Io... io...
... piango. (ಥ﹏ಥ)
Dai: ogni volta mi sforzo di essere imparziale... ma come faccio se tu ad ogni capitolo ti superi e, addirittura in questo, mi fai piangere?
Che crudeltà.
Detto questo, eccomi di nuovo qui a recensire il tuo ultimo, bel capitolo della tua storia!
Quando ho letto il titolo, il mio primo pensiero è stato: "Zamasu, finalmente! Sapevo che non era morto e che da dietro le quinte sta progettando la sua prossima mossa, eheheh..."
E, per riprendere le parole che avevo lasciato nella mia ultima recensione, quel Kaiōshin ha davvero sette vite, e nella prima parte del capitolo la sua autostima sembra essere la solita, ovvero alle stelle.
Beato lui.
Però, quando poi mi hai nominato Gowasu... sai, in un primo momento ho pensato alla sua solita pappardella de "Gli Dei (compreso lui, soprattutto lui!) sbagliano; invece io sono nel giusto!"... e, all'inizio, sembrava essere proprio così. Forse non a caso, proprio poche frasi prima è stato lui stesso a dire "Io rappresento la Giustizia. Io sono la Verità. Io porto la Luce nel mondo", perciò un po' c'era da aspettarselo.
E, invece... se alla fine mi sono trovata immersa in un mare di lacrime, c’è un altro motivo che a breve ti racconterò.
Ma partiamo dall'inizio.
Tutto inizia da una semplice domanda - o, meglio, da un gruppo di domande - che il protagonista di questo scritto si pone:
"Sì, ma allora perché fallisco sempre?"
"Perché tutto questo?
Perché?!
Dove sbaglio?"
Le sue certezze iniziano ad avere qualche crepa nel momento in cui pensa a Trunks, un semplice mortale che, nonostante la sua "posizione", alla fine riesce sempre nel suo obiettivo. A differenza di qualcuno che lui stesso conosce molto bene (perché è proprio lui!), il Saiyan riesce sempre a difendere il suo mondo, quello che lo stesso Zamasu voleva distruggere.
E qui la domanda sorge spontanea. Se Zamasu dovrebbe essere nel giusto, e Trunks dovrebbe essere nel torto, perché allora il primo fallisce mentre il secondo riesce sempre ad avere la meglio?
I sentimenti di Zamasu sono genuini, perché chiunque al suo posto si sarebbe posta la stessa domanda. "Perché?"
Da qui, rabbia e frustrazione prendono il sopravvento e il nostro protagonista, per calmarsi, compie qualcosa che ha sempre fatto: preparare il tè e rilassarsi di fronte al suo aroma. E, anche qui, mi aspettavo un cambio di direzione, cioè che si sarebbe calmato e sarebbe tornato sui suoi passi.
... Invece no. I suoi ricordi, quelli che lui credeva di aver fatto sparire nell'oblio per sempre, prendono il sopravvento, ed è da qui che iniziano le lacrime, quelle vere.
Quando hai scritto del pianeta piccolo e rigoglioso, il mio primo pensiero è volato al pianeta di Zamasu, quello del Kaiō del Nord. Per cui ho pensato che poi avessi fatto accenno a questo pianeta, al maialino che era sempre con lui, a come trascorreva i suoi giorni laggiù, fino ad arrivare alla proposta di Gowasu.
No. Tu sei subito partito dal cuore del problema, per poi tornare alle origini. E, anche qui, nemmeno a farlo apposta, il discorso di Zamasu parte da un'altra domanda: "Ma io, ho mai avuto un cuore?"
Sì che lui l'ha avuto: anch'io, come Gowasu, ne sono convinta. Anzi: io credo che ogni persona, buona o malvagia che sia, dopotutto abbia un cuore e dei sentimenti. Se Zamasu ha agito come tutti ben sappiamo, è perché lo ha fatto spinto da ciò che provava nel profondo del suo cuore.
Forse è proprio per questo che è un personaggio amato dai più: al di là del suo livello di forza, sono stati proprio i suoi sentimenti ad averlo fatto avvicinare a molti fan della serie - compresa me, ovviamente.
Ma non ti sei fermato qui: sei andato oltre, spingendoti ad analizzare ciò che si potrebbe nascondere nelle viscere del suo animo. (Uso il condizionale perché, allo stato attuale delle cose, nessuno di noi sa realmente cosa davvero abbia pensato Zamasu. Però, da bravi fan, ci piace sviluppare diverse teorie e metterle nero su bianco!)
Ho trovato molto nobile il fatto di aver sottolineato che lui pensi ancora al suo anziano maestro, nonostante abbia tentato di eliminarlo diverse volte. È un paradosso, non trovi? Eppure, è proprio ciò che io, personalmente, ho sempre pensato.
