Recensioni per
Il destino dei Dioscuri
di kk549210
Cara Chiara ,sono felicemente ammirato per il tuo racconto . Mi piacerebbe di parlarne anche di persona ; sicuramente il massimo di godimento lo ricava un lettore colto e intellettualmente aduso a frequentazioni letterarie , il volo e' favorito da certe citazioni classiche inserite , a mio parere , in un contesto piu' che armonico . Pagine anche divertenti ,il Corra ,Silvius ,e quel fetente aspirante Rettore.; la citazione di Traina mi ha un po' immalinconito per un vissuto personale che non ti sto a dire. Mi piacerebbe vedere pubblicate queste pagine in un giornale della vs. scuola o in Romagna storia e arte o qualcosa di affine per l'orgoglio e il piacere che ne ricaverebbero i i tuoi attuali o ex allievi e colleghi .Ciao. Grazie per aver pensato di farmelo leggere..Lucio. |
Castore e Polluce stanno facendo le presentazion; poi ti diro'. Sii stenica! Un abbraccio 'fasto '. |
Sesta classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere" di AmahyP e Chloe R Pendragon - Valutazione di Chloe R Pendragon
A parte queste due sciocchezze, non c’era neanche l’ombra di un’imperfezione, per cui non mi resta altro da dire se non chapeau! Stile e lessico: 14/15 Anche in questo campo hai mostrato una grandissima abilità, non c’è che dire. Hai uno stile molto eloquente, caratterizzato da periodi lunghi e articolati, capaci di racchiudere immagini vivide e richiami interessanti ai classici. Nonostante ciò, in alcuni casi ho trovato questa lunghezza un po’ eccessiva; magari intercalando qualche punto e virgola o inserendo un punto fermo in più avresti reso la lettura maggiormente incisiva, senza però rinunciare al contenuto. A proposito di punteggiatura, ci sono state due scelte in particolare che non ho apprezzato, sebbene la disposizione generale delle pause mi sia parsa soddisfacente. Le scelte in questione, che peraltro si ricollegano al discorso sulla lunghezza delle frasi, riguardano questo pezzo: “Infatti, ripercorrendo di pensiero in pensiero, di azione in azione la sua vita in aeronautica, egli aveva sempre più la ferma convinzione che essa fosse il risultato di una salda e radicata volontà di servire il Paese e di mantenere la pace e la sicurezza là dove fosse necessario e doveroso, e al contempo l'incarnazione di quello che riteneva il suo desiderio più intimo, che aveva coltivato in sé fin dalla fanciullezza. Il sogno di volare. Una passione che si era accesa in lui grazie agli immortali versi di Ovidio letti in Quarta Ginnasio.”. In questo periodo, ho notato una lunghezza smodata della prima parte, nella quale l’assenza di una punteggiatura intermedia tra virgola e punto avrebbe reso la lettura più fluida e meno rapida, e una seconda parte frammentata. Personalmente, avrei tolto la congiunzione e trasformato quella virgola in un punto [necessario e doveroso. Al contempo – era convinto che essa rappresentasse anche (pezzo che avrei inserito come ponte, se ci fosse stato il punto) – l’incarnazione di] nella prima parte, mentre nella seconda avrei sostituito i due punti fermi rispettivamente con i due punti e una virgola (fin dalla fanciullezza: il sogno di volare, una passione che). Chiaramente si tratta di gusti e di scelte prettamente personali, per cui prendi questo discorso al pari di un’opinione soggettiva; ciò non toglie che, indipendentemente dalle difficoltà da me incontrate nel cogliere il ritmo di lettura di certi passaggi, trovo che tu abbia uno stile comunque molto valido e pertanto non avrei potuto penalizzarti di più. Per quanto riguarda il lessico, sono davvero impressionata dalla ricchezza e dalla puntualità del registro linguistico che hai adoperato: pur essendo ambientata ai giorni nostri, hai puntato sulla ricercatezza senza cadere nell’artificioso, dando quel quid in più alla forma e rendendo estremamente gradevole la lettura. Insomma, escludendo quella piccola considerazione personale sulla punteggiatura e la lunghezza dei periodi, credo proprio che si capisca quanto ho apprezzato il tuo stile, perciò complimenti! Utilizzo del pacchetto: 9/10 Direi che anche in questo campo hai fatto un