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Autore: LaCla    19/05/2012    21 recensioni
Cosa accadrebbe se una manciata di schizzi e disegni di Oda, venisse investita da una serie di particolari radiazioni? Come reagirebbe il mondo reale, venendo a conoscienza del fatto, che i personaggi di uno dei manga più famosi del mondo, sono diventati reali, ed ora camminano tranquillamente tra di noi? Ma so prattutto, se Ace fosse stato catapultato nel nostro mondo, prima di Marineford? Se una ragazza potesse cambiarne il destino? e se invece non potesse realmente farlo?
Questa è la storia di una ragazza qualsiasi, che vivrà il suo sogno più bello, ma anche più doloroso!
FF che contine possibili spoiler, tanta fantasia (la richiede anche al lettore xD) e Ace! :) Buona lettura!!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Of Love'
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Non feci nemmeno in tempo a sistemarmi il tovagliolo sulle ginocchia, come mi avevano insegnato a fare, che Sanji me lo strappò letteralmente di mano, e con occhi adoranti provvide a risistemarmelo, perfettamente piegato, sulle mie gambe, avvicinandomi di peso al tavolo e lodando in maniera eccessiva la mia beltà. Mi avevano sempre detto che il rosso era un colore che mi donava moltissimo, ed in quel momento, con le guance in fiamme, sperai che non tutti mi avessero mentito spudoratamente nel corso degli anni. Mi calmai quando il cuoco riservò lo stesso trattamento ad Elena e alle altre ragazze, distogliendo da me l’attenzione generale. I suoi complimenti riecheggiavano per tutta la sala, generando perplessità e ribrezzo sui volti maschili. Descrivere, per esempio, l’espressione di Law e Kidd era impossibile, non avevo mai visto tanto sdegno, schifo e disgusto su un’unica faccia. Il povero Sanji rischiava di trovarsi sminuzzato e successivamente infilzato dalle posate, a seguito di un perfetto attacco combinato delle due supernove. Mi scappò un risolino a quel pensiero, che non sfuggì ad occhi di falco. Ma perché quell’uomo doveva avere degli occhi così? Non avevo visto il suo sguardo spostarsi dal cuoco alla sottoscritta, eppure avevo percepito chiaramente quelle gemme d’ambra posarsi su di me. Mi voltai d’istinto verso di lui, e rimasi incatenata al suo sguardo. Il sorriso mi si cancellò dal volto, ed un’innata paura iniziò a farsi strada dentro di me. Quello che aveva detto Hancock a Marineford era la pura verità, chiunque guardasse quegli occhi, sarebbe rimasto bloccato dalla paura.
Ma al diavolo queste sciocchezze, era un uomo come un altro, un semplice essere umano. Il fatto che girasse su una barca praticamente a forma di bara, vivesse in un castello diroccato e si portasse dietro un’enorme spada nera dall’elsa a croce, erano semplici dettagli. O forse no?
Fatto sta che non distolsi lo sguardo. Forse, anzi sicuramente, avrei perso quel duello, ma almeno ci avevo tentato. Non potevo passare tutta la serata a rabbrividire per colpa di quel capriccioso e super sexy spadaccino dai baffetti alla D’Artagnan. Volevo godermi il momento, non tremare di paura ogni tre secondi!
Mentre il nostro duello di sguardi imperversava, le lusinghe di Sanji arrivarono alla dolce Nami, che lo ringraziò con un sensuale cenno del capo, scostandosi poi i capelli dietro l’orecchio, andando a scoprirsi il collo affusolato. Inutile dire che ciò provocò al povero cuoco una cospicua emorragia nasale, prontamente arginata da Chopper con un tovagliolo.
«Nami mannaggia! Perché devi fare così tutte le volte? Lo sai che è sensibile a certe cose!» rimproverò la renna, mentre la rossa ridacchiava ed il cuoco si crogiolava nella bellezza di quest’ultima.
Il mio duello personale con lo spadaccino andò in fumo, a causa di uno scoppio di risa generale. L’ilarità della sala strappò un sorriso persino allo scontroso Smoker, che provvide immediatamente a mascherarlo accendendosi i suoi amati sigari. Anche Kidd si lasciò sfuggire una smorfia, vagamente somigliante ad un sorriso trattenuto.
