atteggiamenti. Alzo leggermente la testa, notando che pian piano i raggi del sole scompaiono dal suo volto definendolo sempre di più. Spalanco la bocca accorgendomi dell’uomo che sosta davanti al mio corpo inerme. No, non è possibile. Tom. I miei arti si bloccano e sento le budella contorcersi dal disgusto.



“T-tu?” Balbetto con il cuore che mi martella nel petto, mentre sul suo volto appare un sorriso malvagio. E’ assurdo! “Sei stato tu?” Urlo in preda al panico, mentre riesco a mettermi seduta ed inizio a tremare. “Devi stare attenta ai segnali bambolina. Ti avevo avvertita”







“Non darmi ordini moccioso!” Gli ordina Tom, prima di lasciarmi i polsi e dargli un pugno sul viso, che lo fa cadere a terra, mentre io corro da Justin, preoccupata. “Me la pagherete cara brutti mocciosi! Adesso andatevene, la vostra ora non è ancora vicina!” Urla prima di rientrare in casa e chiudere la porta con un rumore sordo.



Che vuol dire che la nostra ora non è ancora vicina? Inizio a piangere sentendo di nuovo la paura ritornare a fluire nelle mie vene, mentre abbraccio forte Justin come non lo avevo mai abbracciato prima.







Inizio a piangere spaventata, sentendo ogni parte del mio corpo tremare, persino il cuore. Le mie speranze sono andate a farsi fottere non appena l’ho visto. Lui sarebbe stata l’ultima persona a cui io avrei pensato. Sapevo fosse un uomo malvagio, ma ci aveva lasciati in pace per troppo tempo e stavo iniziando a pensare che tutto quello che dicesse, fossero solo bugie per spaventarci e invece adesso eccomi qui.



In un posto sperduto chissà dove con lui che mi guarda malizioso. Indietreggio, appena avanza verso di me, strisciando sul pavimento con gli occhi annebbiati dalle lacrime. “Tyson, mi ha detto che prima non sei stata molto gentile con lui e purtroppo ora devo punirti” Afferma, come se fosse dispiaciuto, facendomi venire un disgusto allo stomaco, mentre le lacrime continuano a scendere.



“E’ peccato rovinare un faccino carino come il tuo” Mi accarezza la guancia, ma io mi scosto dal suo tocco indietreggiando ancora di più, finendo con la spalla contro un piede del letto. Deglutisco, quando lo vedo avvicinarsi a me e darmi baci sul collo. Lo spingo via, mettendo i palmi delle mani sul suo petto, mentre lui si allontana guardandomi in malo modo.



“Mi fai schifo” Mormoro strofinando il punto in cui mi ha baciata, mentre lo vedo fare una smorfia di disgusto sulle labbra. Ad un tratto mi sento sollevata da due braccia muscolose, che mi gettano con poca delicatezza sul letto, mentre lui si appoggia su di me e posso sentire il suo respiro disgustoso contro il mio viso. Deglutisco a fatica, quando lo sento armeggiare con i bottoni della mia camicetta e inizio a dimenarmi, tirando calci nel suo addome, ma non sembrano scalfirlo.



“Lasciami brutto stronzo!” Urlo, mentre gli occhi iniziano a bruciare di nuovo dalle lacrime. Mi trattiene la mascella con la sua grande mano tenendomela ferma e guardandomi con rabbia negli occhi, mentre io lo guardo con tutto il disgusto di questo mondo. E’ un essere immondo e mi fa schifo. “Mi stai facendo incazzare troietta” Sorride malizioso, prima di avvicinarsi alle mie labbra, ma io gli sputo in faccia, facendolo togliere dal mio corpo.



Sento di nuovo il coraggio fluire nelle mie vene e la rabbia contro di lui è tornata, anzi non è mai andata via. Si asciuga il viso con la mano, prima di mettersi la mano in tasca, mentre io sono ancora immobile su quel letto, troppo indolenzita per alzarmi e sfuggire alle sue grinfie. “L’hai voluto tu” Sussurra, prima di estrarre dalla sua tasca un coltellino, mentre la paura ritorna a dominare il mio corpo alla vista di quell’arma pericolosa.



Spalanco gli occhi, appena lo vedo avanzare verso di me e avvicinare quell’aggeggio al mio corpo. Sorride malvagio come se si stesse divertendo a vedermi in quello stato, mentre io tremo immaginando già quello che voglia farmi. La lama fredda del coltello sfiora la mia guancia senza però pressare troppo, facendomi sussultare notevolmente e sento il cuore martellarmi nel petto.



“Tom” Una voce interrompe quell’uomo dal conficcare la lama nella mia pelle. “Che cazzo vuoi Christian?” Urla incazzato rivolgendosi al ragazzo che non riesco a vedere a causa del suo corpo che mi copre la visuale. “E’ arrivato Jaden” Mormora il ragazzo che pare chiamarsi Christian.



Nell’aria echeggia lo sbuffo di Tom, che si sposta immediatamente dal mio corpo, guardandomi con cattiveria e sussurrarmi parole che mi fanno gelare il sangue. “Non è finita qui ragazzina” Dal mio corpo esce un sospiro di sollievo che non sapevo di aver trattenuto e anche il mio cuore sembra star ritornare ad un ritmo regolare.



Il mio sguardo si posa sulla figura di Tom che esce da quella stanza, seguito dal ragazzo che mi lancia un’occhiata prima di sparire insieme a lui che riconosco essere il ragazzo che mi ha rapita. Sgrano gli occhi ripensando all’inquietante aspetto di quel ragazzo che sembra molto familiare, ma non riesco a capacitarmi di chi possa essere.



