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Autore: Hil 89    21/05/2012    3 recensioni
Ciao gente! Eccomi qui con un'altra storia. Ormai sono arrivata al 60esimo capito e il titolo è rimasto lo stesso, quindi non lo cambio più! Comunque è il settimo anno per il mitico trio, ma l'arrivo di Lucas Flatts sconvolgerà la vita di una grifoncina in particolare... Nello stesso tempo l'arrivo di altri misteriosi personaggi, sia buoni che cattivi, movimenteranno il settimo anno ad Hogwarts e forse porranno la parola fine su quella guerra che dura da molti anni!..Mi raccomando, commentate! Baci HiL
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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75. Happy Ending




Quello che comunemente noi chiamiamo amore,
forse non è altro che un paradosso, un’illusione.
Qualche cosa di cui tutti hanno sempre scritto,
senza veramente mai sapere come fosse fatto.




Hermione Jane Granger stava osservando in sole tramontare all’orizzonte dalla Torre di Astronomia, una leggera brezza le scompigliava i capelli lasciati sciolti sulle spalle, il suo sguardo d’ambra era riflesso nel sole rosso che scompariva dietro le nuvole dando al cielo una tonalità che variava dal giallo al viola.
Non si stancava mai di guardare quello spettacolo, era una delle meraviglie della natura che più amava.
Era ormai passata una settimana dalla battaglia di Hogwarts, i Mangiamorte che erano stati fatti prigionieri erano finiti tutti ad Azkaban.
Pochi giorni prima erano stati celebrati i funerali delle vittime: Severus Piton era stato seppellito vicino alla Scuola di Magia sotto il volere di Albus Silente.
Alcune stelle stavano già facendo capolino nel cielo che piano piano assumeva il colore della notte, una stella, la prima che vide, era veramente luminosa.
Sorrise.
Heric Broms li aveva lasciati, ma la grifoncina era più che convinta che non avrebbe mai smesso di tenerli d’occhio anche da lassù.
La porta dell’aula si aprì dietro le sue spalle, ma lei non si mosse, consapevole della presenza di una persona amata dietro di se.
Due mani delicate, ma nello stesso tempo decise, si posarono sui suoi fianchi, Hermione si lasciò andare contro il petto del giovane serpeverde alle sue spalle.
“Ciao” sussurrò piano, “Ti cercavo, però sapevo che ti avrei trovata qui” Lucas Flatts le baciò una tempia prima di stringerla più forte contro il suo corpo.
Hermione si voltò e allacciò le braccia intorno al collo del giovane, “Ti amo” gli bisigliò contro le labbra prima di baciarlo, senza dargli il tempo di rispondere. Il moro sorrise contro la sua bocca e approfondì il bacio datogli dalla ragazza.
Senza fatica la sollevò dal pavimento e la fece sedere su uno dei banchi dietro di loro, posizionandosi tra le sue gambe, Hermione lo attirò di più contro di lei, facendo scontrare con quel movimento i loro bacini. Il serpeverde immerse una mano tra i suoi ricci mentre con l’altra le accarezzava languidamente un polpaccio, senza smettere però di baciarla.
La ragazza appoggiò entrambe le mani sulle spalle del ragazzo e lo attirò verso il suo corpo, “Jane” sussurrò roco contro le sue labbra, “Forse dovremmo…” ma non fini la frase perché lei aveva iniziato a baciargli il collo facendogli dimenticare quello che voleva dire, “Ti voglio” dichiarò Hermione specchiando il suo sguardo d’oro nell’oceano di Lucas, “Ora” concluse muovendosi sensualmente contro il bacino del giovane.
Il serpeverde sorrise malandrino e la baciò ancora sulla labbra prima di farla scendere dal tavolo, le accarezzò entrambe le guance prima di fermare una mano sul suo collo e baciarla profondamente.
Le loro mani iniziarono a muoversi veloci, accendendo di passione i loro corpi, che non riuscivano a stare sepatati. Lucas si sedette sul suo mantello appoggiando la schiena contro la parete fredda della torre, aiutando Hermione a mettersi a cavalcioni su di se, face scontare i loro bacini facendo sussultare la ragazza, che ancorandosi alle sue spalle riuscì solo a bisbigliare “Fammi tua, ti prego”, prima che il moro appoggiasse entrambe la mani sui fianchi della grifoncina e la guidò dritta sulla sua erezione, unendo cosi finalmente i loro corpi.
Hermione lo baciò lievemente prima di roteare il bacino, strappando cosi al giovane serpeverde un piccolo gemito, lui le sorrise prima di cospargere il collo bianco della ragazza con dei piccoli baci che la fecero vibrare di piacere. I loro corpi avevano iniziato una danza che conoscevano solo loro e quando il piacere li travolse nello stesso attimo, si strinsero talmente forte da diventare quasi un unico essere.
“Ti amo, Jane”
Hermione sorrise senza allontanarsi dal corpo caldo di Lucas, gli bacio la punta del naso e guardandolo negli occhi gli sussurrò: “Ridimmelo”.“Ti amo” ripetè lui, “E non smettere più”. Lucas Flatts la strinse forte a se ridendo: quella ragazza gli aveva davvero cambiato la vita. Ed era certo di una cosa, ora che l’aveva trovata,  non l’avrebbe più lasciata andare.




