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Autore: _Ly_    23/12/2007    5 recensioni
Signore e signori, LE CRONACHE DI GODRIC'S HOLLOW, Ovvero Quanto è Duta la Vita Senza Magia!
Se volete divertirvi, leggetele! Ci sono tutti i nostri protagonisti, ma cosa succederà al nostro amato trio?
Dal X capitolo: Anche Harry rise “Perfetto, grazie per l’approvazione, Ron. Peccato che Ginny ormai non mi caghi più nemmeno di striscio… Oggi pur di evitarmi ha cambiato strada e si è allontanata correndo… Peggio di così!” “Le ragazze sono veramente esseri complicati e problematici… Guarda Mione!” constatò il rosso, scuotendo la testa.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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X – Maschi pavidi e femmine timide (o forse no)

X – Maschi pavidi e femmine timide (o forse no)

 

 

Quando Hermione vide Harry tutto incupito, il giorno dopo, dovette trattenere una risata divertita.

Il pomeriggio prima Ginny era scappata via tutta di corsa, in fermento, alla ricerca del ragazzo. Ma Harry aveva la stessa faccia del giorno prima. Con ogni probabilità la rossa aveva deviato la sua marcia troppo terrorizzata per affrontarlo.

Rivolse poi il suo sguardo a Ron. Il ragazzo sbadigliava come un ippopotamo completamente buttato sul banco.

Ripensò a quello che era successo negli ultimi giorni, al cambiamento che aveva subito il loro rapporto.

Certo, erano sempre stati molto amici, perennemente insieme, ma mai così intimi. Ron la cercava di continuo, trovava sempre un pretesto per toccarla, per giocare con i suoi capelli, per metterle una mano attorno alle spalle. E poi non aveva più rivolto un singolo sguardo a Lavanda dalla discussione che avevano dovuto settimane prima. Adesso tutti i suoi sguardi erano per lei. A scuola, durante le lezioni, negli allenamenti. E poi veniva quasi ogni sera a trovarla, a casa sua, o faceva di tutto per convincerla a rimanere a cena alla Tana.

E poi c’erano stati quei due baci. Quello che le aveva dato lui davanti a casa sua e quello che Hermione gli aveva stampato sulle labbra prima della partita contro gli Slythers.

Ma non ne erano seguiti altri, con sommo dispiacere della ragazza.

Non poteva biasimare Ginny per non essere riuscita a parlare con Harry perché anche lei in tutti quei giorni non era riuscita a trovare il coraggio per parlare chiaro con Ron ed era rimasta felicemente sospesa in quel limbo fatto di quei due baci e di tutte le coccole e le attenzioni che Ron riservava solo e soltanto a lei.

Il trio di amici quel giorno era meno in forma che mai, tutti e tre avevano lo sguardo vacuo, perso tra le nuvole, e l’aria preoccupata.

Harry pensava a Ginny e si preoccupava perché non riusciva più nemmeno a guardarla dopo essere stato respinto, ma era veramente dura.

Hermione pensava a Ron e si preoccupava perché non sapeva se doveva affrontare chiaramente l’argomento del loro rapporto con lui, ma era veramente dura.

Ron pensava all’ultima partita che avrebbero avuto sabato e si preoccupava perché se fossero riusciti a vincere quella avrebbero vinto il campionato, ma era veramente dura.

Tutti e tre divennero piuttosto scontrosi e preoccupati e per la prima volta dall’inizio dell’anno consumarono il loro pranzo in religioso silenzio. Solamente Seamus pareva di buon umore, ma non aveva nessuno con cui parlare, anche Dean Thomas aveva se possibile un’aria ancora più cupa degli altri tre.

“E tu con quella faccia da cadavere, che cos’hai?” gli domandò ad un certo punto piuttosto scocciato Seamus.

Dean rifilò di sottecchi un’occhiataccia a Harry, che però non se ne accorse tutto preso com’era dai suoi cupi pensieri.

“Bè, Ginny è strana… Credo che non ci tenga molto a stare con me” confessò all’amico.

Ron si riscosse tutto all’improvviso “E vorrei ben vedere, certo che non può stare con te!” infierì di nuovo Ron.

Dean, che era stufo delle sue angherie, lo guardò storto “E perché?” domandò sulla difensiva.

