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Autore: AsfodeloSpirito17662    12/04/2013    12 recensioni
"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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EPILOGO


I never understood before

I never knew what love was for

My heart was broke, my head was sore

What a feeling


Tied up in ancient history

I didnt believe in destiny

I look up you're standing next to me

What a feeling


(Brighter than the sunshine, Aqualung)




TRE ANNI DOPO


"Blaise non la trovo, dov'è la mia camicia?!" i capelli di Neville sono sparati da tutte le parti per l'agitazione. Inutile essersi pettinato con impegno, dovrà farlo di nuovo.


"Hai controllato sotto il comodino? L'ultima volta l'hai ficcata lì , ma ancora devo capire come ci sei riuscito" dice l'interpellato, rimirando la sua perfetta figura allo specchio. Con un cipiglio contrariato, liscia il colletto della camicia e passa le mani sul maglione scuro.


"Sì, ho controllato e non c'è! Oddio, faremo tardi, faremo tardi, me lo sento!" solleva per aria coperte e lenzuola, alla disperata ricerca del pezzo mancante. In camera sembra essere esplosa una bomba.

Tramite lo specchio, Blaise lo osserva e stringe le labbra in una linea sottile. A distanza di anni, ancora mal sopporta il caos che il Grifondoro riesce a creare con tale sconcertante maestria. Non lo sopporta, proprio non ce la fa. Schiocca la lingua contro il palato.


"No, mio caro, tu farai tardi. Io andrò, con o senza di te"

"Sei cattivo!"


Blaise arcua le sopracciglia con aria menefreghista, minimamente toccato. Si volta verso il compagno ed incrocia le braccia contro il petto.


"E tu sei disorganizzato. E' dalla sua fondazione che Hogwarts inizia il ciclo scolastico il primo di settembre. Avresti dovuto prepararti con anticipo!"

"Non è colpa mia se stamattina mi sono svegliato tardi! Qualcuno si è alzato senza chiamarmi e sempre quel qualcuno ha avuto la brillante idea di fare le ore piccole!" Neville apre i cassetti del settimino, cominciando a cacciare fuori qualsiasi indumento: lo sparpaglia senza pietà oltre le spalle.

Blaise stringe con due dita la sella del naso, ammirando le mirabolanti giravolte che pantaloni e magliette compiono nell'aria prima di ricadere a terra. Il segreto è respirare, Blaise. Respira.


"Qualcuno mi ha detto che sembravi apprezzare le ore piccole!"

"Blaise!"

"Hai iniziato tu, è inutile che ora ti fai andare a fuoco le orecchie come fossi la vittima"


La porta si spalanca di botto.


"Buon giorno colombelle!" un trillo gioioso ed euforico invade la stanza. Neville distoglie lo sguardo dai cassetti e fulmina suo cugino sulla soglia.

"Alberic! Piantala di entrare in camera mia senza bussare!"

"Neville, tortorella mia, non è la prima volta che ti vedo senza camicia, sai?" civetta quello, sfarfallando le ciglia con una faccia da figlio di buona donna.

"Non è questo il punto!" lo rimbecca Neville, un po' acido. Alberic si lascia scivolare addosso il suo tono antipatico come fosse aria e stende le labbra in un sorriso mozzafiato.

"Come stai, anatroccolino?

"Che cosa vuoi?!"

"Il tuo tono mi ferisce. Ero accorso in tuo aiuto, ma evidentemente non ne hai bisogno..." rimira le proprie unghie con una certa nonchalance, restando appoggiato con una spalla allo stipite della porta, le caviglie incrociate.

"Sei solito accorrere in mutande, in aiuto della gente?! Vestiti, per la decenza di Godric e non irritarmi, sono già in ritardo!"

"Quindi questa non ti serve, mio piccolo colibrì?" da dietro la schiena tira fuori qualcosa, che fa sventolare davanti gli occhi del cugino. E no, il fatto di essere visto da terzi in mutande, non lo turba nemmeno un po'.

"La mia camicia! Dove l'hai trovata?!"


Neville si tuffa verso di lui nel tentativo di riprendersela, ma la sua proverbiale goffaggine gli fa guadagnare una poderosa ginocchiata contro il bordo del letto.

Lui impreca.

Alberic ammicca.

Blaise ride.


"Non ti agitare rondinella, vogliamo che tu possa arrivare intero dal vostro giovin usignolo in procinto di spiccare il volo, non è così?"