 

E se invece fosse il solo senso di essere qui,
l’unica ragione per cui valga la pena di,
fare tutto il viaggio e comprendere
quello che comunemente noi chiamiamo amore.
E se fosse l’unico motivo che c’è,
il significato ultimo per cui vivere,
fino in fondo il viaggio e comprendere:
quello che comunemente noi chiamiamo amore.






Harry James Potter stava svogliatamente sfogliando una rivista di Quidditch seduto comodamente su uno dei divani rosso-oro della Sala Comune, alcuni ragazzini dei primi anni stavano finendo di radunare i libri: mancavano pochi giorni alla fine delle lezioni, poi sarebbero tornati a casa.
Il bambino sopravvissuto alzò lo sguardo e lo puntò in quello azzurro di Ronald Weasley che stava seduto ad un tavolo con Lavandra Brown: “Ho deciso che finiti i M.A.G.O inizierò il corso di formazione degli Auror” dichiarò chiudendo la rivista e lasciandola sui cuscini.
“Anch’io fratello. Ci stavo pensando proprio poco fa e ho deciso che anch’io inizierò l’addestramento”
Harry fece un sorriso complice al suo amico di sempre, poi voltandosi verso la porta d’entrate intravide i capelli rossi di Ginevra Weasley e facendo un cenno di saluto alla coppia la seguì fuori dalla Torre di Grifondoro.
“Gin” la rossa si fermò e voltandosi verso il Prescelto gli sorrise, “Stavo andando a fare una passeggiata, vieni con me?”
Harry la raggiunse e la prese per mano intrecciando subito le dita con quelle della ragazza.
Camminarono in silenzio fino alle porte della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Ginevra si fermò proprio davanti al grande portone puntando il suo sguardo chiaro in quello del giovane: “Non ti mancherà tutto questo?” gli chiese alzando gli occhi al cielo.
“Hogwarts è stata la mia casa per sette anni. Certo che mi mancherà, ma mi mancherà soprattutto il fatto di non poterti vedere tutti i giorni come adesso” rispose abbracciandola dolcemente, la rossa lo strinse forte nascondendo il volto nel suo collo, “Inizierai il corso degli Auror con Ron, vero?”
“Si” le prese il viso tra le mani, “Voglio fare l’Auror come i miei genitori.”
“Sono certa che ce la farai e James e Lily saranno orgogliosi di te, come già sono sicura che lo sono ora” la ragazza si alzò sulle punte congiungendo le sue labbra con quelle del moro, Harry la strinse forte perdendosi completamente sulla bocca di lei, ringraziando il cielo di avere al suo fianco una giovane che lo ami così incondizionatamente come Ginevra.




 

Quello che comunemente noi chiamiamo amore,
è qualche parola di una poesia o di una canzone.
Forse solo un meccanismo che ci scatta dentro,
solo un istinto che però chiamiamo sentimento.