Ma l’allegria del momento fu interrotta da Paulie, che rosso in viso si alzò di scatto, rovesciando a terra la sua sedia. I pugni stretti ed i denti che digrignavano non promettevano nulla di buono; sembrava sul punto di esplodere, e non era per niente un buon segno.
Probabilmente non fui l’unica a pensarlo, visto che molti commensali si irrigidirono alla vista del carpentiere furibondo. Nemmeno il richiamo all’ordine di Iceburg sembrò raggiungerlo, e non servì a fermare l’esplosione imminente.
«Scostumata! Siete tutte delle svergognate! Non è possibile che vi permettano di circolare così, siete praticamente nude! Copritevi!» gridò il folle falegname, causando pochi secondi di silenzio totale. Ok che era un ragazzo timido, però che diamine, un briciolo di contegno non riusciva ad averlo? Cosa avrebbe fatto se l’avessimo portato in una discoteca, o peggio, in spiaggia? Non volevo nemmeno immaginarlo.
Ora se ne stava fermo, ritto al suo posto, sempre con i pugni tesi e i denti stretti. Il rossore si era concentrato sulle gote, come a voler sottolineare l’imbarazzo del momento. Fu la vecchia Kokoro a spezzare il silenzio, ridendo di gusto, ed intimando al giovanotto di sedersi e di non importunare le ragazze con queste sciocchezze medievali. Quella donna era una forza della natura, assieme a Dadan ed alla dottoressa Kureha, aveva già fatto sparire minimo quattro bottiglie di vino, e la cena tecnicamente non era ancora iniziata! Potevano tranquillamente fare concorrenza al vecchio Barbabianca ed al Rosso in fatto di liquori. E non dimentichiamoci poi del burbero spadaccino dai capelli verdi, anch’esso estimatore di bevande alcoliche. Decisamente, ci sarebbe stato da divertirsi quella sera, se tutti fossero arrivati a fine pasto.
Quando Paulie si risedette composto ed imbarazzato, un nuovo attacco di risa invase la sala, coinvolgendo tutti quanti. Persino Newgate rideva, guardando i suoi figli con uno sguardo amorevole, che mi fece stare male. Era lo stesso sguardo che aveva riservato ad Ace, quando si era addormentato dopo l’abbuffata in onore della sua promozione a comandante della seconda flotta.
Mi mancava essere guardata così, e non avrei mai più rivisto gli occhi bruni di mio padre assumere quell’espressione, potevo rivederlo solo nei miei ricordi, e la mia paura più grande era che con il tempo, anche quelli svanissero.
Il vecchio imperatore si accorse del mio sguardo, e posò su di me il suo. Non avevo la forza per sopportare la sua pietà, e tantomeno per sostenere un altro sguardo tanto profondo. Dopo tutto, gli occhi di Mihawk e quelli di Barbabianca non erano così diversi tra loro, solo che i primi ispiravano timore, i secondi affetto.
Tentai di distrarmi, cancellando quei tristi pensieri dalla mia mente, non era quello il momento per rispolverare il passato, dovevo vivere il presente!
Così mi concentrai sulla risata di Ace, che come una dolce tortura, carezzava il mio cuore, simile ad una piccola mano rivestita di velluto che accarezzasse l’anima. Era poi così sciocco essersi innamorate di un cartone? Di un personaggio inesistente? Probabilmente si, ma ora quel personaggio era qui, accanto a me, in carne ed ossa, come potevo rimanergli indifferente?
«Allora, Selene, come siamo dal vivo?» mi chiese una voce carezzevole alla mia destra. Mi voltai, perdendomi in un mare di lentiggini. Era maledettamente vicino, e le calamite nere che aveva per occhi, non aiutavano a migliorare la situazione. Il cuore perse il suo battito regolare, iniziando una danza frenetica nel mio petto. Deglutii a fatica, e cercai nella mia mente la risposta, anzi, la domanda, perché avevo dimenticato cosa mi avesse appena chiesto.
«C-come scusa?» domandai imbarazzata, tingendo nuovamente di rosso le mie gote.