"Perché la tua vasta conoscenza sulle specie di volatili che usi per rivolgerti a Neville, mi lascia sempre inquieto?" il Serpeverde si intromette in quello scambio di battute con tono piuttosto serafico.

"Perché, Blaise, sei gay. E i gay amano gli uccelli, non lo sapevi?" gli occhi azzurri di Alberic brillano di gioia.

"ALBERIC!" esclama il Grifondoro, con evidente indignazione.

"Nev, passerottino, se non respiri ti esploderà qualche vena nei pressi della fronte, ne sei conscio?"

"Dammi la mia maledetta camicia e vattene prima che ti uccida con le mie mani!" gesticola furiosamente, cercando di certo la bacchetta per affatturare una volta per tutte suo cugino.

"Come vuoi. Ma sappi che te l'ho stirata io. Con tutto il mio magico amore"


Alberic chiude la porta in tempo per evitare che Neville gli stringa le mani attorno alla gola. Mentre infila la camicia, nota che Blaise lo sta osservando con un sorriso sulle labbra, attraverso lo specchio nel quale è riflessa la sua immagine.


"Cos'hai da ridere?!" sbotta allora, allacciando malamente i bottoni, cosa che lo costringe a ripetere l'operazione da capo.


"Qualche anno fa ti ho detto che sei buffo?"

"Ancora questa storia?!"

"Rimangio quello che ho detto. Sei una comica Paciock, sul serio. E penso di stimare tuo cugino"

"Ricordarti che stai con il cugino di Alberic, non con lui! Vi affatturo entrambi!"

"Oh-oh, saremo mica gelosi?"


Neville avvampa fino alla radice dei capelli e chiudendosi in uno stoico silenzio, continua a vestirsi senza più degnare Blaise di uno sguardo. E' grazie a questo che il Serpeverde riesce a coglierlo di sorpresa, raggiungendolo alle sue spalle. Gli passa le braccia intorno al collo e lo attira contro di sé, facendo aderire il petto alla schiena calda di Neville. Con le labbra ancora tese in quel sorriso soffice che addolcisce i suoi lineamenti, scende con la bocca a sfiorargli la pelle del collo, morbida e liscia. Lo sente rilassarsi contro di lui. Deposita un leggero bacio sulla gola scoperta e respira contro la sua pelle con un'espressione così serena che se Neville la vedesse, perderebbe sicuramente un paio di battiti.

E' questo il posto dove voglio stare. Da nessun'altra parte tranne che qui.

Lì, con le braccia strette intorno al corpo del Grifondoro, con il suo odore sotto al naso e con il sapore della sua pelle sulle labbra.

E' quello il suo posto.


Neville, durante gli anni, ha smesso di temere il punto interrogativo che all'inizio lo ha tormentato, perché silenziosamente è certo che loro due siano diventati un punto esclamativo, anche se a voce non hanno mai ammesso nulla. Ma non ce n'è bisogno, a lui sta bene così e finché può bearsi del calore di Blaise contro di lui, andrà tutto maledettamente bene.


*


"Oh, eccoli! Li vedo! Aspettate qui, gli vado incontro!"


Blaise dà una leggera gomitata a Neville, indicandogli con un cenno del mento Benjamin che si dirige verso di loro, sbracciandosi per farsi vedere in mezzo alla bolgia che affolla il binario. Il Grifondoro si concede un sospiro di sollievo, mentre il terrore di aver fatto troppo tardi gli scivola di dosso come una coperta spiacevole da stringere.


"Ehy Ben, come stai?" domanda il ragazzo con gentilezza, sinceramente lieto di vederlo.


L'uomo ricambia il sorriso di Neville e saluta con un accenno della testa anche Blaise.


"Tutto bene! Pensavamo che non ce l'avreste fatta, il treno parte tra tre minuti esatti! Sarebbe stata una tragedia, Math ci tiene molto, anche se..." abbassa il tono della voce e si getta uno sguardo alle spalle, controllando di essere a debita distanza dalle orecchie del suo primogenito "... anche se non lo ammetterebbe mai, nemmeno sotto tortura" conclude con aria confidenziale, aggiungendo una breve risata divertita.


"Io ce l'avrei fatta di sicuro, ma non garantisco per altri" Blaise sogghigna, adocchiando Mary qualche metro più avanti intenta ad acciuffare il figlio più piccolo, eccitatissimo a causa di tutto quel movimento.


Neville schiarisce fastidiosamente la gola e lo ignora elegantemente, continuando a parlare con Ben.

Stronzo. Sono innamorato di uno stronzo. O forse lo stronzo sono io a questo punto?