“Perché è MIA sorella!” ribadì come se fosse la cosa più semplice del mondo.

L’altro picchiò le mani sul tavolo, indispettito “Sinceramente non me ne frega proprio un accidenti della tua gelosia da fratello possessivo” sibilò.

Ron parve oltraggiato.

A quel punto intervenne Hermione “Ron, le persone non sono una tua proprietà! Se sei preoccupato per Ginny, perché non le parli e cerchi di spiegarlo invece di comportarti come un troglodita?” cercò di calmarlo.

“Ancora con sto troglodita! Io non devo dirle e spiegarle proprio niente!” si difese.

E toccò ad Hermione sbattere le mani sul tavolo, furiosa “Certo, basta che tu abbia quello che vuoi! Che bisogno c’è di mettere in chiaro le cose? Che bisogno c’è di dare spiegazioni a qualcuno. L’importante è che Ronald Weasley stia bene, che abbia tutto attorno a sé. Bè, non mi sta bene. Non ti rivolgerò mai più la parola finchè non avrai il coraggio di affrontare la situazione e prendere una decisione con me!” e si allontanò a passo spedito lasciando Ron profondamente allibito.

“Ma che cavolo le è preso?” domandò infastidito.

Harry alzò le spalle “Forse voleva dirti che è arrivato il momento di chiederle di essere la tua ragazza. Sempre che tu lo voglia, intendiamoci…” spiegò, sempre con la testa tra le nuvole.

“Devono essere tutte impazzite, ultimamente… Anche tua sorella ha avuto una reazione simile quando le ho detto che non mi faceva molto piacere che fosse così dispiaciuta perché quello lì non le rivolgeva più la parola…” fece Dean, indicando Harry con la forchetta.

Fu solo allora che Harry sembrò ritornare in vita “E’ dispiaciuta?” domandò sorpreso.

L’occhiataccia che gli rivolse Dean fu più chiara di un sì.

 

Lo stesso pomeriggio Ron ed Harry stavano tornando dagli allenamenti soli e abbattuti. Ron per la sfuriata di Hermione all’ora di pranzo ed Harry perché quel pomeriggio quando aveva incrociato Ginny nei corridoi e si era finalmente deciso a parlarle, era andato verso di lei ma la rossa, dopo avergli lanciato un’occhiata di puro panico, aveva svoltato l’angolo e l’aveva vista allontanarsi da lui alla velocità della luce.

“Harry, ma mi vuoi spiegare che cavolo è successo? Perché tu a Ginny non vi parlate?” domandò innocentemente Ron, ad un certo punto.

Harry aveva fissato l’amico al suo fianco con un briciolo di panico nello sguardo “Senti, siamo amici, vero? Non è che poi ti arrabbi con me o cose del genere… Ricordati che andiamo molto d’accordo e ci vogliamo bene come fratelli…” iniziò Harry.

Ron strinse gli occhi fissandolo curioso e un po’ minaccioso “Diciamo di sì….” fece vago.

Il moro deglutì pesantemente, temeva la reazione di Ron, ma tanto valeva vuotare il sacco ormai “Ok, le ho chiesto di uscire qualche giorno fa. Ma ha rifiutato perché stava uscendo con Thomas” buttò fuori tutto d’un fiato. Poi rimase in attesa della reazione di Ron.

Il rosso rimase a fissarlo a lungo, con il suo sguardo indagatore e minaccioso, poi scoppiò a ridere.

“Che cavolo hai da ridere?” domandò infastidito l’altro.

Ron cercò di trattenersi e alla fine ci riuscì “Bè… niente! Mi faceva ridere l’idea che Ginny ti bidonava… Comunque amico, se devo proprio dirlo, meglio te che Dean o qualche altro idiota – disse, senza guardare Harry negli occhi – Non che tu non sia un idiota, eh!” concluse, prendendolo in giro.

Anche Harry rise “Perfetto, grazie per l’approvazione, Ron. Peccato che Ginny ormai non mi caghi più nemmeno di striscio… Oggi pur di evitarmi ha cambiato strada e si è allontanata correndo… Peggio di così!”

“Le ragazze sono veramente esseri complicati e problematici… Guarda Mione!” constatò il rosso, scuotendo la testa.

