Recensioni per
Il Limbo dei Bugiardi
di alessandroago_94
Rieccomi dopo una lunga assenza! Adoro il fatto che la storia si articoli su due binari graduali, riesci a creare la giusta tensione e adeguata suspance nel lettore. Alex ha questi pensieri così... nuovi. Piacevolmente sorpresa, mi piace sempre perdermi tra i corridoi della sua mente. Ma adesso chissà cosa ci riserva! Complimenti. RH❤ |
Credo che quella persona su cui Alex vuole aggrapparsi, quel pilastro che desidera, sia lui stesso. Non ci sarà mai nessuna persona nella nostra vita che ci farà sentire pieni, nonostante le illusiorie teorie della mente. Funziona sempre tutto a proiezioni, e finché Alex non si amerà per ciò che è (la sua diversità, chiamiamola così) allora è lì che forse quella panchina sarà meno pesante su cui sedersi. Ah, pardon: quella cazzo di panchina. |
Buongiorno! Questa settimana arrivo un po' in ritardo. |
Carissimo, eccomi! |
Rieccomi. |
Ciao Ale, eccomi anche se in ritardo, perdonami! |
Buongiorno. |
Buongiorno, caro! |
Alex non mi ispira per nulla simpatia. |
Nemmeno a me sembra lui, sai? |
Prima di scrivere il prossimo capitolo della storia che segui, recensisco anche questo, così per una volta non mi precedi. |
Allora: parto dalla citazione di Schopenhauer. Senz'altro romantica e consolatoria, ma sono sicuro che si possa essere liberi insieme. Purtroppo si fonda sempre il concetto di "collettività" sul pregiudizio che si debbano imporre delle norme non accettate che limitano la libertà. Se esiste rispetto per le scelte altrui non è necessaria alcuna regola, scritta o non scritta. Si può essere spontanei e felici senza rinunce a proprie volontà. Il problema si pone quando ci sono frustrazioni, spesso causate proprio da precedenti limitazioni, che inducono a togliere libertà ad altri per paura di perdere il controllo, e quindi una volontà oppressiva che in una situazione naturale non emerge. |
Un capitolo per lo più incentrato sul proiettare nella finzione letteraria una parte di sé che non si ammette. Il poliziotto rappresenta l'obbedienza, l'ordine e la semplicità, che sicuramente il tuo narratore desidera ma non adotta per timore che lo cambino e lo portino ad una vita da riformulare nella visione di sé stesso. Ma non è l'unica proiezione: mi hanno interessato specialmente i due fratelli, con una differenza di dieci anni e un grado di conformismo morale che la contraria. Ho interpretato Leonardo (l'aspettativa delusa ma accettata, la rassegnazione) e Jason (la responsabilità e la positività insperata) come la parte di Alex che vorrebbe esprimere ai suoi conoscenti e quella che sente richiesta da loro (specialmente i genitori). |
Un racconto che analizza la vanità del capitalismo in un periodo in cui l'economia crolla: bella pensata! Mi complimento anche per il narratore che è cinico al punto giusto e mantiene la propria personalità con schiettezza. Sei migliorato anche riguardo gli errori: ho trovato solo "Pensano; poverino, oppure sfaticato." in cui va sostituito il punto e virgola e inserite le virgolette, "eppur fastidioso melenso, inutile." e "con Tizio Caio e un’altra con Sempronio" in cui ti è sfuggita una virgola per ciascuno. |
Ciao Alessandro, arrivo in ritardo ma non credere che questo testo mi sia sfuggito. Ritorna il vecchio Alex (chiamiamolo proprio così, alla "Arancia Meccanica "), e ritorna con la malinconia degli inizi, questa sensazione di essere diverso e pertanto escluso, piovuto in un mondo che gli sembra paradossale, fondato su principi assurdi... E forse a pensarci bene è proprio così. Basti vedere cosa conta di più nella vita per la maggior parte della gente, quali sembrerebbero essere gli obiettivi, i sogni... Sempre che di sogni si possa parlare. Povero Alex sperduto in un mondo che non crede più a niente.... almeno lui ha la lucidità sufficiente per rendersene conto.... Anche se poi gli manca la spinta necessaria x reagire in qualche modo. |