"Ok, allora sbrighiamoci, non ci resta molto tempo"


Benjamin annuisce e seguito dai due ragazzi, si avvicina alla sua famiglia. Dennis sta pestando i piedi per terra, pretende di salire su quel treno e pretende di farlo insieme a suo fratello.


"Dennis, salirai anche tu su quel treno, ma tra tre anni" esclama sua madre, con un tono di voce così esasperato da far ridacchiare Ben sotto i baffi. Lui è quello che i suoi figli li difende sempre e comunque. Mary combatte una battaglia già persa in partenza.


"Io voglio farlo adesso!" protesta quello, stringendo le braccia al petto con aria corrucciata.

"Adesso non puoi, non hai l'età adatta e non è come se tuo fratello starà via per tutta la vita! Tornerà per le vacanze di Natale e forse qualche fine settimana, sai?"

"E io che faccio da solo tutto questo tempo?!" il bambino sgrana gli occhi e piagnucola senza vergogna. Mary rimane qualche istante interdetta, ma cerca comunque di essere ragionevole.

"Come sarebbe a dire, da solo? Ci siamo io e papà!"

"Figurati, che barba!" Dennis rotea gli occhi verso il cielo e si imbroncia con cipiglio testardo; sua madre sospira, invocando la sacrosanta pazienza, la stessa che spesso invoca anche Neville ed è solo in quel momento che si accorge del loro arrivo. Subito il suo volto si illumina di un bellissimo sorriso e bando ai convenevoli, si avvicina per schioccare un bacio sulla guancia di entrambi.

Blaise ha imparato a conoscere l'esuberanza di quella donna, ma ciò non vuole dire che vi si è abituato, difatti si mostra un po' rigido a quella confidenza. Fortuna che c'è Neville a valere per due! La Signora Moore infatti, è solita spargere amore e gioia sia a destra che a manca e potrebbe benissimo fare concorrenza ad un maledetto leprecauno.

Le labbra del Serpeverde si stirano in un sorriso cortese, ma la sua attenzione è già tutta per qualcun altro. Dietro Mary, Mathias lo guarda con un'espressione sufficientemente nera.


"Vi siete degnati allora" si scolla controvoglia dal palato, schioccando la lingua.

"Il fatto che tu abbia pensato il contrario mi offende" replica Blaise, arcuando le sopracciglia.


Mathias resta in silenzio per qualche secondo ad osservarlo, ingaggiando con lui una battaglia di sguardi.


"E' colpa di Neville, non è vero?" soffia monocorde ad un certo punto.

"Come sempre, aggiungerei" Blaise è piuttosto eloquente.


Mathias sbuffa, mentre viene raggiunto anche dal Grifondoro, sentitosi tirare in causa.


"Ehi, Math! Allora, sei nervoso? Eccitato? Felice? Cosa si cela sotto quello strato di 'che noia vorrei essere altrove'?"


L'interpellato, vedendosi sommergere da tutte quelle domande, raggruma le labbra con espressione poco entusiasta; tuttavia, il modo in cui il suo sguardo corre a destra e sinistra, come a non volersi lasciare sfuggire nessun dettaglio, la dice ben lunga sulla sua impazienza. Difatti, tra i presenti, nessuno si lascia ingannare dalla sua assenza di entusiasmo. Oramai, tutti conoscono Mathias... e nessuno vorrebbe cambiare una virgola, di lui.

E' sempre stato un bambino speciale.

Il ragazzino si stringe nelle spalle gracili ed inconsciamente si accosta di più a sua madre. Sorridendo bonariamente, Mary gli circonda le spalle con un braccio e sfrega con forza la sua spalla, imprimendo coraggio.


"Vedremo..." commenta con un'aria diplomatica che fa tanto Blaise. Neville lo nota e non può fare a meno di scoppiare a ridere. Durante quegli anni che hanno trascorso insieme, dividendolo con la famiglia Moore, ha notato come Mathias sia riuscito ad assorbire alcune caratteristiche delle persone che lo circondano. Ringrazia mentalmente che da lui abbia preso ben pochi vizi.

Il treno accanto a loro sbuffa rumorosamente, il brusio della banchina sembra addirittura aumentare. Nell'aria serpeggia all'improvviso una certa frenesia e Mary, stringendo maggiormente la spalla di suo figlio, prende in mano la situazione.


"Vieni Math, credo sia arrivato il momento che tu vada a prendere posto. Sembra manchi davvero poco..." commenta, con aria un po' spaesata. Anche per lei è un'esperienza nuova, del resto, ha solo frequentato Hogwarts... ma non ci ha mai spedito nessuno dei suoi due figli.