“Senti, non è così complicata la cosa… Hermione mi sembra mi sembra che ti abbia detto chiaro e tondo che se vuoi ancora parlare con lei devi prendere una bella decisione sul vostro rapporto” spiegò l’altro, sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle.

Ron parve esasperato “Ma che cosa c’è da decidere e da spiegare?!”

L’altro inarcò un sopracciglio “Stai scherzando, vero? Ti comporti con lei come se fosse la tua ragazza, ma effettivamente non lo è. Credo che sia questa decisione che vuole sapere… Vuoi stare con Herm?” specificò Harry, di fronte alla faccia sempre più allibita e imbarazzata dell’amico.

Ron si grattò la nuca sotto il pesante berretto di lana variopinto – creato dalla madre – e fissò un punto impreciso davanti a sé, imbarazzato.

“Ron, ti piace Hermione sì o no?” incalzò l’altro.

Lui guardò Harry disperato “Certo! Hermione è Hermione! Tu non capisci, io l’adoro da quando avevo sei anni! Lei è bella e intelligente, è divertente e anche dolce, la persona con cui sto meglio al mondo, mi piace da morire, Harry! Ma come cavolo glielo dico?”

Harry si fece una risatina “Bè, così no?”

“Ah sì, è facile! Tu sei andato da Ginny e le hai detto che sei pazzo di lei da quando avevi sei anni?” lo accusò.

Harry scoppiò a ridere ma poi si trattenne di fronte all’occhiata minacciosa di Ron “No, anche perché la conosco solo da poco più di tre mesi… Le ho semplicemente chiesto di uscire”

Ron annuì “Bene, farò anche io così!” decise.

Harry scosse il capo “Ma tu ed Hermione uscite assieme continuamente! Non capirà che cosa vuoi dirle!”

“Oh, signor so tutto io, diglielo tu al mio posto allora, visto che sei così esperto!” concluse sempre più in imbarazzo, Ron.

“Sei serio?” domandò il moro.

Ron scosse la testa “No, certo che no… Ok, glielo devo dire… E va bene! Smettila di guardarmi così, ti ho detto che glielo dico!”

Harry lo fissò perplesso “Guarda che non devi mica fare un favore a me! Oh, guarda che caso… laggiù abita Hermione!” fece, ironicamente, indicando la villettina dei Granger.

Ron lo guardò torvo “Altro che caso, hai approfittato della mia confusione per farmi deviare per di qua… Sei un sadico!” lo accusò puntandogli un dito guantato.

Harry lo spinse verso il cancello, ridendo di gusto, poi lo salutò con la mano, montò sulla sua vespa e partì lasciandolo solo con le sue decisioni.

Ron inspirò profondamente l’aria fredda di dicembre, cercando di risucchiare dal cielo un po’ di coraggio. Si fece coraggio confortandosi con la sicurezza che non sarebbe stato respinto. O forse sì.

Sentì il panico impadronirsi di lui, ma non gli concesse più di cinque secondi come aveva visto fare ad una tizia in un famoso telefilm. Si avvicinò a passi lenti al campanello e lo premette.

Nello stesso istante iniziarono a cadere grossi fiocchi di neve.

 

Quando un quarto d’ora più tardi Hermione arrivò davanti a casa avvolta nel pesante cappotto e riparata dall’ombrello colorato, fu piuttosto sorpresa di trovare Ron appoggiato al cancellino, tutto infreddolito che si riparava dalla neviche cadeva copiosa sotto la piccola tettoia.

“Ron? Che cosa… è molto che sei qui?” domandò avvicinandosi e scrollando via la neve dall’ombrello e dagli stivali.

Ron alzò le spalle “Solo un paio di minuti – mentì – Ti stavo aspettando…” confessò senza guardarla negli occhi e trovando improvvisamente interessante il paesaggio attorno a lui che si faceva sempre più bianco.

“Oh, ero con Ginny ad organizzare le ultime cose per la gita sulla neve di lunedì. Entriamo?” gli propose lei, infilando una chiave nel cancello e aprendolo.

“Sì… però prima volevo dirti una cosa…” iniziò, grattandosi il naso.

Raccolse tutta la forza e tutto il coraggio e la guardò, dritto negli occhi. Ora veniva la parte più difficile. Non doveva fare altro che ripetere quello che aveva detto ad Harry, poteva farcela.