Lui dal santo suo, sorrise, grattandosi la testa con la mano, imbarazzato forse? No, sicuramente era stupito dalla mia reazione idiota. Che figuraccia avevo appena fatto, mi stavo comportando come una stupida ragazzina innamorata. E la cosa peggiore era che io mi sentivo veramente una stupida ragazzina innamorata. Maledizione.
«Ti ho chiesto come ti sembriamo… Nella realtà, nella tua realtà insomma… Siamo come ci avevi immaginato, oppure abbiamo deluso le tue aspettative?» mi richiese gentilmente.
«Siete esattamente come vi immaginavo, anche caratterialmente. È stranissimo vedervi qui in carne ed ossa, voi che fino a ieri eravate solamente dei… dei disegni o delle animazioni. È surreale, però… è molto bello vivere questa esperienza, è un sogno che si avvera!» risposi, tentando di non balbettare, di tenere la voce relativamente ferma e di non esprimermi come se fossi una fanatica. Anche se ammetto che l’idea di saltargli al collo gridandogli che era il personaggio più figo di tutta la storia, mi era passata per la testa. A quanto pareva però, il filtro idee-azioni funzionava bene, a differenza del suo compare pensieri-parole.
Ace mi sorrise, e per l’ennesima volta il mio folle muscolo cardiaco smise di battere. Avevo ipotizzato di non sopravvivere alla cena per la voracità dei miei vicini di posto, ma mai avrei creduto di poter perire d’infarto a causa del sorriso di quello zolfanello.
Sorrisi di rimando, con le guance ormai perennemente scarlatte.
Ringraziai di cuore il caso, che volle far entrare in quell’istante una schiera di camerieri, carichi di piatti e vivande, che iniziarono a distribuire a tutta la tavola, distraendo l’attenzione del mondo dalla sottoscritta.
I servizi furono un flusso continuo, eppure dopo una buona mezzora ero riuscita ad addentare forse due bocconi di cibo. Il mio piatto infatti era costantemente vittima di saccheggi; che fossero mani umane, di fuoco o di gomma non lo sapevo mai con certezza, ma il cibo in ogni caso spariva. Le risate erano incessanti, tra Ace che si strozzava con il cibo, Rufy che si allungava ovunque per rubarlo e tutti gli altri che tentavano di difendere il loro piatto come meglio potevano era impossibile non divertirsi. Però, ahimè, io ed Elena non avevamo nessuna abilità speciale, non potevamo quindi mettere a guardia del piatto delle posate, come aveva fatto Kidd, e nemmeno inserire il nostro piatto in una cupola inattaccabile. Con calci, pugni e spade non ce la cavavamo per niente bene, le corde non le sapevamo gestire e non eravamo nemmeno imperatrici pietrificanti o imperatori con un’Haki talmente potente da scoraggiare persino il fiammifero Lupin dall’allungare il braccino.
L’unico che come me era vittima dei saccheggi del moro, era la fenice, che con l’esasperazione sul volto si ritrovava più volte ad inforchettare il piatto vuoto, ottenendo solo un alone di bruciato sulla posata.
Ormai io mi ero rassegnata, ed aspettavo in grazia un attacco di narcolessia collettivo dei tre furfanti, mentre Elena sembrava più alterata.
La sua posizione, proprio a fianco di Rufy, le impediva di toccare cibo, e fin qui niente di strano, ma cappello di paglia non sapeva i rischi che si potevano correre rubando viveri dal piatto a quella fanciulla. Elena infatti era una gran mangiona, il suo peccato era certamente la gola, e guai a chi si frapponeva tra lei ed il cibo.
La cosa che più mi dava sui nervi però, era la sua linea impeccabile. Poteva mangiare tutto quello che voleva, senza mettere sui fianchi un filo di grasso, mentre io ogni sgarro lo vedevo magicamente comparire su pancia, cosce e glutei!
Mi faceva un’invidia nera, l’avevo anche soprannominata “pozzo senza fondo”, come Jewelry Bonney, proprio per la sua voracità sconfinata.
Iniziai ad allarmarmi quando la vidi cambiare impugnatura della forchetta, ingoiai il prezioso boccone, scampato alla voracità della D, ma non riuscii comunque a fermarla in tempo.
