Eccomi, finalmente. Dunque, per ora il capitolo della storia che mi è piaciuto di più in assoluto è stato il primo, ma questo devo dire che mi lascia incerta. Si capisce molto bene la situazione di Kisame: le sue riflessioni in casa, dai suoi, e il suo cercare di restare ottimista, di fare qualcosa per capire, di avere delle spiegazioni. Kisame è solido, è una roccia che resiste a tutte le tempeste, lo adoro. Ma, allo stesso tempo, è in preda a contrasti molto intensi. Non sa cosa sia successo a Madara, quel ti amo gli gira in testa (e come non potrebbe?), e cerca di sistemare le cose, di sistemare sé stesso e di… essere neve a dicembre.
Il titolo del capitolo ha subito colpito la mia attenzione: mi hai viziata abituandomi a immagini naturali molto belle e poetiche e anche qua hai confermato tutto. La neve è “lenta e leggera”; già l’accostamento di queste due parole, proprio per come suonano insieme, mi piace un sacco, restituisce un’atmosfera di calma e di stasi, ma anche di attesa e di mistero.
Kisame sta pensando al suo passato, alle sue scelte, a come ha impostato il suo rapporto con gli altri finora e a chi è, e questo si riflette nell’immagine della sua camera da ragazzino, che è conservata dalla madre come un mausoleo (quando si lascia la casa di famiglia fra l’altro è spesso così! La mia è ancora così XD). Kisame si paragona a un disastro naturale e questo fa pensare al suo impeto acquatico nella storia originale, agli tsunami che produce. Però qua non ha combinato niente: non è colpa tua, Kisame, a volte la vita è cattivella e basta e serve un tempo per trovarsi che sembra infinito. E mi piace un sacco che non porti rancore ;)
Mi piace molto la presenza dei suoi gioielli che entrano in risonanza con le sue sensazioni che siano in qualche modo vivi: il charm col teschietto e di Madara e il quarzo opalino. Ho adorato anche la descrizione dei suoi capelli blu, spessi e forti.
La descrizione del salotto addobbato e di lui che lo guarda e torna indietro nel tempo mi colpita molto: è una descrizione molto umana, molto vera e che ha saputo parlarmi e coinvolgermi, mi sono rivista in tanti dettagli e sono sicura di non essere la sola. Nonostante tutto, Kisame si sforza : “questa volta gli sembravano molto più belli di tutte le occasioni precedenti messe insieme”, ci prova, e c’è questa atmosfera di pseudo quiete familiare e gioia natalizia mista a malinconia che secondo me può essere, in molti casi, tipica delle feste di Natale. Feste in cui, se le cose vanno bene, va tutto benissimo, se le cose vanno male invece è molto peggio che in altri momenti dell’anno, perché “bisognerebbe” essere felici. Ma chi l’ha detto, poi? E Kisame è un po’ in preda a sentimenti diversi, tutti mescolati, come gli addobbi sull’albero che ha fatto sua madre. E come lui è fiero di quell’albero “unico e irripetibile” (ti cito) spero che possa essere presto fieri di sé stesso.
Kisame è talmente buono e altruista che riesce persino a pensare a Sasori! (sono curiosissima anche io). Ho adorato i dolcetti al cocco e la mamma di Kisame, descritta in tre frasi: attenta, elegante, silenziosa anche per lui che è così acuto e sensibile. E quanto gli vuole bene a Kisame! Si vede che anche lei, presa in mezzo al figlio e al marito, vorrebbe tanto cercare di sistemare le cose nel miglior modo per tutti.
Poi “erano tutti tornati normali” questa frase è piena di significato. Cos’è normale? Kisame guarda suo padre e cerca di capirlo. Lui non normale fino in fondo non si sente, ma ci sta provando ad adattarsi a quella che “dovrebbe” essere la normalità, cioè la neve che non cade ad agosto. Quest’immagine che ritorna e richiama costantemente il titolo mi piace moltissimo.
Mi spezza il cuore Kisame che continua a pensare a Madara e spera che lui gli scriva, e aspetta che il telefono suoni, sensazioni familiari. Il messaggio di Sarada invece è stato una sorpresa, eccola che spunta di nuovo fuori! Un personaggio molto allegro e che non molla mai, mi piace.
