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Autore: telesette    16/02/2013    3 recensioni
Cosa sarebbe successo quando Malfoy ha chiamato Hermione "mezzosangue" se, invece di rimanere vittima della sua bacchetta difettosa, Ron fosse riuscito a dare il fatto suo a quell'antipatico ? E cosa succederebbe se, per vendicare l'onore dell'amica offesa, Ron accettasse la sfida di Draco di misurarsi contro un noto mago campione di scacchi ?
Cambiando dunque la celebre scena de "La Camera dei Segreti", ecco quanto ho sempre immaginato che accadesse...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Contesto generale/vago
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Ormai Ron non poteva più aggiudicarsi la vittoria finale, avendo perso la prima volta e pareggiato nella seconda.
L'unica possibilità per lui di non uscirne sconfitto era di aggiudicarsi la terza ed ultima partita.
Era noto che, al vertice delle classifiche mondiali, solamente quattro maghi erano riusciti nell'impresa di battere Krumnick. Già il fatto che Ronald fosse riuscito ad aggiudicarsi una Patta era di per sé incredibile, ma batterlo significava realizzare un'impresa a dir poco impossibile.
Di colpo i Serpeverde smisero di sghignazzare, tutti a bocca aperta per lo stupore, tanto che Draco dovette assestare a Tiger e Goyle uno schiaffo ciascuno per riscuoterli dallo sguardo ebete che avevano.

- Maledetto Weasley - sibilò il biondino con odio. - Goditelo ora, perché è l'ultimo momento di gloria per te!

No, Weasley non poteva vincere contro Krumnick.
Malfoy rifiutava anche solo l'idea di una simile eventualità.
Krumnick non poteva perdere contro un lurido Grifondoro morto di fame.
Era assolutamente impensabile che Weasley riuscisse a battere un giocatore del suo livello, e quella Patta era certo dovuta ad un semplice colpo di fortuna.

- Perderai - mormorò ancora Malfoy. - Dovrai leccare la suola delle mie scarpe, fino a farla tornare lucida; imparerai cosa vuol dire mettersi contro di me, ti farò pentire di aver osato mettermi addosso le tue sporche manacce, così come farò rimpiangere a quella sudicia mezzosangue della tua amica di essere nata!

Ignaro dei commenti di quel viscido snob, Ronald mantenne la più totale concentrazione.
L'aver appena "pareggiato" con Krumnick certo era servito a galvanizzarlo, ma non al punto da farlo sentire troppo sicuro di sé. Le sconfitte di Krumnick si contavano sulle dita di una mano, era come pretendere di sconfiggere il Vento soffiandoci contro. Tuttavia Ron doveva vincere, per non dover chinare la testa dinanzi a Malfoy.
Doveva vincere assolutamente.
Doveva farlo per sé, per i Grifondoro e anche per lei...
Non si trattava più solo di una semplice partita a scacchi: vi erano anche una forte questione di orgoglio, vecchi torti da raddrizzare, e soprattutto l'onore di un'amica offesa. Probabilmente Malfoy avrebbe trovato il modo di rimangiarsi la sua promessa, anzi era addirittura scontato, in ogni caso Ronald intendeva uscire da quella sfida a testa alta.
La terza partita fu ancora più serrata delle precedenti.
I giocatori impostarono attacco e difesa in modo impeccabile, giungendo addirittura oltre ben cinquantadue mosse consecutive; tanto che la scacchiera diventò quasi incandescente, mentre i pezzi venivano via via distrutti uno dopo l'altro; lo scontro era perfettamente equilibrato, senza esclusione di colpi, e solamente uno Scacco Matto avrebbe deciso l'esito dello scontro.

- Coraggio Ron, ce la puoi fare - mormorò Harry.
- Non ce la farai, Weasley - fece Draco, scuotendo il capo.
- Metticela tutta, Ron - sussurrò Hermione fiduciosa. - Puoi farcela, so che puoi farcela!

La partita era giunta ad un momento decisivo.
I due contendenti avevano praticamente sacrificato tutto il rispettivo arsenale, comprese le Regine e le Torri, cosicché si trattava di "promuovere" i Pedoni rimasti per chiudere in modo definitivo.
Ron aveva guadagnato ben due mosse di vantaggio, portando il suo Pedone ad un passo dalla Promozione, ma improvvisamente si rese conto della "trappola"...
Che stupido, come aveva fatto a non capirlo prima?
Krumnick non aveva bisogno di vincere la terza partita per aggiudicarsi la sfida, era già in vantaggio di un punto su Ron, perciò aveva deciso di proposito di pianificare molto elegantemente un altro Stallo e dimostrare così la sua superiorità tattica. Portando infatti il suo Pedone sulla traversa di fondo, Ron poteva "promuoverlo" come Regina ma... non potendo effettuare contemporaneamente lo Scacco, ed essendo il bianco impossibilitato a muovere in risposta, la partita si sarebbe chiusa un'altra volta in parità. Krumnick si sarebbe aggiudicato la vittoria, per il punto ottenuto nel primo turno, e Ron avrebbe dovuto sottostare suo malgrado alle condizioni di Malfoy.
Ormai era finita, purtroppo.
Aveva dato il massimo, non era bastato evidentemente.
Krumnick era ad un livello troppo più alto, perché Ron potesse anche solo sperare di batterlo.
Peccato!
Pensare che ci era arrivato così vicino, praticamente ad un passo, e dover cedere proprio adesso.
Ronald sospirò, guardando sconsolato il Pedone che avrebbe dovuto assicurargli la vittoria, dandosi mentalmente dello sciocco per non aver previsto subito le reali intenzioni dell'avversario.

