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Autore: effe_95    06/09/2012    5 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.


6. Con il cuore tra le mani sanguinanti

 
Iliana si portò le mani sulle orecchie, non doveva sentire, non voleva sentire quelle urla, non voleva sentire quei colpi.
Si nascose in un angolino della stanza e si fece piccola piccola, ancora più piccola di quanto fosse in realtà, voleva che Yulian la smettesse di provocarlo, voleva che Yulian la smettesse di prendere quelle botte insensate.
Le mani premevano sulle orecchie sempre più forte, tanto da fare male, da renderla sorda ai rumori del mondo intero, però Yulian le cadde addosso e fu impossibile non sentire, perché lui continuò a picchiarlo anche se c’era lei sotto, faceva paura, tanta paura, ma non c’era nessuno disposto a salvarla, non c’era nessuno che li avrebbe salvati.
 
<< Ho fatto una cavolata Clo! >> Sbottò Francesco, Claudia si girò a guardare l’amico e lasciò cadere la penna sul quaderno, lanciò un’occhiata alla professoressa di chimica e fece un cenno della testa per incoraggiarlo alla parola.
<< Ho detto all’Ivanov che è una mignotta >> Claudia sgranò gli occhi e rivolse uno sguardo di fuoco all’amico.
<< Sei impazzito? >> Mormorò pizzicandolo sul braccio, Francesco alzò gli occhi al cielo e poi si grattò la testa.
<< Mi è scappato! Insomma Clo, lo sai che non sono il tipo, mi ha provocato! >> Si difese il moro, ma Claudia si fidava davvero poco di quel suo amico snaturato, ultimamente Francesco sembrava uscire fuori di testa per ogni minima cosa, o meglio, sembrava uscire fuori di testa ogni volta che venivano nominati gl’Ivanov.
<< E adesso cos’hai intenzione di fare? >> Chiese la rossa, riportando l’attenzione sulla professoressa che provava a spiegare qualcosa su una tabella dove venivano sistemate tutte quelle sostanze chimiche.
<< Bella domanda, se voglio il mio nove in pagella devo chiederle scusa, questo è sicuro >>
Claudia alzò gli occhi al cielo e Francesco mise il broncio, si rendeva perfettamente conto di aver detto una bella cattiveria, il fatto era che non si sentiva in dovere di porgere delle scuse, non ne aveva voglia.
<< Quello che dici è cattivo >> Mormorò Claudia giocherellando con la penna, anche se lei era la prima in quel momento a non sapere più che fare.
<< Lo so che è cattivo, ultimamente mi sembra di essere davvero perfido >> Disse lui nascondendo la faccia tra le braccia incrociate sul banco, Claudia sorrise e accarezzò l’amico sulla spalla, Francesco aveva un modo tutto suo di sfogare i sentimenti sbagliati.
<< Io credo che questa volta andrà bene >> Disse la rossa, e Francesco si strinse ancora più forte.
<< Tu dici che è per quello che non la sopporto? >> Era difficile essere sinceri, Claudia lo sapeva molto bene, era per questo motivo che Francesco continuava a parlare con la faccia nascosta .
<< Con una sola differenza, Iliana è russa, Agneszka era ucraina >>
<< Non posso innamorarmi di nuovo di una ragazza straniera ok? Iliana è davvero bella! E tu lo sai come sono fatto io, finirò per innamorarmi di lei. Perché non riesco a trovare un’italiana eh? >> Borbottò il ragazzo stringendo forte i pugni, in quel preciso istante la campanella decise di suonare annunciando la ricreazione, la professoressa assegnò qualcosa per il giorno dopo, ma né Francesco né Claudia lo segnarono sul diario.
<< Non sarebbe la stessa cosa >> Disse Claudia guardando per terra, ricordava fin troppo bene il periodo in cui Francesco era stato male per quell’amore sbagliato e traditore.