Uno stridore che mi fece tremare i denti e drizzare la peluria riempì la sala, procurando la stessa reazione a tutti. Persino Law e l’imperturbabile Mihawk strabuzzarono gli occhi a quel suono. Per non parlare delle sceneggiate dei Mugiwara a riguardo. Non c’era niente da fare, lo stridio della porcellana e dell’acciaio faceva accapponare la pelle anche agli uomini più pericolosi dell’universo di ONE PIECE. Addirittura l’ammiraglio Aokiji, che stava mangiucchiando pigramente, mezzo sdraiato sul tavolo, si rizzò a sedere rigido ed infastidito. Era bastato quel suono orribile per riportare calma e silenzio nella sala, e la causa l’avevo di fronte.
Elena aveva letteralmente infilzato un dito di Rufy al suo piatto. Cappello di paglia era immobile, con le guance piene di cibo e gli occhi carichi di lacrime, tentando di non gridare prima di aver deglutito, cosa che gli riuscì, ma con parecchie difficoltà.
«Ora, te lo dico una sola volta… Rimetti le tue manacce nel mio piatto, e giuro che ti uso come tappeto elastico nel mio giardino. Chiaro?» sibilò Elena, mantenendo la presa sulla forchetta. Somigliava maledettamente a Nami nelle sue incazzature peggiori, e non fui l’unica a fare questo paragone; il povero Chopper infatti attivò il Guard Point, tremando, mentre Usopp inscenava una morte apparente, guarnita di Ketchup. La tensione si allentò solamente quando il povero Rufy si mise ad annuire disperatamente, implorando Elena di lasciargli la mano, ormai gonfia.
Il silenzio era rotto solamente dai soffi e dai lamenti del capitano dei Mugiwara, che agitava la mano forellata a destra e a sinistra.
Erano rimasti tutti stupiti dalla reazione di Elena, nessuno si aspettava tanta violenza nel proteggere il proprio pasto. Non la conoscevano proprio! Una volta aveva letteralmente ringhiato a mio padre, che aveva tentato di rubarle l’ultima mozzarellina dal piatto. Era stata una scena epica, da morire dal ridere.
Infatti anche nell’immensa tavolata, dopo il momento di silenzio, un nuovo scroscio di risate invase l’ambiente. La piccola renna mise due cerotti sul dito dolorante di Rufy, che guardava di traverso l’imbarazzatissima ragazza.
Tra tutte le risate, quella di Ace era la più bella. Così graffiante e profonda, da farmi perdere l’ennesimo battito.
«Guarda che hai poco da ridere! Vale lo stesso discorso anche per te e il tuo caro nonnino! Giù le manacce dal mio piatto!» dissi, guardando il moro ed indicando il vecchio Marines, che continuò a ridere di gusto. Ormai lo spavento se l’erano preso, grazie ad Elena, tanto valeva approfittarne per riuscire a mangiare qual cosina!
Ace mi sorrise, rubandomi un altro battito cardiaco e facendomi sprofondare nuovamente nella pece del suo sguardo. Le iridi oscure sembravano brillare, come la vernice fresca; poteva l’oscurità brillare, pur non emettendo luce? A quanto pareva si. Ma non era solo il colore e la profondità di quegli occhi a rapirmi, persino le ciglia erano perfette, e come pizzo nero incorniciavano lo sguardo, carezzando gentilmente le lentiggini, ogni volta che sbatteva le palpebre.
«Scusa, è l’abitudine… Non mi capita spesso di mangiare con accanto una ragazza… Sono cresciuto con questo vecchio ingordo e con Rufy, poi sulla nave di Barbabianca di ragazze non ce ne sono molte. Abbiamo ananas ed uccellacci, ma poche fanciulle!» mi disse, mantenendo lo sguardo incatenato al mio e continuando a sorridere sornione.
Risi anche io alla battuta su Marco, che effettivamente era coerente con tutte le cattiverie che riuscivano a partorire le Fan del manga. Non c’erano scuse che reggessero a difesa di quell’acconciatura, era proprio orrenda.
Persino il vecchio imperatore rise, battendo un colpo sulla schiena della fenice, che ringhiando stava per massacrare il compagno.
