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Autore: La_Sakura    22/10/2013    14 recensioni
Un detective privato completamente al verde, fuori dal giro da anni ormai, si ritrova a indagare su un presunto caso di infedeltà coniugale. Ma quando la trama si infittisce e si trova a collaborare nuovamente con la polizia, il caso assume risvolti inaspettati.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Patricia Hutton stava completando il suo ricamo chiacchierando amabilmente con Eve, quando Callaghan le piombò in salotto, seguito da uno sconvolto Julian Ross.
«Phil tu sei pazzo, PAZZO! Hutton ci ammazzerà!»
Il detective lo ignorò e fece un piccolo inchino verso le due donne.
«Mrs Hutton, sono qui per comunicarle che ho portato a termine il mio compito.»
La donna non si scompose e appoggiò il proprio lavoro sulle ginocchia, fissando Callaghan con occhi di ghiaccio.
«Non mi sembra né il momento né il luogo adatto per parlarne, signore
«Perché no, Patricia?»
Il gelo calò sui quattro occupanti del salotto, quando compresero che la voce che aveva pronunciato quella frase apparteneva a Oliver Hutton in persona.
«Oh caro, non ti aspettavo a casa così presto.»
«Ero venuto a comunicarti la data del funerale di Tom.»
«Sarai sconvolto immagino, ti preparo qualcosa di caldo.» e alzandosi, fece per dirigersi verso la cucina ma quando passò accanto al marito, questo la fermò trattenendola per un braccio.
«Non voglio qualcosa di caldo, voglio una spiegazione. Che ci fa la polizia in casa nostra?»
«Non ne ho idea.» rispose lei, nervosa.
«Io credo di sì, invece, guarda un po’!» e la sospinse nuovamente verso il divano.
«Holly, io…»
«Devo ammettere che hai giocato bene le tue carte: non mi hai fatto pedinare da uno qualunque, ti sei scelta l’ex ispettore di polizia che vive nel ricordo della donna che l’ha mollato perché incapace di dedicare tempo a lei anziché al suo lavoro. Uno al verde, promettendogli fior di quattrini per cercare di capire se i tuoi sospetti su di me erano fondati, e cos’hai ottenuto, eh?»
Patricia non rispose, teneva lo sguardo basso e stringeva convulsamente l’orlo della gonna a pieghe che le arrivava al ginocchio.
«Rispondi perdio!»
Hutton sbatté violentemente la mano sul muro facendo trasalire i presenti, non tutti abituati ai suoi repentini scatti d’ira. La moglie allora alzò finalmente la testa e puntò su di lui gli occhi nocciola, ridotti a due fessure per l’ira.
«Mi chiedi cos’ho ottenuto? Ho ottenuto un’umiliazione pesante, ecco cosa ho ottenuto, caro. Pensavo che ti sbattessi amabilmente una di quelle puttane che gestisci, o una di quelle sciacquette che metti a lavorare nel tuo stupido locale, e sarei stata pronta ad accettarlo, dato che ogni sera tornavi comunque a casa da me. Ma quando questo idiota di un detective ha iniziato a pedinarti e ti vedeva solo ed esclusivamente con Tom… oh, non mi guardi così, detective Callaghan: la porta di casa sua potrebbe scassinarla persino un bambino, non mi è stato difficile entrare e controllare il suo lavoro. Dovevo essere sicura che mio marito non avesse comprato il suo silenzio.»
«Non l’ha fatto: al contrario, ha cercato di farmi desistere.»
«Non le pare strano, detective, che un boss del calibro di mio marito cerchi di intimorirla per impedirle di indagare sulla sua infedeltà?»
Le labbra di Philip si incurvarono in un sorriso beffardo mentre estraeva una sigaretta dalla tasca dell’impermeabile e accendendosela con l’ultimo fiammifero di una scatola che aveva trovato nella tasca stessa.
«Dipende…» mormorò, soffiando sulla brace della sigaretta.
«Dipende?» ripetè Julian.
«Dipende, Ross, da cosa il boss in questione deve nascondere.- Phil sbuffò il fumo verso l’alto -Non ci sarebbe nulla di anomalo in un capo che va a letto con le puttane che gestisce… ma in un boss che va a letto col suo braccio destro…»
Oliver strinse le mani a pugno, le vene del collo iniziarono a pulsare mentre la collera si impossessava di lui.
