Nota:
attenzione, capitolo leggermente violento.
Ma ho come l’impressione che verrò linciata dopo
questo ^^
CAPITOLO
TRENTA
Charlie
guardava il Mangiamorte dritto in volto con
gli occhi colmi di un leggero panico ma la mente già in
fermento per trovare
una possibile via d’uscita. Peccato che la sua bacchetta
fosse tra le mani di
Dolohov e che in una lotta corpo a corpo sarebbe sicuramente uscito
perdente.
Ma, almeno, gli rimaneva ancora il suo asso nella manica.
Sentì
dietro di lui Alice che iniziava a
singhiozzare, paralizzata lì sul posto, sulla soglia di
quella stanza che
sembrava essere una camera per le torture. Probabilmente temeva che, se
avesse
tentato di scappare, l’uomo avrebbe cercato di impedirglielo
attaccandola, però
allo stesso tempo non voleva nemmeno rimanere lì.
“Vai,
Alice. Vattene via”. Le intimò Charlie a bassa
voce, però con tono autoritario, per quanto gli riuscisse,
almeno.
“N…n…no!”
biascicò lei. Non le andava di lasciare lì
da solo quel ragazzino, ma in quel momento non era granché
in forma per
affrontare Dolohov.
“Va
via! Qui ci penso io!”
Il
ragazzo le diede una gomitata per spingerla fuori
dalla stanza. Finalmente Alice si decise ad andarsene, correndo con la
velocità
che le sue gambe deboli e malferme le permettevano. Ma, non appena la
vide
scappare, il Mangiamorte scagliò un potente Stupeficium che
andò a schiantarsi
contro la porta di legno che era stata richiusa prontamente da Charlie
perché
non colpisse la donna.
Il ragazzo si buttò a terra per non venire colpito a sua
volta, notando con la
coda dell’occhio lo strano ghigno soddisfatto di Dolohov.
Cazzo!
Si era tirato la zappa sui piedi da solo.
John
si rialzò dal freddo pavimento portandosi una
mano alla testa lì dove l’aveva sbattuta,
leggermente intontito e si guardò un
attimo intorno prima di notare una figura sdraiata immobile accanto a
lui.
In
quel momento, tutti i Mangiamorte che erano
presenti nella stanza, si smaterializzarono come se avessero ricevuto
l’ordine
di farlo, compresa Bellatrix e Ariel fu la prima a precipitarsi
dall’amico
cercando di aiutarlo.
John, però, la spinse via con uno scossone piuttosto
violento e si inginocchiò
accanto all’uomo steso a terra, che aveva riconosciuto come
Frank, cercando di
capire se era vivo.
Cazzo!
Non l’aveva nemmeno visto precipitarsi da lui
per spingerlo via dall’Avada Kedavra lanciatogli da
Bellatrix. Si era
semplicemente ritrovato a rotolare per terra col padre che lo
proteggeva col
proprio corpo.
Non l’aveva visto, però le probabilità
che se lo fosse beccato lui l’Anatema
che uccide erano altissime.
Eppure…
Merlino! Non voleva crederci!
“Papà?!”
lo chiamò scrollandolo per una spalla,
sentendo già gli occhi pizzicare per le lacrime che
minacciavano di scendere.
Sentiva la rabbia montare dentro di lui e a questa si univa anche il
senso di
colpa. Maledizione! Se non si fosse distratto…
“Papà?!”
“Frank!”
esclamarono Sirius e James
inginocchiandoglisi ai lati anche loro.
John
prese a scrollarlo più forte sentendo già
l’isteria, la rabbia e la disperazione montargli dentro.
I suoi amici non facevano che guardarlo impotenti e passare lo sguardo
da uno
all’altro, non sapendo bene che fare. Sapevano che cosa
significava la morte di
Frank: non solo disperazione per il loro amico, ma anche
che… oddio, erano
venuti lì per salvarlo, non per vederlo morire.
Dolohov,
da bravo animale pervertito e senza
scrupoli che era, non aveva perso un momento da quando Charlie si era
ritrovato
per terra. Comportandosi da bravo pedofilo qual era, non aveva
certamente
potuto resistere ad uno sguardo da cucciolo come quello del ragazzo.
L’aveva afferrato per i capelli e lo aveva buttato sul letto
come fosse
soltanto una bambola o un oggetto che poteva usare a suo piacimento.