grandissimo lavoro, è evidente. Ciò che ha causato un po’ di problemi è stato l’uso del genere dell’opera, in quanto la storia in sé non può definirsi “storica” né le gesta eroiche rappresentano il fulcro del racconto; nonostante ciò, essendo comunque presenti dei riferimenti a grandi imprese e avendo comunque una discreta importanza all’interno della vicenda, direi che hai fatto un buon lavoro. Per quanto riguarda la trama, hai sfruttato benissimo la situazione che ti era stata data: sia Attilio che Fausto vengono celebrati come eroi, chi per gesta di rilevanza bellica, chi per affermazione nel mondo scolastico e, successivamente, in quello del lavoro. ‘Korra’ è uscito vittorioso da situazioni davvero rischiose, dando prova della sua incredibile abilità e della sua straordinaria predisposizione al mondo aeronautico; dall’altra parte c’è il fratello, uno studente modello la cui innata passione per il latino lo ha portato a raggiungere vette considerevoli. Entrambi, però, nascondono dei segreti più o meno oscuri: Attilio, marito apparentemente perfetto, sembra nutrire una certa attrazione verso alcuni commilitoni, tra cui ‘Silvius’ e Tancredi; Fausto invece ha costruito la sua carriera alle spalle di Emma, sfruttando la sua tesi per arrivare al successo e ignorando quanta devastazione aveva causato nella psiche dell’amica. Hai giocato molto bene su questo aspetto, rendendo i segreti dei due fratelli le colonne portanti del racconto. Per quanti riguarda la citazione, mi è piaciuto molto il modo in cui hai inserito la frase nella storia, fondendola con la trama e intrecciandola con le emozioni dei protagonisti. A detta di Attilio, la propria fama è frutto quasi esclusivamente della propria audacia, mentre delitti e fortuna hanno poco a che fare con le sue imprese; per quanto questo possa valere per lui, ciò non si può dire anche del fratello. Nonostante la sua indiscussa bravura, ciò che ha dato una spinta alla sua carriera è stato senza ombra di dubbio il furto della tesi di Emma; se non avesse compiuto un’azione simili, la sua competenza avrebbe potuto non essere sufficiente per garantirgli il futuro che aveva sognato per così tanti anni. Insomma, anche in questo caso hai fatto un lavoro perfetto, complimenti! Caratterizzazione dei personaggi: 6,75/10 Devo dire che questo aspetto non mi ha convinto a pieno, specialmente vista la mole di personaggi in scena. Partendo dai protagonisti, si evincono certi aspetti della loro personalità, mentre altri vengono messi in secondo piano pur essendo rilevanti. Così vediamo la grande autostima di Attilio, talmente sicuro di sé da non dare credito alla fortuna, ma solo un accenno alla sua omosessualità: sarebbe stato più efficace approfondire questo aspetto, dato che si tratta di qualcosa che potrebbe mettere in discussione tutto quello che ha costruito. Un discorso analogo riguarda Fausto: in questa storia ci mostri la sua incessante dedizione agli studi classici e la sua ambizione, però a mio avviso avresti potuto dare maggiore spazio alla vicenda della tesi, vero e proprio punto di svolta nella sua carriera. Capisco che si tratta di scelte soggettive, però mi è sembrato che i personaggi ne risentissero, specialmente perché il modo in cui erano stati introdotti era davvero encomiabile, perciò sarebbe stato piacevole poter analizzare certi aspetti. Per quanto riguarda gli altri personaggi, non posso dirmi pienamente soddisfatta neanche in questo caso: avendo una vera e propria “passione” per i personaggi secondari, ho prestato molta attenzione su questo parametro, ma non ho trovato “pane per i miei denti”. Hai presentato un gran numero di comparse, fornendo al lettore poche informazioni e ostacolando in tal modo il processo di immedesimazione e, in parte, di comprensione: in quest’ottica, risulta poco incisiva la presenza dei ragazzi nel prologo, mentre lo spaccato scolastico perde la sua rilevanza e persino la scena tra ‘Korra’ e ‘Silvius’ non acquista quell’intensità di cui ha bisogno. Con questo discorso non voglio assolutamente mettere in discussione la tua bravura, anzi è l’esatto contrario: hai creato delle aspettative