«A quanto pare è un vizio di famiglia saccheggiare i piatti altrui, vero viceammiraglio Garp?» dissi, voltandomi verso il marines, in modo da nascondere ad Ace il rossore che mi aveva nuovamente invaso le guance.
«Bwahahahaha! Già, è proprio un vizio di famiglia!» affermò ridendo e sferrando un pugno in testa al nipote di fuoco.
«E porta rispetto a tuo nonno! Non sono un vecchio ingordo!» aggiunse, lasciando Ace dolorante sulla sedia.
Risi ancora di gusto, avevo appena assistito di persona ad uno dei famigerati pugni amorevoli di Garp l’eroe! Iniziai a preoccuparmi solo quando piccole scintille fosforescenti iniziarono a librarsi nell’aria.
«Ace non ti azzardare!» gridai, voltandomi di scatto verso il moro, che con le mani unite ed il busto girato verso di me, stava per incendiare dio solo sa cosa con le sue lucciole di fuoco.
Stranamente, oltre ogni mio pronostico, mi ascoltò, spegnendo quelle scintille.
«Non ti avrei colpito, volevo solo strinare il Vecchio…» mi disse, con un tono triste di scuse. Mi rammaricai immediatamente di aver gridato, e prontamente mi scusai, giustificando la mia, più che fondata, paura che nell’azione di “strinare il vecchio” rimanessi abbrustolita pure io, anche se non per sua diretta volontà.
Pugno di fuoco annuii, assicurandomi che non avrebbe più tentando di incendiare qualcosa con me nei paraggi. Stavo per ringraziarlo per il pensiero gentile, quando crollò con la faccia sulle mie ginocchia.
Stavolta non mi spaventai, non ipotizzai nessuna morte improvvisa, sapevo che era caduto vittima di uno dei suoi attacchi di narcolessia, ma la cosa mi sconvolse comunque.
«Ci risiamo, eh!» disse la fenice, scuotendo la testa con disappunto.
Intanto Elena si stava scusando in diecimila modi diversi con Rufy per la sua reazione, ingozzandolo di cosciotti, che alternava alle sue scuse.
Il mio corpo si era pietrificato invece, incapace di muovere un solo muscolo e sentendo solamente il caldo respiro di Ace sulle mie gambe. Nessun suono giungeva alle mie orecchie, se non il leggero respiro del ragazzo, al quale posai distrattamente una mano sul capo, passando le dita tra quei magnifici capelli corvini, forse più scuri dei miei. Ringraziai il cielo che quella sera il moro  indossasse una camicia; se fosse stato a petto nudo, dubito che sarei riuscita a non svenire a quel contatto tanto intimo.


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Finalmente eccomi qui! E finalmente la nostra Selene ed Ace sono un po' insieme! ^_^
sono più che consapevole che il capitolo è chilometrico, ma non riuscivo a tagliare nulla, e non volevo dividerlo! così ho suddiviso la cena in due, e questa è la prima parte! xD avevo sottovalutato i miei cari commensali nella valutazione di fare solo un capitolo xD Comunque, parliamo della censura!! posso basarmi solo su One Piece per ora, quindi mi limito a dire che secondo me è una sciocchezza. in italia devono capire che gli anime non sono cartoni animati per bambini, e vanno trasmessi in certi orari e senza censure, per non stravolgere la storia! io sinceramente penso che per un bambino vedere il sangue nero/viola sia più sconvolgente che non vederlo rosso! a me personalmente fa molto più schifo xD
comunque non ci resta che confidare che in futuro gli anime vengano doppiati da Mtv xD
niente, colgo l'occasione per ringraziare tutti i nuovi lettori, tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite, tra le preferite e tra le ricordate! in più ringrazio di cuore tutti quelli che mi lasciano recensioni, che mi invogliano a scrivere sempre di più, ed ammetto che mi danno idee fantastiche a volte, ispirando scenette comiche e non! ^_^ grazie davvero, sono veramente contentissima che questa storia vi piaccia così tanto!
ed ora...

I vostri Anime/Manga preferiti quali sono?

Baci baci, al prossimo capitolo
!!! (che prometto non tarderà ^_^)

Immagini e personaggi non sono di mia proprietà e non sono a scopo di lucro


   
 
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