Un dolore lancinante allo stomaco interrompe ogni mio pensiero, così inizio a massaggiarmelo nella speranza di placare il dolore senza successo. “Hai bisogno di una mano?” Mi sollevo dal letto di scatto ignorando il dolore che sembra improvvisamente scomparso o meglio passato in secondo piano davanti a quella voce improvvisa . Quella voce. I miei occhi si posano sul suo corpo scannerizzandolo arrivando ai suoi occhi.Quegli occhi color caramello che ho già visto troppe volte.





Oddiooooo Tom e quel Tyson che la picchiano! No, Maria io esco! Sei la persona peggore di questo mondo! Non siamo più amiche! Addiooo!



No ok, diciamo che con l'ultima parte ti sei salvata! Per favore tesoro aggiorna prestooo! <3




-Cate <3







 
Recensione alla storia All is complicated... - 31/07/14, ore 14:43
Capitolo 35: Tenerife...
Ehy eccomi quiiii, puntuale come sempre bellissima Mirea! Quando penso a te penso alla Gomez, perchè sei tale e quale a lei! Ma ora smettiamola di parlare di te e della Gonmez e passiamo al capitolo che è stupendo come sempre e devi smetterla di dire che è brutto perchè potrei sul serio venire in Puglia e frustarti con la cinta di Justin, tanto a lui non servono perciò potrei anche farlo... Ok, ok, adesso la smetto sul serio di rompere...



Mi sveglio a causa dei raggi caldi del sole che bruciano la mia pelle e i miei occhi facendomeli strizzare, per poi aprirli lentamente. Mi stiracchio, tastando con la mano l’altra parte di letto, trovandolo vuoto. Mi alzo immediatamente col busto, prima di sbuffare sonoramente. Possibile che debba sempre alzarsi prima di me?



Scuoto la testa rassegnato dal fatto che non ci sveglieremo mai insieme e sorrido involontariamente appena i ricordi della scorsa notte mi invadono la mente, facendomi accelerare subito i battiti del cuore. Mi sento come se lo avessi fatto per la prima volta.



E’ una cosa nuova, ho sempre fatto solo sesso e mai l’amore, ho sempre provato solo piacere e mai la felicità. Era così tenera e timida di mostrarsi a me, diversa da tutte le altre ragazze che non vedevano l’ora di possedermi, mentre in lei c’era la paura mista alla voglia di amarmi e di appartenermi per sempre.



Sorrido ancora una volta, prima di alzarmi dal letto e infilarmi i boxer, seguiti dai pantaloni. Tiro su le braccia per stiracchiarmi per la seconda volta e passo una mano tra i capelli ravvivandoli un po’. Scendo le scale, sentendo il profumo del caffè invadermi le narici e mi precipito subito in cucina per vedere la mia piccola che canticchia una canzone di Demi Lovato, mentre cucina quella che sembra essere una torta.



Ha indosso solo la mia maglietta che lascia intravedere il suo sedere ricoperto da degli slip bianchi e questo non fa che aumentare la mia voglia di averla di nuovo. Mi avvicino piano e le circondo i fianchi con le mani. “Buon giorno piccola” Le sussurro, mentre lei sussulta leggermente e smette di cantare, prima di girarsi verso di me e sorridermi dolcemente.



“Buon giorno!” Esclama, cingendomi il collo con le sue braccia esili. Le scosto i capelli dalla faccia, avvicinando la testa nell’incavo del suo collo e annusando il suo dolce profumo di fragola dei suoi capelli. Non resisto alla tentazione di posarle un bacio proprio sotto il mento, seguito da altri che scendono sempre più giù.



Mi stacco dal suo collo per poi guardarla negli occhi perdendomi nelle sfumature verde chiaro che li circondano. Non ho mai visto occhi così belli in vita mia, sembrano colorati da acquerelli, due diamanti, due calamite che ti attraggono.



“Quanto sono belli i tuoi occhi” Dico dando voce ai miei pensieri, mentre lei sorride intimidita, avvicinandosi ancora di più al mio viso. Le accarezzo il viso con le nocche, mentre lei mi stampa un bacio sulle labbra. “Non hai mai visto i tuoi” Mormora accarezzandomi il capelli ricaduti sulla fronte, mentre mi guarda negli occhi profondamente come se stesse osservando tutti i particolari.



“Ho sempre creduto che gli occhi verdi e gli occhi azzurri fossero i più belli, ma dopo aver visto i tuoi… Così espressivi, così attraenti, così premurosi, meravigliosi Justin” Sorrido dolcemente, sorprendendomi per la dolcezza infinita di questa ragazza. Le sue parole sono così pure, così sincere, musica per le mie orecchie. Amo ciò che mi dice. Amo tutto di lei.



Mi sporgo per baciarla, rendendo il bacio subito passionale mentre lei stringe i capelli sulla mia nuca. E così bello, vedere che adesso posso baciarla quando voglio, senza aver paura di nessuno. E’ così bello vedere che io e lei stiamo insieme, felici. Le circondo i fianchi con le mani, per poi salire su sul ventre e infine sul suo seno, facendola gemere nel bacio.



Quanto sono dolci questi momenti mattutini, vorrei averli anche io con il mio ragazzo, ma purtroppo non si può, perchè lui è più freddo di un ghiacciolo e inoltre la mattina va a lavorare e non ci alziamo mai inseime, ma lasciamo perdere me e i problemi con il mio ragazzo. Gli occhi di Justin sono i più belli del mondo e questo lo sappiamo senza che Jessica ce lo dica. Lo avevamo capito Silverstone! Ok, stop, sto dando i numeri! Sorrido sempre ciaoooooo!