Zamasu tenta di uccidere Gowasu, eppure alla fine se lo ritrova sempre davanti. Come mai? Perché, come hai sottolineato tu, l'amore di un padre verso il proprio figlio (anche se qui si parla di parentele simboliche) supera ogni cosa, e presto o tardi arriva a fare breccia anche nei cuori più indifferenti e duri.
Nella tua storia Zamasu, finalmente, si accorge di ciò, quando forse ormai è tardi... o, forse, no. Perché non è mai troppo tardi per chiedere perdono alla persona che ti ha sempre voluto bene, e che ha sempre cercato di difenderti quando anche il mondo intero ti è stato contro.
Ecco: è proprio questo che mi ha fatto piangere, perché sarebbe stato bello vedere un finale alternativo nel quale Zamasu si sarebbe riconciliato con il suo maestro.
(... Ed è proprio per questo che prima ti ho detto che è una crudeltà. u_u)
Perciò ti prego, mio caro Zamasu della storia di Teo.
Sono convinta che il Gowasu di quella linea temporale sia ancora vivo - e, forse, anche il suo rispettivo allievo - perciò, dopo tutto questo discorso strappalacrime che hai fatto... per favore: se dovessi mai tornare in vita, combatti i tuoi demoni ed evita di ucciderlo.
... Non credi che se lo merita? :')
E, finalmente, così Zamasu giunge alla soluzione del suo tormento.
"E se fossi io a sbagliarmi nonostante sia permeato dalla perfezione divina?
Non è che forse mi sono sempre e solo concentrato sulla pagliuzza negli occhi delle creature che ho sempre ritenuto inferiori senza considerare la trave che avevo nel mio, di occhio?"
Solo alla fine (e, d’altronde, così dovevano andare le cose dopo tutto quel ragionamento), Zamasu ha capito dove risiede la radice delle sue domande, di quei “perché” che continuava a ripetersi all’inizio della storia. E, ora, a tutti quei “perché” può dare, finalmente, una risposta.
Risposta che viene riflessa anche da quel tè torbido che aveva preparato pochi minuti prima, quando la sua mente era ancora accecata dalla rabbia e annebbiata da quei sentimenti oscuri che albergavano nel suo cuore.
Ora, il nostro protagonista ha un unico obiettivo, se così possiamo definirlo: incontrare Gowasu… non per ucciderlo, ma per chiedergli scusa.
E, se questo è un finale da quei tipici "92 minuti di applausi" di fantozziana memoria, allora sì: voglio continuare a nuotare in quel mare di lacrime che ho versato nel leggere la seconda, splendida e tragica, parte di questo capitolo.
Da un lato, il mio lato da instancabile fangirl di Gowasu mi spinge a dirti di continuare a scrivere di loro, arrivando a quest'ultimo, emozionante incontro (anche come spin-off di questa storia). Dall’altro, però, mi chiedo se questo non sia un modo dettato dallo stesso autore per far scontare una giusta e severa pena ad un personaggio come Zamasu. In fondo siamo negli inferi, e anche se sono quelli “divertenti” di Dragon Ball dove (a quanto pare) soffrono solo quelle povere anime a forma di nuvoletta - mentre gli acerrimi nemici dei nostri eroi mantengono i loro corpi e fanno ciò che vogliono XD - mi chiedo se il far soffrire Zamasu in questo modo possa essere una giusta punizione per ciò che ha fatto.
Che lo scrittore, in questo caso, voleva proprio essere crudele con lui, lasciandolo per l’eternità negli inferi senza avere la possibilità di rivedere ancora una volta il suo maestro?
A questo punto solo tu puoi sciogliere il quesito, sperando che la tua risposta possa sorprendermi come ciò che hai scritto finora!
E su questo risulta interessante anche il riferimento al se stesso di quella linea temporale. Nell’ottica di questo ragionamento, se lui non avesse più la possibilità di incontrare Gowasu, almeno potrebbe avere la speranza che la sua controparte, se avrà compreso i suoi errori in tempo, potrà trascorrere il resto della sua vita in serenità e circondato dall’affetto di una persona saggia e che sicuramente continuerà a volergli bene.
Mi auguro che alla fine sia proprio così! (Anche se, in realtà, ci sarebbe ben poco da sperare ^^”)
In conclusione, complimenti! Forse sarò parziale nelle righe che seguiranno - perché sai già che io adoro il personaggio di Gowasu - ma dirti che qui ti sei superato è ben poco!
E, se per caso ti sei ispirato ai miei racconti sui nostri due Kaiōshin preferiti, aspirante e maestro, allora posso dire con maggiore orgoglio che hai prodotto un vero e proprio capolavoro. Il mondo ha bisogno di altri racconti su loro due come questo, credimi: peccato che ce ne siano ancora pochi. ;)
Alla prossima!
--- Moriko |