“Senti Mione, mi dispiace di averti fatto arrabbiare…” iniziò, prendendola alla larga.

Lei gli rivolse un piccolo sorriso “Non fa niente, dai entra!” lo invitò nuovamente.

Lui la fermò afferrandole un lembo del cappotto.

“Aspetta, prima volevo dirti che… Mione, è da quando avevo sei anni che… Cavolo, tu sei intelligente e – bella. Oh, al diavolo, sono innamorato di te, Hermione. Tanto!”

Quelle parole uscirono dalla sua bocca quasi urlate, le orecchie di Ron già arrossate per il freddo si fecero ancora più scarlatte mentre anche le lentiggini che aveva sulle guance parvero più rosse ed evidenti.

Hermione spalancò gli occhi per la sorpresa, le chiavi di casa le caddero di mano mentre il cancelletto si richiuse con un click alle sue spalle. Gettò le braccia attorno al collo di Ron e lo baciò. Un bacio vero questa volta, non come i due precedenti.

Ron si sentì la persona più felice della terra, mentre baciava Hermione e le stringeva le braccia dietro la schiena pensò che non era stato così difficile. Improvvisamente avvertì anche una fitta di gelosia, il bacio di Hermione era così bello e perfetto che si domandò chi avesse baciato prima di lui e dove avesse mai imparato.

Scacciò immediatamente quei pensieri dalla testa, aumentò la presa e si ripetè felice che adesso la SUA Hermione era davvero solo e soltanto sua.

 

I giorni successivi tutti quanto notarono come il loro rapporto si era ulteriormente evoluto, Ron non lasciava sola un attimo Hermione e lei pareva addirittura distratta da lui durante le lezioni, una cosa mai successa.

Harry invece era sempre più demoralizzato.

Da una parte c’era l’esultanza perché da quel che aveva capito, Ginny aveva rotto con Dean. Ma dall’altra c’era la tristezza per vederla cambiare strada ogni volta che si incontravano per i corridoi.

Decise che per riuscire a parlarle, perché voleva davvero farlo, sarebbe andato da lei il giorno dopo, sabato, prima della partita. Così avrebbe avuto il pretesto di poterla accompagnare al campo per seguire l’incontro.

Quando Ron casualmente rivelò che sabato mattina la sorella aveva appuntamento per togliere finalmente il gesso, Harry sentì crollare miseramente i suoi piani.

Si stupì che fosse già passato un mese, e pensò con nostalgia ai bei giorni che avevano passato assieme, a come avesse approfittato di ogni suo minimo spostamento per stare con lei e seguirla. Pensò con dispiacere che adesso non avrebbe più avuto un così bel pretesto per starle vicino, neanche come amico.

 

Il sabato si tennè l’ultima ed importantissima partita di campionato. Se gli Hippogriffs avessero vinto quell’ultimo incontro avrebbero vinto di conseguenza il campionato. La mole di neve che era scesa negli ultimi giorni costrinse le squadre a giocare al coperto nel campo nuovo della cittadina.

Ron, al contrario di altre volte in cui era caduto profondamente in crisi, pareva assolutamente su di giri e non vedeva l’ora di scendere in campo per vincere. Ovviamente quello che era successo con Hermione deteneva la maggior parte del merito del suo atteggiamento positivo.

Harry cercò di concentrarsi sull’incontro tralasciando quello che era successo con Ginny e non pensando al fatto che per la prima volta non fosse sugli spalti a seguire la partita. La più importante di tutta la stagione, per giunta.

Aveva perso la ragazza, ma di certo non avrebbe perso l’onore in campo. Anche se da un paio di giorno McLaggen non faceva che ripetere altro.

Cercò di concentrarsi solo sul gioco.

La partita fu serratissima, la squadra avversaria era molto preparata e anche quella stava giocando per il primo posto. Non dimostrarono mai segni di cedimento e fu veramente dura.

Ron stava facendo faville ma Harry, sebbene non si potesse certo dire che stava giocando male, sembrava leggermente giù di tono.

Ormai mancavano pochissimi attimi di gioco. La prima meta segnata avrebbe decretato la fine della partita e i vincitori dell’incontro. Gli Hippogriffs erano sotto di due punti, dovevano assolutamente segnare una meta da cinque.