Poi lo
avevo legato coi polsi alla testiera del letto, esattamente come aveva
fatto
poco prima con la povera Alice.
Charlie
già si vedeva chiare in mente le immagini di
ciò che gli avrebbe fatto e questo gli fece salire addosso
un senso di panico
terrificante che non lo lasciava respirare decentemente. Cercava
continuamente
un contatto con gli occhi di Dolohov per poterlo stendere con la
Legilimanzia,
ma sembrava che quello lo evitasse apposta, come se sapesse.
Eppure…
doveva trovare un modo per tirarsi fuori da
quella situazione. Non voleva essere… Dio, non voleva essere
violentato!
Lanciò
uno sguardo all’armadio davanti a lui quando
poi, tra l’armadio e il muro, notò un oggetto che
aveva tutta l’aria di essere
una frusta con appese delle manette.
Immediatamente un magone gli salì su per il petto
stringendogli ancora di più i
polmoni e lo stomaco in una morsa stretta e le lacrime non persero
tempo ad
uscire.
“Cucciolo,
adesso sei tutto mio”. Soffiò il
Mangiamorte cercando di assumere un tono sensuale, ma che, accompagnato
da quel
ghigno malato e da quello sguardo spiritato, fece solo accapponare la
pelle a
Charlie che prese a dimenarsi sotto di lui, intanto che
l’uomo gli saliva sopra
a cavalcioni e avvicinava le mani alla sua camicia.
Frank
cominciò a tossire come annaspando in cerca
d’aria, mentre tutti gli altri presenti lo guardavano ad
occhi sgranati, come
se avessero appena visto un morto che resuscita.
Be’,
effettivamente…
L’uomo
si mise seduto e, immediatamente, lo sguardo
gli volò sul ragazzino che gli era inginocchiato accanto e
che lo stava
guardando con occhi spalancati per la paura e le lacrime mal celate.
Ma perché, non appena lo aveva visto in pericolo, si era
sentito in dovere di
proteggerlo come se ne dipendesse la sua stessa vita? Era stata una
cosa
spontanea, tuffarsi su di lui per evitargli
l’Avada…
E adesso, mentre lo osservava tutto così preoccupato e
impaurito, si sentiva
dentro una strana ma piacevole sensazione di benessere.
Però…
quel ragazzino… insomma, gli somigliava,
sembrava quasi lui da giovane. Biondino, occhi azzurri…
Frank si sarebbe anche
sentito pronto a scommettere che quello sguardo d’angelo che
aveva era solo una
facciata per nascondere l’animo da Bastard Inside,
esattamente come lui.
E
se invece… no, non poteva essere.
“Neville?”
mormorò confuso e sbigottito.
John
scosse la testa per negare e sussurrò un
“No”
quasi affranto.
“Frankieeeeeeeeeee!!!”
urlò a quel punto Sirius
lanciandoglisi addosso e rotolando insieme a lui sul pavimento.
“Cazzo,
Sirius! Così mi uccidi”.
“Imbecille,
ci hai fatto venire un colpo”.
“Ma
l’Avada Kedavra non ti aveva colpito?” chiese
Remus, aiutando il cugino a rialzarsi.
“A
quanto pare no”. Sospirò Frank, ringraziando
mentalmente il cielo per la botta di culo che aveva avuto.
“Be’,
a questo punto, direi che stiamo tutti bene”.
constatò Ted Tonks, passando lo sguardo dall’uno
all’altro dei presenti e
facendo una breve rettifica delle ferite che tutti loro avevano
riportato.
“Un
momento! Ma Charlie dov’è?” chiese a
quel punto
Teddy, notando l’assenza dell’amico.
I
ragazzi del futuro si guardarono l’un l’altro
preoccupati.
In
quel momento, però, la porta si aprì di colpo
sbattendo e rimbalzando contro la parete e una figura femminile
entrò
barcollando e singhiozzando, guardandosi continuamente alle spalle come
se
qualcuno la inseguisse.
“Alice!”
urlò Frank non appena la riconobbe.
Immediatamente corse ad abbracciarla e ad accertarsi che stesse bene.
La donna
non sembrava avere ferite gravi, a parte qualche graffio e livido, ma
la sua
faccia completamente in lacrime, terrorizzata, sconvolta, scioccata,
non
presagiva niente di buono.
Inoltre, era mezza nuda.
“Alice,
tesoro, che è successo?” le chiese ancora
Paciock intanto che prendeva la giacca che James gli stava passando per
coprire
la moglie.
