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Autore: Sophie Hatter    27/09/2007    4 recensioni
Lord Voldemort ha affidato il primo compito importante ad un suo giovane seguace.
Regulus Black si avvia verso la sua missione completamente ignaro di ciò che lo aspetta.
Genere: Sovrannaturale, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro, personaggio, Regulus, Black, Regulus, Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Chi sei

“Chi sei?” mormora il ritratto, muovendo appena le labbra, con una voce acuta e sottile che sembra quasi confondersi con il cigolio di una porta. La osservi ad occhi sbarrati, completamente immobilizzato dalla paura, senza sapere più che fare. Non riesci più a capire che diavolo ti sta succedendo.

 

“Che cosa vuoi da me?” chiedi, con asprezza mista a terrore, mentre indietreggi di qualche passo verso la porta, continuando a tenere puntato il fascio di luce della bacchetta contro il dipinto. La donna sorride sollevando il capo, con aria lugubremente soddisfatta, come se fosse finalmente riuscita a farti cadere in trappola.

“Sei il figlio di Walburga, vero? Il secondo”.

Sobbalzi. Come diavolo fa a saperlo?

“Conoscevo tuo fratello, Sirius. Gli assomigli molto”.

Un moto di rabbia ti fa salire il cuore in gola. Non è vero, tu e Sirius siete completamente diversi. Sirius non sarebbe così spaventato, di fronte a tutto questo.

“Hai visto tutto?”

“Che intendi per tutto, il cimitero e il resto? Sì, ho visto tutto! Ma forse Sirius non ti ha detto una cosa, e cioè che io sono un…”

“So cosa sei”.

 

Cala il silenzio, non sai più che dire. È sconvolgente, tutto questo.

 

“Non sei l’unico che per la sua famiglia d’appartenenza è entrato in contatto con determinati soggetti”.

Oh, certo, e con questo intende dire che anche lei ha subito lo stesso identico destino. Smistata a Serpeverde perché sua madre era una Yaxley, discendente di una delle poche famiglie Purosangue non ancora estinte, compagna di scuola di Voldemort e assetata di vendetta.

“Ma tu hai visto”.

“E questo che cosa c’entra?”

“Che sai come poter sconfiggere Voldemort, lo sai perché io te l’ho fatto scoprire. Ho programmato tutto quando Voldemort si è messo a darmi la caccia, prima di cominciare a nascondermi come voleva Silente, prima di aspettare il suo arrivo per cercare di vendicarmi…”

Ma lei è lì, morta.

Un ritratto parlante.

“Non ci sono riuscita, come puoi facilmente immaginare”.

Osi guardarla negli occhi cercando di non tremare, stringendo i pugni intorno ai lembi del tuo mantello.

“E secondo te dovrei farlo io?” ribatti, irato. Potrà anche aver conosciuto Sirius, questa donna, ma non conosce te, affatto, non sa che i vostri caratteri sono diametralmente opposti e che tu sei stato destinato a fare scelte diametralmente opposte alle sue…

“Dovresti cacciarmi, io sto dalla sua parte!” esclami.

Dorcas Meadowes ti guarda con intensità.

“Fino al punto in cui ti chiederà di torturare degli innocenti… di uccidere qualcuno solo per dimostrare fino a che punto sei in grado di spingerti… di scagliarti perfino contro i tuoi familiari? Se ti chiedesse di ammazzare tuo fratello Sirius a sangue freddo tu lo faresti, Regulus? Perché è questo che ti verrà chiesto tra poco, nella posizione in cui ti trovi ora non hai ancora visto niente…”

“Sì, invece, ho visto quello che hanno fatto gli altri, e…”

“E quando toccherà a te? Sarai in grado di adempiere agli ordini senza battere ciglio?”

 

Non riesci a rispondere. Non ci riesci. Non puoi immaginare, che cosa significherà per te.

Ha detto che ti chiederanno di ammazzare Sirius. Perché è un reietto, perché è un nemico. Ammazzarlo. Non rubargli le lettere dei suoi amici come facevi da piccolo perché eri geloso, Regulus. Ti chiederanno di ammazzarlo. Potresti mai fare una cosa del genere?

 

 

Lo sai.

 

 

“Che cosa devo fare?” domandi, e il cielo viene squarciato da un lampo. Gli occhi ti si offuscano di nuovo di lacrime, mentre il ritratto continua a fissarti.

 

“Devi scegliere” risponde la voce acuta, sussurrata, il cui fruscio quasi rimbomba nel vuoto delle pareti. Devi scegliere. Devi scegliere.

 

“Io non voglio… io non voglio ammazzare nessuno” rispondi, tenendoti il volto fra le mani. Non vuoi, non l’hai mai voluto. Volevi solo riuscire a far sentire Sirius inferiore di fronte a te. Perché tu avevi tutto e lui non aveva niente. Volevi solo essere all’altezza di ciò che i tuoi genitori si aspettavano da te.