«È stato lei a dirlo a Patty?»
Callaghan scosse la testa.
«Sua moglie l’ha capito da sola, non è stupida. E credo che si sia anche vendicata a dovere.»
Eve si portò una mano alla bocca per la sorpresa ed emise un gridolino, mentre Oliver fissava la moglie con uno sguardo tra lo sorpreso e l’attonito.
«Ti avrei perdonato, Holly… e forse potrei farlo anche ora. Ma lui no. Non avrei mai potuto rivedere la sua faccia dopo che ha ammesso quella che c’era tra voi. Dovevi vederlo come invocava pietà…»
«Basta!- la interruppe l’uomo -Tu l’hai…?»
«Ucciso? Sì.»
«Pat!!!- Eve scattò in piedi e si affiancò l’amica –Come hai potuto?»
La donna la ignorò e continuò a fissare il marito.
«Tom era un debole, è bastato che io paventassi i miei dubbi con un po’ più di sicurezza e lui è crollato come un bambino. Piangeva, oh se piangeva mentre mi chiedeva di perdonarlo, dicendo di… amarti.» pronunciò quella parola con disprezzo.
«Non puoi averlo fatto davvero…» Oliver non riusciva a pensare ad altro, nella mente l’immagine della moglie che infieriva sul corpo del povero Becker.
«Sì che l’ho fatto. Ho difeso il mio matrimonio.- disse fiera -Sono la moglie di un boss.»
«Crede che ciò non la condurrà in prigione, Mrs Hutton?»
La donna posò i proprio occhi sul tenente e lo fissò con aria di sfida.
«Si ricordi di come mi ha chiamato: io sono tutt’ora la signora Hutton, moglie del più potente boss di New York, anzi di tutta la East Coast. Mio marito non ha nessun interesse a vedermi marcire in galera, soprattutto adesso che sono incinta.»
«Che cosa?!» gli occupanti della casa pronunciarono quelle due parole all’unisono; Oliver si diresse verso di lei barcollando.
«Patty, ma… tu… io… noi…»
Un sorriso vittorioso comparve sulle labbra della donna.
«È da un po’ che provo a parlartene, Holly, ma tu non mi hai mai voluto dare ascolto, hai pensato sempre e solo a te, ai tuoi affari, ai tuoi nemici, mentre dentro di me una nuova vita aveva già iniziato a crescere. Quando il tarlo del dubbio si è insinuato nella mia mente ed è diventato insopportabile, ho deciso di andare a fondo della questione per difendere nostro figlio. Questa creatura- si portò una mano al ventre a mò di difesa –merita una famiglia, merita una madre e un padre che stiano insieme, senza deviati intorno che gli confondano le idee.»
«Ma Tom era un amico! Un amico fidato! L’unico di cui mi potessi fidare! Porca puttana, Pat! Hai ammazzato il mio socio in affari!»
«Hai intenzione di mandarmi in galera?» rispose lei, osando persino sfidarlo con lo sguardo.
Recuperando la lucidità necessaria e che lo contraddistingueva nelle situazioni difficili, e che aveva fatto di lui il boss che era, Hutton si voltò verso gli esponenti delle forze dell’ordine.
«Tenente Ross, vorrei che arrestasse la qui presente Evelyn Davidson per l’omicidio del mio fidato collaboratore nonché braccio destro Tom Becker.»
Il gelò calò sul gruppetto, mentre Eve si alzò e si diresse lentamente accanto a Patricia Hutton.
«Julian non puoi farlo! Patricia Hutton ha praticamente confessato davanti a noi.» gli sussurrò Callaghan, vedendo che il tenente non si muoveva. Oliver circondò la moglie con un braccio, posandole significativamente la mano sul grembo.
«Sai quanto durerebbe? Neanche il tempo di uscire da qui e verremmo travolti da un tornado di merda che ci ricoprirà, se ci va bene. Se ci va male finiremo a concimare margherite in un campo.» rispose quello, sempre sussurrando.
«Maledizione Ross!» mormorò Callaghan a denti stretti.
«Tenente!- lo chiamò il boss -Che sta aspettando?»