Lei
affondò il viso nella sua camicia sporca e
singhiozzò confusamente. “Io…
lui… Dolohov”.
“Dolohov?
Che ti ha fatto?”
“Io…”.
Era chiaro che la poveretta non riusciva
nemmeno a parlare, ma dovevano almeno farsi un’idea per non
giungere a idee raccapriccianti
che già tutti si stavano
facendo.
“Come
sei arrivata qua?”
“Io…
c’era un r… ragazzo. Mi ha aiutata”.
“Chi
era questo ragazzo?” le chiese allora John che
stava iniziando a capire qualcosa. “Riesci a
descriverlo?”
“No…
non so…”. Alice pian piano cominciava a
calmarsi, tra le braccia di Frank che la cullava e le massaggiava la
schiena.
“Non molto alto, moro coi capelli lunghi”.
Tappo,
pensò John. E doveva immediatamente andare a recuperarlo. Se
era rimasto con
Dolohov… non osava nemmeno pensarci.
“Cazzo!
Dobbiamo andare a cercarlo!” esclamò
JamesRemus con la fretta in tutto il corpo.
“Direi
di dividerci, anche perché qui non ci
conviene più rimanere”. Concluse Malocchio.
Jolie
e Ariel sbuffarono lanciandosi un’occhiata
quasi d’intesa. Meno male che Moody aveva detto
categoricamente che non
dovevano dividersi dai rispettivi gruppi nel muoversi alla ricerca di
Charlie,
nel caso sopraggiungesse qualche Mangiamorte. Sembrava però
che a John non
importasse molto di quello che i grandi e gli esperti comandavano. Ma
d’altronde,
quando mai gli era importato?
In
poco tempo era riuscito a distanziare le ragazze
e le due non avevano ancora capito bene come avesse fatto.
Semplicemente, si
erano ritrovate ad arrancargli dietro quando lui si era messo a correre
e poi,
svoltato un angolo, non l’avevano più visto. Era
un maestro nel battere la
fuga, questo non glielo toglieva nessuno.
Come
se cercando di fare più in fretta possibile,
riuscissero a ritrovare Charlie più facilmente. Non avevano
la più pallida idea
di dove potesse essere, Alice, da quanto sconvolta e spaventata era,
non aveva
certo saputo dire granché di dove fosse quella stanza.
Ariel
ghignò tra sé e sé: John poteva
mostrarsi
insensibile quanto voleva nei confronti di Charlie, ma era anche il
primo a
preoccuparsi per lui.
A volte la spaventava questo legame che c’era tra i due.
“Ti
prego, lasciami stare”.
Sentendolo
supplicare, Dolohov si eccitò ancora di
più.
“Adoro
quando mi supplichi”. Gli soffiò a poca
distanza dalla faccia, per poi andare a mordergli una spalla nuda con
tanta
forza che sicuramente gli avrebbe lasciato dei segni.
Charlie
voltò il capo dall’altra parte, lasciandosi
sfuggire un lamento. Aveva gli occhi inondati di lacrime e di paura,
non
riusciva a muoversi con quell’energumeno che gli stava
addosso e le braccia
legate sopra la testa ormai erano diventate insensibili.
Quel figlio di puttana, inoltre, gli teneva la mano nelle mutande e lo
toccava
senza alcun pudore. Ma l’unico ad eccitarsi lì era
il Mangiamorte, invece lui
si sentiva semplicemente uno schifo, avrebbe tanto voluto vomitare.
Merlino,
se fosse sopravvissuto a quella tortura…
Ma
dov’erano gli altri? Che fine avevano fatto i
suoi amici? Dov’erano quando aveva bisogno di loro?
“Toglili
le mani di dosso, pezzo di merda!” urlò,
all’improvviso qualcuno dalla porta.
Sia
Charlie che Dolohov si voltarono per vedere chi
fosse, e si trovarono davanti la figura di John che sembrava emanare
fumo da
tutti i pori per la rabbia che non si preoccupava nemmeno di reprimere.
Senza
nemmeno avere il tempo di battere ciglio, il
Mangiamorte si vide volare e poi sbattere contro la parete, cadendo a
terra con
un tonfo secco e svenendo.
John
voltò il capo verso di lui, con la furia negli
occhi, probabilmente facendosi una lista di tutti gli incantesimi che
conosceva
per torturarlo. Ma quando spostò gli occhi
sull’amico che ancora se ne stava
legato a letto, si sentì raggelare.