Tutta la combriccola si muove, raggiungendo così l'entrata del vagone più vicino. Dennis inizia seriamente a piagnucolare e Ben, accanto a lui, gli accarezza i capelli chiari con un sorriso intenerito. Mary sembra intenzionata a non mollare più la presa sulla spalla di Mathias, ma lui non le dice niente; piuttosto, allunga una mano verso il fratello più piccolo e gli fa cenno di avvicinarsi. Dennis non se lo fa ripetere due volte, ha imparato che certe iniziative, da parte del fratello, sono perle rare. E' per questo che gli si fionda addosso, stringendolo in una morsa quasi mortale. Mathias barcolla sotto la sua irruenza, ma gli stringe comunque le braccia per allontanarlo quanto basta a guardarlo in viso.


"Smettila di piangere" decreta con un cipiglio severo ed un tono di voce fermo. Dennis tira su con il naso, continuando a fare l'esatto contrario.

"Ma io..." pigola, la voce tremolante, "...io voglio venire con te!"


Mathias lo trascina un paio di passi più in là, come voglia avere una sorta di privacy. I signori Moore, Blaise e Neville fanno finta di niente, guardandosi intorno con forzata casualità. A parte Blaise, sono tutti dei pessimi attori. Mathias sospira con una certa gravità e tiene il fratello per le spalle.


"Lo sai che posso fidarmi solo di te, Den. Se vieni con me, poi a chi la lascio la mia scopa, eh? Te l'ho affidata per questo! Proprio perché quelli del primo anno non ne possono avere una personale! Vuoi che la lasci a papà? Vuoi che lo faccia? Lo sai cosa succede quando papà si avvicina ad una scopa! Io credevo di poter contare su di te!"


Dennis annuisce freneticamente ed anche con espressione un po' impaurita. Ben smette di fare il vago e li inquadra con aria interdetta. Cosa stanno insinuando?!


"Per non parlare della mamma" aggiunge Mathias implacabile, "Sarebbe capace di portarla alla boutique ed usarla come appendi abiti. Ti rendi conto della gravità della situazione, Den? Del sacrilegio che compiresti nel lasciarla incustodita? Sei la mia unica speranza. Dimmi che non mi sono sbagliato a fidarmi di te!"


I Signori Moore si scambiano uno sguardo che dire comico sarebbe riduttivo. Dennis drizza la schiena e si impettisce; nonostante i lacrimoni negli occhi chiari, si batte una mano sul petto con fare pomposo e lo guarda deciso.


"Ci penso io, Math! Non farò avvicinare nessuno, te lo prometto!" esclama, sentendosi importante come poche volte è successo. Mathias sorride, scompigliandogli affettuosamente i capelli. Si china su di lui e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Quel qualcosa è veramente una bomba, perché Dennis sgrana gli occhi, grida di gioia ed inizia a saltellare in giro come un esaltato. Il tutto in quest'ordine.


"Davvero davvero davvero?!" domanda il bambino, con un sorriso che parte da un orecchio e termina all'altro.

"Lo sai che quando dico una cosa, la faccio. Ma tu devi compiere bene il tuo dovere, hai capito?"


Mathias lo vede annuire freneticamente ed a quel punto sospira di sollievo. E una questione, è archiviata. Voltandosi verso la sua famiglia (e con famiglia intende tutti e quattro gli stoccafissi che sono venuti a salutarlo), non può fare a meno di notare che sua madre si sta mordendo nervosamente le labbra. Il primo ad avvicinarlo, però, è Ben. Il Signor Moore gli poggia una mano sulla testa e gli strizza l'occhio.


"Ci penso io alle crisi nostalgiche di tua madre. Cercherò di non fartela apparire nel bel mezzo della scuola in un momento di astinenza acuta. Salverò io la tua reputazione, d'accordo?"


Mathias unisce le labbra per cercare di non ridere in modo troppo palese. Se la intende bene con suo padre e spesso si coalizzano per prendersi gioco della povera Mary. La suddetta, sentitasi tirare in causa, senza tante cerimonie spintona di lato suo marito e stringe suo figlio maggiore al petto così forte che Mathias teme per un attimo di stare per morire soffocato. In quella morsa piena di affetto e preoccupazione, arrossisce fino alla punta dei capelli.


"Mamma!" borbotta, non sapendo come fare per non risultare troppo scorbutico, "Smettila, ci stanno guardando tutti!"