davvero lodevoli con questa storia, intrecciando abilmente le vicende di tanti personaggi e arricchendole di dettagli, proprio per questo ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa, come se non avessi “limato” alcuni punti della caratterizzazione, necessari a rendere ancora più efficace una storia già notevole. Al di là di ciò, hai fatto comunque un buon lavoro, perciò brava! Originalità: 9,5/10 Qui ti sei proprio rifatta, non si può negare. Ho trovato la tua storia davvero originale, nonostante le dinamiche siano piuttosto conosciute: il protagonista che si prende meriti che non gli appartengono oppure il militare che è attratto da un suo commilitone, sono espedienti già visti in moltissime storie, eppure tu hai dato una sferzata di novità a questi cliché. Hai puntato su un tipo di narrazione graduale e calcolato, grazie al quale hai potuto rivelare lentamente la vicenda alla base del racconto, senza renderla scontata o banale. Il cambiamento continuo del punto di vista ha contribuito a conferire originalità al testo, dato che le diverse angolazioni permettevano di osservare la storia da diverse prospettive; come se ciò non bastasse, hai inserito riferimenti e citazioni davvero interessanti, conferendo alla narrazione uno spessore tale da innovare ulteriormente la trama. Insomma, hai fatto un lavoro mirabile, perciò complimenti! Gradimento personale: 8,5/10 Eccoci al parametro più ostico, dato che la mia opinione è controversa: se da un lato ho apprezzato molto la tua storia, allo stesso tempo sono rimasta piuttosto confusa. Da una parte ero estasiata dal tuo stile, così evocativo e ricco di richiami e citazioni, dall’altra ho avuto la sensazione che alcuni punti fossero troppo “dispersivi”, privi di pause efficaci che rallentassero un po’ la lettura. Le vicende dei protagonisti risultano intense e avvincenti, ma contemporaneamente sembra che manchi qualcosa, come se i personaggi fossero stati tratteggiati minuziosamente, ma i contorni non fossero stati “calcati” a sufficienza. Mi rendo conto che può sembrare una critica dura, però non posso negare di aver provato questo senso di incompletezza, poiché la storia mi aveva preso tantissimo ed è una delle più valide che abbia mai letto. Chiaramente, è solo una mia impressione, perciò è del tutto sindacabile e non toglie nulla alla tua indiscussa bravura. Resta il fatto che il tuo racconto è più che meritevole, perciò hai fatto comunque un buon lavoro, in barba alle mie mere opinioni. Totale: 62,25/70 |
Sesta classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere!" di Chloe R Pendragon e AmahyP |
Eccomi giunta all'epilogo, chiusura ciclica, in quanto riprende ciò che era stato accennato nel primo capitolo: il trono del Magnifico (Rettore) Polluce sta per crollare. Egli sta seduto su di un trono nelle regioni supere come si addice all'immortale gemello dei due Castores. Polluce/Fausto è sùpero nelle sue impalpabili passioni mentali, nei suoi grandi occhi chiari, nella sua assente fisicità, mentre l' infero fratellone è fisico, materiale, e gioca con il sangue e con la dimensione della morte e dell'eros. Polluce però ha costruito la sua scala verso i cieli anche con un piccolo/grande inganno, in cui in un colpo solo ha tradito se stesso, Emma e pure Castore (che è convinto della limpidezza cristallina di Faustino). Ha tradito se stesso in primis, perché lui aveva da sempre amato Orazio, che coltivava sin dai tempi del liceo con la tenacia un pugile (e qui Polluce riverbera nell'epiteto ;) ): Ovidio non apparteneva alle sue corde profonde, meno che mai i Fasti, definita giustamente un'opera controversa. I Fasti, nonostante fosse risaputa la natura "frivola" (perdona il termine, ti prego!) di Ovidio, presenta cognizioni profonde su ciò che riguarda la natura dei Numi e sull'essenza profonda del calendario. Solo una creatura fragile e sensibile come Emma poteva seguire questo filo rosso e gettarsi dunque sulla tesi, mai consegnata, sull'opera più controversa del nostro autore. Più che filo rosso, oserei rappresentare Emma come Scarpette Rosse che, dopo essersi messa le stregate calzature rosseggianti, comincia a danzare senza più fermarsi fino alla morte. |