<< Tu non hai mai avuto un ragazzo, quindi lascia perdere ok? >> Troncavano sempre così la conversazione, quando arrivavano troppo oltre Francesco non lasciava entrare più nessuno, nemmeno lei, ma era vero, non poteva capirlo.
<< Oggi vado a prendere io la cioccolata, va bene? Ho portato i soldi >> Disse la rossa per cambiare argomento, Francesco sollevò lo sguardo e sorrise grato, Claudia aveva un’espressione davvero fiera sul viso.
<< Oh, ma dai! >> Disse il moro alzando le mani, Claudia cacciò le monetine dalla tasca dei jeans e Francesco scosse il capo.
<< Ti mancano dieci centesimi >> Claudia sbirciò velocemente le monetine e si portò una mano sulla faccia, era disperata.
<< Ma come?! Sono sicura di averli contati bene! >> Frugò meglio nelle tasche, ma i dieci centesimi erano davvero spariti, Francesco tirò fuori il portafoglio e diede i soldi all’amica, Claudia li prese controvoglia.
<< Come al solito sono un disastro! >> Si lamentò mentre lasciava la classe, camminando nel corridoio il sorriso di Claudia si spense, era davvero difficile far finta di essere allegri quando non aveva la minima voglia di farlo, e quel giorno Claudia non voleva sorridere.
Si avvicinò alla macchinetta per prelevare la cioccolata, quando vide Yulian. Era seduto per terra e aveva la faccia tra le mani, Claudia si avvicinò al ragazzo dimenticandosi completamente di prendere la bevanda calda per lei e l’amico.
<< Yulian? Tutto bene? >> Domandò preoccupata, il ragazzo sollevò il viso e Claudia si spaventò. Yulian aveva lo zigomo destro completamente rosso, si vedeva che la crosta era recente, il labbro inferiore spaccato e una bella ferita sul sopracciglio sinistro, coperta a malapena da un cerotto.
<< я себя нехорошо>> Ya sebya nekorosho, Non mi sento bene.
<< Yulian! >> Claudia gli reggeva le mani tra le sue, stava per mettersi a piangere, Yulian aveva mormorato qualcosa in russo che lei non aveva capito.
<< Devo chiamare qualcuno >> Esclamò e fece per muoversi, ma la stretta di Yulian le impedì di alzarsi, il ragazzo aveva stretto così forte le mani di Claudia che lei cominciava a sentire dolore.
<< Non andare, adesso mi passa >> Disse il biondo guardandola, Claudia si sentiva malissimo, ma chi l’aveva ridotto in quello stato? Cos’era successo? Yulian sorrise.
<< Che fai? Piangi? >> Disse lui ridendo lievemente, Claudia non ci aveva nemmeno fatto caso, solo che non aveva mai visto una persona conciata in quello stato, e poi le era venuto spontaneo piangere.
<< No … cioè si, non lo so >> Disse confusa, Yulian sorrise ancora di più.
<< Sei confusa oggi? >> Claudia alzò i grandi occhi verdi al cielo e una lacrima le scivolò lungo la guancia, non poteva asciugarsi il viso perché Yulian le stringeva ancora le mani.
<< Questa è la prima volta che qualcuno piange per me >> Disse lui continuando a sorridere, solo che spostò gli occhi azzurri verso un gruppo di ragazzi che li guardavano straniti, pronti a spettegolare per tutta la scuola.
<< Yulian ma … >> Lui le impedì di parlare.
<< Poggia la tua fronte sulla mia e sta zitta ok? Adesso passa tutto >> Yulian chiuse gli occhi e Claudia decise di obbedire, appoggiò la sua fronte su quella del ragazzo e lo guardò, si era avvicinata troppo a lui, non si conoscevano per niente, eppure lei si era legata, si rendeva perfettamente conto che ormai sarebbe stato un po’ tardi per separarsi.
<< Ma le ferite le hai disinfettate? >> Chiese prendendo a piangere come una bambina piccola, non piangeva da così tanto tempo che aveva quasi dimenticato come fare, si sentiva stupida in quel momento, ma vedere una persona conciata in quel modo era orribile.
<< спасибо>> Spasibo, Grazie…
Claudia non l’aveva capita quella parola, però ritenne necessario restare in silenzio e Yulian convenne lo stesso.
 