Un’altra frase che mi ha colpita: “gli stava facendo capire che avrebbe dovuto smetterla di deludere e far soffrire le persone, soprattutto la sua famiglia”. Io direi che Kisame delude in primis sé stesso, perché si nega quello che vorrebbe realmente e si sforza di accontentare gli altri. Perché chiaramente non è bello vedere soffrire gli altri per causa propria. E tra questi due sentimenti si crea un profondo contrasto che caratterizza tutto il capitolo, molto brava, davvero.
Le risatine e faccine nei messaggi di lei mi hanno fatta ridere ma ho anche pensato “che palle” per Kisame ahahah! E l’ho immagino chiedersi: “ma che ho fatto?” Stupenda e degna della sua finezza la descrizione dell’espressione del padre, di quel sorriso non del tutto sincero. E agghiacciante quello che viene dopo: che bello una ragazza! E invece no. Quello che rende felice gli altri, non rende felice lui, anzi. Sono addirittura troppo felici questi genitori, ansiosi di un ritorno a quella che per loro è la normalità. E la vogliono talmente tanto che Kisame non può che essere convinto di deluderli costantemente e da tempo. Però in questo capitolo ho l’impressione che lui davvero stia cercando di dare una svolta almeno al mistero Madara, per esempio prende il coraggio e decide di parlare con Obito.
Molto bella l’immagine di un pensiero che “scava la mente”, molto immaginifica. Ma forse non quanto Kisame come lo hai vestito per uscire: ma che fico! Come la via addobbata e “Non è la strada a cambiare, sono io”, sono le emozioni che fanno da filtro al nostro sguardo sul mondo, talvolta. Mi piace anche Kisame ci provi, a uscire con una ragazza – strana creatura!- ma che no, proprio non e la fa: deve almeno sapere come sta Madara (anche io lo vorrei sapere!) perché è di lui che è innamorato. Il paragrafo sullo shopping mi ha fatta morire dal ridere: “Pensò che Sarana fosse semplicemente come tutte le donne, non si accontentano mai di niente e prima di scegliere qualche cosa impiegano un’eternità, sorrise pensando che a lui capitava questo soltanto di fronte alla vetrina del gelataio.” Ottimo per sdrammatizzare, esilarante il paragone col gelataio!
Una domanda: Kisame pensa di vedere il fantasma di Madara ovunque. Ora i fantasmi mi fanno pensare a qualcuno che e morto: Kisame parla di fantasmi perché, inconsciamente, ha rinunciato a Madara, al suo amore? Vuole solo sapere come sta? (direi di sì, per la frase che chiude il capitolo)
Molto carino il locale dove vanno insieme: immagino che tu l’abbia visto davvero ;) che cos’è, nel caso? Tra l’altro, mi piace molto che i tuoi personaggi mangino, le descrizioni del cibo. Li rendono più reali, più umani, facevo questa riflessione proprio oggi. In Naruto e in altri manga che mi piacciono queste scene quotidiane ci sono sempre (i cavalieri dello zodiaco per esempio no, non si capisce come fanno a campare XD), e i protagonisti (Goku, Naruto, Rufy di One Piece per dirne alcuni) sono perennemente affamati e questo li caratterizza. Come potrebbe essere altrimenti?
Ci credo che Kisame a ricevere un regalo da lei si senta senza via d’uscito: perché ha capito perfettamente i sentimenti di lei ma non li può ricambiare. Sono curiosa di sapere se glielo dirà, o se lei lo scoprirà ed eventualmente come. Ti sei ispirata a qualcosa per questo braccialetto? Mi piace in ogni caso la coincidenza e lui che risponde che non c’è problema perché ha due polsi! La domanda del secolo “cosa fai a Capodanno?” non so te, ma l’ho sempre odiata ahaaha! Ma per Kisame è una rivelazione, scopre che Sarada conosce Kiba! Come si conoscono questi due? In ogni caso, ottima idea, già vedo la festa di capodanno e sono molto curiosa di leggerla (sai anche perché eheheh).
E per finire, le riflessioni di Kisame: come sarebbe frequentare Sarana? La starò sfruttando solo perché voglio dei chiarimenti? Eppure ne ho il diritto (e certo che sì!). Questo paragrafo riassume tutti i dubbi venuti a galla, tutte le riflessioni del capitolo. È un capitolo che segna l’inizio di una riflessione, di un cambio di direzione, lento e incerto ma mi pare di vederlo. E rimane comunque la tensione: vedrà Obito e gli latri? E con Sarana come farà? Forza, Kisame. TU puoi fra nevicare in qualsiasi stagione! Mi è piaciuto un sacco, grazie per questa bella lettura, ancora brava! |