La donna lo tiene stretto ancora per dei lunghi istanti, mostrandosi sorda e cieca davanti quella richiesta di pietà. Il treno sbuffa ancora, oramai la maggior parte degli studenti sono saliti a bordo e gli ultimi ritardatari si affrettano ad imitarli. Di questo passo, Mathias non troverà neanche posto a sedere. Con un'evidente difficoltà immane, Mary si stacca dal suo primogenito e lo inchioda sul posto con uno sguardo da sergente. Lui la spia quieto, oltre la frangia scomposta che gli ricade sugli occhi grandi e scuri e resta in silenzio.


"Mi raccomando, non combinare guai, non litigare con i tuoi insegnanti, non saltare le lezioni, fai tutti i compiti, non saltare la colazione, né il pranzo, né la cena, sii gentile con i tuoi compagni di casa, non andare a zonzo per la scuola in orari in cui dovresti startene in dormitorio, non andare a ficcanasare dove non dovresti ed usa tutta la tua benedetta curiosità solo quando è necessario, vale a dire in esclusivo ambito didattico! Non perdere la bacchetta, lavati i denti tutte le sere e non lasciare la tua roba in giro, soprattutto i soldi! Non farmi preoccupare, Mathias, lo sai che poi la notte non chiudo occhio!" dice tutto d'un fiato, terminando con una poco delicata gomitata nello stomaco di suo marito, che fino a quel momento, piazzatosi alle sue spalle, l'ha scimmiottata per sdrammatizzare un po' la situazione. Mathias unisce di nuovo le labbra in una linea sottile, per evitare di scoppiare a riderle in faccia: è impossibile restare seri davanti le facce che sa fare suo padre. Con un sospiro profondo, Mary si sposta di lato e prende un dolorante Ben sottobraccio; senza dire niente, si allontanano di qualche passo, raggiungendo Dennis che si è fermato ad osservare un rospo rannicchiato in un angolino. Probabilmente qualcuno lo ha perso. Neville distende le labbra in un sorriso, ricordando tutte le volte in cui anche lui ha smarrito il suo povero famiglio, pace all'anima sua.

Mathias si avvicina ad entrambi lentamente, tenendo lo sguardo basso. Non sa cosa farne delle mani, quindi le ficca nelle tasche dei jeans, strusciando la punta della scarpa a terra. E' davvero arrivato il momento dei saluti.


"Lo sai, no?" dice Blaise d'improvviso, piuttosto tranquillo, attendendo di incontrare lo sguardo del bambino.

Mathias gli lancia un'occhiata indecifrabile, restando sin troppo rigido, fermo sul posto. E' vero, non è come partire per la guerra, però sarà anche la prima volta in cui passerà così tanto tempo da solo, senza la sua famiglia. La cosa un po' lo spaventa... da quando i suoi genitori non ci sono più, ha sviluppato una sorta di muto terrore per la prospettiva di restare solo. L'irrazionale paura che non riuscirà a farsi degli amici, da giorni, lo divora. Neville, come al solito, sembra intuire il corso dei suoi pensieri e gli da un buffetto su una guancia. In quegli anni è diventato praticamente un asso, ad interpretare la sua faccia.


"Vedrai, sarai il miglior Grifondoro che Hogwarts abbia mai visto!" esclama con decisione e fierezza, puntando i pugni chiusi sui fianchi. Un sorriso soddisfatto ed orgoglioso già gli piega le labbra. Blaise corruga la fronte, voltando con lentezza la testa verso di lui, inequivocabilmente interdetto.

"Prego?" commenta, lo scetticismo che gronda da ogni lettera, "Ovviamente finirà a Serpeverde"

"Non credo proprio" replica Neville, senza neanche guardarlo, "Mica è subdolo come te!"

"Lo dici come se fosse un insulto..."

"Lo è infatti!"

"La furbizia è molto più utile dello sventato coraggio di cui tanto andate fieri, Paciock"

"Ho detto subdolo, non furbo!" tiene a precisare il Grifondoro, con un cipiglio testardo.

"E' la stessa cosa!" Blaise rotea gli occhi verso l'alto con un sospiro.

"No che non lo è! Subdolo sa di malvagio!"

"Mi stai dando del malvagio?"

"Come se non ne fossi già consapevole..." in quella sentenza il sarcasmo fa da padrone.

"Allora dovresti sapere che non è saggio discutere con i malvagi. Vedi, allora, che ho ragione? Il vostro coraggio mette perennemente a rischio la vostra incolumità..."