Francesco camminava per strada con le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni e la bocca sepolta nella sciarpa di lana, il giubbotto di pelle era aperto e l’aria fredda gli congelava anche le ossa, solo che Francesco non voleva proprio chiuderlo quel cappotto.
Sentì qualcuno litigare ma non alzò gli occhi, cosa gliene importava a lui? Continuò a camminare come se niente fosse, poi intravide una figura rossa sfrecciargli accanto alla velocità della luce e scivolare per terra sull’asfalto bagnato.
Si voltò per vedere chi fosse caduto. Era una ragazza, in testa aveva un cappello rosso fuoco e attorno al collo una sciarpa dello stesso colore, il tipo con cui stava litigando alzò le mani come per mandarla a quel paese e se ne andò lasciandola per terra con le mani scorticate e i jeans bagnati.
<< Serve una mano? >> Chiese Francesco, la ragazza sollevò la testa e Francesco sussultò, era Iliana, qualcuno ce l’aveva con lui, questo era poco ma sicuro.
<< Ce l’hai un ago e un filo? >> Chiese lei guardandosi le mani ferite.
<< Come? >> Chiese il ragazzo stranito.
<< Mi hai chiesto se mi serve una mano, se hai l’ago e il filo, puoi ricucirlo il mio cuore? >> Francesco infilò di nuovo le mani delle tasche dei pantaloni e rimase per terra a guardarla.
<< A patto che dopo sia tu a cucire il mio >> Iliana smise di guardarsi le mani e si alzò in piedi per raggiungere Francesco, il ragazzo aveva nascosto ancora di più la testa nella sciarpa perché stava piangendo. Da quanto era che non piangeva più? Un anno forse?.
Iliana si pulì le mani sui jeans e si avvicinò cautamente a Francesco, ricordava perfettamente tutte le cose cattive che le aveva detto, ma lui stava piangendo e non doveva rimproverarlo, con delicatezza portò una mano sulla guancia del ragazzo e ne asciugò una lacrima, Francesco le afferrò la mano bruscamente e guardò la ferita.
<< Questa devi sciacquarla, altrimenti prende infezione >> Disse lui, prese un fazzolettino dalla tasca del giubbotto e poi lo appoggiò sulla mano della ragazza.
<< Prende infezione? >> Domandò Iliana, Francesco storse il naso.
<< Non fare il pappagallo >> L’ammonì, Iliana lo guardò come un cane bastonato e Francesco alzò gli occhi al cielo, non c’era proprio niente da fare, la bellezza e la gentilezza erano sentimenti che conosceva poco.
<< Mi dispiace sai, per quelle cose brutte che ti ho detto, io ce l’ho con tuo fratello, e non dovrei prendermela con te >> Iliana annuì e strinse il fazzolettino nella mano.
<< Ho con me le cose di matematica, puoi aiutarmi? >> Domandò lei, Francesco annuì e l’aiutò a raccogliere la borsa che era finita per terra, i due presero a camminare diretti verso la casa di Francesco, fuori aveva ripreso a piovere e Iliana cacciò un piccolo ombrello azzurro che faceva a cazzotti con la sua sciarpa e tutto il resto.
<< Vuoi farti notare eh? >> Disse Francesco ridacchiando, Iliana guardò l’ombrello e rise anche lei.
<< Non sono molto brava a combinare i colori >>
<< L’avevo notato >> Rispose il ragazzo svoltando a destra, Iliana lo seguì un attimo dopo.
<< Chi era quel ragazzo che ti ha mollato per terra? >> Domandò Francesco guardando la strada, un gruppo di bambini stava giocando allegramente accanto a loro e ogni tanto li urtavano. Iliana sorrideva a tutti i bambini e Francesco non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse stupida e bella contemporaneamente.
<< Il mio fidanzato >> Rispose Iliana accarezzando la testa di un bambino piccolo, Francesco contrasse le sopracciglia e alzò le mani.
<< Il tuo fidanzato ti lascia per terra a sanguinare? >> Domandò scettico, il bambino con cui stava giocando Iliana fu richiamato dalla madre e la bionda lo guardò andar via.
<< Lui è cattivo, e quando si arrabbia mi picchia >> Francesco rimase sbigottito nel sentirla parlare in quel modo, poi si ricordò del livido che aveva visto addosso alla ragazza.
<< Lascialo! >> Sbottò sbigottito il moro, Iliana lo guardò e fece spallucce.
<< Si, forse dovrei farlo >> Senza accorgersene avevano raggiunto la casa del ragazzo, Serena, la madre di Francesco, se ne stava fuori al giardino con l’ombrello sulla testa e metteva al riparo qualche pianta.
<< Quella è tua madre? >> Disse Iliana indicando la donna, Francesco spostò il suo sguardo sbigottito sulla madre e scosse la testa.
Serena si accorse dei due ragazzi e li salutò con calore, chiedendosi chi fosse quella bellissima ragazza bionda in compagnia del figlio.
<< Entrate? >> Domandò la donna con un bel sorriso.
<< Adesso veniamo mamma >> Rispose Francesco, poi afferrò Iliana per un braccio e la trascinò verso il cortile.
<< Lascialo, altrimenti gli spacco la faccia! >> Tuonò il ragazzo prima di farla entrare in casa sua, se doveva perdere la ragione per quella ragazza russa, allora doveva farlo in piena regola e senza risparmiarsi.
 