A Lugo, posto che nei tempi che furono fu fondato in nome dell'enigmatico Dio gallico Lugh/Lugos, Castore ha la sua consacrazione: il mondo degli antenati lo esige in questo frangente come continuatore delle attitudini di famiglia. In questo senso hai declinato le attitudini infere di Castore/Attilio: egli è in continuità con i suoi Mani, ne è il prolungamento contemporaneo. |
Castore è adulto. |
Il primo flashback ci riporta indietro negli anni, nei decenni, agli sgoccioli dei mitici '70. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Carissima KK...ecco che i nodi vengono al pettine...la famosa tesi che abbiamo visto all'inizio del prologo altro non è che di una povera fanciulla con problemi mentali...povera ragazza, mj ha fatto tanta tristezza leggere questa cosa...leggendo il titolo di questo ultimo capitolo, ho capito subito che scrivendo Il Magnifico Polluce, ti stavi riferendo a Fausto e magnifico è l'appellativo che di norma viene dato ai rettori dell'Università...infine troviamo una chiusa spiacevole per il protagonista: il plagio a cui dovrà scontare...carissima ti faccio un grande in bocca al lupo, anche se non hai bisogno...un caro saluto |
Davvero si rimane senza parole... "Parole non ci appulcro"! Non ne sono degno! E detto da me... Come ti dico, perch'io lo dica dev'essere davvero un capolavoro! Molto al di là delle mie capacità critiche... Ma può anche darsi che sia perché ultimamente ho letto poco, solo un po' Sciascia (1912+1) e D'Annunzio ("Contemplazione della Morte") che non abituano ai tuoi caleidoscopici rovesciamenti di piani... Infatti ora ascolto il Concerto per Fortepiano K 450 di Mozart che ha la tua stessa brillantezza giocosa ed estrema audacia... Mixed emotions, insomma... , una interpretazione per me eccellente di un Concerto che amo moltissimo... Non si sa mai se Mozart "faccia sul serio" o scherzi, pianga e canzoni... L'Enigma infinito! Ah, è proprio il caso di dirlo! Buonanotte adesso, Chiara... Riposa felice della tua bella creazione, durevole e affascinante, stabile e inafferrabile. Valeas - tuo: Buddy Caff. |
Un cosmo in Cinque Canti! Che meraviglia! Il finale è una catastrofe luminosa! Onore e gloria al tuo genio nel suo cammino italico! Spero vivamente in un giorno in cui tutti possano godere dei tuoi doni sublimi. Umorismo epico e umanesimo caleidoscopico al di sopra di tutte le tue precedenti realizzazioni.... Almeno così mi sembra. Estate creativa che senz'altro merita la maiuscola, da ricordare. Mi rallegro con te, figlia dell'Armonia e mia sorella nell'amore per la bellezza. à ta santé! |
Ciao carissima KK...ecco che ci porti negli anni duemila con la celebrazione del museo Baracca...ergo se non erro il personaggio famoso dovrebbe essere lui...scusa a non ero arrivata ad 'infovinarlo'...vediamo che Attilio canta le lodi del fratello come giusto rettore universitario e che il fascino di 'Castore' ammaliala giovane fotografa...ma creso che la matassa verrà sdrotolata nel prossimo capitolo...beh più che chapeau non so come definire la tua eleganza e la tua bravura...complimenti davvero |
Ciao carissima KK...un capitolo davvero bello, dove descrivi il giovane Castore, ossia il fratello Attilio diventato aviere...tutto preciso e minuzioso, descritto allaperfezione, persino i testi riportati sono appropriati e consoni al capitolo...ottimo come sempre e grazie per regalarci emozionanti storie...al prossimo |
Carissima KK...ci hai riportati indietro di qualche annetto, dove vediamo la fine della scuola con i tanto attesi 'quadri', la tanto nota dolente dei poveri ragazzi che purtroppo si ritrovano ad avere debiti su debiti e che purtroppo se la dovranno vedere a settembre con i prof stronzi e acidi...eco che ci presenti Faustino, o meglio Fausto, da te denominato come il giovane polluce, mentre suo fratello più grande Attilio è il suo opposto caratterialmente e fisicamente parlando...un bel capitolo che fornisce altri tasselli al puzzle che hai ben costruito...mi è piaciuta molto la cirtazione dantesca che ci riporta al terzo canto dell'inferno...ottimo come sempre |