- Mhm ?!?

Il Pedone, la traversa di fondo, la Promozione...
Certo, una Regina avrebbe "bloccato" ogni possibilità di movimento per il bianco, ma la regola non prevedeva che il Pedone fosse obbligatoriamente promosso come Regina.
Ancora una volta la soluzione era lì, sotto i suoi occhi e a portata di mano, così evidente da essere sfuggita persino a Krumnick. Questi infatti era sicuro di avere già la partita in tasca. Per un attimo sorrise, quando Ron ordinò al Pedone di promuovere sulla traversa di fondo, ma il suo sorriso si tramutò in stupore non appena l'avversario dichiarò il pezzo che intendeva "promuovere"...

- Pedone in A2... TORRE !!!

Una Torre, non una Regina, una Torre.
Con quella scelta di promozione, il piano di Krumnick crollava completamente: adesso infatti il bianco era obbligato a muovere e, applicando altre due mosse consecutive, Ronald Weasley poteva dare effettivamente Scacco Matto al campione.
Sportivo e cavalleresco fino all'ultimo, Krumnick riconobbe la propria sconfitta e si alzò per tendere la propria mano a Ron.

- Congratulazioni - esclamò. - Davvero un'ottima partita!

Le ovazioni che giunsero dai Grifondoro, una volta compreso che Ron aveva effettivamente concluso alla pari la sfida con Bradimir Krumnick, furono tali da riempire l'intera Sala Grande con un frastuono assordante. Malfoy non poteva credere ai suoi occhi, la mandibola aperta per lo stupore, mentre Tiger e Goyle si misero a battere le mani distrattamente per un riflesso incondizionato... dal momento che tutti stavano applaudendo.
Silente si avvicinò per decretare il pareggio ufficiale, tanto importante per Hogwarts quanto una vittoria vera e propria, mentre Ron ancora faceva fatica a rendersi conto di aver effettivamente giocato alla pari col quinto campione di scacchi del Mondo Magico.

- Complimenti, signor Weasley - disse il preside, ponendo la mano sulla spalla ancora tremante del ragazzo.
- Mi raccomando - fece Krumnick, strizzandogli l'occhio. - Mi aspetto una prestazione ancora migliore da te, quando giocheremo la rivincita!
- Eh, come... che... che ore sono?

Incapaci di trattenersi oltre, Fred e George guidarono personalmente la carica dei Grifondoro nel sollevare Ron in trionfo. Tutti presero a tirarlo e strattonarlo, alcuni perfino a baciarlo, e solo dopo molte proteste il giovane campione riuscì ad ottenere che lo rimettessero giù.
Lacrime di commozione e felicità scesero anche sul volto di Hermione, che attraversò subito la sala per unirsi anche lei ai festeggiamenti, e fu allora che Ron la vide corrergli incontro. D'istinto fecero per abbracciarsi ma, rammentando ciò che si erano detti, si bloccarono di colpo.
Il peso del rimorso valeva per tutti e due, in quanto tutti e due avevano avuto modo di riflettere negli ultimi giorni, e adesso dipendeva tutto dalla loro volontà di riconciliarsi o meno.

- Ron, io...
- Hermione, io...

Uno sguardo pieno di comprensione reciproca.
Il perdono negli occhi di entrambi.
Hermione e Ron non avrebbero potuto esprimere più chiaramente ciò che provavano, neppure con centomila parole.
Harry sorrise della loro espressione, felice che i due amici si fossero finalmente chiariti, e non riusciva ad immaginare per Ron un "premio" migliore di quello. Entrambi si sentivano ancora troppo timidi, per confessarsi l'un l'altra un sentimento troppo più grande di loro. Erano poco più che dei bambini, sebbene alle prese con un affascinante mistero da scoprire giorno per giorno, ben lungi dall'essere pronti ad affrontare di colpo una realtà che li attirava e li spaventava allo stesso tempo.
Forse era meglio aspettare.
Forse non era ancora il momento per certe dichiarazioni.
Chissà...
L'unica certezza era sul volto sorridente di Hermione e nello sguardo luminoso di Ron.
I loro cuori sapevano già, quello che le loro labbra rifiutavano di ammettere, ma avrebbero atteso il momento con pazienza.
Senza fretta, senza precorrere i tempi, solo così quei due sarebbero riusciti finalmente a trovarsi.

FINE

ANGOLO AUTORE:
Ringrazio calorosamente l'amica Gina Ciriegi su Facebook, per avermi aiutato enormemente nel portare a compimento questa fic iniziata quasi tre anni fa. Senza la sua collaborazione, probabilmente avrei rimandato per chissà quanto altro tempo ancora. Grazie anche a tutti/e coloro che continuano a scrivermi e ad inviarmi le loro richieste, consigli e suggerimenti...
C'è solo una cosa che mi viene in mente, per rispondere ai vostri dubbi e alle vostre domande.
Continuate a scrivere, scrivere e scrivere sempre, e soprattutto a condividere le vostre storie a dispetto di chi non vuole!
Non è del sottoscritto che avete bisogno, di questo ve lo posso assicurare, bensì di immaginare una storia qualsiasi e sarà questa a prendere vita assieme a voi.
^__^ Alla prossima fanfiction!

DADO

   
 
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