“Si farà entro oggi, chiaro?” Tuonò minaccioso l’uomo verso il ragazzo che annuì ormai rassegnato. “Dove devo portarla Tom?” Domandò, mentre elaborava il piano da attuare sul computer. “In Spagna, a Tenerife” Sul viso dell’uomo apparve un sorriso malvagio, meschino come se non vedesse l’ora di fare ciò che aveva programmato da parecchio tempo ormai.



Il volto del ragazzo invece impallidì, al sentir nominare una delle città che aveva la fama di essere una delle più pericolose al mondo. Non l’avrebbe mai fatto, ma quando stava per ribattere, l’uomo lo interruppe. “Non un errore Christian! O puoi dire addio alla tua inutile vita… Sai benissimo che posso farlo sembrare anche un incidente come ho fatto con i tuoi carissimi genitori e il padre del tuo amichetto” Sorrise vittorioso Tom, sapendo di aver colpito il punto debole del ragazzo.



“Non nominare i miei genitori!” Sibilò il ragazzo stringendo i pugni, come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa, mentre Tom sorrise soddisfatto alla reazione del ragazzo, perché a lui piaceva provocare le persone, provava gusto nel vederle soffrire per qualcosa che lui aveva fatto. Era meschino e non aveva un cuore, non voleva bene a nessuno se non a se stesso.



“E’ questo il carattere che devi usare, ora smettila di frignare e fa ciò che ti dico! Non ti ho fatto tornare dalla Spagna per nulla” Concluse, prima di dargli alcune pacche sulla spalla, abbastanza forti, come se stesse dando degli schiaffi.



Il ragazzo annuì e si alzò dalla sedia rassegnato. I sensi di colpa lo stavano divorando, ma non voleva darlo a vedere. Lavorava con Tom, da troppo tempo ormai, ma non di certo per suo volere. Lui odiava ciò che faceva, ma era stato minacciato da quel mostro e ora che c’era dentro non poteva più uscirne.



Non era in gioco la sua vita, ma anche quella di sua sorella, alla quale aveva mentito, lasciandola da sola in Canada, senza l’appoggio di nessuno. Non la vedeva da tempo ormai e si chiedeva come stava, che vita avesse e cosa stesse facendo in questo momento.



Le voleva un bene dell’anima ed era l’unica componente della famiglia che gli era rimasta ormai, dato che l’uomo al suo fianco li aveva distrutti. Christian si alzò dalla sedia e guardò l’uomo dritto negli occhi nella speranza di scorgere qualcosa di buono, pentimento, ma nulla, i suoi occhi erano malvagi, come lo era il suo cuore. “Dimmi solo quando e dove la posso trovare” Mormorò sicuro il ragazzo, facendo assottigliare gli occhi dell’uomo al suo fianco.





Ora mi spieghi che significa questa parte del capitolo? Spiegamela operchè davvero non ne ho ideaaa! Chi è questo Christiane da dove esce? E non rispondermi dall'uovo di Pasqua, perchè Mirea ti picchio e sai che non scherzo, prepoarati una corazza abbastanza resistente perchè sto arrivando a picchiarti <3







“Jes, ma dici davvero?” Urla Alex dalla felicità sfracassandomi un timpano come è solita fare, mentre io la prego di abbassare la voce, nella paura che qualcuno ci senta, anche se in casa ci sono solo Ryan mezzo ubriaco e Cait che trafficano col computer e il mio cellulare, alla dannata ricerca del numero sconosciuto che ci ha chiamato la scorsa notte.



Justin e Simon sono fuori per delle commissioni a me sconosciute. Ormai i due sono diventati amici e Justin ha smesso di essere geloso perché ha capito che Simon è innamorato perdutamente di Cait ed io non posso essere più che felice. “Si, Alex” Sussurro diventando rossa in viso.



“Com’è stato?” Mi domanda con un luccichio negli occhi, felice per me, mentre io divento ancora più rossa ricordando gli avvenimenti della scorsa notte. Questa mattina mi sono svegliata felice, a differenza degli altri giorni che non volevo alzarmi per affrontare la giornata di merda che mi aspettava.



Sono andata in bagno e mi sono guardata allo specchio, osservando il mio corpo e non so il perché, ma in qualche modo lo vedevo diverso dal solito. Mi sentivo più grande, una donna, anche con tutti i dolori alle gambe che avevo. Non ho provato nessun senso di colpa o pentimento, anzi stamattina quando l’ho visto arrivare in cucina con tutti i capelli scompigliati e senza maglia addosso avevo voglia di rifarlo.



Non mi sono mai sentita così bene in vita mia, è stata la notte più bella della mia vita e spero che anche per lui lo sia stata. Avrei una gran voglia di chiederglielo, ma sono troppo codarda per farlo e ho paura della risposta. “E’ stato fantastico” Rispondo con un sorriso sincero, mordendomi il labbro, mentre ad Alex spunta un sorriso malizioso sulle labbra che mi fa aggrottare la fronte stranita.



“Dove ti ha toccata?” Mi domanda alzando il sopracciglio con un sorriso sghembo sulle labbra, mentre io sgrano gli occhi mettendomi il cuscino in faccia. “Ma che cazzo di domande Alex!” Mormoro soffocata dal cuscino che opprime il mio viso, mentre sento le guance andare lentamente a fuoco.