Neville fa per ribattere, ma Blaise lo spintona pigramente e si piazza davanti a Mathias. "Non ascoltarlo, è statisticamente provato che sono i Serpeverde, quelli che riescono a vivere più a lungo. Domandati il perché"

"Ma stai zitto! Se non ci fossimo noi a pararvi il sedere ogni tre per due sareste una specie protetta in via di estinzione!" il Grifondoro guadagna di nuovo la sua posizione, spalleggiando Blaise con aria battagliera. Per un fugace attimo, il Serpeverde prova l'ardente desiderio di mordergli una guancia.

Nel bel mezzo del loro battibecco, Mathias cede alle emozioni che gli stanno facendo rivoltare lo stomaco da quella mattina e li circonda entrambi con le braccia, affondando il viso nel bavero del cappotto di Neville. I due cessano immediatamente di stuzzicarsi ed abbassano lo sguardo su di lui nel medesimo istante. Mathias inspira forte: il Grifondoro ha ancora lo stesso odore di suo padre. Blaise appoggia una mano sulla sua schiena in un tocco fugace e leggero, Neville gli accarezza i capelli con un sorriso dolce, che sa di casa e di quotidianità. La stretta di Mathias attorno ai loro corpi si solidifica ancora di più.


"Sai cosa?" commenta l'erbologo, continuando a vezzeggiarlo tra i capelli, "Non mi importa in quale casa finirai, so già che comunque sarai un passo avanti a tutti, cervellone. E se c'è qualcuno che tenterà di boicottare la tua scopa durante le lezioni di volo, fammelo sapere. Gli farò passare io la voglia di volare!"

Il bambino ride, socchiudendo gli occhi in un agognato stato di calma che all'improvviso gli ha sciolto il nodo nella pancia.

Quando Blaise parla, il suo tono di voce gli vibra nell'orecchio, perché lo ha appoggiato vicino al petto, all'altezza del suo cuore.

"Fatti rispettare, Mathias. Se mi metti in condizione di dover intervenire, poi va a finire che quelli del Ministero ci ripensano e mi sbattono ad Azkaban una volta per tutte. Non li costringiamo a riaprire quella pratica, vuoi?"


Il bambino li lascia andare lentamente ed annuisce in silenzio.

Da quel momento, sembra tutto un susseguirsi di flash confusi.

Il fischio del capotreno che annuncia la partenza, Ben che lo spintona a bordo con cipiglio un po' rigido a causa del nervosismo, Dennis che corre a fianco del treno da quando ha iniziato a muoversi, Mary che agita una mano ordinandogli di scrivere non appena giunto a scuola, Blaise e Neville che quieti, l'uno accanto all'altro, gli sorridono con una fiducia così cieca che, per la seconda o terza volta in tanti anni, riesce a sentirsi maledettamente fortunato.

La vita ha voluto donargli quella famiglia un po' strampalata, un po' allargata.

Tutto sommato, deve ammettere mentre li vede sparire oltre una curva, non gli dispiace affatto.

Quando prende posto in uno scompartimento piuttosto affollato, la prima cosa che fa è tirare fuori dalla borsa il libro che Blaise gli ha regalato nel lontano Natale di tre anni prima.

Abbozza un sorriso, riconoscendo gli angoli oramai consunti della sua enciclopedia sui draghi.

Mamma, papà, statemi a guardare, mentre divento per davvero un Signore dei Draghi. Manterrò la mia promessa, vi renderò fieri di me.


*


Neville ride proprio di cuore, seduto sul divano, davanti al caminetto spento. Oltre i vetri della finestra, il cielo punteggiato di stelle è reso ancora più luminoso dalle luci artificiali provenienti dalla strada. Anche se la questione con il Ministero è stata risolta tempo addietro, Blaise non è voluto tornare al maniero Zabini; quella sua moderna abitazione gli piace, si è ambientato bene ed ha delle comodità che la sua vecchia dimora, invece, non può vantare di avere. Una canzone anonima serpeggia sino a lì dall'ingresso, canticchiata a mezza voce da Morgana (o forse Ginevra, non riesce bene ad intuirlo). Si rigira la pergamena tra le mani con espressione beffarda e scuote la testa incredulo, intento ad assimilare la notizia appena ricevuta.

Mathias ha fregato tutti.


Uno intelligente come me, non poteva che finire a Corvonero, no?

Non litigate, per favore.

Potrò sempre fingere di essere un Grifondoro, con Blaise ed un Serpeverde, con Neville.

