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Autore: WordsEnchantress    09/07/2013    7 recensioni
La guerra è finita, è il momento di rimettere insieme i pezzi.
Ce la faranno ad andare avanti, lo faranno per chi non c'è più.
Perché la guerra è finita...
No?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Il sonno della ragione genera mostri.”
Francisco Goya
 

 
Ginny (2 Novembre 2005)
“Crucio!” urlò di nuovo.
Non che ce ne fosse bisogno, ma gli piaceva sentire quel suono tra le labbra, ne ero certa. In un rapido, imbarazzante momento mi resi conto di essermi sacrificata come Lily e di essere stata torturata come Alice e Frank Paciock.
Quando sarebbe arrivata, per me, la follia?
“Crucio, crucio, crucio!” sbraitò in una risata il Mangiamorte. Non lo vedevo, ma percepivo solo lampi informi di dolore.
Pensai a Neville e decisi di aggrapparmi ai ricordi. Non ne sarei uscita viva, no, ma non potevo permettergli di cancellare tutto ciò per cui valeva la pena essere torturata.
James. Con quelle manine minuscole e i suoi occhi giganteschi. Come lo aveva guardato, Harry, la prima volta. Avevo visto quello sguardo raramente. “Ha gli occhi di sua madre” aveva detto sardonico.
Il nostro matrimonio.
Hermione, che era così forte, sempre instancabilmente forte. I miei fratelli. Il papà. La mamma.
Neville e Luna. I miei nipotini. Ancora James. L’ordine. James. Harry.
“Crucio!”
Hogwarts. Harry. James.
E poi si fermò tutto. Non sentivo nulla, nemmeno sapevo quante ossa mi avessero spezzato.
“Scappa.” Sentii sussurrare, ma non potevo. Poi capii che il mio aguzzino si riferiva a se stesso.
“Fermo o sei morto.”
James. Harry... Harry. E poi cedetti.
 
Ron (2 Novembre 2005)
Pensai che Harry avrebbe perso la testa, e se non l’avesse fatto lui, beh, allora sarebbe toccato a me.
Con numerose bacchette puntate contro il Mangiamorte non riuscivamo comunque a muoverci.
Fissavamo Ginny, o quel che rimaneva di mia sorella.
Non si erano limitati a rapirla, ferirla, torturarla. L’avevano umiliata. Nuda, sfregiata, spezzata.
E immobile. C’era qualcosa che non andava nell’angolatura delle sue ossa, nel suo copro. Sembrava fosse rimasta prigioniera per settimane, malnutrita per un lungo periodo.
Cominciai a sentirmi male. Vedevo il suo viso e quello di Hermione sovrapporsi. Torturate. Sole. Urlando invano il nome dei loro cari.
Il bastardo le puntava la bacchetta contro. E rideva.
“Togli quel ghigno dalla faccia, prima che te lo strappi via con le mie stesse mani” ringhiai.
“Lui mi premierà. – gongolò beato – Mi riempirà di gloria.”
Luna fece un passo avanti, con gli occhi sgranati.
“Non capisci? Se avesse voluto che sopravvivessi non vi avrebbe portati qui. Lui sapeva che ti avremmo ucciso. Guardati intorno. Sul serio? La camera dei segreti? Abbiamo sconfitto il male in persona e credevi che non vi avremmo trovati qui?”
Il sorriso di quell’uomo, che sembrava altrettanto denutrito, cominciò a vacillare.
“Lui mi ha onorato offrendomi questo incarico.”
“Lui chi?” chiese Hermione, senza smettere di fissare Ginny. “Diccelo, se vuoi sopravvivere.”
“Oh, no, lui non mostra mai il suo volto, non rivela mai il suo nome.” Ribatté compiaciuto.
“Vero?” aggiunse poi, voltandosi alla sua sinistra.
“Con chi parli?” sibilò Harry.
“Io parlo con i serpenti.” Poi riprese a ridere.
“Incarceramus” tuonò la McGrannit impaziente.
Ebbi l’impressione che quell’incantesimo avesse colpito anche tutti noi, che non osavamo avvicinarci a Ginny. Poi Luna sfilò in silenzio la sua maglia ed Hermione si sbottonò i jeans. Nessuno proferì parola mentre infilavano il loro abiti sul suo corpo spezzato, e ricordai tempi lontani: Harry non aveva solo sepolto Dobby, aveva scavato per lui, con sudore e piaghe alle mani.
Loro si erano spogliate per donarle quella dignità che le avevano strappato di dosso.
Harry la prese in braccio e ci allontanammo da quella stanza, per sempre.
 