“E dai Jes, scherzavo dimentica tutto” Dice togliendomi il cuscino dalla faccia, per poi guardarmi con un’espressione seria in volto. “Devo dirti una cosa” Mormora giocherellando con le sue mani, mentre la preoccupazione ritorna a fluire dentro di me. “Co-cosa?” Balbetto in ansia, mentre lei prende un respiro profondo per poi cominciare a parlare.



“Ryan mi ha baciata” Sussurra, per non farsi sentire, anche se io ho sentito benissimo. Sgrano gli occhi e sto per urlare, ma mi trattengo alzandomi dal letto iniziando a fare giri intorno ad esso. “Non può essere” Mormoro continuando a camminare su e giù, mentre Alex mi guarda confusa.



“Ero sicura che lui fosse cotto di te” Dico puntandole un dito contro, mentre lei arrossisce giocando con i bordi della sua maglietta. “Era ubriaco Jes” Sospira, prima di alzare gli occhi al cielo, mentre io le vado incontro sedendomi nuovamente sul letto.



“In vino veritas” Sussurro saggiamente, prima di guardarla, notando nel suo sguardo la tristezza. “Dopo questo bacio, ho capito di non provare più nulla per Justin, ma non sono neanche sicura di provare qualcosa per Ryan, sono così confusa” Dice prendendosi la testa tra le mani, per poi scuoterla ritmicamente.



“Ok, calma Alex, calma” le prendo le mani e le intreccio alle mie. “Che cosa hai provato durante il bacio?” Domando cercando di capire qualcosa e di far capire qualcosa anche a lei, mentre arrossisce e sorride teneramente, ricordando sicuramente il momento.



“Bhè io… Ho sentito lo stomaco contorcersi e una felicità che non avevo mai provato prima, neanche con Justin. Non ho pensato a nulla per quel minuto che eravamo incollati, finchè non mi sono ricordata del suo stato e allora mi sono staccata e sono corsa via” Sospira, ricadendo sul letto, cominciando a guardare il soffitto che improvvisamente è diventato più interessante.



Ricordo ancora il giorno in cui Justin mi ha baciata per la prima volta e ho provato le stesse cose di Alex, anche se all’ora non ero sicura che fosse amore, ero confusa proprio come lo è la mia amica. “Perché sei corsa via?” Domando dolcemente, mentre lei strizza gli occhi. “Non lo so” Mormora. “Avevo paura” Si alza mettendosi seduta, mentre io le prendo nuovamente la mano.



“Sai… Anche io avevo paura di rischiare, soprattutto dopo tutto quello che è successo, ma quando sei tornata mi hai fatto capire che nonostante la sofferenza che avrei provato dovevo buttarmi per combattere, perché ero con lui. Di cosa hai paura Alex?” Mi guarda con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa come se stesse riflettendo sul da farsi.                                                                            



Ho già sofferto troppo per amore e ho paura di farlo ancora, chi mi dice che lui ami per davvero?”                    

“Se non glielo chiedi non lo saprai mai” Dico alzandomi dal letto, invitandola a fare lo stesso. “Io non farò mai una cosa del genere, se lui non dovesse ricambiare i miei sentimenti ci rimarrei troppo male e non voglio. Inoltre non l’ho mai visto come un qualcosa di più di un amico, mi è stato accanto nei momenti più difficili e gli voglio bene credo” Mormora confusa, mentre incrocia le braccia al petto.



“Sei sicura di volergli solo bene?” La incalzo con un sorriso malizioso. “Non lo so, ho solo paura che lui non ricambi i miei sentimenti” Dice mortificata. “Quindi ammetti di provare qualcosa per lui?” Domando puntandole un dito contro, ma non fa in tempo a rispondere che il mio cellulare suona, facendo comparire il numero di Justin sullo schermo.



“Scusa” Sussurro ad Alex, prima di premere la cornetta verde e rispondere. “Justin” Dico, sentendo una risata di sottofondo che riconosco essere quella di Simon. “Piccola mia, mi manchi” Sussurra con voce sensuale, mentre il mio cuore accelera i battiti e non posso fare a meno di sorridere.



“Ma se ci siamo visti solo un’ora fa” Il mio tono è divertito e dall’altro capo sento una rumorosa risata che contagia anche me. “Lo so, ma mi manchi, ce la fai a raggiungermi al parco qui vicino?” Guardo Alex che ha sentito tutto, come a chiederle il permesso ed annuisce senza ribattere. “Ok, arrivo” Dico ansiosa dalla voglia di rivederlo, prima di sentire un bacio arrivare dritto nel mio orecchio.



“Perfetto, muoviti, ti amo”                                                              

“Non darmi ordini Bieber, ti amo anche io” Dico prima di chiudere la chiamata e guardare Alex che mi sorride dolcemente. “Posso entrare?” Urla la voce di Ryan attraverso la porta. “Oh mio dio, digli di no, non voglio vederlo” Sussurra Alex per non farsi sentire, mentre io sbuffo.



“Dai prima o poi dovrai pur vederlo” Sussurro anche io. Scuote la testa, prima di prendere un respiro profondo, mentre Ryan continua a bussare alla porta. “Emh… si, entra” Urlo, mentre Alex mi incenerisce con lo sguardo. Le faccio un sorriso forzato e guardo Ryan impalato sulla porta che si gratta il capo imbarazzato.



“Ciao, Jes… Emh… Alex” Arrossisce sussurrando il suo nome e non posso fare a meno di sorridere intenerita, sentendomi di troppo “Emh… Ok, io me ne vado da Justin, ci vediamo dopo” Urlo mettendo il cellulare in tasca, ma non sembra che i due mi abbiano dato molto retta dato gli sguardi che si lanciavano, così saluto Cait ed esco sentendo la brezza dell’autunno invadere ogni parte di me, facendomi sorridere spensierata.