Nicola guardava Claudia da più di mezz’ora, aveva provato ad aprire il libro d’università e studiare per quell’esame che rimandava da quattro mesi, ma la sorella se ne stava stesa sul divano con la faccia nascosta nel cuscino e non ne voleva sapere di uscire dal suo nascondiglio segreto.
L’orologio segnava le 19 e 45 minuti, il campanello suonò ma Claudia non si alzò per aprire, così fu costretto a farlo Nicola che non aveva la minima voglia di muovere un solo dito.
Fuori la porta c’era Francesco, indossava una tuta vecchia e sulle spalle aveva appoggiato il suo giubbotto di pelle, era bianco come un lenzuolo e tremava per il freddo.
<< Posso entrare? O vuoi farmi morire qui fuori? >> Chiese il moro battendo i denti, Nicola sorrise e alzò gli occhi al cielo.
<< Oh, lo farei molto volentieri, ma Claudia mi ucciderebbe, e poi tu sei l’unico che la farà uscire dai cuscini >> Francesco aveva già affrontato più volte il problema cuscini, ed era davvero l’unico in grado di tirarla fuori da li, entrò dentro casa e lasciato il giubbotto sull’appendiabiti si avviò spedito verso il divano.
<< Clo? Che c’è stavolta? >> Chiese il moro accarezzandole le spalle, Claudia nascose ancora di più la faccia nei cuscini, non voleva uscire.
<< Devo dirti una cosa importantissima! Esci, per favore >> Niente, era davvero strano, di solito funzionava. Quella sera però Francesco era troppo impaziente per poter aspettare che l’amica uscisse da li sotto, lanciò uno sguardo a Nicola, che capita l'antifona alzò gli occhi al cielo, prese il suo libro e se andò in camera sua a studiare.
<< Oggi ho chiesto scusa ad Iliana, l’ho incontrata per caso in mezzo alla strada, aveva litigato con il suo fidanzato e stava piangendo. >> Mormorò il moro, non voleva alzare troppo la voce per paura che Nicola potesse sentirlo comunque, Claudia sollevò lentamente la testa dai cuscini e mostrò due occhi verdi umidi e rossi.
<< E questa cosa dovrebbe essere bella? >> Chiese la rossa stropicciandosi gli occhi, Francesco scosse la testa e si sistemò sul divano accanto all’amica, era davvero un mistero come facessero ad entrarci entrambi.
<< Mi ha chiesto se avevo un ago e un file per ricucirle il cuore >> Continuò lui ignorando il commento sarcastico dell’amica. << Ho risposte che se lo facevo dopo sarebbe toccato a lei ricucire il mio, e ho pianto, io ho pianto Clo! >>  Claudia si ritrovò a guardare il soffitto, a ripensare a quanto fosse strana la vita, l’anno precedente, quando la storia d’amore di Francesco con quella ragazza era finita, il ragazzo non aveva pianto nemmeno una volta davanti a lei, non si era confidato, non aveva fatto niente, e lei non si era sforzata più di tanto per capirlo.
<< Dopo le ho chiesto scusa, e lei mi ha proposto di riprendere a studiare insieme matematica, mi ha raccontato di avere un fidanzato che la picchia quando si arrabbia >>
<< E tu? >> Domandò Claudia portandosi un braccio sulla fronte.
<< Le ho detto che se non lo lascia sarò io a picchiare lui >> Nella stanza calò il silenzio, fuori aveva ripreso a piovere perché la pioggia batteva rumorosa sulle finestre della villetta, dal piano di sopra si sentiva la voce ovattata di Nicola che ripeteva ad alta voce e si arrabbiava ogni volta che non ricordava qualche nome.
<< Un bel passo avanti no? >> Disse Claudia interrompendo il silenzio, Francesco annuì al suo fianco.
<< E tu? Perché ti sei nascosta nei cuscini? >> Claudia trasse un lungo respiro.
<< Oggi a scuola ho incontrato Yulian … >> Francesco la interruppe subito saltando giù dal divano e trascinandola con lui, caddero entrambi sul tappeto.
<< Che ti ha fatto quell’Ivanov!? >> Scattò subito il moro, Claudia si massaggiò il sedere e gli lanciò un’occhiataccia, ma subito si rattristò.
<< Cos’hanno fatto a lui piuttosto >> Disse la rossa abbassando gli occhi, Francesco abbandonò subito l’aria da bodyguard e ritornò serio e tranquillo.
<< Non ho mai visto una persona conciata in quel modo, e mi sono sentita così male Checco! Come se avessero fatto del male a una parte del mio cuore >> Le pizzicavano di nuovo gli occhi se ripensava a Yulian, voleva chiamarlo ma non aveva il suo numero, voleva correre da lui ma non sapeva dove abitasse.
<< Siamo messi molto bene io e te, comincio a pensare che la maledizione del’Ivanov sia reale >> Rispose acido il moro, Claudia sorrise e lo spinse lievemente, Francesco sorrise a sua volta e le restituì la spintarella.
<< Ah, se non avessi te >> Disse lui alzando gli occhi al cielo, Claudia lo abbracciò forte.
<< Resti a mangiare da me stasera? >> Chiese pizzicandogli le guance, Francesco provò ad annuire, ma con Claudia che gli tirava le guance era davvero difficile.
Un’oretta dopo i tre si misero a tavola, quella sera aveva cucinato Nicola dato che Luna aveva il turno di notte, anche quella giornata era passata come le altre.
   
 
 
 Effe_95

Questo capitolo lo dedico a Martina per il suo compleanno, lo so che non è molto allegro, ma spero ti piaccia ;) 
 
  

  
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