A testa bassa, questi si avvicinò alla ragazza e, elencandole i suoi diritti, la ammanettò, sotto lo sguardo soddisfatto di Patricia, la quale si premurò di tranquillizzarla.
«Non ti preoccupare, Eve: ti tireremo fuori molto presto, e nel frattempo faremo in modo che nessuna ti disturbi, in carcere.»
La giovane annuì e seguì il tenente Ross fuori dalla villetta.
Callaghan esitò qualche istante, con la mente ripercorreva le tappe di quello strano percorso: ad un tratto si voltò di scatto verso la donna e diede voce ai suoi pensieri.
«Non male, Mrs Hutton, non male…»
«Che sta insinuando?» chiese lei, innervosendosi per il tono saccente con cui il detective le si era rivolto.
Phil ridacchiò, incamminandosi verso la porta, per fermarsi solo sulla soglia.
«Lei non aveva bisogno di me per scoprire il tradimento di suo marito: lo sapeva già. Aveva solo bisogno di qualcuno che la aiutasse a portare a termine il suo piano e uscirne pulita. Non mi stupirei di scoprire che Miss Davidson era perfettamente al corrente di tutto.»
L’angolo destro della bocca di Patty si sollevò appena, beffardo.
«Ottimo intuito, detective.»
«Ispettore.» la corresse lui, abbassando la tesa del cappello a celargli il volto.
«Ad ogni modo… non so se lo sa, Mrs Hutton, ma la sua amica Miss Davidson si è presentata a casa mia, su indicazioni di suo marito, sicuramente, per minacciarmi qualora avessi continuato a indagare.»
Patricia alzò le spalle.
«Incerti del mestiere.»
Phil scese gli scalini dell’ingresso della villetta e una volta superato il cancellino d’ingresso infilò le mani in tasca e incassò il collo nelle spalle. Il sole calava all’orizzonte, preparandosi a lasciare posto all’ennesima notte newyorkese, ma Callaghan non se ne curò. Una leggera brezza sollevò i lembi del suo impermeabile grigio chiaro, accompagnandolo verso il suo ritorno…
Fine…?

 
Ta-daaaaaan!!! Sorpresi? Non credo. Alla fine era un po' scontato che Patty levasse di torno il suo rivale in amore LOL
Ah, e comunque, vorrei ribadire che Tom/Taro Misaki NON È GAY, e se qui l'ho fatto è solo perché siamo in una AU e mi sono potuta sbizzarrire (e chi vi fa credere il contrario è brutto e cattivo, ecco...) 
Scherzi a parte, grazie a tutti coloro che hanno apprezzato la mia storia, che l'hanno letta, seguita, recensita... 
Tornare dopo tanto tempo con una storia e ritrovarvi lì, a darmi il vostro sostegno, è stato commovente, vi voglio bene. 
Grazie a Butterfly49 per averla inserita nelle preferite, grazie a aelfgifubenji79capitanhyugaeldarionMelanto, OnlyHope, Sissi149 e WYWH per aver dedicato del tempo a recensirmi, i vostri commenti sono stati graditissimi.
E comunque, sì, la storia è conclusa, ma no, la saga del detective Callaghan non finisce qui: mentre scrivevo questo episodio avevo in mente un sacco di cose da inserirci, ma avevo paura che diventasse... "troppo infiocchettato", così ho deciso di separare i vari episodi. D'altronde, ci sono ancora molte cose da conoscere, per esempio "Perché Jen se n'è andata?", oppure "Dov'è Benji?" o ancora "Perché l'autrice non la smette di assillarvi con le chiacchiere???" 
E comunque ho anche altre fic in cantiere *firulì firulà* chissà che FINALMENTE non vedano la luce. 
Per il momento è tutto, ma sicuramente appena metterò on line il capitolo mi verrà in mente altro da dirvi xD e mi mangerò le mani.
Vi ho già detto che vi voglio bene?? 
Un abbraccio 
Sakura 

PS: un grazie doveroso a Elisabetta, Valentina e Sara che sanno sempre cosa dirmi per riportarmi sui binari giusti... mi spiace che la Hrvatska Post abbia remato contro di me!! Lov iù 

 
   
 
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