Non avrei mai pensato che in pochi mesi la mia vita sarebbe cambiata radicalmente per un ragazzo che inizialmente non sopportavo. Se solo ripenso al modo in cui lo trattavo i primi giorni mi viene da ridere; lui sarebbe stato l’ultimo ragazzo a cui io mi sarei affezionata e invece è stato il primo ad avermi veramente in tutti i sensi possibili.



Non pensavo potesse accadere tutto quello che è successo, anzi se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto e avrei riso fino a star male, anche se sento che qualcosa non va. Mi sta andando tutto fin troppo bene e questo non mi succede mai, perché nella mia vita è sempre tutto complicato e invece ora mi ritrovo a sorridere da sola come non avevo mai fatto in vita mia.



Blocco i miei pensieri, sentendo suonare il mio cellulare. “Pronto Alex?” Rispondo avendo visto il nome sullo schermo. “Ehy Jes, non sai cosa è successo!” Urla, sfracassandomi un timpano come è solita fare. “Che è successo Alex? Mi stai preoccupando” Mormoro passandomi una mano tra i capelli. “Abbiamo fatto di tutto per scoprire il numero del mittente, ma non ci siamo riusciti, però…” Prende una pausa facendomi accelerare i battiti del cuore.



“Abbiamo scoperto da dove proviene” Continua. “Quindi?” Chiedo con l’ansia a mille, mentre mi fermo di fronte ad un albero. “Tenerife, in Spagna” Aggrotto la fronte stranita dalla destinazione così lontana, prima di spalancare la bocca scioccata. Ho sentito parlare così tanto di quella città; se non sbaglio è una delle città più pericolose al mondo.



Non riesco a capire chi possa essere colei che mi ha contattata. E se fossi veramente in pericolo e lei mi avesse avvertito per proteggermi? In fondo che ragione avrebbe per spaventarmi… Lei addirittura conosceva il mio nome e cognome. “Jes, ci sei?” Chiede Alex, notando il silenzio dall’altra parte. “Io, emh… si, vado da Justin a raccontargli tutto” Mormoro spaventata, mentre chiudo la chiamata non aspettando la risposta di Alex.



Inizio a guardarmi intorno sentendomi improvvisamente osservata e deglutisco quando vedo che non c’è nessuno in circolazione. Continuo a camminare a passo svelto, sicuramente sarà solo suggestione, devo calmarmi. Ad un tratto sento un rumore dietro di me, mi giro e non vedo nessuno. Inizio a correre spaventata in direzione del parco che sembra essere sempre più lontano.



“Ehy bambola” Sussurra una voce alle mie spalle, facendomi ghiacciare il sangue delle vene. Mi giro lentamente con il cuore che batte a mille e noto un ragazzo con tratti vagamente familiari. I suoi occhi castano chiaro, quasi verdi non mi sono nuovi, i suoi capelli color cioccolato e il viso così simile a qualcuno che conosco.



“Sei molto bella, come dicono tutti del resto” Dice mentre continua ad avvicinarsi a me e ad ogni passo che fa sento il cuore accelerarmi sempre di più. Indietreggio finendo contro un muro, mentre lui è ormai così vicino a me, che posso sentire il suo respiro di tabacco.



Deglutisco a fatica, prima di cominciare a correre spaventata, ma lui mi prende per un polso, per poi bloccarmi entrambe le braccia, mettendomi un panno bianco sulla bocca con un odore forte, sgradevole. Sento la vista appannarsi, il corpo più leggero, prima di vedere completamente buio.







Oh mio dio, il momento che temevamo tutti è arrivato! Il ragazzo misterioso ha rapito Jessic a e ora la porterà chissà dove e le faranno chissà cosa e io starò con l'ansia fino a che non aggiornerai perciò per favore fallo in fretta  e complimenti ancora per questo stupendo capitolo <3

-Cate <3

P.s aggiorna domani please!














 
Recensione alla storia All is complicated... - 22/07/14, ore 16:24
Capitolo 34: Make love with me...
Ehyyyyy amoreeeee! Ciaooooo da quanto tempo!

Non hai idea di quanto tu mi sia mancata! Oggi è stta davvero una sorpresa per me vedere questo capitolo dopo tanto tempo che non leggevo la tua storia, ma tu non devi preoccuparti per le recensioni perchè ne hai già quasi 400 e un sacco di preferiti e di seguiti! Secondo me entrerà presto nelle popolari, quelle in prima pagina! Stai per entrare anche nelle popolari di più recensioni positive! Sono contentissima per te, perchè te lo meriti e questa è una delle storie pi belle che io abbia mai letto! *o* Bravissima...



Partiamo dal titolo "make love with me" Cavolo, mi è venuto l'infarto appena l'ho letto, avevo già capito tutto e non vedevo l'ora di arrivare al punto in cui loro due.. emh... ok, sembro una perveritita, stopo! Ciao! Continuo!








“Andiamo via di qui” Mi sussurra in un orecchio, mentre io annuisco senza ribattere, senza dire nulla. La mia mano si aggancia alla sua, mentre mi trascina giù per le scale davanti  tutto il pubblico che sorride sorpreso, e la Smith ci incita a fermarci, ma a noi non importa. Io voglio stare con lui e lui vuole stare con me.