Harry ricevette il passaggio di Ron e contemporaneamente l’ordine del suo amico capitano di correre e segnare.

Con la palla in mano lo superò, dribblò un paio di avversari e stava per essere atterrato quando sentì Ginny, dagli spalti, incitarlo battagliera.

Riuscì a non perdere il possesso della palla, corse come una saetta e alla fine segnò.

Avevano vinto il campionato!

La folla sugli spalti esultò e Harry si ritrovò sommerso dagli abbracci festosi dei compagni di squadra che ben presto si confusero con gli amici, i parenti e i compagni di scuola che erano scesi in campo.

Era passata quasi un’ora dalla fine della partita, ormai tutti si erano allontanati chi tornando a casa chi ritrovandosi per festeggiare la vittoria e Harry fu l’ultimo a lasciare gli spogliatoi assieme a Ron.

Il rosso fu trascinato via a forza da Hermione e costretto ad abbandonare l’amico. Quando si furono allontanati Hermione gli spiegò che avevano lasciato indietro Harry perché Ginny lo stava aspettando. Ron cercò di contenere l’irritazione che il pensiero della sorella assieme ad un ragazzo gli provocava ricordandosi che si trattava di Harry, il suo migliore amico e un bravo ragazzo. Forse…

 

Lasciato indietro da solo, Harry si accorse che seduta su una panchina sotto ad un gazebo coperto di neve stava da sola Ginny. La ragazza lo salutò imbarazzata con un gesto della mano.

Harry fu combattuto tra la voglia di avvicinarsi a lei e riuscire finalmente a parlarle e l’imbarazzo per essere stato rifiutato che lo spingeva a scappare.

Vinse la prima e camminando nella neve fresca si avvicinò a lei.

“Complimenti per la vittoria!” disse lei, sistemandosi la berretta di lana sulla testa in un gesto che ad Harry ricordò molto quelli imbarazzati di Ron.

“Grazie, come sta la tua caviglia?” domandò cauto, sedendosi di fronte a lei.

Ginny alzò le spalle allungando in avanti il piede che era ritornato a calzare scarpe normali “Insomma… Riesco a muovere il piede piano e a ruotarlo, ma mi hanno detto che per una decina di giorni ancora è meglio che non lo carichi troppo e usi ancora le stampelle, poi quando mi sentirò sicura, un po’ alla volta, potrò iniziare a camminare senza” spiegò.

Harry approfittò della situazione e si lanciò “Quindi posso ancora accompagnarti avanti e indietro? Visto che non devi caricarlo troppo…” si propose speranzoso.

Ginny gli sorrise “Bè, se vuoi mi farebbe piacere”

Per Harry fu come perdere una zavorra da cento chili appesa al collo, si sentì immediatamente più leggero e audace “Si, io voglio! E’ che mi è come sembrato che mi evitassi negli ultimi giorni…”

Ginny arrossì di colpo, come succedeva a suo fratello anche le sue lentiggini si fecero più visibili e intense “Ah, sì? No, sarà stata una tua impressione, e comunque sei tu che hai iniziato ad evitarmi…” spiegò, con una voce più acuta del solito che fece sorridere Harry.

“Bè, è perché… Sì, insomma… Ero in imbarazzo, no?” cercò di spiegare senza menzionare l’episodio in cui l’aveva invitata ad uscire.

“Non devi esserlo… Io e Dean non stiamo più uscendo…” lo incoraggiò lei, fissandolo con i suoi occhi blu.

“Ah, sì? – fece Harry, fingendo di non sapere nulla – Come mai?” domandò come se stesse discorrendo di piante e fiori.

Ginny gli fece tanto d’occhi ma alla fine fu costretta a rispondere “Era troppo geloso… di te” concluse, continuando a guardarlo negli occhi.

Harry scoppiò in una risatina “Ah, che cosa stupida… Essere geloso di me, intendo…” specificò come se non ne avesse dovuto avere motivo.

“E invece aveva ragione. Per questo gli ho detto che era meglio non vederci più…” incalzò Ginny. Stava disperatamente cercando di spingerlo a dirle qualcosa. Voleva ardentemente che la invitasse ancora ad uscire con lui, come l’altra volta, perché lei non ci riusciva, credeva di non avere abbastanza coraggio. Tale fratello, tale sorella.