Immediatamente
corse da lui e, con un colpo di
bacchetta, sciolse i nodi che gli tenevano imprigionati i polsi.
Finalmente libero,
Charlie si mise seduto e buttò la testa oltre il letto
scosso da dei forti
conati che non lo facevano respirare.
“Oddio!”
esclamò John, circondandogli la vita con un
braccio e spostandogli i capelli dal volto perché non gli
dessero fastidio. Non
capiva se l’altro volesse semplicemente vomitare o se non
riuscisse a
respirare. Aveva la pelle terribilmente calda e sudata.
Alla
fine se lo tirò addosso facendolo sedere tra le
sue gambe e poggiare la testa sul suo petto.
“Respira,
dai”. Gli sussurrò all’orecchio,
prendendo
a massaggiargli il petto nudo e ad accarezzargli i capelli in un
tentativo per
farlo calmare. E per fortuna sembrò funzionare, visto che
Charlie adesso
riusciva a respirare abbastanza regolarmente e che c’erano
solo i singhiozzi a
scuoterlo tra le braccia di John.
“Così,
bravo. Va tutto bene”. John avrebbe tanto
voluto prendere a calci quel coglione che aveva osato mettere le mani
addosso
al suo Tappo, soprattutto dopo aver notato la camicia aperta e i
pantaloni e la
cintura slacciati.
Ma
intanto doveva far
calmare l’amico.
*prepara
ombrello* aspettate, prima di lanciarmi pomodori
addosso, sentite quello che ho da dirvi.
Oggi
pomeriggio mi sono rivista la prima parte dei Doni
della Morte con mia nipote e mi stanno venendo in mente delle ideuzze
nuove per
questa ficcy che però la allungherebbero. Oppure
realizzerò un seguito. Voi che
dite? Ma intanto, devo mandare avanti questa e ci sarà
ancora un mucchio di
lavoro da fare… vediamo, si accettano consigli,
però ^^
Poi…
voi come vedete il rapporto tra Charlie e John? E mi
rivolgo soprattutto a quelli che non hanno letto Came
back di Ino.
Fatemi
sapere le vostre opinioni, mi piacerebbe leggere
anche le recensioni di quelli che finora sono rimasti in silenzio.
Ringrazio tantissimo
quelli che mi recensiscono fedelmente fin dall’inizio, non
sapete quanto mi
facciano piacere. E così vorrei leggere anche quelle di
qualcun altro, non
siate timidi, non vi mangio mica ^^ vanno bene anche le critiche, i
consigli,
fatemi notare se qualcosa non vi piace… in fondo, una
piccola recensione non vi
porta via più di due minuti e renderete tanto felice uno
scrittore ^^.
Vi
rinnovo anche l’invito a mettere “mi
piace” alla mia
pagina facebook, Milly’s Space.
Anche
perché sarà lì che (più
avanti) troverete le foto dei personaggi di Little
Marauders xD.
http://www.facebook.com/MillysSpace
(link
per la pagina)
Bene,
ho finito il sermone. Potete mettervi a lanciare
pomodori.
*fugge
via*.
PUFFOLA_LILY:
John sta bene, Frank anche, i Malandrini sono rincoglioniti come sempre
e
Charlie è stato salvato… in tempo, pero? D: se
vuoi ammazzare Dolohov, armati e
andiamo insieme u.u grazie per i complimenti, alla prossima.
Kiiiissss…
JULIET
ANDREA BLACK:
leggendo le tue recensioni, passo dal
rotolarmi a terra dal ridere al tremare di paura ^^. Anche io ho sempre
desiderato avere una gemella, ma sei sicura di essere tu quella
cattiva? Non so,
perché io sono sadica e masochista, soprattutto con i miei
pg preferiti ^^
comunque, il tuo John sta bene, visto? ^^ alla prossima, carissima.
Baci, baci,
Milly.
STEFANMN:
ehi, temevo di non sentirti più L
be’,
sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo… e di
questo che mi dici? Alla
prossima, kiss. M.
MARISSA
ATWOOD:
sono contenta che questa storia ti piaccia e ti
incuriosisca. Ti consiglio anche di andare a leggere
l’originale, Came back to
the hell : D spero di risentirti, cara, più andrà
avanti più diventerà intrigante.
Baci.