Ce ne sono tanti di modi, per infastidirvi.


"Io lo sapevo" commenta Blaise, entrando proprio in quel momento. Dalla cucina, porta con sé due tazze di tè e qualcosa che Neville non riesce bene ad identificare, forse perché lo sguardo che gli dedica è frettoloso.

"Certo, come no, non avevo dubbi" replica infatti, prendendo la piuma dal tavolino, "Che cosa rispondiamo?"


Il Serpeverde appoggia le bevande calde sul ripiano davanti al divano e si siede accanto a lui. Lo osserva rileggere ancora quelle poche righe inviategli da Mathias ed in realtà si sorprende addirittura, per averle ricevute: il primo giorno di scuola, lui, si è sentito talmente stanco che ha rinviato qualsivoglia lettera al giorno dopo.

Sente all'improvviso lo sguardo curioso di Neville su di sé e si stringe nelle spalle.


"Digli di non fraternizzare troppo con i Tassorosso, non ho mai afferrato che ruolo dovrebbero avere tra le quattro case"


Neville gli da una gomitata poco convinta, con aria crucciata, "Non dire così, la professoressa Sprite era una Tassorosso ed anche una gran donna, per la miseria! Aveva una costanza ed una volontà di acciaio!"


Blaise lo guarda, aspettando di sentire la vera parte degna di nota in tutta quella faccenda. Il Grifondoro lo capisce e sbuffa esasperato.


"Come parlare con un muro... " biascica, mordicchiando pensieroso la punta della piuma. Sta per scrivere qualcosa, ma la voce di Blaise lo distrae ancora.


"Ti ricordi il nostro primo Natale?" dice quello, con un tono piuttosto leggero. Si è abbandonato contro lo schienale del divano ed ora, con la testa reclinata all'indietro, osserva il suo personale imprevisto con la coda dell'occhio. Neville non sa quante volte l'ha già fatto, in quegli anni, ma lo pensa di nuovo: Blaise ha degli occhi maledettamente magnetici. A quella domanda, comunque, non può fare a meno di corrugare la fronte, cercando di cogliere il senso del discorso prima ancora di vederselo sbattere sotto al naso dal Serpeverde stesso.


"Sì..." risponde, con titubanza, "Perché?"


Blaise inumidisce con lentezza le labbra. Arriccia il naso quando qualcosa non gli piace; bagna la bocca quando vuole dire qualcosa, ma deve prima trovare le parole giuste. Alza un po' le mani, poi le fa ricadere pesantemente sulle cosce.


"Tu mi hai fatto un regalo" commenta, ma non è una domanda, si intuisce dalla piega che prende la sua voce. Neville apre ancora di più gli occhi con perplessità e sbatte le palpebre.

"... Sssì. Sì, l'ho fatto. E tu no. Ma non sto recriminando!" si affretta a specificare, all'occhiataccia di Blaise.

"Lo so che non lo stai facendo" dice quello, piuttosto quieto, "Ma dovresti, perché non sono stato del tutto sincero"


Il Grifondoro inizia un po' a preoccuparsi, perché non è da Blaise girare intorno alle cose. Raccogliendo i pensieri per dare loro un ordine, allunga una mano verso il vassoio, lì sul tavolino, e lo vede. Nel momento in cui prende la tazza di tè, vede il sacchettino di velluto blu che il Serpeverde ha portato con sé dalla cucina. Lo guarda con circospezione, Neville, perché non sa cosa contiene (e lui odia, odia non sapere cosa doversi aspettare dal suo ragazzo). Lancia uno sguardo verso di lui e lo vede accennare un sorriso, uno di quelli che paiono fugaci per quanto sono effimeri.


"Prendilo" gli dice, incoraggiandolo addirittura con un cenno del mento.

L'erbologo mostra una certa titubanza e, non sa per quale motivo, il cuore comincia ad avere un battito irregolare. Non ha idea di quello che sta accadendo e quel suo modo di fare così enigmatico, lo fa sentire impacciato ed inadatto. Afferra il sacchettino blu, constatandone l'estrema leggerezza, come se dentro non ci sia nulla; lo tiene sul palmo della mano aperta e lo guarda, ma non lo apre, quasi debba aspettare il permesso di fare anche quello.

Neville ha già visto quel sacchetto, ma non se lo ricorda.


"Non è vero che non avevo un regalo per te" continua Blaise, mantenendo la sua posa che sa di inerzia, "Ma non ne ero ancora sicuro"

Il Grifondoro non può fare a meno di chiedersi di cosa, non era stato sicuro, mentre scioglie i lacci che tengono chiuso il suo regalo di Natale di tre anni prima.