Non importa come andrà a finire questa gara; ho cantato con lui ed è questo l’importante. Abbiamo espresso i nostri sentimenti attraverso una canzone che abbiamo scritto insieme. Una canzone che è diventata la nostra canzone e che sarà la colonna sonora della nostra vita insieme.



Continua a trascinarmi fuori dalla scuola, finchè non ci ritroviamo a correre ridendo come bambini. Corriamo felici, spensierati, i nostri problemi come al solito sono svaniti e sembra che il cuore mi stia per scoppiare dalla felicità. Ho una voglia incontrollabile di ridere dalla gioia che non riesco a fermare e sembra che anche a lui stia succedendo la stessa cosa.



Ci ritroviamo in un piccolo parco abbandonato, con la sola presenza della natura a farci compagnia. Le nostre mani sono ancora intrecciate e non hanno la minima intenzione di lasciarsi, sono state sparate per troppo tempo e ora si sono riunite per non lasciarsi mai più.



“Vieni andiamo a sederci lì” Indica un albero abbastanza grande che lascia intravedere i lievi raggi del sole che illuminano i suoi occhi, facendoli diventare color oro. La sera sta arrivando, ma il sole continua a riscaldarci, nonostante non sia estate.



Si siede su una grande conca di pietra per terra e quando sto per imitarlo, mi tira sulle sue ginocchia, facendomi cadere con la testa sul suo petto e di conseguenza accelerare ancora di più i battiti del mio cuore. “Ma sei un idiota!” Urlo ridendo, facendolo ridere a sua volta, mentre mi sposta i capelli caduti sulla fronte.



Il suo volto è ritornato serio, mentre si morde il labbro, trattenendosi dal fare o dal dire qualcosa. Tra di noi regna il silenzio, spezzato solo dal rumore dei pochi uccellini rimasti in circolazione. Il mio orecchio è poggiato sul suo petto e riesco a percepire i suoi battiti e il suo respiro affannato.



“Era questa la sorpresa?” Domando riferendomi alla canzone, mentre sollevo il mio volto, mettendomi alla sua stessa altezza e lui fa spallucce ridacchiando. “Non lo so” Sospira. “Ci sono così tante sorprese che non so da dove iniziare” Continua grattandosi il capo imbarazzato, mentre io mi mordo il labbro sorridente.



“Ancora?” Domando con occhi sognanti. “Si piccola” La voglia di ridere è tornata e non se ne va più e sono sicura che in questo momento sembro un idiota, ma non importa perché lui mi ama nonostante tutto. “Che c’è?” Mi dice in un orecchio e mi stringe tra le sue braccia, iniziando a cullarmi, facendo su e giù con la schiena, mentre io ritorno seria.



“Era da due settimane che non mi chiamavi piccola” Gli cingo la vita con le braccia, mentre appoggio la testa nell’incavo del collo e lui posa il mento sulla mia testa. Sento il suo petto vibrare, segno che sta ridendo e le sue labbra posarmi un bacio dolce sulla fronte.



“Bhè ho l’impressione che me lo sentirai dire molte volte” Sorrido confusa, guardandolo negli occhi. “Che significa?” Domando, prima di portarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Alzati” Mi dice sollevandomi leggermente per i fianchi e portarmi su, mentre me lo ritrovo in piedi accanto a me. I suoi occhi sono incastonati nei miei; l’azzurro con il caramello, forse è una combinazione un po’ strana, ma trattandosi di noi due insieme, tutto è perfetto.





Hai idea degli attacchi che ho avuto leggendo questa parte? E' quello che ho sempre sognato sin dall'inizio del capitolo e dopo tanto tempo è successo e io sono troppo felice *o*



“Non farò giri di parole, sarò dritto e coinciso” La sua espressione è terribilmente seria e non lascia trasparire nessuna emozione, incomincio ad avere paura di quello che voglia dirmi. L’ansia continua a crescere nel mio corpo, quando la sua bocca si socchiude, segno che sta per parlare.



“Vuoi essere mia e temere per quello che succederà insieme a me?” La sua bocca si apre in un grande sorriso dolce, il più sincero che abbia mai fatto da quando lo conosco, mentre il mio cuore si ferma, per poi cominciare a battere a un ritmo incontrollato. Mi sta chiedendo di essere la sua ragazza e lo ha fatto in un modo dolcissimo.



Non un semplice e banale ‘vuoi essere la mia ragazza’, ma una frase speciale e importante che racchiude tutto quello che abbiamo passato. Rimango immobile, con un’espressione seria in volto, ricordando tutti i momenti brutti che ho passato. Tutto quello che ho sognato da un sacco di tempo si sta avverando e non trovo parole per esprimere la mia felicità.



“Guarda piccola, se non vuoi io-” Mi getto a capofitto sulle sue labbra, essendomi trattenuta anche troppo. Non sono mai stata brava a esprimermi con le parole, ho sempre preferito i gesti. Le parole in fondo non valgono niente, se non si dimostra con i gesti quello che si dice.



Inizio a muovere le mie labbra sulle sue con velocità, divorandole, mentre lui inizia a succhiare il labbro superiore, prendendomi la testa tra le mani, facendole scendere sui fianchi e io inizio a tirare le punte dei suoi capelli, facendolo gemere sulle mie labbra. Mi stacco dalle sue labbra, rimanendo sempre a pochi centimetri dal suo viso.



“Finchè mi amerai potremmo fare tutto insieme. Ti amo, sei l’unico ragazzo che io abbia mai amato e si Justin Bieber, voglio essere tua nonostante tutte le difficoltà che affronteremo, perché combatteremo insieme” Sussurro, prima di baciarlo ancora, cogliendolo di sorpresa. “Ti amo” Mormora con gli occhi lucidi, forse dalla mia riposta.