Luna (2 Novembre 2005)
Non ci era voluto molto per capire dove avessero portato la nostra amata Ginevra. Esplorando il castello e barricandolo come una fortezza avevamo trovato delle gocce di sangue al terzo piano. La camera era ancora accessibile, in quanto avevano progettato di crearvici un museo sulla guerra del mondo magico, che ne onorasse eroi e caduti.
Il veleno continuava ad avanzare, facendosi spazio nel corpo dei miei amici.
I miei amici. Mai avrei pensato di rivederli sconfitti e feriti.
Sono sempre stata una persona pacata, considerata un po’ svampita. In quei giorni, però, mostrai un’altra faccia di me.
A cominciare da quando strinsi un patto segreto con Molly, fino al momento in cui Ron tentò di uccidermi.
 
Molly (2 Novembre 2005)
Stavo pettinando i capelli di Hannah, rannicchiata su una sedia nell’angolo della stanza. Mi tormentavo pensando a come la mia famiglia non fosse mai stata al sicuro per via dei nostri ideali. Avevamo fatto grandi cose, certo, ma a quale prezzo? E ora di nuovo. Due membri della mia famiglia, la mia bambina e il mio nipotino, rischiavano la vita.
Hermione entrò in silenzio nella stanza, quasi furtivamente. Pensai alla sua dolcezza, a come si muoveva, quasi nel terrore di poterli svegliare dal loro riposo. Guardò indecisa tra il letto del piccolo Fred e di Ginny, esitò un attimo e poi mosse qualche passo veloce verso mia figlia. Arrivata al suo capezzale le sistemò una ciocca fulva dietro all’orecchio e si chinò a baciarle la fronte. Sussurrò qualcosa poco prima di correre via, superando frettolosamente Luna, che se ne stava paralizzata sull’uscio.
Per un attimo non notai lo sguardo spiritato della ragazza, abituata come sempre alle sue stranezze.
Cominciai a preoccuparmi quando si avvicinò correndo alla mai sedia e, bloccandomi sul posto, domandò:
“Non vuoi perdere altri figli, vero?”
 