John Maximilian Carter passò un braccio intorno alle spalle di Melanie Amderson nel momento in cui la ragazza si sedette di fianco al giovane svedese sul divano della Torre di Hogwarts che li ospitava in quei giorni.
Le dette un bacio sulla tempia mentre lei si accoccolava meglio nel suo abbraccio, “Quando arrivano Lucas ed Hermione?” chiese senza separarsi da lui.
“Dovrebbero essere qui tra poco, ma conoscendo il soggetto in questione tutto è possibile!”.
Mel rise leggermente nel sentire la risposta e si spostò piano da John per poterlo guardare negli occhi: “Cosa farà adesso? I suoi probabilmente ritorneranno in Svezia. Se decidono di portarselo dietro, non oso immaginare cosa farà. Lucas non lascerà mai Hermione”
“Già. Non credo che abbiamo ancora decisono, però adesso Lucas ha un aiuto in più: ha riallacciato spendidamente il rapporto con sua madre quindi non credo che lei gli possa fare un torto del genere. Il probema rimane sono il capitano”
“Se resteranno qui però mi mancheranno”
“Anche a me, amore. Senza l’impegno della scuola però possiamo venire a trovarli tutte le volte che vogliamo”
Mel sorrise e si chinò sulle labbra del giovane coinvolgendolo in un dolce bacio, John la strinse forte a se, tuffando una mano tra i suoi capelli ricci.
La svedese lo costrinse deliziosamente a stendersi sopra di lei facendo combaciare i loro corpi, il ragazzo fece forza sulle braccia per non gravarla del suo peso e la fissò dritta negli occhi: “Spero vivamente che Lucas sia in ritardo, perché ti voglio da impazzire” bisbigliò con voce roca, Mel rise e lo attirò nuovamente contro le sue labbra allacciando le gambe ai suoi fianchi.
“Ne sono sicura, amore” sussurrò contro le sue labbra, prima di baciarlo ancora e ancora.
Lo svedese si stese completamente sul corpo della ragazza facendo scontrare i loro bacini frementi, “Ti amo” sussurrò Melanie contro il suo collo, “Anch’io Mel, da morire” bisbigliò John prima di perdersi completamente in quella dolce ragazza dagli occhi blu che gli aveva rubato il cuore.





Come quando ti ho sentito avvicinati a me,
ed il cuore forte ha cominciato a battere,
come la risata contagiosa di un bambino,
come quando tutto sembra un po’ più semplice.





Sulle sponde del Mare di Beaufort al nord del Canada, nell’Isola di Banks un giovane ragazzo guardava fuori dalla finestra della sua camera, il sole sorgere. Proprio davanti alla villa dove abitava, su una piccola collina a picco sul mare si intravedevano due lastre di pietra che sembravano osservare l’alba.
Luce Smith ed Heric Broms.
Le lettere di questi due nomi erano scritti con un’elegante calligrafia gotica e spiccavano sul biancore della pietra sulla quale erano state intagiate.
Mike Broms osservava il sole sorgere all’orizzonte, una leggera brezza gli scompigliò i capelli, ma il mezzo demone parve non accorgersene.
Un leggero bussare alla porta interruppe il flusso di pensieri che gli avevano invaso la mente.
“Avanti” sussurrò, aprendo l’uscio con la telecinesi.
“Perdonate il dusturbo, padroncino” il vecchio Ray rimase sulla soglia con un piccolo pacchetto stretto al petto, “Vieni pure Ray” rispose il ragazzo allontanandosi dalla finestra e voltandosi verso di lui, l’uomo si avvicinò leggermente titubante, “So che non sono affari miei, signorino Mike, ma volevo comunque darvi questo pacchetto” disse porgendogli l’oggetto che fino a poco prima stringeva al petto, “Le ho fatte durante tutti questi anni che ho passato al servizio della vostra famiglia e sono molto addolorato per la perdita del signor Heric, ma credo che sia giunto il momento di donarle a voi” concluse lasciando il pacchetto sulla scrivania.
Mike si avvicinò e senza dire una parola lo aprì, all’interno trovò una guantità incredibile di fotografie di tutti i generi: lui da piccolo mentre giocava in riva al mare, suo padre che leggeva un libro al tramonto, lui e suo padre nelle poche volte che stavano seduti insieme senza discute, altre foto con solo lui come protagoniste e altre di Heric che fumava la pipa nel suo studio oppure che osservava il cielo stellato e poi alcune immagini che gli fecero battere il cuore leggermente. Sua madre. Mentre sorrideva, mentra parlava con suo padre, mentre leggeva un libro in giardino, mentre si accarezzava il ventre quando era in sua attesa.
Momenti classici di vita quotidiana che ora non c’eano più.
Riappoggiò con delicatezza le fotograzie sul tavolo e puntò il suo sguardo in quello di Ray: “Ti ringrazio infinitamente, Ray”.
L’uomo sorrise e chinò il capo, quando si rispecchiò nello sguardo limpido del giovane aveva gli occhi lucidi, “Mancano molto anche a me, padroncino Mike”.
Il mezzo demone sorrise al suo maggiordomo di sempre poil’uomo si congedò dicendo che andava a preparare la colazione. Quando rimase solo nella stanza Mike Broms si voltò nuovamente verso la finestra e puntò il suo sguardo sulle tombe dei suoi genitori: “Dovunque voi siate, spero che siate insieme e nuovamente felici” sussurrò al vento, “Non ve l’ho detto spesso, ma vi voglio bene”.
Un raggio di sole gli illuminò il viso, il mezzo demone sorrise ancora prima di smaterializzarsi via.




 

Quello che comunemente noi chiamiamo amore
-Max Pezzali-

 

  
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