“Anche io ti amo” Sorrido, prima di staccarmi da lui che sta sorridendo come un ebete. “Aspetta, devo darti una cosa” Sorrido, prima di rivolgergli un sguardo curioso. “Cosa vuoi darmi?” Dico con gli occhi che mi luccicano, mentre lui inizia a frugare nella sua tasca alla ricerca di qualcosa.



Dalla sua tasca fuoriesce una scatolina piccola, che mi fa spalancare gli occhi, mentre il mio cuore inizia a palpitare, avendo già capito tutto. “Girati” Sussurra avvicinandosi al mio orecchio. Faccio come dice e mi giro, guardando in direzione di un albero di mele, mentre i palmi delle mani sudano e le gambe tremano.



Sento qualcosa di freddo poggiarsi sul mio collo, mentre i miei capelli vengono spostati su una spalla. Guardo il mio collo notando una collana d’oro, con una scritta brillantata: ‘as long as you love me’. ‘Finchè mi amerai’. E’ incredibile, è la stessa frase che ho detto io prima, ma lui non sapeva che io l’avrei detto. Tutto questo è così strano, ma terribilmente bello.



Questo dimostra che io e lui sentiamo le stesse cose l’una per l’altra. Sorrido, mentre sento le lacrime alla punta dei miei occhi. Dei baci umidi si posano sul mio collo e la mia vita viene avvolta dalle sue braccia muscolose che mi fanno sentire al sicuro. Chiudo gli occhi, cercando di trattenere le lacrime sorridendo, ma senza risultato. Mi giro gettandogli le braccia al collo, dandogli baci su tutto il viso.



“Grazie, è bellissima, ma non dovevi” Mi stampa un bacio sulle labbra, per poi accarezzarmi i capelli. “Certo che dovevo” Mormora facendo spallucce. Sto per rispondere quando ad un tratto il sole scompare dalle nostre teste e il cielo inizia a diventare nero e grigio. “Andiamo a casa sta per piovere”



Oddio! Stanno insieme! Stanno insieme! Stanno insieme! Mi senti urlareeeee? M sentiiiii? E' successo? Vuoi essere mia e temere per qello che succederà insieme? Oddiooo, ma è una frase bellissima! Da dove ti è uscita? Mi hai fatta piangere e poi quando Justin ha detto "andiamo a casa" mi è venuta di nuovo l'ansia, perchè stava pèer succedere ciò che io ho sempre sognato!....





Le sue labbra bloccano i miei pensieri che si posano delicate sulle mie, in un semplice bacio dolce. Chiudo gli occhi sentendo il suo alito fresco invadere il mio, quando sento mordicchiarmi il labbro inferiore e la sua lingua si fa spazio nella mia bocca.



La sua mano risale lungo il mio fianco, accarezzandomi lo stomaco, finchè non si infiltra sotto la mia maglietta e qui sussulto, staccandomi dalle sue labbra con gli occhi leggermente più aperti del solito. “Tutto ok?” Domanda Justin accarezzandomi la guancia, mentre annuisco non del tutto sicura.



“Piccola che c’è?” Domanda, mentre rotola dall’altra parte del letto facendomi finire su di lui. “Ho… Paura” Biascico, mordendomi il labbro, facendo dei cuori con l’indice sul suo petto. Sento le mie guance bollenti e la testa scoppiare, mentre stringo i pugni trattenendomi dalla voglia di spaccare qualcosa.



Porto il mio sguardo alla stanza quadrata, ormai leggermente illuminata da un lampione che sbuca dalla finestra. E’ possibile che io non mi metta mai in gioco per qualcosa? Perché ho sempre paura delle conseguenze? Lui mi ama ed è il mio ragazzo ed io lo sto rifiutando. Sono una stupida codarda perché lo voglio esattamente come lui vuole me.



“Ehy se non vuoi non fa niente, io posso aspettare” E’ così dolce, nessun ragazzo avrebbe mai detto questo, mentre lui ha rispetto di me, mi ama veramente e io lo sto rifiutando. Non posso. “Justin, fai l’amore con me” Gli dico guardandolo negli occhi con tutta la sincerità che sento in questo momento. Lo voglio adesso in questo momento e sento tutta la paura svanire da un semplice scintillio dei suoi occhi che sorridono.



“Sicura?” Domanda un’ultima volta, alzandosi con il busto, mentre dalle sue labbra esce il sorriso più dolce che esista. Annuisco, prima di prendergli la mano e posarla sul mio fianco, guidandola verso l’alto, sul mio viso, ormai in fiamme.



Mi avvicino alle sue labbra baciandolo, spingendolo sul materasso del letto, mentre lui mi cinge i fianchi, massaggiandoli, per poi afferrare i bordi della mia maglietta, sollevandola su e sfilarmela dalla testa, gettandola sul pavimento. Lo vedo mordersi il labbro e sorridere alla vista del mio corpo, anche se dentro di me non c’è alcuna traccia di imbarazzo e mi stupisco, perché sono una ragazza che non ha mai messo in mostra il suo corpo, invece davanti a lui mi sento a mio agio, felice che lui sia il primo.



Rotoliamo sul letto, stavolta ritrovandomi io sotto e lui sopra, mente inizia a baciarmi il collo, mordicchiando qua e là, lasciando il suo marchio ovunque, mentre con la mano destra accarezza la mia pancia contratta per la tensione, facendomi venire i brividi. Decido di fare la prossima mossa e raggiungo i bordi della sua maglia, ormai diventata un tutt’uno con il suo corpo dato che è completamente bagnata.



