Capitolo VIII.
In generale, un capitolo ben fatto, con svolte piuttosto interessanti.
Ancora una volta, ho apprezzato la parentesi relativa alla routine della vita studentesca del trio che studia in biblioteca.
Mi ha fatto tornare in mente gli anni dell'università, in cui la principale preoccupazione era stare al passo con le lezioni e riuscire a studiare tenendo un buon ritmo. Mi è piaciuto anche il modo in cui hai reso il personaggio di Uraraka, leggermente più "lenta" nell'apprendimento rispetto ad Izuku e Tsuyu, ma comunque sveglia, e ho trovato molto dolce l'aiuto datole dagli altri due. Me li immagino proprio mettersi lì accanto a lei a spiegarle i concetti più ostici ancora e ancora, soprattutto per una persona portata per lo studio e disponibile verso gli altri come Izuku.
Riguardo Tsuyu, invece, mi chiedevo: c'è un motivo per cui hai scelto di non farla chiamare dagli altri Tsuyu-chan? È vero che slitti fra nomi giapponesi e italiani un po' random (e se tu stessa non me lo avessi fatto notare, probabilmente non me ne sarei neanche accorta); ciononostante, l'appellativo -chan viene utilizzato anche nella versione italiana dell'anime, perciò mi è sorto questo dubbio!
Parlando della scena di confronto fra il nostro verdino e il nostro biondo, invece, sono stata con il fiato sospeso tutto il tempo.
Quasi riuscivo a sentire anche io una strana sensazione di calore pungente all'altezza della giugulare, al pari di Izuku, e il suo terrore misto sgomento per la singolarità della sinistra situazione nella quale si è ritrovato mi è arrivato distintamente tramite le tue descrizioni attente e precise.
Mentre seguivo il districarsi degli eventi con la stessa attitudine di un'ape che si aggira attorno al suo miele e che si sfrega le zampette soddisfatta del lavoro e attenta ad averne la massima cura, mi sono chiesta con interesse crescente: come è possibile che uno come Deku susciti tali volubili stati d'animo in Katsuki? Vero è che si tratta pur sempre di Lucifero, che per definizione è portato alla mancanza di controllo delle proprie emozioni, ma la spiegazione "Esisti" mi sembra davvero troppo sbrigativa e tutt'altro che giustificabile.
Mmmmmm no no, non me la bevo: qui c'è qualcosa sotto, chiaro come la luce del sole a mezzogiorno - qualcosa che ovviamente sono super curiosa di scoprire!
Comprensibile l'intervento di Todoroki in soccorso del povero malcapitato.
Tuttavia, avrei cercato di renderlo un po' più espressivo: per quanto il suo modo di fare estremamente gelido sia giustificato sia dal ruolo di Arcangelo distaccato nella tua storia che dall'indole ufficiale del personaggio di Horikoshi, credo che questo suo autocontrollo inizi ad essere un po' forzato. D'altra parte, se i demoni si lasciano andare e trasportare dalle emozioni (anche troppo nel caso sopracitato dell'Imperatore Infernale), per quanto gli angeli debbano giustamente essere più composti, sarebbe interessante vederlo perdere un po' più le staffe e aprirsi maggiormente ai sentimenti umani.
Riguardo la scena di Mina e Eijirou, mi è piaciuta da morire proprio per il modo in cui hai reso il tutto molto easy, "shallo" oserei dire (per usare un termine tipico del rinomato linguaggio aulico del XXI secolo).
Come già notificato in precedenza, apprezzo molto questa intenzione di dipingere il rapporto fra i due come una relazione profonda e sincera, nella quale Mina è un supporto emotivo per Eijiro e lui da parte sua riesce ad esprimere se stesso grazie alla confidenza e alla fiducia in lei. In un certo senso, lei incarna perfettamente tutte le qualità spiccatamente femminili (come l'accoglienza, l'attenzione per i dettagli e il riuscire istintivamente a comprendere quando c'è qualcosa che non va) e lui quelle maschili (virile, combattente, protettivo, sempre disponibile e di supporto): per questo li trovo estremamente compatibili sotto ogni punto di vista, per non dire complementari. È come se insieme incarnassero l'essere umano (pazzesco per due demoni, eh?) nella sua dualità uomo-donna, una relazione che va ben oltre i limitanti schemi di amicizia o fratellanza, e che sicuramente non può essere ridotto ad un superficiale interesse romantico.
Proprio date queste premesse, mi è piaciuto assai il racconto di questo rapporto avvenuto fra i due: privo di ogni tipo di amore romanticamente inteso, ma pura connessione fisica, avvalorata dal fatto che si tratta di due demoni e dunque letteralmente nati e creati per essere incarnazione dei vizi.
Bellissimo anche il momento in cui la Ashido cerca di convincere Katsuki ad unirsi all'orgia tramite metodi poco convenzionali: la tua descrizione elegante e ponderata mi ha permesso di immaginare una scena pregna di seduzione e lussuria nell'aria, senza mai sfociare nel volgare e soprattutto nello squallido.
Per concludere, (e poi ho finto, giuro!) confesso che l'ultima scena mi ha dato il sentore di essere leggermente borderline.
Sono piuttosto sicura che, in un Paese come il Giappone, basato su un'etica in cui il pudore e la "chiusura" in questi ambiti è alle fondamenta della cultura sociale, Mina e Kiri sarebbero stati come minimo arrestati per atti osceni in luogo pubblico, o con qualche altro tipo di accusa similare.
Ciononostante, è stata una scena decisamente fuori dagli schemi e ho apprezzo molto la provocazione insita nel ragionamento della Succube (che poi, non vedo l'ora di avere spiegazioni riguardo questi appellativi di Succube, Incubo e via dicendo).
Detto questo, mi scuso per la recensione dilungata e prolissa.
Come enunciato al principio, è stato un capitolo colmo di svolte interessanti che, sorprendentemente, mi ha colpito molto più di quanto mi sarei aspettata; se così non fosse stato, non avrei avuto tanto da dire, perciò i miei complimenti per il tuo incommensurabile lavoro e ti ringrazio per tutto ciò che hai suscitato in me con la tua scrittura ancora una volta!
A prestissimo!
karikeehl |