George (2 Novembre 2005)
In un aula vuota lì vicino se ne stava sdraiata Hermione, in silenzio, con le mani appoggiate sul ventre. Gli occhi spalancati volgevano verso il soffitto, come se potessero bucarlo, attraversarlo.
“Ciao.” Dissi varcando la soglia un po’ titubante.
“Ciao.” Mormorò lei.
“Se Percy prova di nuovo a tirarmi su il morale lo mando dritto per terra.” Esclamai, nel tentativo di riscuoterla un po’. Non l’avevo mai vista tanto atterrita, neanche nei momenti peggiori. Lei non si mosse, ma afferrò i lembi della maglia, aggrappandosi ad essa.
“Senti, Hermione, so che è dura. Mio figlio è lì e non so come aiutarlo, mentre questo veleno lo divora dall’interno. Sto per perdere Fred, di nuovo. E mia sorella, l’unica in grado di tirarmi fuori da questo schifo, sta morendo. Spezzata, torturata, umiliata e in fin di vita. So che la vorresti qui almeno quanto lo vorrei io. Vorrei che si sedesse ai piedi del divano e mi leggesse un libro o anche solo che potesse tenermi per mano.”
Vidi una lacrima scivolarle sulla guancia e cadere di lato.
“Neville mi ha detto del bambino. Starete bene, ok? Non sei da sola. Ron non ti lascerà indifesa neanche un secondo.”
“Sai che non siamo mai al sicuro. Eravate con Fred, eppure l’hanno preso.”
“Ora conosciamo i loro trucchi. E Ron non è solo, ok? Se toccano te, toccano la famiglia Weasley. Toccano mia sorella. E mio nipote, ovviamente. Sarai al sicuro.”
Mentre dicevo queste parole, però, vidi un sussulto attraversarle la schiena. Si contorse sul posto e si levò di scattò. Tremava, ma riuscivo chiaramente a distinguere i suoi lineamenti cambiare. Gli occhi s’infossarono, scurendosi e arrossandosi. Gli zigomi sembravano voler squarciarle le guancie.
Mentre gridavo disperatamente che qualcuno venisse ad aiutarmi scorsi nei suoi occhi una scusa. Poi, con un sussulto, cadde inginocchiata a terra, senza smettere di fissarmi.
Ben presto i membri dell’Ordine e dell’ES si riversarono nell’aula in modo caotico, ma prima che potessero avere una qualsiasi reazione Luna urlò “ora” e accaddero molte cose contemporaneamente. Madama Chips e i Medimaghi corsero nella stanza dove si trovavano i corpi dei nostri cari, blindando la porta, mentre Kingsley si lanciava su mio fratello e la mamma piangeva disperatamente.
Ron era legato a una sedia e fissava Hermione paralizzato.
“Scusa - borbottava mia madre – perdonami.”
Harry scattò più veloce degli altri, ma Luna gli bloccava la strada.
“Non potevano! Non potevano avvelenarla! Non può... Non può essere.” Chiedeva disperatamente, guardano l’amica, inginocchiata, deperire a vista d’occhio.
“Non credevo che l’avesse scoperto. Credevo di essere l’unica a sapere. – cominciò in tono di scusa Luna. – l’avrei fermata, capite? Ma sono arrivata tardi. L’ho vista china su Ginny e mi sono ricordata che aveva voluto essere lei a perlustrare la biblioteca. Era tardi, troppo tardi, e abbiamo dovuto limitare il danno.”
Ron cominciò a sgranare gli occhi e ad agitarsi maggiormente.
“Cosa è successo a mia moglie?” chiese con voce tremante, mentre le sue orecchie diventavano rosse di rabbia.
“Conosco un modo per salvare una persona affetta da questo veleno. Ne parlano i libri, è l’unico metodo conosciuto.”
“Cosa?!” intervenni immediatamente.
“Hermione è intelligente, e io sono stata troppo ingenua. Credevo che il suo silenzio fosse dovuto alla paura, al dolore. Invece stava pianificando.”
“Spiegati!” le urlò in faccia Ron, ormai furioso.
“L’unico modo per salvare qualcuno dal veleno è trasferirlo nel proprio corpo. E sacrificarsi al posto suo.”
Calò il silenzio. Ecco perché avevano sigillato la porta, ecco perché mia madre piangeva.
Astoria era pietrificata, Neville tremava, io non riuscivo a muovermi e Harry nemmeno. Ron invece cominciò a ululare il suo dolore mentre capiva cosa aveva fatto la sua preziosa Hermione.
“Lasciatemi andare! Lasciatemi! Lasciate che li salvi, voglio morire io al posto loro, lasciatemi andare!” e a ogni urlo la mamma singhiozzava più forte una scusa.
“Vi ODIO!” sbraitò infine fissando prima lei e poi Luna. “Vi odio.”
“Voglio salvare mio figlio.” Dissi piano, ma mi sentirono comunque.
“Quindi – aggiunse Harry tremando – quindi Ginny...”
“Si sta svegliando, ma è debole.” Balbettò Luna, piangendo.
“Perdonatemi – aggiunse – dovevo farlo. Voi... Questo è ciò che vogliono loro, capite? Sapevano che prendendo i più deboli voi vi sareste sacrificati al posto loro. Speravano che Hermione lo capisse e ve lo rivelasse. Ovviamente non hanno tenuto conto di me, né della sua furbizia. Anche Molly ha visto il gesto di Hermione e mi ha confessato di averla vista titubare tra il piccolo Fred e Ginny. La logica direbbe di salvare il bambino, no? Però Ginny ha le informazioni. Lei sperava che vi fermassimo, sapeva che io sapevo. Ci ha restituito Ginny perché attraverso le sue informazioni forse abbiamo una speranza di fermarli. Pensaci, Ron. Se adesso tu, io, Harry, Neville e George ci sacrificassimo per loro? Chi li fermerebbe?”
“Sono mia moglie e il mio bambino.”
“Non posso lasciarti andare, Ronald. Perdonami.”
“Mai, Luna. Io non ti perdonerò mai.”
“Voglio salvare mio figlio.” Ripetei ancora, con gli occhi fissi su quella che non sembrava essere più Hermione.
“Voglio vedere Ginny. - s’intromise Harry. - Voglio vederla ora.”
Luna annuì piano, mordendosi un labbro.
Attorno a me vidi le mie precedenti parole prendere forma. Percy piangeva stretto a Fleur, che tremava e si asciugava le lacrime con il dorso della mano. Papà era come pietrificato, mentre mamma non osava alzare lo sguardo.
Quando un ultimo gorgoglio uscì dalla gola della ragazza, Ron riprese a urlare il suo odio, la sua rabbia e il suo dolore.
E mi sembrava di vedere il miei sentimenti in un inquietante specchio animato.
Harry spalancò gli occhi. Non sapeva cosa provare. Ginny era viva, certo, ma Ron? Hermione? Poteva perderli? L’avrebbe sopportato ancora una volta?
E io? Io l’avrei sopportato?
 