 

“Non potrai mai dire questo di fronte a Voldemort. Forse non avresti dovuto essere tu a finire qui e a scoprire quello che io già sapevo, ma tu sei entrato al suo servizio e probabilmente sai cose che io ignoravo completamente. Puoi sfruttare le informazioni e batterti contro di lui, tentare di distruggerlo prima che lui lo faccia con te. Oppure puoi aspettare che ti annienti nel momento in cui la tua coscienza ti impedirà di eseguire i suoi ordini”.

 

Si tratta di una scelta pericolosissima, Regulus.

Ti metterai a repentaglio. Te, la tua vita, la tua reputazione. Ti condannerai a morte. Andrai contro tutto ciò che hanno cercato di insegnarti in questi diciotto anni.

 

Ma solo tu puoi renderti conto di ciò a cui stai andando incontro se prosegui su questa strada.

 

Sono stati bravi a edulcorare la questione, con te. Non ti hanno parlato di cose simili. Hai conosciuto la storia di questa donna, sai che hanno fatto ammazzare suo padre solo perché aveva avuto un diverbio con un Mangiamorte. Che i suoi nonni sono morti da innocenti, assassinati da un mago di cui Voldemort ha seguito le orme. Tu non hai mai desiderato uccidere, e mai pensavi che te l’avrebbero chiesto. Troppo giovane, troppo in basso nella gerarchia. Ma arrivati a un certo punto, o si sale di gradino o si è buttati fuori. E se ti chiederanno di uccidere Sirius…

 

 

Hai sempre voluto fare la cosa più importante e più giusta, Regulus.

 

 

“Va bene. Lo farò”.

 

Il dipinto sorride. Stavolta sembra un vero sorriso, nonostante il buio delle ombre che le oscurano il volto.

 

“Prendi tutto ciò che può esserti utile e poi distruggi questa casa, come ti era stato ordinato. Indaga sul passato di Voldemort. Cerca di scoprire dove può aver nascosto i suoi Horcrux”.

“E tu, che cosa…?”

“Ho portato a termine il mio compito, ora è tempo che il mio spirito lasci definitivamente la Terra”.

 

Annuisci. Non conosci tutte le dinamiche del processo, ma riesci a comprendere. Ti rendi conto che ora tocca a te. È giunto il tuo turno, i morti devono riposare in pace.

 

 

“Addio” mormori, prima che l’immagine di Dorcas Meadowes svanisca dal ritratto. Sai che non la ritroverai più, nemmeno nelle fotografie posate sulla mensola del suo caminetto. Sai che devi cavartela da solo. Che andrai fino in fondo, perché questa è una tua scelta.

 

 

 

 

Qualche ora dopo, quando le prime luci del mattino iniziano a farsi vive, quando la pioggia ha smesso di scrosciare e ti rimane soltanto il freddo addosso, osservi la casa bruciare dall’altra parte della strada, immobile.

 

Tieni un libro sotto il braccio e reggi un vaso d’argento con l’altro.

 

 

Ti guardi intorno più di una volta per assicurarti che non ci sia nessuno a tenerti d’occhio, prima di compiere quell’operazione.

 

Poi rovesci il contenuto del vaso a terra, dove il liquido argenteo svanisce sollevando sottili volute di fumo. Ti sembra quasi di intravedere il volto di Dorcas Meadowes, lì in mezzo, per un breve attimo.

Ma sai che in realtà è tutta suggestione.

 

 

Ora sei solo, Regulus.

 

Nessuno dovrà sapere ciò che stai progettando di fare.

 

È giunto il momento di tirare fuori il tuo coraggio.

 

 

 

 

***fine***

 

 

 

 

Nota di fine fanfiction: mi sono sempre chiesta che cosa ci potesse essere dietro quel personaggio a malapena nominato, Dorcas Meadowes, “uccisa personalmente da Voldemort”. Considerato che Voldemort non si scomoda ad uccidere chicchessia, ho pensato che ci dovesse essere per forza qualcosa sotto. Ovviamente, tutto ciò che ci ho costruito sopra è solo una speculazione; collocarla a Serpeverde, comunque, non è stata una scelta casuale, ho deciso consapevolmente di provare ad incarnare in lei il riscatto di questa Casa. Non è proprio possibile che tutti coloro che ne uscivano diventassero maghi Oscuri.

Per quanto riguarda i compagni di scuola di Voldemort, mi sono attenuta a quanto viene detto nel Principe Mezzosangue (dove vengono citati Avery e Lestrange, che io ho dedotto fosse Rabastan, in quanto se fosse stato Rodolphus sarebbe stato un marito un po’ troppo vecchio per Bellatrix – okay che la Rowling non sa la matematica, però io ho pensato di aggiustare le cose in questo modo). Per quanto riguarda invece il cognome della madre di Dorcas, l’ho ripreso direttamente dall’albero genealogico dei Black, immaginando che si trattasse di una famiglia Purosangue. Nient’altro da dichiarare, se non sperare che la storia vi sia piaciuta.

 

   
 
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