Ho mio dio! E' un capitolo pieno di tensione! Mi è piaciuto la scena del conforto tra Sherlock e l'assassino e il bacio! Ora mi domando che cosa accadrà del prossimo capitolo! Complimenti! |
“…Non ero al mio massimo… un'occhiata incerta…linea stanca delle spalle e il colorito leggermente più pallido… incerto…”: il muro di altezzosa lontananza che Sh ha eretto intorno a se stesso per proteggersi da tutto quello che gli può provenire dalla vita quotidiana e dalle relazioni sociali da cui si sente assediato ed infastidito, si sta sgretolando di fronte a quello che lo svolgersi drammatico dei fatti ha messo sul suo cammino. Ora la “fortezza” non regge più perché è di John che si tratta, il suo blogger è stato in grave pericolo, forse lo è ancora e per il consulting, se davvero si avverassero le più fosche previsioni, sarebbe come se venisse spenta la luce che, improvvisamente, ha illuminato la sua routine fatta di soluzione di casi, solitudine, ricorso agli stupefacenti nei momenti impossibili da superare anche per la sua assoluta intelligenza. Efficace la scena dell’abbraccio, del calore che si trasmette dall’uno all’altro, indistintamente, quasi a ripristinare con maggior energia ciò che ancora è sopito sotto strati e strati di incertezze, disistima di se stessi, pregiudizi. Proseguendo nella lettura, ho potuto gustarmi, da giallista sherlocked quale sono, la tensione che hai saputo iniettare nei momenti drammatici dell’incontro-scontro fra Holmes ed Auster: ho perfettamente immaginato l’espressione e i movimenti di Sh, grazie alla precisione credibile delle tue parole (“…In poche falcate raggiunse l'amico e le mani saettarono subito…vibrava attraverso il suo sguardo glaciale…seguendo attentamente ogni minima…Gli occhi di Sherlock saettarono…” ecc…). Ho apprezzato, lo sai, la tua capacità di caratterizzare i protagonisti secondo canoni perfettamente IC e, non mi stancherò mai di ripeterlo, per Sh la cosa non è affatto semplice. Brava. |
Bellissimo! Sono rimasta col fiato sospeso fino alla fine!! |
Anche in questo capitolo trovo la conferma delle osservazioni positive che ti ho fatto fino ad ora, riguardanti lo stile, preciso, senza inutili fronzoli ma con buona varietà lessicale, la vicenda, intricata e avvincente, la caratterizzazione dei personaggi. Ed è su questa che voglio soffermarmi perché, naturalmente riguardo a quelli che noi conosciamo, hai saputo mantenere una costante IC che io gradisco molto. “… bloccò i suoi passi, senza però voltarsi verso di lui…non avrebbe detto niente…Esordì, impacciato…velocemente, ritirò la mano…ecc…”: hai colto infatti che Sh tende a nascondere le sue emozioni, o a sfuggire ai consueti rapporti sociali, trincerandosi dietro un muro di silenzi e atteggiamenti scostanti, questo perché non è in grado di gestire immediatamente una situazione che riguarda direttamente il suo mondo interiore; deve razionalizzare il tutto per elaborare una soluzione e, quindi, un comportamento adeguato che, però, non lo scopra troppo in quelle che lui ritiene delle incomprensibili debolezze. Debolezze che, John ne è la prova, costituiscono una ventata di novità nella sua vita e lo coinvolgono in modo piacevolmente nuovo ma sconosciuto. Tu, appunto, hai trasmesso questo. Di Lestrade, poi, metti in evidenza la comprensione, la tolleranza e l’affetto che lo legano a quel caso umano che è Sh. |
Chissà che cosa Sherlock stava per dire a John, quando era in ospedale, accanto al suo letto.. se solo l'infermiera non fosse entrata proprio in quel momento! |
Molto bello e molto interessante il caso. Però mi aspettavo una visita più lunga tra John e Sherlock... complimenti |
Ho mio dio! Adesso cosa succederà? E John? :( Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo! |
Ciao! Finalmente!! Aspettavo con ansia questo capitolo.. e devo dire che è stato all'altezza delle mie aspettative! Sei bravissima, come sempre! |
Bentornata, ritrovo lo stesso stile accurato e ricco di variazioni lessicali che rende efficace ed avvincente la tua ff. Siamo proiettati in un'atmosfera soffocante di malvagia follia, anche John ne rimane vittima, speriamo bene, però, di poterlo ritrovare ristabilito. In tutto questo buio morale ritroviamo, rassicurante, la lucida presenza di Sh ("...la voce di Sherlock lo riscosse...") e la rassicurante umanità di Lestrade ("...iniziò Lestrade, pacato..."). Ti muovi con sicurezza in quel panorama di dettagli e di particolari significativi che fanno dei delitti della letteratura gialla delle costruzioni originali. Di nuovo: bentornata! |
La storia si presenta intrigante ed è presentata molto bene in questo primo capitolo. |
Campeggia in questo capitolo John completamente assorbito dal fascino di Sh e i suoi goffi tentativi di adeguarsi alle stranezze del consulting per sentirsi più vicino a lui. Il ritratto che ne fai è veramente gradevole anche per i risvolti quasi comici della devozione che il povero Watson prova per l’irresistibile sociopatico (“…massimizzare la memoria visiva… Massimizzo le mie capacità deduttive…”). Infatti è ridotto a far girare una sedia per pensare o a stendersi sul pavimento al solo cenno di un sopracciglio alzato. Ritrovo anche qui la tua buona capacità narrativa di ben miscelare la parte dei dialoghi con i momenti puramente narrativi in cui, spesso, fai scorrere efficacemente l’adrenalina e la tensione dovuta all’azione pura (“…Allungò una mano sulla maniglia e, dopo un’ultima veloce occhiata al detective, aprì la porta di colpo, puntando la pistola di fronte a sé…”). Brava. |
Oh mio dio! E ora che anno trovato l'assassino che cosa succede? E... che significa che ha John sotto tiro? Ho dio... spero che non sia niente di troppo pericoloso! |
Questo capitolo mi è piaciuto davvero tanto! E che John abbia visto l'assassino e... ora sono preoccupata a chi sarà il prosomi! E il finale... beh è davvero molto dolce in modo che John cera di dire scusa offrendosi la sua scalpa. |
Sono molto contenta che tu abbia aggiornato ^-^ il caso si fa semore più intrigante, e una buona dose di fluffosi momenti johnlock non guastano proprio mai ;) aspetto trepidante il prossimo capitolo nella speranza di un po' di sano angst giusto per "unire (in matrimonio *cof cof*) un po' di più" i nostri due protagonisti. Buon lavoro, kiss ;-* |
“…Con un pesante sospiro si portò composto sulla sedia…”: in quest’espressione è racchiusa quella che è l’essenza della personalità di John, soprattutto di ciò che è maturato in lui dopo l’incontro con Sh. Infatti egli trattiene molto quello che ha dentro, provocato dal turbine degli avvenimenti e dalla personalità di Holmes, ma il vissuto sentimentale è “pesante”, proprio perché non riesce ancora ad esprimerlo. |