Gliela sfilo gettandola sul pavimento affianco alla mia. Osservo il suo corpo con occhi luccicanti, perdendomi in ogni tatuaggio e cicatrice che lo decorano. Traccio il contorno della sua corona sulla spalla, mordendomi il labbro per poi passare alla sua croce al centro del petto e sorridere. “Quanti cavolo di tatuaggi hai?” Domando ridendo, facendo ridere anche lui.



“Sono ancora pochi, tu invece dovresti fartene uno qui” Afferma per poi baciarmi l’incavo del seno, mentre io arrossisco. “Sarebbe sexy” Continua, dando baci sempre in quel punto mentre io inizio a respirare affannosamente. “Mmh n-non credo s-sia una buona idea.” Affermo con voce roca, rotta dall’eccitazione. Prosegue la sua scia di baci umidi sulla pancia, per poi raggiungere il bordo dei miei jeans.



Mi guarda negli occhi, prima di slacciare il primo bottone e tirare giù la cerniera. Neanche questa volta ho paura, perciò sorrido rassicurante incitandolo a continuare. Mi sfila delicatamente le scarpe, insieme ai jeans facendomi rimanere in intimo, per poi alzarsi dal letto e osservare tutto il mio corpo con adorazione, mentre io distolgo lo sguardo imbarazzata dai suoi occhi lussuriosi.



Ritorna su di me continuando a baciarmi e ad accarezzare il mio corpo con le sue grandi mani che mi fanno sentire protetta. Porto le mie gambe intorno al suo bacino, sporgendomi con la testa per baciargli il collo, sentendolo gemere silenziosamente, mentre racchiude il mio sedere con le sue mani. Mi struscio involontariamente sul cavallo dei suoi pantaloni e lo vedo stringere gli occhi.



“Cazzo!” dice con voce sofferente, mentre io mi scuso con lo sguardo, sorridendo innocente. “Sei tremenda eh!” Esclama divertito, mentre io porto le mani tremanti sui suoi pantaloni ed è qui che l’ansia e la paura ritornano, facendomi bloccare ogni mio movimento. “Non ce la faccio” Sospiro, ritirando le mani. “Faccio io, tranquilla” Sussurra, prima di darmi un bacio dietro l’orecchio.



Si alza nuovamente dal letto togliendosi i pantaloni e le scarpe, rimanendo in boxer ed è lì che spalanco gli occhi, notando la sua preminente erezione. Mi mordo il labbro guardandolo, mentre lui ridacchia ritornando su di me. La paura è tornata in me, quando si è tolto i pantaloni. Mancano pochi indumenti a dividerci e io e lui ci apparterremo in tutti i sensi possibili.



“Piccola, tranquilla” Mi incoraggia notando il mio volto pallido, sollevando leggermente la mia spalla, per slacciarmi il reggiseno, mentre io inizio a tremare dall paura e dalla vergogna, quando noto il mio reggiseno bianco cadere a terra. Sul suo volto non appare un sorriso malizioso, ma dolce, sincero, rassicurante.



“Sei bellissima” Sussurra piano, prima di lasciarmi dei baci umidi che partono dal collo fino alla pancia e da lì che tutta la mia vergogna scompare, facendomi sorridere tra me e me. Lo vedo arrivare al bordo dei miei slip e mi guarda negli occhi come a chiedere il permesso, mentre io annuisco decisa, senza nessuna traccia di esitazione, ormai sono sicura di quello che sto per fare.



Sono completamente nuda davanti ai suoi occhi e la vergogna scompare di nuovo, grazie al suo sguardo dolce e premuroso. Si sfila l’ultimo indumento, rimanendo completamente nudo anche lui davanti a me. E’ bellissimo, non ho mai visto un ragazzo così bello in vita mia ed è mio, tutto per me. Lui mi ama. Si china su di me, per baciarmi un’ultima volta e portarmi le mani in alto, intrecciandole con le sue.



“Sei pronta?” Mi domanda, cominciando a baciarmi ogni parte del viso, mentre il cuore inizia a battermi a mille. “Se ti faccio male dimmelo” Annuisco, ancora una volta e ci guardiamo negli occhi, esprimendo tutto quello che proviamo con un solo sguardo, anche se per un attimo mi sembra di vedere i suoi lucidi e insicuri.



Non ho vergogna, ma sono in ansia, ho paura che qualcosa vada storto e lui lo nota dal mio sguardo. “Andrà tutto bene” Mi dice dandomi un ultimo sorriso incoraggiante, prima che io senta un dolore lancinante, trattenendo un urlo. “Ora passa tutto piccola, baciami” Faccio come dice, non pensando al dolore e godendo della dolcezza dei suoi baci. Dalle mie guance scendono alcune lacrime, non so se per il dolore o l’emozione, ma sento una felicità unica dentro di me.



Sento una sensazione piacevolissima e non riesco a pensare più a niente se non a quello che stiamo facendo, sto assaporando al massimo tutto quello che sto vivendo. Il dolore ora è passato in secondo piano, perché in questo momento sono persa nei suoi occhi e nel suo sorriso che mi confortano. Mi sento parte di un’unica cosa, di un unico corpo e di un’unica anima.





Oddioooo! Lo hanno fatto! Lo hanno fatto! Lo hanno fatto! Mi senti urlare? pt.2 Oddiooo! Ma è stato dolcissimo! Quale ragazza non sogna una prima volta così? Io....





Vabbè detto questo io vado a cagare! No ok, vado viaaa <3 aggiorna presto





-Cate <3