Recensioni per
Appuntamento a Kensal Green (una storia d’amicizia, lapidi e paroxetine)
di Callie_Stephanides
Tom sull'orlo di una crisi di nervi (e anche un po' isterica) è mervaiglioso: un po' perchè è l'unica reazione plausibile a quel che gli sta succedendo, un po' perchè riesco a "vederlo" e - non giudicarmi u.u - me la rido. Ok, non è vero, non rido poi tanto, povera secchia, le sue crisi di nervi sono anche un po' training autogeno al suicidio, quindi meno male che ci sono Emma e le sue focaccine! |
Capita che la misura sia colma prima che tu stesso riesca a rendertene conto. |
Emma è appena diventata la mia preferita xD Per non parlare di Tom sull'orlo (mi piacciono tutte le sue voci interiori) E non posso che fare il tifo per Alana: una volta raschiato il fondo, si può solo risalire, no? :) |
Ohh... |
Questa storia ti prende davvero alla gola, per l’intensità con cui esplora i sentimenti più umani. Sia Tom che Alana sono realistici e così vivi da bucare la pagina. Ho già avuto modo di apprezzarti nel fandom dei Vendicatori, ma devo dire che l’incisività della tua scrittura non viene meno quando si parla di persone vive (anzi, si fa ancora più precisa). Mi sono piaciuti molto tutti i pensieri che attraversano i diversi punti di vista e devo dire che la profondità di quello che scrivi è una delle ragioni per cui sono così legata alle tue storie. |
"Noi perpetuiamo una specie di stronzi nocivi": i migliori. |
Cosa? |
Questa è la prima recensione che lascio alla tua storia, purtroppo l'ho scoperta solo Domenica, e quindi- eccomi qui, recensisco dal quinto capitolo! |
Ma perchè Killing Hamlet? Sovversivo fino in fondo? XD Comunque, abbiamo raggiunto l'apice del peggio, spero; anche perchè, se Tom continua così, come minimo implode e crea un buco nero. |
Io leggo leggo leggo quando scrivi ma questa storia affronta temi così delicati e intimi, direi, che non mi viene da lasciare stupidi commenti entusiasti. Però aspetto ogni capitolo con tanta trepidazione. |
Io vorrei essere lì con te per dirti di persona quanto questo capitolo mi abbia fatto male e mi abbia coinvolto personalmente. |
Ma povero, povero topo melodrammatico! XD |
Dì la verità: in realtà sei un’agente di Tom e stai tramando per aumentare la Loki’s Army, perché più vado avanti a leggere di lui, più lo amo (e non sai quanto adoro Emma! A stento sapevo che avesse una sorella minore e adesso sono ufficialmente una sua fan). Più si chiariscono i dettagli attorno ad Alana, più sono curiosa di sapere come si intrecceranno i loro cammini, anche se già hai lasciato trapelare qualche indizio. I momenti che ho preferito, comunque, sono quelli tra Tom e la sorella, perché li ho trovati freschi, divertenti, ma non stupidi. Credo tu abbia l’istinto della commedia inglese (se conosci i film di Hugh Grant, sai a cosa mi riferisco), cioè quel tipo di umorismo elegante e sottile che nasconde, però, una punta amara o umorismo nero. |
Avevo detto, no, che prima o poi avrei provato qualcosa di diverso? (messa così sembra la confessione di una tossicodipendente e probabilmente un po’ lo sono, visto che le tue storie danno dipendenza sotto tutti i punti di vista) Devo dire che non me ne sono pentita, perché questa storia è… Non so nemmeno come definirla. Penso che la cosa che le si possa accostare di più è un romanzo originale e questo non perché tu non racconti Tom come potrebbe essere (non ho letto moltissime interviste sue, lo ammetto, però ho trovato il modo in cui lo tratteggi decisamente plausibile), ma per l’intensità del tuo personaggio originale. Alana è viva e davvero ‘autentica’, se mi passi il termine e la sua voce, in qualche modo, mi ha raggiunto. La sua storia personale è estremamente drammatica, ma non sembra il dramma messo lì perché deve fare audience, ma è costruito in modo attento e tutti gli aspetti che lo connotano sono raccontati con cura. |
Ma quanto è tenera Alana? Poveretta, diciassette (quattordici? In fondo tre anni non li ha vissuti -.-) anni di adolescentissime (...) paranoie e nessuno con cui dividerle. Perchè il problema più grosso che ha - e che emerge perfettamente dalle sue sedute con la psicologa - è la solitidune. Non ha nessuno con cui parlare e sfogarsi, nessuno con cui sentirsi "normale" o comunque sentirsi "strana" e bene allo stesso tempo. |