Arthur (2 Novembre 2005)
Erano ore, ormai, che Ron non apriva bocca. Avevamo sigillato la stanza in cui si trovavano i corpi dei malati, mentre i Medimaghi studiavano incessantemente il veleno, per scoprire una cura, qualsiasi cosa.
Lui intanto rimaneva immobile e non parlava.
Ginny si era da poco risvegliata, ma sembrava aver perso la testa. Continuava a ripetere in nostri nomi e delle parole a noi sconosciute. Harry ci aveva assicurato che non si trattava di serpentese.
Il Mangiamorte era peggiorato, e non ci era stato utile.
La mia Molly era distrutta. Non voleva parlarne, nonostante io le avessi assicurato che aveva fatto la scelta giusta. Luna aveva ragione, non potevamo perdere i nostri combattenti più abili e potenti, con il rischio di rivedere il mondo magico soggiogato dalla magia oscura.
 
Harry (3 Novembre 2005)
“Correte, ragazzi correte qui!”
Al mio urlo tutti si precipitarono attorno al letto dove Ginny si era rannicchiata.
“Piccola, ripeti quello che mi hai detto”
“Un tesoro... Il tesoro rubato... Ho... Io ho visto Fred e Lily. Mi hanno salvata... Sono... Lily e Fred. Il veleno, c’è una cura. Proteggetela. Proteggetela.”
“Ginny, chi? Devi dirci chi.” Implorai piano.
“Hermione. Salvate Hermione. Hermione. Hermione.”
Il silenzio serpeggio sulle nostre schiene mentre fissavamo terrorizzati lo sguardo di mia moglie.
“Morirà.” Concluse prima di svenire.
Ron cadde a terra mentre un grido squarciava l’aria. Sentii una rabbia antica salirmi nel petto.
Nessuno avrebbe più toccato la mia famiglia.
 
George (3 Novembre 2005)
Fred, Fred aiutami. Ci sei? Hai salvato tu Ginny, vero?
Fred siamo nei guai. Hermione si sta spegnendo e Ron ha perso la testa. Il suo anatema che uccide ha mancato Luna solo di poco. Il cuoricino di tuo nipote perde velocità, Fred. E ti somiglia così tanto, così tanto.
 
E mentre i pensieri mi inondavano il petto e mi chiudevano la gola capii che la soluzione era molto più vicina del previsto.
“Portatemi il prigioniero e svegliate Ginny. Neville, chiama Luna. Harry, libera Ron.
Andiamo a caccia.”
   
 
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