"Perché me lo stai dando ora?" domanda invece, capovolgendo il sacchetto sul palmo, per farne scivolare fuori il contenuto.

"Perché adesso lo sono" risponde Blaise senza ombra di dubbio, senza tentennare o incespicare nelle parole, ma Neville non lo guarda, quindi lui aggiunge "Sono semi di-"

"Semi di maggiorana" completa per lui l'erbologo, con un tono di voce così sottile che l'altro riesce ad udire solo grazie alla vicinanza.


Blaise resta in silenzio e lo guarda far rotolare i semi nella mano con un'attenzione che avrebbe riservato ad un essere umano.


"Mi ricordo quel giorno che sei venuto qui, per far vedere a Mathias in cosa consiste il tuo lavoro. Che gli hai detto, quando hai parlato della maggiorana?"


Neville alza un paio di occhi persi e maledettamente vulnerabili su di lui. Ha l'aria di uno a cui è appena stata acchiappata la coda dell'anima.


"Gli ho detto che la maggiorana aiuta ad accettare i cambiamenti nella vita..."


Un battito di ciglia, delle labbra che si tendono.


"Sei tu il mio cambiamento"


Neville avverte chiaramente l'esatto momento in cui il sorriso di Blaise crea un solco doloroso sulla parete del suo cuore. L'emozione è troppa, non crede di poterne uscire vivo.

Chiude la mano in un pugno, sente il profilo dei semi premere contro la pelle. Li stringe forte, bloccato in una voragine di gioia così selvaggia che vorrebbe semplicemente gridare e piangere e ridere insieme.

Ama Blaise, lo ama dai tempi della scuola e nonostante i tre anni che hanno speso insieme, la mattina ha ancora paura di svegliarsi e scoprire che si è trattato solo di un sogno.

Smentire quell'irragionevole timore ogni mattina, è la cosa più incredibile che gli sia mai capitata.


Tu, tu sei la cosa più incredibile che mi sia mai capitata, pensa, mentre lo bacia e lo ama, sempre di più, sempre di più, ogni istante, ogni giorno.


Guardate fuori dalla vostra finestra.

Che cosa vedete?

Una strada, forse. Oppure un giardino, altre case, il mare... non importa davvero.

Adesso, uscite fuori: guardate lo stesso paesaggio dall'esterno della vostra casa.

Che cosa vedete?

La solita strada, probabilmente, o ancora quel giardino, le stesse case, ancora il mare...

Ma c'è una differenza.

Avete appena cambiato prospettiva.











NOTE DELL'AUTORE: Zan zan zaaan. Oh Jesus, è arrivato davvero. L'ultimo capitolo è arrivato. Prima di tutto, ci terrei a dire che lo dedico con tutto il cuore a mia nonna: proprio oggi è stato celebrato il suo funerale e trovo un po' simbolico che la fine di questa storia coincida proprio con questo giorno. Eppure sono positiva: probabilmente si sarà già reincarnata da qualche parte nel mondo, deve essere per forza così. Continuo con il ringraziare tutti, ma proprio tutti: ero io, garwood e fliflai (che mi hanno seguita proprio dal vero inizio), white7 (che ha avuto sempre parole gentili), Ignition (che mi ha dato un paio di suggerimenti utilissimi), BogartBacall (non potrei sostituirti con nessun altro stalker al mondo, come lo fai tu, nessuno lo fa), Mimiwitch (con i suoi immancabili viaggi mentali e la pazienza che ha messo nel betare gli ultimi capitoli), VexDominil (ed i suoi messaggi subliminali ma neanche tanto :D) e la last new entry Baby_Barby! Non so descrivervi la gioia che questa storia mi ha donato, ma questo è potuto accadere semplicemente grazie a voi che mi avete seguita e sostenuta ed avete avuto fiducia nelle mie umili capacità. Non avrei mai creduto che questa ff mi avrebbe dato tanta soddisfazione ma le cose inaspettate sono anche quelle più belle. Non so come ringraziarvi tutti dal più profondo del mio cuore e come sempre, un immenso abbraccio a tutti i lettori silenziosi ed a tutti quelli che hanno aggiunto SUQDP tra seguite/preferite/ricordate. Questo è un finale molto aperto e, se vorrete, potrete fantasticare sulla loro vita futura come meglio preferite :) E... che altro dire? Spero di rivedervi presto su questi schermi :D

   
 
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