“Oh…” rispose solo Harry, che non sembrava riuscire ad assecondare la volontà di Ginny.

Calò un silenzio fitto ed imbarazzato, l’unico rumore percepibile era quello soffice della neve che scendeva fitta.

“Ehm, sta nevicando molto!” commentò Harry, per spezzare quell’imbarazzante silenzio.

“Già… Senti, mi accompagneresti a casa? Sempre che non ti dia fastidio o tu non abbia già altri impegni…” domandò la ragazza, stringendosi di più nel suo cappotto per contrastare il freddo pungente.

Harry saltò su così velocemente, per la felicità, che sbatté violentemente la testa contro una delle assi del gazebo coperto di neve che, per lo scossone, precipitò tutto attorno ai ragazzi con un tonfo sordo. Perdendo l’equilibrio per il colpo Harry cadde all’indietro nella montagnola di neve che si era appena formata.

Ginny si sporse verso di lui preoccupata “Oh mio dio, Harry!”

Lui si tirò su a sedere fissandola sorpreso “Uao! Credo che sia la prima volta che mi chiami per nome!” osservò divertito come un bambino, per poi bloccarsi seduto a fissarla imbarazzato per quel pensiero che era arrivato troppo velocemente alla bocca.

Lei lo guardò un po’ perplessa, poi scoppiò in una fragorosa risata mentre anche le risa di Harry si univano alle sue e il ragazzo cercava di rimettersi in piedi scrollandosi la neve di dosso.

Ridendo si sedette di nuovo accanto a Ginny, scuotendosi con le mani il sedere dei pantaloni coperto di neve fredda.

Con un sorriso Ginny si sporse verso di lui e allungò una mano levandogli un mucchietto di neve da sopra la cuffia colorata.

Il momento era perfetto, questa volta Harry si disse che era davvero ora o mai più e azzerò la distanza tra loro baciandola.

Ginny si lasciò subito catturare da quel bacio tanto atteso e Harry non potè che esserne felice.

In quel momento i gioiosi pensieri dei due ragazzi risultarono felici ma del tutto diversi.

Con gli occhi chiusi che roteavano per la felicità, l’unico pensiero di Ginny fu un esplosivo finalmente!

Harry invece, mentre infilava una mano sotto la cuffia di lana per accarezzare i capelli rossi della ragazza, constatò il fatto che i baci di Ginny sono assolutamente perfetti!

 

 

Continua …

 

 

Ciao a tutti! Ecco qui, un po’ in ritardo rispetto al solito – lo so, scusate! – l’aggiornamento!

E quello tanto atteso! A me questo capitolo piace un sacco perché ha iniziato a nevicare, io amo la neve!

Anche il prossimo capitolo sarà denso di neve ma ci sarà qualche piccolo problemuccio che è meglio che non vi anticipo, vedrete! Ad ogni modo siamo agli sgoccioli!

Le mie vacanze natalizie sono però un po’ impegnate, non so se riuscirò a postare prestissimo, comunque non mancherò di farlo appena riesco!

 

Nel frattempo, vi auguro di trascorrere un Natale sereno con le persone che amate, vi auguro che cada tanta neve (e che cada anche qui dove abito io) e che possiate ricevere dei bei regalini ^^ Che non guasta mai…

Voi potete sempre fare un regalino a me lasciarmi tante belle recensioni, che ne dite?

Ringrazio le mie fedelissime Ginny Lily Potter, HermioncinaWeasley, Siphion_Grindelwald. Spero che abbiate apprezzato questo capitolo!

 

Un bacio e a presto,

 

La vostra Ly

 

 

PS: Giusto per continuare la pubblicità dell’evento…

 

Venerdì 4 gennaio 2008 alle ore 21:00
presso il Mondadori Multicenter Duomo - Milano
“Harry Potter e i Doni della Morte”
Il più grande evento italiano

Aspettate insieme a noi l’uscita italiana dell’ultimo libro della serie! Il Mondadori Multicenter Duomo (Piazza Duomo, Milano), in collaborazione con il gruppo Grimmauld place number twelve, organizza una notte di giochi, animazione e divertimenti magici.

 

(Vedi capitolo precedente per link ecc…)

 

  
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